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lunedì 30 aprile 2012

Esodati: anche i francesi adesso sanno come stanno le cose

Les préretraités italiens sans revenus dans la rue
Des milliers de personnes ont manifesté hier à Rome pour défendre les salariés qui vont se retrouver sans pension en raison de la réforme des retraites.

FLORA ZANICHELLI | Publié le 14.04.2012, 07h00
Le cortège était émaillé de pancartes alarmistes, voire humoristiques comme celle d’un retraité bondissant par-dessus un plat de spaghettis avec pour légende : «le retraité italien, champion du saut de repas»… Plusieurs dizaines de milliers de personnes sont descendues hier dans les rue de Rome, bloquant la circulation dans la capitale italienne, pour défendre le sort des préretraités.
ROME (ITALIE), HIER. Les trois centrales syndicales italiennes ont appelé à manifester contre la réforme des retraites du gouvernement de Mario Monti. Sur la pancarte : « Fornero (la ministre du Travail), tu nous envoies au cimetière. »
ROME (ITALIE), HIER. Les trois centrales syndicales italiennes ont appelé à manifester contre la réforme des retraites du gouvernement de Mario Monti. Sur la pancarte: «Fornero (la ministre du Travail), tu nous envoies au cimetière».
(REUTERS/T. GENTILE.)
A l’origine de ce coup d’éclat, les trois grands italiens opposés à la réforme des retraites du Mario Monti qui entend juguler la de la dette. La CGIL, CISL et UIL dénoncent le fait que de nombreux Italiens ayant signé un accord de licenciement leur permettant de toucher le chômage avant d’avoir droit à leur retraite vont se retrouver sans revenu lorsque leurs droits au chômage seront épuisés en raison du relèvement de l’âge de départ en retraite introduit par la réforme.

Selon le gouvernement, qui parle d’« alarmisme injustifié », cela concernerait 65000 personnes mais «elles ne se retrouveraient pas sans revenu» puisque «les sommes nécessaires ont déjà été mises de côté». Faux, contestent les syndicats pour qui les sacrifiés de la réforme seraient au nombre de 350000.

Mara Polato a la voix qui tremble. A 60 ans, cette dame originaire de Brescia est «dévastée». Au mois de mars, cette ancienne employée de la Poste italienne a accepté de partir en préretraite. «La Poste souhaitait rajeunir son personnel, explique-t-elle. J’ai accepté qu’elle me verse un an de salaire et de contributions, le temps que je devienne effectivement retraitée». Mais l’arrivée du gouvernement Monti et la signature du décret «SalvaItalia» (Sauver l’Italie) ont bouleversé ses plans.

«Avec l’allongement des périodes de cotisation, ce n’est plus un an mais deux ans et demi qu’il me faut avant d’arriver à la retraite». La Poste ayant assuré à Mara un an de contributions, reste un an et demi où elle ne touchera rien. «Ni salaire ni retraite, s’exclame-t-elle douloureusement. La Poste ne peut pas me reprendre, donc sur l’année et demie que me rajoute la réforme Monti, c’est à moi de cotiser». Et le calcul fait mal: «Je vais devoir trouver 18000 € pour financer ma retraite que je pourrai prendre à 62 ans et demi», lâche Mara, amère.

C’est préretraités sans ressources, la presse transalpine les a surnommés les «esodati», du mot exode, en rapport avec leur choix de partir en préretraite. «Nous sommes 5000 rien qu’à la Poste, explique Mara. Nous avons créé un blog et nous recevons des centaines de témoignages désespérés des salariés d’autres entreprises. Les gens se demandent à quoi va ressembler un futur, même temporaire, sans salaire ni retraite».

Attaquée sur la question, la ministre du Travail, Elsa Fornero, a organisé une réunion technique d’urgence pour statuer sur ces cas et promis une réponse dans les sept jours.

Appelant le gouvernement à faire «machine arrière», la secrétaire générale de la CGIL, le premier syndicat du pays, Susanna Camusso, a brandi la menace d’autres manifestations. «Nous ne laisserons pas les travailleurs seuls, a-t-elle assuré. Ceux qui ont signé des accords pour partir en retraite avec les anciennes règles doivent pouvoir partir».
(Leggi)

Ecco la traduzione (grazie ad Antonella M. la figlia di Rosanna)
I prepensionati italiani senza redditi, in strada SOCIALE.
Migliaia di persone hanno manifestato ieri a Roma per difendere gli impiegati che si ritroveranno senza pensione a causa della riforma pensionistica.
Il corteo tempestato di striscioni allarmisti, e persino umoristici, come quello di un pensionato che sembra fuoriuscire da un piatto di spaghetti e mostra il testo “il pensionato italiano, campione di salto nei pasti” … Varie decine di migliaia di persone sono scese ieri nelle strade di Roma bloccando il traffico della capitale italiana per difendere le sorti dei pre-pensionati. A capo di questo movimento, i tre grandi sindacai italiani  si sono opposti alla riforma pensionistica del governo Monti che cerca di sanare la crisi del debito.
La CGIL, CISL e UIL denunciano il fatto che i numerosi italiani che hanno firmato un accordo di licenziamento, che permette loro di ottenere una disoccupazione prima di avere diritto alla pensione, si ritroveranno senza reddito alcuno una volta terminati i diritti di disoccupazione, visto l’allungamento dell’età pensionabile introdotto dalla riforma.
Secondo  il Governo, che parla di “allarmismo ingiustificato”, ciò riguarderebbe circa 65.000 persone ma « non si troverebbero senza reddito » perché « le somme necessarie sono già state messe da parte». Falso, rispondono i sindacati, per i quali le persone sacrificate da questa riforma sarebbero circa 350.000
MARA POLATO, 60 ANNI, LICENZIATA DA POSTE ITALIANE
Mara Polato ha la voce tremante. Ha 60 anni, questa signora originaria di Brescia è «stravolta».  Nel mese di marzo questa ex impiegata di Poste italiane ha accettato il pre-pensionamento.
«Poste Italiane vuole ringiovanire il personale, spiega. Ho accettato che Poste mi versasse un anno di stipendio e contributi, giusto il tempo di diventare effettivamente pensionata».
Ma l’arrivo del governo Monti e la firma del decreto «SalvaItalia» hanno rovesciato i piani.
Devo trovare 18.000 €
«Con l’allungamento dei periodi di versamento dei contributi, non sarà più un anno, ma due anni e mezzo per poter arrivare alla pensione». Le Poste avevano assicurato a Mara un anno di contributi, ma ne restano uno e mezzo in cui non percepirà nulla.
«Né stipendio, né pensione, esclamano dolorosamente. Poste Italiane non può più riprendere gli impiegati, per cui per quell’anno e mezzo bisogna che io stessa mi versi i contributi da sola».
E il calcolo non torna: «Devo trovare  18.000 € per finanziare la mia pensione che potrò prendere a 62 anni e mezzo»,  aggiunge Mara, con tono amaro.
A questi pre-pensionati senza risorse, la stampa transalpina ha dato il nome di «esodati», dalla parola esodo, visto la loro scelta di accettare il pre-pensionamento. «Siamo 5.000, solo di Poste Italiane, spiega Mara. Abbiamo creato un blog e riceviamo centinaia di testimonianze disperate  da ex dipendenti di altre imprese. La gente si chiede  cosa ne sarà del futuro, anche immediato, senza stipendio, né pensione».
Interrogata sulla questione, il ministro del Lavoro, Elsa Fornero, ha organizzato una riunione tecnica immediata per prendere misure e promettendo una risposta entro sette giorni.
Chiedendo al governo di fare «marcia indietro», il segretario generale della CGIL, il primo sindacato nazionale, Susanna Camusso, ha minacciato di attuare  altre  manifestazioni. «Non lasceremo soli i lavoratori, ha assicurato. Coloro che hanno firmato un accordo per andare in pensione con le vecchie regole devono poterlo fare»
FLORA ZANICHELLI

Commento alla foto
ROME (ITALIE), IERI.
I tre sindacati italiani hanno chiamato a manifestare contro la riforma pensionistica del governo di Mario Monti. Sullo striscione: « Fornero ci mandi al cimitero».

Esodati, ovvero disperati

legge - Esodati, ovvero disperati che rischiano di finire male
30/apr/2012
Esodati, ovvero disperati che rischiano di finire male, molto male: sono le prime vittime di un liberismo tutto italiano, ridicolo e criminale.
Il liberismo non riguarda la stampa, i mass-media, che continuano ad ottenere vantaggi economici con sconti fiscali e contributi.
La casta dei politici guadagna sempre e non restituisce i 60 miliardi rubati ogni anno, che ci farebbero tanto comodo.
Intanto a pagare sono i più deboli e gli esodati rischiano di dover stendere la mano nelle nostre vie, ma per gli altri i soldi ci sono: si vede che i politici sperano di salvarsi con la stampa che gli apoggia e raccontano menzogne, con i sindacati che i roteggono, con i faccendiere e i mafiosi.

sabato 28 aprile 2012

Manifestazione CGIL a Vicenza

Zoom FotoIn piazza a difesa del lavoro MANIFESTAZIONE.
Trecento persone hanno protestato in viale delle Fosse assieme alla Cgil. Problemi alla viabilità
Un corteo di due ore per richiamare l'attenzione sulla crisi e sui problemi di operai pensionati, esodati e precari

28/04/2012
No alla precarietà, no ai licenziamenti facili, no a una riforma pensionistica che sta creando solo problemi. Traffico rallentato e bandiere rosse in marcia, ieri mattina, in città. A distanza di anni dall'ultima manifestazione di questa portata organizzata in centro dalla Cgil, operai, pensionati, esodati, lavoratori precari e sindacalisti sono tornati in strada per reclamare i propri diritti e per lanciare un messaggio non solo al Governo ma anche ai propri concittadini. In trecento, dalle 9.30 alle 11.30, hanno occupato viale delle Fosse e hanno preso parte al corteo di protesta organizzato dalla sezione locale del sindacato per sensibilizzare i politici e l'opinione pubblica sui problemi legati alla crisi economica e alle riforme messe in atto dal governo tecnico di Mario Monti. «Per noi la partita sulla previdenza non è ancora chiusa - sottolinea la responsabile bassanese della Cgil, Fabiola Carletto - Siamo contrari all'innalzamento dell'età pensionabile per le donne e vogliamo sia risolto il problema degli esodati. Vorremmo inoltre che le prossime manovre vadano a colpire chi non ha ancora pagato». «Il nostro obiettivo - prosegue la sindacalista - è far capire a tutti che la crisi c'è anche a Bassano e far emergere il disagio legato a questa situazione. Fatta eccezione per la manifestazione unitaria, promossa assieme alla Cisl e alla Uil, andata in scena lo scorso inverno in piazza, probabilmente è dai tempi delle "Smalterie" che a Bassano non si vedeva un corteo di questo tipo». Alla sfilata, svoltasi in modo ordinato e sotto il controllo delle forze dell'ordine, hanno partecipato persone rimaste senza lavoro, esodati, ma anche operai di aziende importanti come la Baxi, dove ieri pomeriggio si è scioperato per due ore, la Favini, l'Etra, la Vimar e la Siltal. All'appello della Cgil hanno risposto anche molti stranieri. «Una categoria di lavoratori doppiamente colpita dalla crisi - osserva Carletto - in quanto priva di una rete di sostegno familiare e sociale». Presente anche la segretaria della Cgil vicentina, Marina Bergamin. L'iniziativa è inserita infatti all'interno di un ciclo di manifestazioni promosse varie città del Vicentino dalla sezione provinciale della Cgil, che per una scelta ben precisa ha preferito non accentrare la protesta nel capoluogo. «Per noi sarebbe stato più facile organizzare un unico evento, ma abbiamo preferito attraversare tutti i territori - spiega Bergamin - È stata una scelta faticosa, ma era giusto così. Prossimamente organizzeremo una manifestazione dedicata ai giovani e ai precari. Rifiutiamo infatti di essere etichettati come il sindacato dei lavoratori vecchi, di quelli già "garantiti"».C.Z.

Il racconto di Patrizia di Livorno

Mi chiamo Patrizia  sono nata Livorno  nel 53 sono una ricorsista di poste spa ho vinto la causa e sono rientrata sul posto di lavoro nel .2009. ho firmato  accordo per esodo nel febbraio del  .2010 ed ho lavorato fino al 31.03.2011. con il vecchio sistema pensionistico sarei potuta andare in pensione il 01.04.2014 ma legge 122 del governo  Berlusconi ha allungato la finestra di 3 mesi e così arrivavo allo 01.07.2014.  ti ricordo  i 60 anni li facevo nel 2013. Adesso con le nuove disposizioni andrò in pensione nel 2020. è ingiusto non ci dormo la notte mi hanno rovinato la vita e tutte le mie speranze.  la mia situazione pensionistica è con l'  inps ho 20 anni  e 6 mesi, mentre con l ipost 8 anni e 9 mesi.
 Ho chiesto la ricongiunzione non ho coraggio di sapere quanto mi verrà a costare e se la potrò pagare sperando sempre che non ci mangino anche quella.
Con il Comitato lavoratori in mobilità abbiamo incontrato alcuni politici che allargando le braccia mi hanno detto che se la legge non viene modificata, dovrò aspettare 7 – 8 anni per avere una pensione da fame.
Possibile che nessuno ci aiuti?

L'esodata del 1953: una di noi

Una di noi
Sono anch’io un’ESODATA del ‘53 e ho iniziato a lavorare non ancora diciassettenne (nella mia famiglia il lavoro è sempre stato considerato sacro) e in virtù di questo principio ho accettato qualsiasi tipo di lavoro: da apprendista commessa a cassiera, da segretaria a impiegata per finire la carriera come quadro.

Ho lasciato la mia città d’origine a 23 anni e per lavorare sono andata da sola a Milano dove ho vissuto per oltre 24 anni.

Nel contempo ho continuato gli studi fino all’università che, purtroppo, non ho potuto terminare. Ma non è tutto: per tenermi aggiornata professionalmente ho seguito corsi di formazione, di lingue e informatica pagando tasse scolastiche e contributi.

Ma una volta essere studenti-lavoratori non era un punto di merito ?
Ora ci trattano come dei privilegiati o peggio dei ladri perché vogliamo andare in pensione dopo 40 anni di onesto lavoro.

Quando ho firmato l’esodo non l'ho fatto con leggerezza ma, come sempre nella mia vita, ho ponderato a lungo tenendo in considerazione la normativa vigente.
Ma io e tanti altri, con il nostro lavoro non abbiamo contribuito a mandare in pensione altri prima di noi ? Non si tratta forse di un mutuo soccorso tra generazioni ?

Il 31/12/2010 con 38 anni e ½ di contributi l’azienda, mi ha proposto l’esodo per fare spazio ai giovani.
Ho cresciuto una figlia da sola (non mi sono mai sposata) tirandola su con gli stessi miei principi e nonostante abbia tanta voglia di fare, parli correntemente 5 lingue !!! (ho rinunciato alle vacanze per mandarla all’estero a studiare fin da piccola) e nonostante abbia praticato ogni forma di lavoro (stage, tirocini gratuiti, volontariato, stagionale, servizio civile,etc.) in Italia non trova un lavoro che non sia in nero e ora ha deciso di andarsene all’estero. Ho anche, visto che l’aspettativa di vita si è allungata per tutti, 2 genitori di 83 e 87 anni che hanno bisogno di cure, e visto che lo stato sociale è quello che è, indovinate chi se ne fa carico ? La sottoscritta figlia.

Così anche la famiglia e gli affetti saltano in aria. Ho accettato anche per questi poveri figli depressi, contando di tirare la cinghia per 19 mesi con il TFR rimasto (ho chiesto l'anticipo per l’acquisto della prima casa) e arrivare così all’agognata pensione di anzianità.

Trovo un poco di conforto nella lettura: la mia vera ricchezza è una “biblioteca” che ho accresciuto negli anni in cui potevo permettermelo e ora mi torna utile per distrarmi dalla realtà.

Ora a 59 anni non ho uno stipendio e, vista la situazione economica attuale, neanche la possibilità di un lavoro, ho però da pagare i contributi volontari per arrivare ai 40 (42/45?) anni, un mutuo per altri 15 e  tutte le tasse che il SalvaItalia mi manderà (ho già chiuso il riscaldamento, riciclo l’acqua, non uso più l’auto a gpl, faccio il pane in casa e mangio la cicoria presa in campagna, altro che quella di Rutelli !!! (LUSI insegna).

La carne ogni 15 gg ma solo perché fa male alla salute. Pizza, cinema e teatro sono lontani ricordi.

Non avrei diritto alla mia sudata pensione? Che farò andrò a rubare?

Il governo si rende conto del disastro economico e psicologico che sta attuando? Le famiglie vanno in rovina mentre girano mazzette miliardarie, evasione fiscale, lavoro nero, corruzione e privilegi.

Prima di eliminarmi fisicamente, si ricordino questi esimi signori, che sono donatrice di sangue da sempre e iscritta all’Associazione Italiana Donatori Organi da più di 20 anni, così la mia esistenza non sarà stata del tutto inutile!!!

Battute amare a parte l’Italia non può essere salvata solo dai pensionati, o è meglio dire, da chi concorre alla lotteria delle pensioni !! 

Ora oltre al danno la beffa, ho consegnato la domanda all’ex IPOST per la prosecuzione volontaria della contribuzione l’1/02/2010  e l’11/07/2012 (cioè fra tre mesi) raggiungo i 40 anni e ancora, dopo svariati solleciti all’INPS di Roma viale Beethoven 11, non ho ancora ricevuto nessuna comunicazione, ne bollettini e nemmeno la cifra che dovrò pagare, intanto il conto corrente scende e se non si sbrigano finiranno anche quelli messi da parte per i contributi volontari !!! Se non dovessi rientrare nei derogati farò causa all’INPS per inadempienza e ritardato calcolo visto che i contributi si versano trimestralmente e l’autorizzazione parte dal 1 mese successivo dalla presentazione della domanda.

Dimenticavo, la mia banca (che è stata anche la mia azienda per 38 anni e mezzo) mi ha invitato “gentilmente” a rinunciare al fido sul conto corrente perché non viene accreditato nessun reddito !?!




 




Mastrapasqua a L'aria che tira


Rivedi tutta la puntata del 26-04-2012
Su "Esodi e ricongiunzioni", tra gli altri,
gli interventi di
Giuliano Cazzola - PDL,
Vera Lamonica - CGIL
Antonio Matrapasqua - INPS

venerdì 27 aprile 2012

Piazza Pulita del 26-4-2012

Rutelli, Belpietro e Alemanno prendono nettamente posizione a favore della giusta e doverosa soluzione a favore dei lavoratori esodati nel rispetto delle regole in vigore al momento della sottoscrizione degli accordi
(Frame da 1:42:25 a 1:47:00)

Per Mastrapasqua c'è ancora tempo.

DICHIARAZIONIPensioni esodati, Inps: «C'è ancora tempo»
Giovedì, 26 Aprile 2012
Mastrapasqua: «Basse perchè comprendono assegni sociali».

Un problema di pensioni in Italia «c'é sempre stato». Ma occorre ricordare che nelle medie statistiche confluiscono anche gli assegni sociali e le pensioni di invalidità, che sono notoriamente basse. A riferirlo è Antonio Mastrapasqua, presidente dell'Inps, intervenuto a 'La telefonata di Belpietro', su Canale 5. Mastrapasqua ha ricordato che l'assegno sociale e quello di invalidità, che vengono corrisposti senza che siano stati versati contributi, non sono elevati: circa 500 euro per l'assegno sociale, 270 per quello di invalidità: «Questi, ovviamente, abbassano la media degli altri».
E per quanto riguarda il problema degli esodati, per il numero uno dell'Inps governo e parti sociali hanno gli strumenti e la possibilità di trovare una soluzione: «È necessaria per dare risposta a tutte le persone che rischiano di trovarsi senza lavoro e senza pensione. È possibile definire un quadro di certezza, senza la quale potrebbero generarsi tensioni sociali delle quali il Paese non ha proprio bisogno». Mastrapasqua ha ricordato inoltre che l'esecutivo ha tempo fino al 30 giungo per emanare un decreto in proposito.
Antonio Mastrapasqua, presidente dell'Inps.PENSIONI CONTRIBUTIVE COME LIBRETTO DI RISPARMIO. Nel programma di Mediaset si è parlato anche di sistema contributivo: «Non accadrà più che il figlio paghi la pensione del padre, ma padre e figlio avranno lo stesso tipo di assegno». Il presidente dell'Inps ha paragonato le nuove pensioni a un libretto di risparmio: «Più soldi ci metti, con i contributi, più te ne trovi». Mastrapasqua ha quindi accennato, senza fornirne l'entità, ai contributi cosiddetti silenti (quelli pagati dai lavoratori ma non sufficienti ad ottenere una pensione) che restano nelle casse dell'Inps, equiparandoli alle pensioni sociali, che vengono pagate dall'Inps senza che siano versati contributi: «Potrebbero essere cifre consistenti, come quelle che paghiamo per le pensioni sociali», ha detto.
«NEL 2013 STESSA ETÀ PENSIONABILE DELLA GERMANIA». Antonio Mastrapasqua è infine intervenuto sulla riforma delle pensioni: «La riforma Fornero ha aumentato l'età pensionabile, ma noi abbiamo già raggiunto i 61,4 anni nel pubblico e nel privato, superando di due anni la Francia, e dietro per soli tre mesi la Germania. Secondo i calcoli, dovremo superare la Germania all'inizio del prossimo anno'. Il numero uno dell'ente di previdenza nazionale ha poi affermato che i risparmi che l'Inps ottiene da questa riforma sono quelli necessari affinché l'Istituto possa pagare tutte le pensioni.
(Leggi)

... secondo le leggi in vigore allora

Pensioni: Bonanni, governo rassicuri chi ha fatto accordi secondo legge
26 Aprile 2012 - 16:39
(ASCA) - Roma, 26 apr - Il segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni, chiede al Governo di ''rassicurare'' i lavoratori che hanno fatto accordi per l'uscita dal lavoro verso la pensione entro il dicembre 2011 con le vecchie regole. ''Il ministro Fornero ci ha convocati per gli esodati il 9 maggio - scrive il leader Cisl su Twitter - ora bisogna rassicurare chi entro dicembre ha fatto accordi secondo le leggi''.
(Leggi)

Introdurre deroghe

Giovedì 26 Aprile 2012 19:44 
ESODATI: DAMIANO (PD), INTRODURRE DEROGHE A RIFORMA PENSIONI
On. Cesare Damiano - PD
(AGENPARL) - Roma, 26 apr - “Il governo si rende finalmente conto della complessità del problema che riguarda i lavoratori che possono rimanere per lunghi anni senza stipendio e senza pensione. Si tratta di una platea ampia per la quale, come è stato giustamente ricordato, occorrerà trovare ‘soluzioni specifiche’ e le necessarie coperture finanziarie. Stiamo parlando di lavoratori in mobilità, come ad esempio quelli di Termini Imerese, di esodati da Poste, Eni e Telecom, di persone che si sono licenziate individualmente nelle piccole imprese, di lavoratori della scuola, di lavoratori che effettuano versamenti volontari di contributi previdenziali e di altri che, magari per pochi giorni o settimane, vedono allontanarsi l’obiettivo della pensione. Per tutti questi lavoratori va prevista una deroga che consenta loro di utilizzare le vecchie regole previdenziali. Per questo è molto importante che il 9 maggio sia stato convocato un tavolo di confronto con il sindacato che è lo strumento più adatto ad affrontare e risolvere questi problemi. Anche se sarebbe stato meglio tener conto di queste criticità fin dal momento della definizione della riforma delle pensioni, come richiesto fin dall’inizio dal Pd. Non saremmo in questa situazione. Al tempo stesso occorre definire rapidamente la riforma del mercato del lavoro nella quale, come ha ricordato lo stesso ministro Fornero, bisogna preservare l’equilibrio raggiunto con l’accordo sull’articolo 18 tra il presidente del consiglio e i segretari dei partiti che sostengono l’esecutivo, evitando con cura di peggiorare le tutele dai licenziamenti previste per i lavoratori”.
Lo dichiara il capogruppo del Pd nella commissione lavoro della Camera, Cesare Damiano.

Post it

ESODATI. Pressing su Fornero
23-4-2012
"Un'idea campata in aria pensare di far rientrare in azienda gli esodati. In realtà, il governo ha fatto un errore e ora deve rimediare con una norma ad hoc": così il leader della Cisl, Raffaele Bonanni, intervistato dal Mattino boccia l'ipotesi avanzata dal ministro Fornero di risovere il problema degli esodati facendoli tornare al lavoro. "Non voglio credere che il ministro parli senza avere elementi concreti", aggiunge. "Sta di fatto che tutti gli accordi dei mesi scorsi hanno lasciato vuoti dei posti utilizzati, con il turn over, da altre persone, soprattutto giovani. Quindi, non mi sembra assolutamente facile il rientro".
Per Bonanni il "pasticcio originario è una riforma pensionistica fatta senza discutere con nessuno. L'effetto deleterio è stato questo esercito di persone abbandonate a sè stesse, gli esodati, che stanno pagando un costo enorme. L'unica soluzione è mandarli in quiescenza. Il governo ha infatti il dovere di sostenere coloro che hanno fatto accordi con le proprie aziende".
La soluzione dunque è una sola. Quella, cioè, di stabilire con un nuovo provvedimento che quegli accordi sono validi ai fini della pensione.
E' con questa richiesta che i sindacati si preparano all'incontro con il ministro Fornero, la cui data, però, dopo la lettera di venerdì scorso, non è ancora stata fissata. Di sicuro già domani i leader di Cgil, Cisl e Uil si ritroveranno faccia a faccia con il ministro Fornero in occasione di un convegno di Confindustria.
Sarà quella l'occasione per spiegare al ministro perché le opzioni che sembrerebbero allo studio per un ritorno al lavoro di quanti restano esclusi dalle garanzie finora garantite solo ai primi 65mila esodati non sono praticabili.
"Il ministro ha stabilito di mettere la testa sotto la sabbia. Farebbe bene a incontrare noi, poi può andare dove vuole", ha sottolineato ieri Bonanni, riferendosi all'inopportunità dell'iniziativa Fiom all'Alenia di Torino cui oggi ha partecipato il ministro.
Questo mentre al ministero prosegue lo studio del dossier. Al momento nessuna decisione sarebbe stata presa sulla natura del provvedimento con cui procedere alla soluzione del problema, quindi con decreto o altro, per regolarizzare situazioni che comunque sono a scadenza più lontana. Intanto però monta il dibattito e non sembrano molto percorribili anche altre strade emerse da diverse indiscrezioni, percorribili sulla carta ma anche qui nulla è ancora stato deciso dal Ministero. Volendo puntare anche su "nuove opportunità occupazionali" eventualmente legate "all'auspicata ripresa economica", come espresso dal ministro nella lettera ai sindacati, è stato ipotizzato anche il ricorso al part time accanto alla part pension, ovvero all'incasso di una parte dell'assegno mensile previdenziale, e il ricorso agli incentivi (sgravi fiscali assistenziali e previdenziali) per l'assunzione degli over 50 con il governo che favorirebbe accordi aziendali a favore dell'utilizzo di questi strumenti.
Un nodo, quello degli esodati, che viaggia parallelamente alla riforma del Lavoro approdata in parlamento. Entro domani dovranno essere presentati gli emendamenti, poi partirà la discussione che, nonostante la rapidità con cui si intende procedere, verrà approvata ai primi di maggio. Secondo alcuni già il 2, secondo altri più verosimilmente entro il 4 maggio per poi arrivare in Aula subito dopo.
(Leggi)

Storia di gente chiamata col participio passato di un verbo inesistente

Esodato: due volte fregato
Nella speranza che possa essere resa giustizia a chi oggi viene epitetato con il participio passato di un verbo inesistente  di Ettore V. - 26/04/2012
Di fronte a certi neologismi, assurdi quanto mai improbabili, mi sento impotente ad una benché minima reazione come cittadino e come italiano. Si scatena in me un’analisi a ritroso per capire quale arcano disegno diversivo abbia spinto l’inventore del neologismo a metterlo in circolazione, in un momento in cui sarebbero più urgenti soluzioni economiche e sindacali nel mondo dei lavoratori dipendenti, anziché lambiccarsi il cervello per invenzioni linguistiche tese a coniare neologismi.
Di fronte al termine esodato mi sento ribollire dentro una rabbia incontrollata, unita alla frustrazione e all’impotenza di poter contribuire al cambiamento di un lessico che il cittadino subisce ormai passivamente da anni di condizionamento, imposto da politicanti e mezzi di comunicazione: i primi ad abbarbagliare il popolo bue con ipnotici e demagogici giochetti di prestigio lessicale, i secondi a far poco o niente per rigettare l’imbroglio, pronti invece ad adottare il neologismo per il piacere di utilizzare l’esotica trovata di qualche creativo nullafacente, meritevole di considerazione.
E adesso mi metto nei panni di un qualsiasi lavoratore che, accettando le regole in vigore circa un anno fa, ha preferito lasciare il posto di lavoro in cambio di uno scivolo in vista di una pensione prossima a venire. Il tutto sancito da accordi aziendali, legittimati e sottoscritti con tutti i crismi, da rappresentanze imprenditoriali e sindacali, non credo senza che il ministero del lavoro ne fosse rimasto all’oscuro. Oggi quel lavoratore si trova senza lavoro e senza pensione per avere il governo modificato le regole in corso d’opera. Ha fra i 50 e i 60 anni, non ha più uno stipendio, né una pensione, né è facile a quella età ricollocarsi nel mondo del lavoro. Davvero una brutta pagina nella storia dell’Italia repubblicana! Ma non basta.
Al danno si aggiunge la beffa. Che fa tuo padre? Niente, è un esodato – risponderà la figlia venticinquenne, educata e timorata di Dio che ha studiato dalle suore. Che fa tuo padre? Niente, è un inchiappettato – risponderà il figlio venticinquenne, iscritto alla CGIL, attivista nei cortei di piazza che si movimentano contro la disoccupazione giovanile. E lui, il padre, come deve sentirsi dentro quando si sente inquadrato nel gregge degli esodati? Sarà contento dell’esclusiva casta di appartenenza in cui lo collocano governo e mezzi di comunicazione, o non si sentirà piuttosto ribollire il sangue per l’ingiustizia subita nel non rispetto di un accordo sottoscritto tra le parti alla luce del sole?
Spero davvero che presto possa essere trovata la soluzione al problema per rendere giustizia a chi oggi viene epitetato con il participio passato di un verbo inesistente e che mi fa sentire dentro una vergogna – della quale tuttavia non mi sento colpevole - come ex lavoratore dipendente e pensionato da undici anni – anche se in questo caso incolpevole per non essere ancora morto, a beneficio del risanamento dell’INPS.
(Leggi)

5.500 gli esodati di Torino

Allarme a Torino. 5.500 esodati
Il torinese rischia di esplodere, troppi i lavoratori senza tutela e senza pensione.
- Redazione 26 aprile 2012- Le cifre sono da brivido: in Provincia di Torino ci sono circa 5500 esodati.
Un numero altissimo, forse uno dei più alti d'Italia, qualunque siano le vere cifre che ballano in questa intricata vicenda. Il governo parla di 65 mila persone, e allora il peso del Torinese sarebbe devastante: oltre l'otto per cento per un territorio che pesa come popolazione per poco più del tre sullo scacchiere nazionale.
L'Inps ha ipotizzato 130 mila ex lavoratori interessati, e l'impatto di Torino e dintorni sarebbe comunque rilevante – più del 4 per cento – anche se meno massiccio.Forse il peggio deve ancora arrivare.
Una nuova ondata, forse più impetuosa, le cui avvisaglie si sono manifestate proprio con la vicenda degli esodati. Si tratta dei lavoratori con più di cinquant'anni che hanno perso il posto a seguito di una ristrutturazione aziendale, di un accordo sindacale o di un'intesa economica con il datore di lavoro, contando di poter accedere in breve tempo alla pensione e che invece hanno visto allungarsi il periodo di attesa con la riforma del sistema previdenziale varata dal governo Monti.
“Un anno e mezzo di tutela, a 55 anni, quando ne mancano dodici alla pensione, è niente. Avremo una sempre più massiccia platea di uomini e donne in mezzo al guado: senza occupazione, ché a quell'età trovare un posto è un'impresa, e senza pensione”, spiega Donata Canta, la segretaria della Camera del Lavoro.
I sindacati confederali hanno posto con forza questo problema al Governo, chiedendo di rivedere in termini più flessibili le misure sulle pensioni, ma anzitutto di risolvere il problema drammatico di chi ha perso il lavoro, o lo perderà per accordi di mobilità o di cassa integrazione e non può andare in pensione. Cgil, Cisl e Uil di Torino lamentano il fatto che il problema doveva essere affrontato utilizzando il Decreto Milleproroghe, dando certezze di diritto alla pensione alle persone in queste condizioni. Ciò però non è avvenuto e si è affermata, da parte del Governo, una generica disponibilità ad affrontare il problema con altri strumenti legislativi.
I sindacati confederali ritengono grave il protrarsi di una situazione di incertezza per migliaia di persone e non comprendono le ragioni di un estenuante rinvio di norme che potrebbero essere invece attuate in poco tempo.
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Esodati su TV svizzera: Le JT de canal +

25-04-2012

Degli esodati ne parlano anche all'estero gli extracomunitari svizzeri (frame da 6:44 a 9:05)

giovedì 26 aprile 2012

Incontro il 9 maggio

Esodati, Fornero convoca i sindacati
«Riforma lavoro, servono tempi brevi»

Il 9 maggio incontro con i leader di Cgil, Cisl, Uil e Ugl
Bonanni: il governo deve rassicurare i lavoratori


Giovedì 26 Aprile 2012 - 15:41. Ultimo aggiornamento: 18:00
ROMA - Il ministro del Lavoro, Elsa Fornero, incontrerà il 9 maggio i leader di Cgil, Cisl, Uil e Ugl sulla questione dei lavoratori esodati, cioè quei lavoratori che, a causa della riforma delle pensioni, rischiano di restare senza salario né pensione.
Fornero: obiettivo della riforma è il bene comune. «L'obiettivo principale è il bene comune: spero che il Parlamento lo comprenda e ci permetta di portare a casa questa riforma in tempi brevi - dice Fornero a proposito del disegno di legge del governo approdato oggi al Senato - Questi sono stati mesi nei quali qualche volta l'idea che si lavorasse per il bene comune poteva apparire non presente. Al di là del risparmio, l'unico modo per contrastare l'impoverimento della nostra società è quello di fare del lavoro qualcosa che risponda al concetto di bene comune: per fare questo servono comunque molte condizioni, a partire dalla formazione, perché nel mondo del lavoro dobbiamo essere presenti come capitale umano positivo».
«La riforma guarda oltre la crisi». «La nostra riforma - dice Fornero - ha esattamente lo scopo di costruire un mercato del lavoro più inclusivo e di dare possibilità di lavoro a tutte le persone adulte: arriva in un momento di crisi e purtroppo sono momenti nei quali il lavoro si contrae, ma noi dobbiamo fronteggiare la crisi in modo dignitoso e con equità e guardare oltre questa crisi. Questo perchè le riforme vanno fatte non tanto per affrontare i momenti difficili, ma per traghettare il Paese verso un futuro in cui il lavoro sia un bene comune».
Bonanni. Il segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni chiede al governo di «rassicurare» i lavoratori che hanno fatto accordi per l'uscita dal lavoro verso la pensione entro il dicembre 2011 sull'accesso alla pensione con le vecchie regole. «Il ministro Fornero ci ha convocati il 9 maggio - scrive il leader Cisl su Twitter - ora rassicurare chi entro dicembre ha fatto accordi secondo leggi».
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(Leggi anche il Fatto Quotidiano)

Pensioni: Pd, chiudere caso esodati positivamente al piu presto16:13 26 APR 2012  
(AGI) - Roma, 26 apr. - "Bene l'incontro del 9 maggio tra i sindacati e il Ministro Fornero per affrontare l'emergenza dei lavoratori esodati. Era ora". Lo dichiara il senatore del Pd Achille Passoni, componente della Commissione Lavoro. "Bisogna al piu' presto chiudere questa partita, perche' - continua Passoni - e' intollerabile che migliaia di cittadini siano costretti a vivere questa situazione di angoscia e indeterminatezza in merito al loro futuro, che deve avere come orizzonte invece il dovuto trattamento pensionistico.
Auguriamoci che sia altresi' l'occasione per fare definitiva chiarezza sulle dimensioni del fenomeno, e per mettere fine - conclude Passoni - ad una serie di chiacchiere che esponenti del Governo anche nelle ultime ore hanno fatto con una certa disinvoltura".
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Le BALLE del Governo sull'ex IPOST

EX- IPOST CODURELLI (PD): DATI  INPS FORNITI DA GOVERNO  NON SONO VERITIERI
26 aprile 2012
“Nella giornata odierna il Governo, rappresentato dalla Sottosegretaria Guerra, ha risposto all'interrogazione (5-06430) a mia prima firma relativa alla grave  mancata erogazione di servizi per i dipendenti ex-Ipost da parte dell’INPS, dopo che il decreto-legge n. 78 del 2010 convertito dalla legge n. 122 del 2010,  ne ha  disposto la soppressione dell'ente Ipost e previsto il trasferimento all'INPS di tutte le sue funzioni. Detta legge recita al comma 4 prevede anche che «con decreti di natura non regolamentare del Ministro del lavoro e delle politiche sociali di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, da adottarsi entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore del presente decreto, sono trasferite le risorse strumentali, umane e finanziarie degli enti soppressi, sulla base delle risultanze dei bilanci di chiusura delle relative gestioni alla data di entrata in vigore del presente decreto-legge.  La risposta è stata totalmente insoddisfacente in quanto il contenuto non trova riscontro  nella realtà.
In particolare quando vengono elencati i servizi ed il loro grado di normale smaltimento delle pratiche che riguardano i lavoratori ex-ipost. Il Governo fa riferimento ad un polo specialistico creato ad hoc per questi lavoratori che starebbe funzionando e anche con regolarità: normale fruizione delle pratiche che riguardano i lavoratori ex-ipost, dalla ricezione, all'acquisizione, pre istruttoria, al controllo, all'eventuale integrazione di documentazione e dati, all'inoltro al polo specialistico. Forse solo quest'ultima funzione viene svolta e non altro. Il tutto aggravato dopo la recente riforma delle pensioni che ha creato grave allarme per chi si trova in attesa di dover procedere a versamenti volontari e non avendo avuto ancora l'autorizzazione a distanza anche da due anni. Ho espresso tutta la mia insoddisfazione per la risposta, insoddisfazione perchè avendo avuto numerosissime segnalazione di mancato servizio da tutti i punti di vista  e non avendo tempo a mia disposizione, ho consegnato al  rappresentante del Governo tutte le denunce di cui ero in possesso. Si tratta di lavoratori che sono ancora in attesa di ricevere l’autorizzazione per i versamenti volontari avendo fatto richiesta a fine 2010, portando ad esempio il caso di una lavoratrice di Brescia. Tantissimi sono nella sua condizione. Già oggi avrebbe dovuto percepire la pensione mentre ancora rimangono in attesa dell’autorizzazione per il versamento dei contributi volontari con ciò che ne consegue.  A fronte di questa grave omissione di servizio verso questi lavoratori ho chiesto con forza che il governo ponga rimedio con urgenza perchè è  impensabile e inaccettabile che continui ad ignorarli”.

(Leggi anche dal blog di Lucia Codurelli)

La risposta di Maria Cecilia Guerra, sottosegretario LPS


Leggi il testo dell'interrogazione di Lucia Codurelli

Un migliaio a Reggio

Esodati, sindacati sul piede di guerra «Pronti i ricorsi»
Nel Reggiano sono oltre un migliaio i lavoratori penalizzati dalle riforme pensionistiche: «I dati sono drammatici»
REGGIO. Solo a Reggio sono circa un migliaio gli “esodati” e nella stragrande maggioranza si tratta di operai metalmeccanici, usciti negli ultimi tre anni dalle tante piccole e medie aziende reggiane, a cui vanno aggiunti una trentina di bancari (ex Capitalia e Bnl), diverse decine di ex dipendenti delle Poste e di lavoratori delle ex Reggiane. Ma tutti i settori produttivi sono coinvolti dal problema, che ha finito per lasciare a piedi quei lavoratori che avevano accettato di abbandonare il posto di lavoro in cambio di una buonuscita, in attesa di andare in pensione.
Oggi, invece, dopo le due riforme pensionistiche (quella del governo Berlusconi e l’ultima di Monti), si trovano a non avere più lo stipendio e di non aver maturato il diritto alla pensione. E se quelli più fortunati si trovano ancora a vivere con uno stipendio che non va oltre i di 700-750 euro perché ancora, e per poco, sono in cassa integrazione, per altri, da alcuni mesi la paga è pari a zero. E di pensione nemmeno a parlarne. Anzi, non sanno nemmeno se è il caso di versare i contributi pensionistici, perché né i patronati né l’Inps sono in grado di dare risposte precise, con il rischio di non aver nemmeno diritto alla pensione di anzianità, ma di dover attendere quella di vecchiaia, come denuncia la Cisl.
«Anche se si tratta di una stima – ha detto ieri Michele Del Fabbro della segreteria provinciale – esce per la prima volta allo scoperto il fronte aperto degli esodati, e calcolarne in numero in modo seppur empirico è possibile, trattandosi di lavoratori con un’età vicina alla pensione e che hanno maturato una contribuzione che va dai 35 anni in poi e che sono usciti dal mondo del lavoro dopo il novembre 2008. Diversi di questi sono già da alcuni mesi senza stipendio, e se entro giugno il Governo non avrà trovato una soluzione al problema, partirà anche da Reggio una raffica di ricorsi».
Una situazione esplosiva che finirà per deflagrare anche nella nostra provincia, unita ai dati relativi all’occupazione (con circa diecimila lavoratori in cassa integrazione e 2.300 mobilità, cui si aggiungono le decine di migliaia di disoccupati e di persone che non cercano nemmeno più il posto di lavoro), fa dire alla segretaria provinciale della Cisl Margherita Salvioli che «politica, istituzioni e parti sociali stanno sottovalutando la situazione, mentre i dati, anche nella nostra provincia, sono drammatici». Margherita Salvioli parte da questa analisi e dalla preoccupazione che la riforma del mercato del lavoro esca stravolta dal voto del Parlamento, con Confindustria che sta facendo pressioni (in particolare sul Pdl) per uno scambio sulla pelle dei lavoratori. «Chiedono più flessibilità in cambio del reintegro in caso di licenziamento senza giusta causa: l’accordo sulla riforma presenta luci e ombre». Ma soprattutto non basta. «È prioritario un patto per la crescita e per il lavoro, che rilanci investimenti per infrastrutture, innovazione di prodotto e la ricerca, una riforma fiscale per imprese e lavoratori che premi i contratti a tempo interminato e la battaglia vera per combattere l’evasione fiscale e la corruzione. Una buona politica, insomma, per un lavoro sano».
Roberto Fontanili

Ancora Bonanni

Bonanni, compromesso lo stato di diritto sugli esodati
Non era mai successo prima, chi non ha usato il minimo buonsenso dovrebbe sentirsi in colpa”. Ci va giù duro, Raffaele Bonanni, intervistato da Libero, con il ministro Fornero, pur senza fare nomi il riferimento è evidente. “In questa storia (la riforma delle pensioni e lo scandalo degli esodati, ndr) lo stato di diritto è stato compromesso”.
E sulla proposta di riportare gli esodati a lavoro, “mi sembra una proposta irrealistica – dice il segretario della Cisl –. Siccome le aziende non sono un luogo ludico, tutte queste posizioni sono state coperte dal normale turnover”.
Bonanni non risponde esplicitamente (ma si fa capire) sulla possibilità di sciopero con la Cgil. “Credo che Angeletti (uno sciopero vale lo 0,5% del Pil) abbia posto un problema serio. lo vedo lo sciopero come strumento estremo. Gli scioperi pesano sulle buste paga e sul Pil. Noi protestiamo di sabato o di sera per fare delle proposte (vendere i beni demaniali per ridurre il debito, abbassare le tasse su lavoratori e pensionati per far ripartire i consumi, ndr)”. Ed è per non toccare il ddl sul lavoro: “Non sono del partito delle modifiche perché si rischia di rompere l'equilibrio faticosamente raggiunto. C'è il rischio che salti tutto. E sarebbe un danno perché ritorneremmo nel circolo vizioso delle polemiche che non ci permettono di discutere delle cose importanti. Il governo comunque non può rimangiarsi la posizione sulle partite Iva e le associazioni in partecipazione”.
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Senza clausole di salvaguardia

Notizie Radiocor - Economia 25-04-12 16:02:16
Notizie RadiocorLavoro: Camusso, riforma senza clausole salvaguardia genera mostri
"Non credo possibile che non ci siano numeri su esodati" (Il Sole 24 Ore Radiocor) - Milano, 25 apr - "Quando si fa una riforma sostenendo che non bisogna affrontare nessun problema e senza clausole di salvaguardia si generano i mostri che sono stati generati" sul tema degli esodati. Lo ha detto il leader Cgil Susanna Camusso, in occasione della manifestazione per il 25 aprile a Milano. "Non credo possibile - ha proseguito - che non ci siano i numeri sugli esodati. Se cosi' fosse questo richiederebbe le dimissioni del presidente dell'Inps".
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Manca la terna arbitrale

La partita degli esodati
In campo sono scese le due squadre: la prima capitanata della Fornero e la seconda dai segretari dei Sindacati. Sugli spalti siedono gli esodati. Manca la terna arbitrale senza la quale non è possibile iniziare la gara, garantire il rispetto delle regole e leggittimarne il risultato. La terna arbitrale siete Voi politici nei quali ancora crediamo perchè solo Voi, siete i ns. rappresentanti in un Parlamento democraticamente eletto dove, è là e solo là, che si deve legiferare e governare il Paese. In questi giorni la Fornero, e non si sa perchè il presidente Monti non si esponga in prima persona, sta cercando di trovare soluzione alla problematica, inventandosene una appresso all'altra senza che nessuna sia attuabile in un momento di crisi dell'intero sistema europeo. L'ultima, per esempio, sgravi fiscali per le Aziende che assumono gli esodati. Oltre al fatto che i Sindacati ed anche la Confindustria sono rimasti scettici davanti a tale soluzione, ma chi ti assume se hai un'età compresa tra i 59 e i 62 anni? E anche se ci fosse tale possibilità, fra i giovani ci sarebbero sempre più disoccupati perchè dei vecchiacci hanno "rubato" quei pochi posti di lavoro oggi disponibili. Se si aggiunge che al Ministro Fornero non è chiara ancora la differenza tra esodati che hanno firmato accordi individuali, lavoratori in Cassa Integrazione e lavoratori in Mobilità, il quadro dell'imperizia di chi attualmente è preposto al Governo della Nazione, è davvero al completo. Se la professoressa non incontra in modo costruttivo i sindacati, tale differenza non potrà mai capirla, evidentemente, anche per la poca esperienza nella materia dei suoi collaboratori e di coloro che dirigono gli Organi Previdenziali. Pur vero che in questo periodo pre elettorale siete molto impegnati, ma pur vero che la ns,.problematica va risolta urgentemente e solo Voi la potete risolvere ed in un solo modo: far applicare per gli esodati, cassa integrati e lavoratori in mobilità. le regole pensionistiche ante Decreto Monti del 4 dicembre 2011 sia per coloro che hanno abbandonato il posto di lavoro prima del 31 dicembre 2011 (rientano nei 65.000 già salvaguardati) sia per quelli che lo hanno lasciato nei primi mesi del 2012. Solo così sarà garantito il principio di equità tanto pubblicizzato dai componenti del Governo, ai quali va ricordato (già alcuni politici ne hanno dato cenno nel passato), che la copertura finanziaria è possibile trovarla, basta solo un atto di volontà, che sarebbe però "mal digerito" dai professori, poichè costituirebbe l'ammissione di un errore, dettato da imperizia, commesso nella stesura della Manovra finanziaria, che purtroppo, troppo frettolosamente, è stata approvata per ragioni contingenti. Concludo nell'implorare un Vs. repentino intervento per la soluzione di questa annosa problematica, che ci sta ammazzando psicologicamente e fisicamente, con ripercussioni sulle ns. famiglie, in moltissime delle quali, sono presenti figli disoccupati, che si "appoggiano" attualmente sulle spalle della madre o del padre non più integrati nella catena produttiva del Paese. I Sindacati ci stanno sostenendo ma senza di Voi non raggiungeremo mai l'obbiettivo: andare in pensione nel rispetto delle regole vigenti all'atto della firma dell'accordo, quando era in carico un Governo espressione di un Parlamento eletto direttamente dal popolo sovrano. Grazie Massimo Parodi 
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Giustizia per chi ha subito

Il 25 aprile degli esodati. Perché anche per questi lavoratori ci possa essere libertà e giustizia
Scritto da Redazione Canicatti Web Notizie il 26 aprile 2012, alle 04:28 | archiviato in Costume e società, Economia, Eventi. Puoi seguire ogni risposta attraverso RSS 2.0. Puoi lasciare un commento o un trackback a questo articolo
25 aprile, la Festa della Liberazione dagli orrori del nazifascismo, ma anche festa di Libertà per tutti gli italiani, ma oggi un po’ meno per alcuni che, colpevole la crisi economica e gli errori di un governo troppo poco attento ai problemi dei cittadini e più a quelli delle grandi lobbies, sono meno liberi di altri. Tra questi, gli esodati.
Sarebbero trecentomila, infatti, secondo le stime più attendibili, i lavoratori lasciati a casa in un limbo giuridico ed economico che sconforta solo a pensarlo, senza pensione né stipendio.
Mentre secondo i calcoli di alcuni giornali, il pasticciaccio del ministro del Lavoro, Elsa Fornero, potrebbe costare alle casse dello Stato e quindi alle tasche degli italiani la stratosferica cifra di quindici miliardi di euro.
Non basteranno, quindi, i primi 5 miliardi raccattati con il Milleproproghe e il Salva Italia che dovrebbero coprire solo i 65mila esodati individuati in prima istanza, ma ne dovranno essere reperiti almeno altri 10 per salvaguardare la maggior parte rimasta a bocca asciutta e nella totale incertezza.
Una buona notizia, però arriva da Bari, dove circa 60 esodati verranno riassunti dalla “Banca Popolare di Bari”, in seguito ad un accordo siglato con le organizzazioni sindacali.
Per Giovanni D’Agata, componente del Dipartimento Tematico Nazionale “Tutela del Consumatore” di Italia dei Valori e fondatore dello “Sportello dei Diritti”, un piccolo barlume di speranza che si augura e augura a tutte le centinaia di migliaia di famiglie lasciate a casa, possa accendere un circolo virtuoso tra le altre aziende in grado di riassumere i dipendenti che avevano aderito all’esodo e far concentrare la ministra Fornero e il governo tutto al fine di trovare una soluzione definitiva che possa rimediare alla rottura del patto tra lavoratori, datori di lavoro e lo Stato e per restituire ai lavoratori la Libertà che meritano.
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mercoledì 25 aprile 2012

Ex IPOST l'interrogazione CODURELLI in calendario il 26-04-2012

Dalle ore 14:00
On. Lucia Codurelli - PD
L'interrogazione 5-06430 dell'On. Lucia Codurelli - PD - "Aspetti contributivi legati al trasferimento all'INPS del soppresso IPOST" viene discussa oggi nella Commissione Lavoro della Camera dei Deputati

Soluzione urgente

Pensioni: Camera, risolvere con urgenza problema esodati
Parere condizionato commissione Lavoro a Def (Il Sole 24 Ore Radiocor)
Roma, 25-04-12 ore 11:56:24
"Nel completare la riforma previdenziale, occorre risolvere con urgenza il problema di quanti, avendo perso il lavoro, si sono trovati senza copertura di ammortizzatori sociali e senza la possibilita' di accedere alla pensione". E' la prima condizione che la commissione Lavoro della Camera ha posto nel parere sul Documento di economia e finanza. La Commissione ha inoltre invitato il Governo "a operare per sbloccare il progetto di legge della Commissione lavoro in materia di ricongiunzioni onerose, i cui contenuti possono risolvere un problema sociale particolarmente grave".
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Calcoli che... dorebbe dimettersi


Susanna Camusso
Esodati: Camusso, se mancano calcoli si dimetta presidente Inps
25 Aprile 2012 - 16:00

(ASCA) - Milano, 25 apr - Se davvero mancano i calcoli sul reale numero degli esodati italiani, il presidente dell'Inps, Antonio Mastrapasqua, dovrebbe dimettersi. A sollecitarlo e' il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, che da Milano sottolinea: ''Non credo possibile che sugli esodati non abbiano i calcoli anche perche' questo richiederebbe le dimissioni del presidente dell'Inps''. Secondo la sindacalista, infatti, quelle relative al numero di esodati ''sono tutte situazioni registrate su cui l'Inps dovrebbe decidersi a dare una risposta precisa. Quando si fa una riforma sostenendo che non bisogna affrontare nessun problema e senza clausole di salvaguardia - ha evidenziato la Camusso - poi si generano i mostri che sono stati generati''.
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L'Elsa Fornero degli Sgommati

Elsa Fornero: “Risolto il problema degli esodati”. Ecco come 
24-04-2012
(frame da 4:32)

I costi di un pasticcio

Esodati/ 15 miliardi: ecco quanto ci costerà il pasticcio Fornero
Mercoledì, 25 aprile 2012 - 08:08:00
Quindici miliardi in totale. Più o meno tanto ci costerà il pasticcio del ministro del Welfare, Elsa Fornero, che con la sua riforma ha lasciato bene 300mila persone senza pensione né stipendio. I calcoli sono del quotidiano Libero, secondo cui la stima è per difetto, non certo per eccesso. Insomma, il conto potrebbe salire ancora.
Già perché ai 5 miliardi trovati con il Milleproproghe e il Salva Italia per i famosi 65mila esodati se ne dovranno aggiungere altri 10 per tutti gli altri. Perché, come già sembra avessero avvertito per tempo i tecnici del ministero, dal 2012 la platea degli esodati crescerà e di molto rispetto ai 65mila stimati.
monti fornero Secondo i conti ufficiali forniti dall'Inps nei prossimi quattro anni saranno 130mila i lavoratori che dovranno lasciare il posto di lavoro a seguito di piani di ristrutturazione aziendali, mobilità lunga (anche 4 anni al Sud) e altri interventi. E le aziende non hanno alcuna intenzione di cambiare i piani visto che i risparmi futuri sono già stati inseriti a bilancio. Confindustria ha aperto timidamente al governo: se ne può parlare, a patto che lo Stato conceda incentivi. Ma sempre di soldi pubblici si tratta e comunque non sarà possibile far tornare tutti al lavoro.

Nel dettaglio 100mila lavoratori precipiteranno nel 'limbo' già dal 2013, altri 90mila nel 2014 e, per finire, altri 70mila nel 2015. E senza contare che l'Istituto previdenziale pubblico non tiene conto di una bella fetta di casi anomali. Quel milione e 400mila (ex) lavoratori che stanno versando a titolo volontario i contributi per arrivare all'età pensionabile. Peccato che nel frattempo le regole - e gli anni necessari per agguantare l'assegno aumentati (anche 5 in più) - siano cambiate e quindi il bonus previdenziale per i versamenti autonomi, incassato dall'azienda per andarsene, non basti a coprire gli anni per raggiungere la pensione. Si stima che siano oltre 300 mila, forse più.
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