Indirizzo mail

Puoi contattarci scrivendo a: cumpustela@gmail.com

mercoledì 15 febbraio 2012

Nessun ulteriore ampliamento della platea dei lavoratori «esodati»

Pensioni, rinvio per le correzioni

ROMA
Nessun ulteriore ampliamento della platea dei lavoratori «esodati» da esentare dalla nuove regole sulle pensioni. Almeno per il momento. A ufficializzare lo stop è stato il ministro Elsa Fornero in persona, nonostante il pressing di Pd e Pdl per correggere anche al Senato il mini-capitolo previdenziale del milleproroghe. In serata, dopo l'ennesima giornata di febbrili trattative tra i partiti e il Governo, il ministro del Lavoro si è presentato nelle Commissioni Affari costituzionali e Bilancio di Palazzo Madama e ha annunciato che il tema andrà affrontato «in un altro provvedimento e con un altro strumento» legislativo chiedendo, e ottenendo, il ritiro degli emendamenti sulla questione. Fornero non ha fornito altri dettagli. Ma a guardare l'agenda del ministero del Lavoro il primo provvedimento in gestazione che compare è quello sulla riforma del mercato del lavoro per la quale è in corso il confronto tra Esecutivo e parti sociali (si veda altro sevizio).
Non una vera e propria bocciatura, dunque, ma piuttosto un rinvio, accompagnato da alcune piccole concessioni. La prima è quella che consente anche a chi ha interrotto il rapporto di lavoro l'ultimo giorno dello scorso anno di essere "salvato": il testo approvato dalla Camera concedeva questa possibilità a chi era uscito «in data antecedente al 31 dicembre 2011»; ora il salvagente è assicurato a coloro che anno lasciato l'azienda «entro il 31 dicembre».
Un'altra piccola modifica è stata introdotta sul fronte dei lavoratori «precoci» (chi ha cominciato a lavorare a 16-18 anni di età). Montecitorio aveva previsto che potessero andare in pensione senza penalizzazioni gli "under 62" a patto che avessero lavorato 42 anni e 1 mese (41 anni e 1 mese le donne), compresi i congedi obbligatori (maternità, malattia, servizio militare) e la Cassa integrazione ordinaria: la contribuzione utilizzabile è stata estesa, con il via libera di Fornero a un emendamento di Mariangela Bastico (Pd), anche ai contributi figurativi delle madri che hanno assistito i figli disabili, nonché a quelli per la paternità obbligatoria (i mariti di cui è morta la moglie e si sono assentati per accudire il bambino).
Al di là di questi ritocchi, la partita sugli «esodati» è stata congelata. Ancora ieri pomeriggio si è cercato di individuare una soluzione in una lunga riunione di tre ore, alla quale hanno partecipato i presidenti delle due commissioni, Antonio Azzollini e Carlo Vizzini, i relatori al decreto, Lucio Malan (Pdl) e Vidmer Mercatali (Pd), il ministro Piero Giarda e il suo sottosegretario, Giampaolo D'Andrea, e il sottosegretario al Tesoro, Gianfranco Polillo. Ma poi in serata è arrivato lo stop del ministro Fornero. (Leggi)


Una pausa che non può durare a lungo

Meglio una pausa di riflessione che una soluzione frettolosa. Su questo si può essere d'accordo con il ministro del Lavoro, Elsa Fornero, che ha imposto una brusca frenata alle ipotesi di emendamento al regime transitorio della sua riforma. Queste proposte avrebbero dovuto garantire una copertura adeguata ai cosiddetti "esodati": persone che hanno lasciato il lavoro più o meno volontariamente pensando che il traguardo previdenziale fosse alle porte e che, invece, si sono trovate improvvisamente senza stipendio e senza pensione.
La pausa di riflessione non deve tuttavia portare all'accantonamento di questo tema, né può durare troppo a lungo, perché la mancata soluzione metterebbe a repentaglio uno dei principi che è sempre stato riconosciuto alla riforma, quello dell'equità. Non esistono valide ragioni per cui situazioni del tutto analoghe siano trattate in maniera così diversa. Di fondo, il peccato originale da cui nasce il problema è una visione del mercato del lavoro ancorata a schemi che non sono più dominanti: si è pensato che la salvaguardia delle persone uscite dal lavoro dopo una procedura di mobilità coincidesse con la soluzione del problema, mentre invece si è tagliata fuori una fetta maggioritaria del mercato del lavoro, quella che non ruota intorno alla fabbrica fordista. Se poi la fase di riflessione consentisse anche di adottare un meccanismo di individuazione della platea più trasparente di quello attuale (che indica le risorse e non le persone ammesse al beneficio) si farebbe un ulteriore passo in avanti per consolidare l'impegno a creare un rapporto corretto tra cittadino e sistema previdenziale. (Leggi)

2 commenti:

  1. voglio riflettere anch'io su questo tema una volta tanto voglio dare ragione al ministro fornero , e' meglio che le cose vengano fatte con calma anziche' in fretta l'importante che si facciano , per prima cosa e non e'da poco aver salvato chi entro pochi mesi matura i requisiti , poi e' chiaro che per coloro ai quali mancano due o tre o quattro anni vi e' tutto il tempo per lavorarci sopra....sono sicuro che qualcunoo mi attacchera' ma la penso in questo modo...

    RispondiElimina
  2. In teoria hai ragione.... nella pratica la Fornero doveva dare qualche assicurazione sul tipo di intervento e soprattutto sulla tempistica!!!!

    RispondiElimina