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domenica 18 dicembre 2011

Zavorra


Brescia Oggi - giovedì 08 dicembre 2011 CRONACA, pagina 8

L´EMERGENZA. Situazione delicatissima per migliaia di «pubblici»
E gli accordi in uscita adesso non valgono più

Nel grande marasma generale, ci sono i casi particolari.
Mara Polato, dopo 39 anni di lavoro, ha firmato a marzo un accordo con le poste che prevedeva l´uscita un anno prima con alcuni incentivi. Ora quell´accordo, accettato da qualche migliaio di dipendenti nella sua situazione, non vale più; ma l´azienda non la rivuole. Potrebbe rimanere senza stipendio e senza pensione, e forse non solo per un anno. «Per loro noi siamo fuori - racconta con grande ansia- faremo la nostra battaglia sindacale e legale, in tempi stretti, meno di un mese. In ogni caso, se mi andrà bene e sarò ripresa, dovrò pagare 1350 euro per avere cambiato idea».


SONO PARECCHI, in tempi di crisi, i lavoratori che sommando ammortizzatori e accompagnamenti riuscivano a raggiungere l´età per la pensione. Ora rimangono in un limbo, rischiando fino a sei anni senza un soldo nè di salario nè di Inps. Erano in 10mila coloro che potevano usufruire della vecchia normativa; sono stati portati a 50mila. Tuttavia un calcolo parla di 120mila a rischio in Italia, ma anche a Brescia con una Cig da milioni di ore, con un elenco dei fallimenti da record il numero non sarà molto limitato. I patronati dei sindacati sono già presi d´assalto perché ognuno cerca di conoscere meglio la sua personale posizione, che forse gli rivolterà la vita.

Non mancano nemmeno parecchi che hanno lavorato 43, 44 anni sborsando contributi a fondo perduto che non verranno calcolati.

I SEGRETARI generali della Funzione pubblica Donatella Cagno della Cgil e Angelo Galeazzi della Cisl rimarcano come per loro sia bloccata la contrattazione nazionale e decentrata fino al 2014 o più probabilmente fino al 2017, con relativo fermo delle assunzioni. «Ma non siamo esentati dai rincari e dalle tasse» dicono. Spiegano che i dipendenti pubblici non sono tutti uguali: «ci sono ambiti più pesanti come la sanità o la vigilanza, eppure è stato abrogato l´anticipo del riposo per cause di servizio». «La fotografia del settore mostra diversità geografiche, specificità di efficienza e di carattertistiche di cui non si tiene nessun conto, anzi si penalizzano proprio i luoghi meglio organizzati» aggiungono. E lanciano un allarme sulla sanità: «ci sono molti modi di far pagare i cittadini, per esempio trasformando in ambulatoriali pratiche da day-hospital, così da costringere al ticket».

«Se penso poi al trattamento delle donne che hanno sulle spalle la cura dei vecchi e dei nipoti, senza che per alleviarle non sia stato introdotto nulla, senza che si vedano all´orizzonte i servizi necessari alla famiglia, mi fa ancora più rabbia l´emozione della signora con le lacrime» sbotta la Cagno. Una situazione da denunciare che diventa ogni giorno sempre meno sostenibile.

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