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martedì 17 aprile 2012

L'Espresso: in Poste pesa il macigno esodati

Lavoro
Ora licenziano anche alle Poste
di Michele Azzu
Una volta era considerato il posto sicuro per eccellenza. Adesso invece la società vuole mandare a casa migliaia di portalettere a cui aveva esternalizzato le mansioni. E altri seimila interni si trovano nel limbo pauroso degli 'esodati'
(16 aprile 2012)
«Se entri alle Poste sei sistemato», si diceva una volta. Perchè chi aveva la fortuna di venire assunto si aggiudicava un posto dall'altra parte del muro, quello che separava i lavoratori garantiti dai non garantiti. Il paradiso del lavoro dipendente, questo erano le Poste, da sempre roccaforte della Cisl.

Questo, una volta. Adesso ci sono le ditte in appalto, le agenzie di recapito, insomma le esternalizzazioni che hanno creato 'postini di serie B'. Quelli che si possono licenziare. Come Riccardo Tronci, postino d'appalto e autore del blog truppedappalto.it: «Le Poste devono operare tagli e a pagare saranno le agenzie di recapito. Cioè noi, colpevoli di essere stati assunti dall'altro lato del muro.

Le agenzie di recapito occupano circa 3.000 lavoratori in tutta Italia, che potrebbero trovarsi senza lavoro.

Ma anche sui dipendenti interni di Poste pesa un macigno: quello della questione esodati. Sul totale degli esodati - secondo il governo 65.000, per sindacati e Pd 350.000 - che si ritrovano senza lavoro nè pensione, sono circa 6000 quelli che provengono da Poste Italiane. «Abbiamo ricevuto incentivi per andare in pensione»,racconta Beppe Zani, che col suo blog postaliesodati.it cerca di informare chi è nella sua stessa situazione.

Un muro rimane, nella vicenda delle Poste: è il muro di gomma del silenzio delle istituzioni. Interrogato sul numero degli esodati il presidente dell'Inps Antonio Mastrapasqua non ha saputo fornire risposte. Il presidente del recapito in Poste, Rosario Fava, non ha riposto ancora alle richieste dei rappresentanti delle agenzie in appalto: «Ha solo ascoltato», dice Giannone del consorzio recapiti Cna.

I lavoratori invece, i postini di serie A e quelli di serie B, hanno iniziato a scavalcare le macerie del muro. Hanno creato blog per mettersi in relazione fra loro, per informarsi, e per cercare di capire che sarà di loro.
Transystem
Transystem è una delle più importanti agenzie di recapito in appalto di Poste Italiane, ed opera in varie città: Pistoia, Modena, Mantova, Perugia, Genova e La Spezia. «L'anno passato abbiamo realizzato 3 milioni e mezzo di fatturato», spiega il direttore Albino Ghiretti. Ma ora Poste Italiane ha predisposto tagli alle esternalizzazioni: «Certamente i tagli saranno stati decisi da Sarmi», continua Ghiretti , «ma è Rosario Fava, il nuovo direttore al recapito, che non ha mai visto bene le agenzie di recapito».

L'intenzione di Poste Italiane sarebbe re-internalizzare buona parte del recapito affidato agli appalti. Dal 1 aprile è stata revocata a Transystem la consegna dei giornali il sabato: «Dal 16 aprile, inoltre, ci tagliano del 20 per cento il traffico generale, tra raccomandate e posta comune», spiega ancora il direttore. «Ho inviato una lettera di diffida a Poste, perché così si violano i termini del vecchio bando di gara, prima ancora che scada».

«Le nostre aspettative sono andate deluse», dice Valter Recchia, presidente del consorzio delle agenzie di recapito Cna, riferendosi al recente incontro col presidente del recapito in Poste, Rosario Fava. «Ci è stato fatto capire che i volumi della prossima gara probabilmente si ridurranno». Recchia spiega: «Il d.l. 261/99 sulla qualità del servizio postale revocò le concessioni alle agenzie di recapito», in vista di una futura concorrenza nel mercato liberalizzato. «Di fatto però quel decreto istituiva un rapporto esclusivo delle agenzie con Poste, sul servizio raccomandate», conclude. Come se le agenzie fossero delle finte Partite Iva subordinate a Poste Italiane.

Postini di serie B
«Io sono un postino, a tutti gli effetti», ci dice con orgoglio Riccardo Tronci, che lavora in Transystem da quattro anni. «Ci occupiamo di consegnare le raccomandate», continua Riccardo, «e altri servizi, come la raccolta degli appoggi dei postini», ovvero quelle cassette rosse dove i postini depositano i sacchi pieni di lettere. Riccardo, che ha 32 anni, è davvero un postino, e come vuole il luogo comune è stato anche inseguito dai cani. «Sono stato morso una volta», racconta ridendo. «Certo, per alcuni non è un lavoro troppo soddisfacente, ma possiamo pagare l'affitto e fare dei progetti per noi e la nostra bimba di nove mesi».
A Pistoia i colleghi di Riccardo sono preoccupati: dopo i tagli recenti a giorni saranno resi noti i nuovi di Poste per le agenzie di recapito, e anche se non è ufficiale tutti sanno che saranno minori rispetto al passato. Questo potrebbe comportare una riduzione del volume di raccomandate dalle 800 attuali fino a 300, con una drastica riduzione del personale: «Qui a Pistoia siamo 12 dipendenti, con età media di 40 anni», racconta ancora Riccardo.«Cinque di noi hanno figli, cinque il mutuo, e se questa gara d'appalto va male per noi ci sono altri sei mesi di stipendio, poi più nulla».

Nelle altre sedi Transystem non va meglio: anche a Perugia hanno tagliato la consegna dei giornali, mentre a Genova sono in cassa integrazione dal 2009, e ora in contratto di solidarietà: «Siamo una cinquantina di lavoratori che dal 1990 viene sballottato da momenti di tranquillità a preoccupazioni ed incertezze», ci scrive Massimo Buffagni da Genova. «22 anni da postino di Serie B, eppure siamo altamente qualificati. Sicuramente alle Poste la qualità del servizio non interessa», conclude.

Esodati postali
Se facciamo un salto dall'altra parte del muro, dove vivono i dipendenti di Poste, quelli una volta invidiati da tutti, troviamo la questione esodati, i lavoratori che per via della riforma delle pensioni si ritrovano ora senza lavoro nè pensione. Spiega Beppe Zani, postino e autore del blog postaliesodati.it «Molti hanno usufruito degli incentivi alle dimissioni di Poste, altri hanno rinunciato al Tfr per fare entrare i figli a lavorare part time», racconta.

Beppe, che ha lavorato in Poste per 23 anni, dopo un'esperienza da metalmeccanico che lo portò ad occupare la fabbrica per cinque anni, ci racconta che: «Avevo pensato di incatenarmi a Roma, per protestare contro la riforma, ma la Cisl me l'ha sconsigliato. Mi hanno detto di aprire un blog», spiega. «Lo gestisco come voglio, se arriva un comunicato sugli esodati dell'Ugl o della Cgil, ed è interessante, lo pubblico».

Sul blog Beppe, con grande pazienza, cerca di rispondere alla tantissime domande che gli esodati come lui - non solo postali, ma anche di Wind e Telecom - gli scrivono. «Il blog permette di metterci in contatto con tutti, ed è importante perchè la nostra situazione è terribile». C'è chi può considerarsi "normativamente salvo" perchè beneficia della deroga inserita nel decreto milleproroghe, e chi invece può ritenersi esodato, ma è difficile capire a quale categoria si appartiene perchè nessuno (nemmeno l'Inps) ha fatto interamente luce sulla vicenda. E proprio al direttore dell'Inps, Antonio Mastrapasqua, Beppe - assieme a Marisa Buldrini e Emilio di Martino di Poste - ha scritto una lettera, dove si chiedono spiegazioni in merito alle ricongiunzioni onerose dovute all'incorporamento dell'Ipost (ente previdenziale postale) in Inps: «L'unica maniera di informarsi è un numero verde non dialogante, oppure andare direttamente a Roma, ma solo tra le 9 e le 12 di lunedi e giovedi», spiega il blogger esodato.

I sistemi informatici dell'ex Ipost non coincidono con l'Inps, per questo ancora non si riesce a risolvere la vicenda. «Attualmente ci sono dalle 3.000 alle 3.500 domande di autorizzazione alla contribuzione volontaria ferme alla cui lavorazione sono state destinate 3 persone» scrive Rodolfo Affaticati, del patronato Cisl. Con 3000 domande a fare da tappo anche gli esodati postali "normativamente salvi" dovranno aspettare a lungo la pensione: «Un mio collega ha ricevuto la lettera di repulsione della pensione e ha subito un crollo nervoso», dice ancora Zani. La lettera sull'Ipost a Mastrapasqua è stata riportata dall'On. Condurelli in una audizione del 27 Marzo al presidente stesso, che ha risposto: «Valuterò e svolgerò un approfondimento su questo punto».

Nel frattempo, in Rete, i postini continuano ad attraversare un muro che ormai non esiste più.
(Leggi)

2 commenti:

  1. Benvenuti, nel mondo postale. qui non c'e' un macigno, c'e' da scalare L'Everest e senza bombole d'ossigeno, perche' Poste:latita. Paola

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  2. TEMPUS REGIT ACTUM:QUESTO E' QUANTO VOGLIONO GLI ESODATI DEL 53 DAL GOVERNO NIENTE DI PIU'

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