Indirizzo mail

Puoi contattarci scrivendo a: cumpustela@gmail.com

domenica 19 febbraio 2012

Non resterà senza risposte

Ancora attese per gli “esodati”: si rinvia ad altri provvedimenti
18 feb 2012 di Carla Panizza
arla Panizza Carla Panizza
Il Decreto Milleproroghe, contenente, tra l’altro le norme relative ai lavoratori “esodati” è stato approvato il 15 febbraio dall’Aula del Senato ed è tornato alla Camera in terza lettura per l’approvazione finale. Fuori purtroppo per ora la questione dell’allargamento della platea degli “esodati”, (ma «non resterà senza risposte, andavano solo evitate soluzioni affrettate», ha detto il relatore del provvedimento Lucio Malan).
Il decreto avrebbe dovuto correggere alcuni squilibri della nuova normativa in materia previdenziale che avrà un grande impatto sulla vita dei lavoratori. Sarebbe stata auspicabile una modifica alla norma che riguarda il pensionamento dei lavoratori il cui rapporto di lavoro si sia risolto in ragione di accordi di incentivo all’esodo, contando sull’applicazione delle regole previgenti alla recente riforma pensionistica che avrebbe offerto una soluzione definitiva a tale problema, ma il Governo non lo ha ritenuto possibile.
Il Ministro Elsa Fornero, partecipando lo scorso 13 ottobre (altro refuso segnalato dai lettori: l'intervento è del 13 FEBBRAIO 2012) alla seduta delle Commissioni congiunte I e V del Senato per esprimere la posizione del Governo sui contenuti dell’articolo 6 e dell’articolo 6-bis del decreto-legge, in materia previdenziale, nonché sui relativi emendamenti presentati, ha osservato che esiste il rischio che i lavoratori il cui “esodo” fa seguito ad accordi sindacali o anche individuali stipulati tra il 5 e il 31 dicembre 2011, a seguito dell’entrata in vigore della nuova disciplina previdenziale si trovino in una condizione singolare e non percepiscano né il salario né il trattamento pensionistico.
Tuttavia il Governo è contrario alle proposte emendative finalizzate ad estendere le deroghe anche a quei lavoratori e ritiene che dette deroghe debbano restare limitate a situazioni del tutto eccezionali. Tale posizione ostativa del Governo si fonda sulla considerazione che le deroghe richieste avvantaggerebbero soggetti che hanno stipulato accordi nella piena consapevolezza del mutato quadro normativo e che in tale nuovo contesto gli istituti pensionistici non devono essere utilizzati quali impropri ammortizzatori sociali. Tuttavia, visto che le ragioni sottese a quelle proposte emendative individuano problematiche sociali di obiettiva gravità e rilevanza, a cui appare necessario fornire una risposta attraverso l’utilizzo degli strumenti di tutela più pertinenti, a nome del Governo si impegna a valutare l’opportunità di soddisfare quelle esigenze attraverso adeguate forme di sostegno al reddito, facendo ricorso alle tipologie esistenti di ammortizzatori sociali.
Il Ministro ha precisato che l’argomento non potrà essere inserito nella riforma del mercato del lavoro, trattandosi di materia particolare e distinta tuttavia ha appoggiato l’estensione della deroga per quanto riguarda i genitori di persone con gravi disabilità, nel senso di confermare la differenza di quattro anni rispetto alle altre persone per il raggiungimento dell’età minima ai fini della pensione di anzianità.
E’ quindi ancora da definire la questione per impedire che migliaia di lavoratori rimangano per lunghi anni senza lavoro e senza pensione. Manageritalia, insieme alle altre organizzazioni della dirigenza, ha fatto e farà il possibile per convincere il legislatore. Il nocciolo della questione è però sempre lo stesso: trovare le risorse finanziarie necessarie per accordare ad un maggior numero di soggetti “esodati” l’esenzione dagli effetti della recente riforma delle pensioni.

1 commento:

  1. Dalla lettura di questo documento e di tutti quelli usciti dopo il ritiro degli emendamenti, da qualsiasi fonte provengano, mi resta l'impressione che alcune casistiche di esodati siano state ormai accantonate.
    Per tali casi, dopo il ritiro degli emendamenti al Senato, non si ricercano più soluzioni dignitose per risolvere il problema e stanno sopraggiungendo altri drammatici casi meritevoli anch'essi di essere risolti, che riguardano accordi firmati anche dopo l'entrata in vigore del decreto Fornero, per i quali è obiettivamente più difficile rientrare nelle deroghe alla riforma.
    Ho aderito alla risoluzione consensuale nel 2010, prima dell'introduzione della finestra Tremonti e dell'aspettativa di vita, in previsione della maturazione dei requisiti pensionistici e di decorrenza della pensione nel 2013.
    E' un caso che riguarda altri colleghi che hanno subito la risoluzione con un maggiore anticipo rispetto alla pensione e che causa finestra ed altro non sono rientrati nella lotteria dei 24 mesi, dopo aver già subito gli effetti della finestra Tremonti e dell'aspettativa di vita non considerati nell'incentivo all'esodo.
    L'attenzione è ormai concentrata sui casi di cessazione del rapporto di lavoro intervenuti dopo il decreto Fornero.
    Tutti i casi che ci riguardano rimasti in sospeso sono ormai considerati tutti risolti.
    E' la riflessione, non serena, di una persona stressata dalle riforme intervenute dal 2010 ad oggi, ma il dubbio serpeggia.

    RispondiElimina