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sabato 31 dicembre 2011

Un post...ino

Un sorriso amaro in attesa del discorso di fine anno del Presidente della Repubblica  Giorgio Napolitano.

Per qualcuno è ancora più amaro perché non ha neanche un posto di lavoro.


Stasera Giorgio Napolitano dice:
(nono capoverso del suo discorso)
«Mi si consenta una piccola digressione personale : vengo da una lontana, lunga esperienza politica concepita e vissuta nella vicinanza al mondo del lavoro, nella partecipazione alle sue vicende e ai suoi travagli. Mi sono formato, da giovane, nel rapporto diretto, personale con la realtà delle fabbriche della mia Napoli, con quegli operai e lavoratori. E' un sentimento e un'emozione che ho visto rinnovarsi in me ogni volta che ho visitato da Presidente una fabbrica, incontrandone le maestranze. Comprendo dunque, e sento molto, in questo momento, le difficoltà di chi lavora e di chi rischia di perdere il lavoro, come quelle di chi ha concluso o sta per concludere la sua vita lavorativa mentre sono in via di attuazione o si discutono ancora modifiche del sistema pensionistico. Ma non dimentico come nel passato, in più occasioni, sia stata decisiva per la salvezza e il progresso dell'Italia la capacità dei lavoratori e delle loro organizzazioni di esprimere slancio costruttivo, nel confronto con ogni realtà in via di cambiamento, e anche di fare sacrifici, affermando in tal modo, nello stesso tempo, la loro visione nazionale, il loro ruolo nazionale.»
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5 commenti:

  1. Campa cavallo che l'erba cresce.
    Intanto il cavallo muore e l'erba più non serve.
    Fiumi di parole sulle pensioni ma, il dramma, lo viviamo noi esodati poste 1952 e giù di li.
    Organizziamoci!
    Verifichiamo, creamo una delegazione che, con l'appoggio dell'On Damiano(se veramente è dalla ns parte)farsi ricevere dal ministro Fornero affinchè, con un'altro colpo d'ascia, riordina quello che precedentemente ha devastato.
    Qual'è il Vostro parere?
    Con dignità esodato 1952.

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  2. sono più che d'accordo con te.................
    però non facciamo armiamoci e poi partite.
    Anch'io sono del 1952 con 39 anni di contributi

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  3. Si, dobbiamo farci sentire. Tutti insieme possiamo ancora farci sentire.
    Senza lavoro, senza pensione, con poche speranze per il futuro.

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  4. io sono del 1952,sono uscito da poste italiane
    il01/01/2011,avrei dovuto prendere la pensione
    a dicembre 2013 compresa la finestra.cari colleghi facciamoci facciamoci sentire,dobbiamo
    restare piu' uniti ,di quando eravamo in servizio!non possono abbandonarci in questo modo
    sarebbe la fine per tutti noi.un caro saluto a tutti!!

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  5. Anch'io esodato poste del 1952, avrei dovuto prendere pensione dal 1 dic. 2013... dobbiamo cercare di essere uniti, qualcuno che ci tuteli (sindacato o altro) e magari assumere iniziative per farci sentire e vedere, oltretutto in vista, si dice, di un incontro che i sindacati avranno con l'Azienda.

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