Siamo almeno 5.000 dipendenti postali colpiti, vittime del decreto Monti-Fornero del 6-12-2011. Siamo PERSONE in carne ed ossa, cittadini italiani, lavoratori che si sentono TRATTATI COME SCORIE. Adesso abbiamo uno strumento in più per far sentire la nostra voce. Usiamolo con intelligenza.
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giovedì 31 maggio 2012
Come una sfiducia
Potrebbe suonare come una sfiducia nei confronti del Governo. La commissione Lavoro della Camera sta infatti studiando una soluzione per rispondere al problema di tutti gli esodati (e non solo i 65mila salvaguardati dal decreto che, stando alle indicazioni del ministro Fornero, dovrebbe essere pubblicato entro fine mese). La commissione si muove d'intesa con i sindacati in un tavolo che, dopo l'incontro di oggi, proseguirà sul piano tecnico.
Il presidente Commissione incontra Camusso e Bonanni
Silvano Moffa, presidente della commissione Lavoro di Montecitorio, ha infatti ricevuto Susanna Camusso e Raffaele Bonanni per individuare insieme a tutta la commissione i principi generali a cui ispirare il provvedimento che dovrà trovare, hanno concordato tutti «una soluzione per tutti gli esodati».
Focus sulle tipologie di lavoratori
Il principio base da cui si intende partire è quello di tutelare tutti gli esodati, individuando non tanto i numeri quanto le tipologie. La commissione ha all'esame una proposta di legge del Pd, primo firmatario Cesare Damiano, ma si attende il decreto ministeriale che deve essere adottato entro il 30 giugno.
Moffa: si è aperto un confronto importante
Moffa ha riferito che «si è aperto un confronto estremamente importante tra il Parlamento e i rappresentanti sindacali, un tavolo che si impegna a trovare una soluzione complessiva a un problema di iniquità». «Non intendiamo seguire il balletto di cifre del ministero - ha spiegato Susanna Camusso, leader della Cgil - individuiamo le tipologie e in base a quello troviamo le risposte. Noi non pensiamo che ci possa essere una soluzione che salvaguarda una parta sola e un'altra no». «Tutti coloro che hanno firmato accordi entro il 31 dicembre - ha detto Raffaele Bonanni - dovranno essere tutelati. L'impatto lo verificheremo in sede tecnica e con un regime transitorio». Per Domenico Proietti, segretario confederale Uil, «il percorso individuato è quello per cui chi ha sottoscritto accordi ha diritto a vedersi applicata la vecchia normativa».
Fedriga (Lega Nord): è sfiducia da sindacati e CommissioneSecondo il capogruppo leghista in commissione Lavoro alla Camera Massimiliano Fedriga «l'incontro odierno sul tema degli esodati fra i sindacati e la commissione Lavoro della Camera, e le dichiarazioni che sono seguite, rappresentano una sostanziale sfiducia nell'opera del Governo da parte degli stessi sindacati e della Commissione».
(Leggi)
L'UGL: possibile soluzione col Parlamento
Pensioni: Ugl, su esodati soluzione possibile in Parlamento
30 Maggio 2012 - 13:28
(ASCA) - Roma, 30 mag - ''Quello di oggi e' stato un incontro
importante. La Commissione Lavoro, con senso di responsabilita', ha ascoltato le
richieste delle organizzazioni sindacali dando il via ad un confronto
costruttivo sulla questione esodati''. Lo dichiara il segretario confederale
dell'Ugl, Paolo Varesi, al termine dell'incontro tra i capigruppo in commissione
Lavoro della Camera e i sindacati evidenziando come ''su questo tema, infatti,
il Governo ha avuto un atteggiamento troppo sbrigativo, senza tener conto delle
osservazioni delle parti sociali e della stessa Commissione''.
Per il sindacalista ''e' necessario trovare ogni strumento legislativo valido che consenta la progressiva estensione dei benefici previsti dalla legge a tutti gli esodati, rispettando la legittimita' degli accordi sottoscritti in linea con le leggi vigenti prima del decreto. Inoltre, e' urgente effettuare un'attenta ricognizione della platea degli aventi diritto, per poter procedere cosi' ad una analisi piu' approfondita''.
''Siamo convinti - conclude - che insieme alle forze parlamentari potremo trovare la soluzione per ricondurre ai criteri di equita' e giustizia un provvedimento che attualmente non li rispecchia affatto''.
(Leggi)Per il sindacalista ''e' necessario trovare ogni strumento legislativo valido che consenta la progressiva estensione dei benefici previsti dalla legge a tutti gli esodati, rispettando la legittimita' degli accordi sottoscritti in linea con le leggi vigenti prima del decreto. Inoltre, e' urgente effettuare un'attenta ricognizione della platea degli aventi diritto, per poter procedere cosi' ad una analisi piu' approfondita''.
''Siamo convinti - conclude - che insieme alle forze parlamentari potremo trovare la soluzione per ricondurre ai criteri di equita' e giustizia un provvedimento che attualmente non li rispecchia affatto''.
Un segnale rassicurante
30 maggio 2012
Esodati, Bonanni: ''Nuova fiducia nelle istituzioni''
''E' importante dare un segnale di rassicurazione, pur tra mille difficoltà che incontreremo, a tutte le persone che sanno di non essere né pensionati né lavoratori'': così il segretario nazionale della Cisl Raffaele Bonanni dopo il primo incontro tra la commissione lavoro e i rappresentanti dei sindacati sulla questione degli esodati
(Leggi)
Esodati, Bonanni: ''Nuova fiducia nelle istituzioni''
''E' importante dare un segnale di rassicurazione, pur tra mille difficoltà che incontreremo, a tutte le persone che sanno di non essere né pensionati né lavoratori'': così il segretario nazionale della Cisl Raffaele Bonanni dopo il primo incontro tra la commissione lavoro e i rappresentanti dei sindacati sulla questione degli esodati
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La Lega...
30 Maggio 2012 - 13:30
(ASCA) - Roma, 30 mag - ''L'incontro odierno sul tema degli
esodati fra i sindacati e la Commissione Lavoro della Camera, e le dichiarazioni
che sono seguite, rappresentano una sostanziale sfiducia nell'opera del Governo
da parte degli stessi sindacati e della Commissione. Finalmente stanno capendo
tutti cio' che la Lega Nord sta dicendo da quando si e' insediato l'esecutivo,
ovvero che Monti e i suoi ministri stanno portando alla rovina i cittadini del
nostro paese''.
Lo afferma Massimiliano Fedriga, capogruppo leghista in Commissione Lavoro.
''Proprio sulla questione esodati - spiega Fedriga - la Lega ha presentato una proposta di legge che affronta e risolve totalmente i gravi danni provocati da Fornero con la manovra di dicembre. Se tutti i gruppi parlamentari appoggeranno il nostro testo si metteranno finalmente al riparo tutte quelle persone che, a causa delle scelte del Governo, ora rischiano di rimanere senza reddito da lavoro, senza pensione e senza ammortizzatori sociali''.
(Leggi)Lo afferma Massimiliano Fedriga, capogruppo leghista in Commissione Lavoro.
''Proprio sulla questione esodati - spiega Fedriga - la Lega ha presentato una proposta di legge che affronta e risolve totalmente i gravi danni provocati da Fornero con la manovra di dicembre. Se tutti i gruppi parlamentari appoggeranno il nostro testo si metteranno finalmente al riparo tutte quelle persone che, a causa delle scelte del Governo, ora rischiano di rimanere senza reddito da lavoro, senza pensione e senza ammortizzatori sociali''.
mercoledì 30 maggio 2012
Rimandata la manifestazione del 2 giugno
La manifestazione sindacale che si doveva tenere il 2 giugno è stata rimandata (probabilmente al 16 giugno) in segno di solidarietà e vicinanza ai terremotati dell'Emilia.
Ci aspettiamo che anche lo Stato manifesti la sua forza utilizzando le energie, anche economiche, perviste per la festa della Repubblica, per intervenire concretamente in aiuto di queste persone.
Monti ha detto anche stavolta che nessuno sarà lasciato solo.
Lo disse anche a proposito degli esodati nella conferenza stampa di fine anno.
Noi vorremmo credergli.
L'incontro dei Sindacati coi Capigruppo parlamentari
La ricostruzione dell'incontro di stamattina nelle parole di Vera Lamonica agli esodati che presidiavano Piazza Montecitorio a sostegno dell'iniziativa di CGIL-CISL-UIL e UGL coi capigruppo parlamentari della maggioranza che sostiene il governo Monti.
(ascolta)
(ascolta)
... E le parole dell'On Gnecchi
"Stamani ho incontrato davanti a Montecitorio lavoratori e lavoratrici (esodati, mobilitati, disoccupati, autorizzati ai contr. volontari ecc ecc) che manifestavano contro l'ipotesi di decreto della ministra Fornero. Immagino che abbiate letto sui giornali il testo del decreto che sta per essere emanato e sul quale si sono dichiarati nettamente contrari i sindacati, la maggior parte delle forze politiche. Già ieri il Presidente dell'INPS Matrapasqua ha dichiarato alla Camera che bisogna trovare una soluzione per tutti, non solo per i 65000 e la stessa Fornero comincia a dire che si troveranno le soluzioni anche per coloro che non rientreranno nel decreto in emanazione.
"Stamani ho incontrato davanti a Montecitorio lavoratori e lavoratrici (esodati, mobilitati, disoccupati, autorizzati ai contr. volontari ecc ecc) che manifestavano contro l'ipotesi di decreto della ministra Fornero. Immagino che abbiate letto sui giornali il testo del decreto che sta per essere emanato e sul quale si sono dichiarati nettamente contrari i sindacati, la maggior parte delle forze politiche. Già ieri il Presidente dell'INPS Matrapasqua ha dichiarato alla Camera che bisogna trovare una soluzione per tutti, non solo per i 65000 e la stessa Fornero comincia a dire che si troveranno le soluzioni anche per coloro che non rientreranno nel decreto in emanazione.
Stamani c'è stato l'incontro fra i deputati tutti della Commissione lavoro della Camera e le organizzazioni sindacali e si è ribadito che il decreto della Fornero è assolutamente insufficiente e che inoltre si istituirà un gruppo di lavoro composto da deputati della commissione lavoro e rappresentanti dei patronati sindacali con lo scopo di monitorare tutte le situazioni e quindi salvaguardare tutti coloro che hanno perso il lavoro e che devono rientrare nei requisisti precedenti la riforma di dicembre 2011.
Insomma, la Fornero vuole salvaguardarne solo alcuni ma stiamo cercando in tutti i modi di farle cambiare idea."
Luisa Gnecchi
martedì 29 maggio 2012
INPS: soluzione per tutti
Esodati, Inps: soluzione per tutti
Cgil: Fornero non sa di cosa parla
Il ministro: ora decreto per 65mila, poi penseremo agli altri. Camusso: soluzione in due tempi è disprezzo per le persone. Mastrapasqua: nessuno va abbandonato, è un atto di giustizia
ROMA - «La condizione di tutti gli esodati deve trovare una soluzione che valga per tutti, non solo per il contingente» di 65.000 lavoratori salvaguardati, individuati dal decreto che dovrebbe essere emanatoa giorni dai ministri del Lavoro e dell'Economia»: lo ha detto oggi il presidente dell'Inps, Antonio Mastrapasqua, intervenendo alla presentazione del rapporto annuale dell'Inps alla Camera.
Mastrapasqua: assicurare il dovuto sostegno a chi è a metà del guado. Mastrapasqua ha definito la riforma delle pensioni del 2011 «dura, severa, equa e coraggiosa», un intervento «capace di assicurare la necessaria stabilità finanziaria al sistema previdenziale italiano in questa complessa transizione». Ma nei processi di transizione - ha detto riferendosi all'allungamento dell'età per il pensionamento e alla situazione in cui si sono trovati molti lavoratori che avevano accettato di uscire dal lavoro pensando di poter andare in pensione - «chi è colto a metà del suo passaggio personale non può e non deve essere dimenticato o trascurato. Deve essere assistito e garantito nei suoi diritti soggettivi. Deve essere assicurato il dovuto sostegno: è un atto di giustizia, di legalità e di democrazia».
Fornero: ora il decreto, poi la soluzione per gli altri. Il decreto sui 65mila salvaguardati dall'allungamento dell'età pensionabile è pronto, dice intanto il ministro del Lavoro, Elsa Fornero, ma il governo subito dopo si metterà con le parti sociali a cercare una soluzione per gli altri esodati che sono fuori da questo intervento. «Il problema esodati - ha detto il ministro - è un costo della riforma. Le riforme non sono a costo zero. Questa dà importanti risparmi negli anni a venire. Ma c'è anche un costo per coloro che sono fuoriusciti dal mercato del lavoro e che hanno difficoltà a ricollocarsi. Non si può pensare che tutto si riapra. Il decreto è pronto, alla firma del ministero dell'Economia, ma sappiamo che il decreto è una parziale soluzione al problema». Il governo ritiene che dare certezze a coloro che avevano incertezze in tempi brevi sia meglio che cercare subito una soluzione anche per coloro che non si trovano ancora in questa condizione. Ci metteremo insieme alle parti sociali, guarderemo ai problemi delle altre categorie per trovare altre soluzioni rispettando i criteri di equità e di efficienza senza scardinare la riforma».
«Né ciechi né sordi davanti ai problemi del Paese». «Il Governo non è nè sordo nè cieco ai problemi del paese. Risolveremo il problema - dice Fornero. Abbiamo 65.000 persone che vengono salvaguardate, dicono che non bastano e ci sono persone non incluse. Studieremo il problema. Non abbiamo ora né i numeri degli altri esodati né accantonamento di risorse. Se dobbiamo trovare risorse faremo».
Camusso: soluzione in due tempi significa disprezzo per le persone. «Una soluzione in due tempi per gli esodati è un disprezzo nei confronti delle persone - dice il segretario della Cgil, Susanna Camusso - Serve una soluzione per il complesso degli esodati o è meglio che si sospenda la discussione sulla riforma degli ammortizzatori sociali perché le misure proposte non reggerebbero di fronte a questa situazione». A margine della presentazione del rapporto Inps, Camusso si è rivolta al ministro Fornero: «Parla senza sapere di cosa parla, perché non ci sono persone al lavoro, ma al massimo sono lavoratori in cassa integrazione, in attesa di passare in mobilità, quindi certo non sono al lavoro. E' inutile che si continui a immaginare un contesto in cui ci sono altre soluzioni se non quella previdenziale».
Pd: i giochi vanno riaperti. «Il presidente dell'Inps Antonio Mastrapasqua ha detto che la riforma delle pensioni del governo è "dura, severa, equa e coraggiosa" - dice Cesare Damiano del Pd - Sui primi due termini non abbiamo dubbi. Sul fatto che sia equa non siamo d'accordo. Ribadiamo il fatto che l'assenza di gradualità di questa riforma, con la conseguente abolizione delle quote di anzianità, mina alle fondamenta il principio di equità per il fatto stesso che si è creato il grave problema dei lavoratori che rimarranno per lunghi anni senza stipendio, senza protezioni sociali e senza pensione. Questo problema va affrontato e lo stesso ministro Fornero ha ammesso che il decreto che riguarda 65mila "salvaguardati", che potranno andare in pensione con le vecchie regole, non è risolutivo. Il ministro ha poi dichiarato che ogni riforma ha il suo costo, ma questo non può essere rappresentato da lavoratori che rimangono senza alcun reddito. Del resto anche il presidente dell'Inps ha dichiarato che "nei processi di transizione chi è colto a metà del suo passaggio personale non può e non deve essere dimenticato, ma assistito e garantito nei suoi diritti soggettivi". A queste parole con le quali concordiamo debbono seguire i fatti. A differenza di quanto afferma il ministro del Lavoro, i giochi devono essere riaperti e le soluzioni trovate con sollecitudine».
Idv: Fornero muta sulla soluzione, è inadeguata. «Oggi la ministra Fornero ci informa che non è né sorda, né cieca nei confronti degli esodati - dice il responsabile lavoro e welfare dell'Idv, Maurizio Zippon - Purtroppo, però, ha scordato di menzionare la terza scimmietta, quella cioè che non parla. La ministra, infatti, continua a restare muta sulla fine che faranno gli esodati non compresi nel primo decreto, che riguarderà solo 65mila persone. Le ricordiamo che il problema è molto più ampio e riguarda tutti i lavoratori che entro il 31 dicembre 2011 hanno firmato le proprie dimissioni e che sarebbero dovuti andare in pensione nei tempi stabiliti dagli accordi con le imprese, se non fosse intervenuta la nuova riforma che li ha drammaticamente allungati. E' oltremodo assurdo, inoltre, che il suo ministero non sia riuscito ancora a stabilire il numero esatto degli esodati. Siamo a una farsa resa ancor più drammatica dai dati resi noti oggi dall'Inps, che parlano di una pensione media di poco superiore ai 500 euro per le donne e di un 52% di pensionati che percepiscono un assegno inferiore a mille euro. Nei confronti di queste persone, che hanno lavorato una vita, versando tasse e contributi, è ancora più evidente l'inadeguatezza del ministro del Lavoro a trovare una soluzione per risollevare le sorti delle famiglie italiane».
Polverini: governo deve dare risposta a tutti. «E' giusto che un ministro difenda il suo lavoro - dice Renata Polverini, presidente della Regione Lazio - Conosciamo tutti la severità di questa riforma e non l'abbiamo condivisa, perlomeno io non l'ho condivisa, se non altro per lo spirito che mi lega ancora al mio passato di sindacalista. Sicuramente è una riforma che ha un costo importante, come ha anche riconosciuto il ministro stesso, che deve trovare una pronta risposta che non si può limitare ai 65mila esodati del prossimo anno, ma che deve trovare già nel decreto quantomeno un impegno del governo per tutti coloro che saranno colpiti dalla riforma stessa».
(Leggi)
... poi pensiamo agli altri
LA DENUNCIA
L'Inps attacca sugli esodati
«Urge soluzione non solo per i 65 mila».
Esodati: cercasi una soluzione in tempi rapidi. La richiesta è di Antonio Mastrapasqua, presidente dell'Inps.
La condizione di tutti gli esodati, ha affermato martedì 29 maggio, «deve trovare una soluzione che valga per tutti, non solo per il contingente» di 65 mila lavoratori salvaguardati, «individuati dal decreto che dovrebbe essere emanato a giorni dal ministro del Lavoro e da quello dell'Economia».
IL NODO PENSIONI. Mastrapasqua intervenendo alla presentazione del rapporto annuale dell'Inps alla Camera ha definito la riforma delle pensioni varata a fine 2011 «dura, severa, equa e coraggiosa» (il 52% degli italiani percepisce meno di 1.000 euro al mese). Un intervento «capace di assicurare la necessaria stabilità finanziaria al sistema previdenziale italiano in questa complessa transizione».
Ma proprio nei processi di transizione «chi è colto a metà del suo passaggio personale non può e non deve essere dimenticato o trascurato. Deve essere assistito e garantito nei suoi diritti soggettivi. Deve essere assicurato il dovuto sostegno: è un atto di giustizia, di legalità e di democrazia».
Resta il fatto che «il problema esodati è un costo della riforma. Le riforme non sono a costo zero. Questa dà importanti risparmi negli anni a venire. Ma c'è anche un costo per coloro che sono fuoriusciti dal mercato del lavoro e che hanno difficoltà a ricollocarsi».
Secondo Fornero «non si può pensare che tutto si riapra. Il decreto è pronto, alla firma del ministero dell'Economia, ma sappiamo che è una parziale soluzione al problema».
Il governo, ha ammesso il ministro, «ritiene che dare certezze a coloro che avevano incertezze in tempi brevi sia meglio che cercare subito una soluzione anche per coloro che non si trovano ancora in questa condizione».
LA CGIL NON CI STA. Parole che non sono per niente piaciute al segretario della Cgil, Susanna Camusso: «Una soluzione in due tempi per gli esodati», ha tuonato «è un disprezzo nei confronti delle persone».
Ciò che serve è «una soluzione per il complesso degli esodati o è meglio che si sospenda la discussione sulla riforma degli ammortizzatori sociali, perché le misure proposte non reggerebbero di fronte a questa situazione».
Quindi si è scagliata contro Fornero: «Parla senza sapere di cosa parla, perché non ci sono persone a lavoro, ma al massimo sono lavoratori in cassa integrazione, in attesa di passare in mobilità», quindi «certo non sono a lavoro».
Martedì, 29 Maggio 2012
(Leggi)
L'Inps attacca sugli esodati
«Urge soluzione non solo per i 65 mila».
Esodati: cercasi una soluzione in tempi rapidi. La richiesta è di Antonio Mastrapasqua, presidente dell'Inps.
La condizione di tutti gli esodati, ha affermato martedì 29 maggio, «deve trovare una soluzione che valga per tutti, non solo per il contingente» di 65 mila lavoratori salvaguardati, «individuati dal decreto che dovrebbe essere emanato a giorni dal ministro del Lavoro e da quello dell'Economia».
IL NODO PENSIONI. Mastrapasqua intervenendo alla presentazione del rapporto annuale dell'Inps alla Camera ha definito la riforma delle pensioni varata a fine 2011 «dura, severa, equa e coraggiosa» (il 52% degli italiani percepisce meno di 1.000 euro al mese). Un intervento «capace di assicurare la necessaria stabilità finanziaria al sistema previdenziale italiano in questa complessa transizione».
Ma proprio nei processi di transizione «chi è colto a metà del suo passaggio personale non può e non deve essere dimenticato o trascurato. Deve essere assistito e garantito nei suoi diritti soggettivi. Deve essere assicurato il dovuto sostegno: è un atto di giustizia, di legalità e di democrazia».
Fornero: «Prima facciamo il decreto, poi pensiamo agli altri esodati»
Immediata la risposta del ministro del Lavoro, Elsa Fornero: «Il governo non è né sordo né cieco ai problemi del Paese. Risolveremo il problema». Il decreto sui 65 mila è pronto e il governo - ha promesso - «si metterà con le parti sociali a cercare una soluzione per gli altri esodati che sono fuori da questo intervento».Resta il fatto che «il problema esodati è un costo della riforma. Le riforme non sono a costo zero. Questa dà importanti risparmi negli anni a venire. Ma c'è anche un costo per coloro che sono fuoriusciti dal mercato del lavoro e che hanno difficoltà a ricollocarsi».
Secondo Fornero «non si può pensare che tutto si riapra. Il decreto è pronto, alla firma del ministero dell'Economia, ma sappiamo che è una parziale soluzione al problema».
Il governo, ha ammesso il ministro, «ritiene che dare certezze a coloro che avevano incertezze in tempi brevi sia meglio che cercare subito una soluzione anche per coloro che non si trovano ancora in questa condizione».
LA CGIL NON CI STA. Parole che non sono per niente piaciute al segretario della Cgil, Susanna Camusso: «Una soluzione in due tempi per gli esodati», ha tuonato «è un disprezzo nei confronti delle persone».
Ciò che serve è «una soluzione per il complesso degli esodati o è meglio che si sospenda la discussione sulla riforma degli ammortizzatori sociali, perché le misure proposte non reggerebbero di fronte a questa situazione».
Quindi si è scagliata contro Fornero: «Parla senza sapere di cosa parla, perché non ci sono persone a lavoro, ma al massimo sono lavoratori in cassa integrazione, in attesa di passare in mobilità», quindi «certo non sono a lavoro».
Martedì, 29 Maggio 2012
(Leggi)
Una delle tante lettere al Capo dello Stato
ALLA CORTESE ATTENZIONE
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DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
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GIORGIO NAPOLITANO
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SONO DI NUOVO A SCRIVERLE, MOSSA DA UNA GRANDISSIMA E LECITA PREOCCUPAZIONE CHE MI ACCOMPAGNA ORMAI DA CIRCA SEI MESI.
SONO UN'ESODATA, COME TANTE ALTRE, LE NOSTRE STORIE, GRAZIE A STAMPA E TV , SONO ORMAI NOTE ATUTTI. LE NOSTRE CONDIZIONI,COSI BEN
RACCONTATE, INDUCONO IN CHI CI ASCOLTA PENA E COMMISERAZIONE.
SI, SIG. PRESIDENTE FACCIAMO COMPASSIONE ALL'OPINIONE PUBBLICA, PERCHE' RESTARE SENZA REDDITO PER DIVERSI ANNI, OLTRE AD ESSERE INAUDITO E' COMMISEREVOLE,
VISTO CHE IL NOSTRO " NON REDDITO" E' STATO DETERMINATO DA UN CAMBIO NORMATIVO ASSOLUTAMENTE IMPREVEDIBILE AL MOMENTO IN CUI E' STATO FIRMATO
L'ACCORDO.
LE CHIEDO, SIG. PRESIDENTE, DI INTERVENIRE IN NOSTRO AIUTO CON LA RISOLUTEZZA E DETERMINAZIONE, CHE L'HANNO SEMPRE CONTRADDISTINTA DURANTE IL SUO MANDATO.
HA SALVATO L'ITALIA CON LA NOMINA DEI TECNICI, ADESSO SALVI TUTTI GLI ESODATI, DANDOCI LA CERTEZZA DI UN NOSTRO DIRITTO, QUELLO DI ANDARE IN PENSIONE CON LE REGOLE ANTE RIFORMA FORNERO.
CI SALVEREBBE SICURAMENTE ANCHE DA UNA CRESCENTE DEPRESSIONE CHE OGNI GIORNO CI ASSALE, PORTANDOCI ALLA TOTALE DISPERAZIONE.
GRAZIE, SIG. PRESIDENTE .
R.C.
«Brusco innalzamento dell'età pensionabile»
PENSIONI/ Esodati a rischio: di chi è la colpa?
martedì 29 maggio 2012
Fino a quando svolgerò la funzione di parlamentare farò il possibile per risolvere i problemi dei cosiddetti salvaguardati dagli effetti delle nuove regole contenute nella riforma delle pensioni proposta dal ministro Elsa Fornero. Il problema è noto: alcune categorie di (ex) lavoratori, usciti per diverse ragioni dal mercato del lavoro, rischiano, per effetto del brusco innalzamento dell’età pensionabile, di dover trascorrere un certo numero di anni senza poter accedere alla pensione e avendo esaurito, nel medesimo tempo, gli interventi di sostegno che a quell’appuntamento avrebbero dovuto accompagnarli senza soluzione di continuità.
On. Giuliano Cazzola - PDL |
Si tratta dei lavoratori che, al momento dell’entrata in vigore del decreto Salva Italia, si trovavano in mobilità, in regime di prosecuzione contributiva volontaria oppure inseriti nei fondi di solidarietà (una sorta di prepensionamento istituito dal sistema bancario) o in aspettativa a stipendio ridotto dalla Pubblica amministrazione. Per costoro - inizialmente stimati in numero di 65mila, ma di cui non vi è cenno nel testo finale del provvedimento - fu stabilito che, a fronte di alcune condizioni e decorrenze, continuassero a valere i requisiti previgenti.
Nel decreto milleproroghe vennero estesi, per la prima volta, i medesimi benefici anche ai cosiddetti esodati, ovvero a quei lavoratori che avevano sottoscritto degli accordi di risoluzione consensuale del rapporto di lavoro in cambio della corresponsione di un incentivo in via di fatto ragguagliato ai mesi che li separavano dalla pensione. Per comprensibili motivi di carattere finanziario, questi nuovi soggetti furono inclusi nel perimetro degli altri salvaguardati senza incrementare le risorse stanziate a copertura. Per mesi, allora, si è discusso di quanti fossero, alla prova dei fatti, i cosiddetti salvaguardati (il termine corretto e comprensivo di ciascuna delle tipologie) e se le risorse - il dubbio era assolutamente comprensibile vista la dinamica degli eventi - fossero sufficienti a coprire tutte le esigenze.
Si aprì allora la guerra dei numeri allo scopo di definire quanti fossero i soggetti a cui applicare le deroghe. Furono messe in circolazione stime di dimensioni assai differenti, fino a quando il ministro Fornero non certificò che, nel 2012 e 2013, gli interessati sarebbero stati 65mila, per i quali la copertura finanziaria era dunque assicurata. La cosa non ha convinto i sindacati, secondo cui sarebbe coinvolto un numero almeno doppio. In verità, hanno un po’ ragione tutti: il ministro considera soltanto i casi che stanno all’interno dei 24 mesi successivi alla entrata in vigore del decreto, mentre i sindacati assumono una platea più ampia, comprensiva anche di coloro per cui dopo il 2013 sorgerà il problema di una qualche tutela, avendo esaurito tanto le protezioni pubbliche (gli ammortizzatori sociali) quanto quelle private (gli incentivi all’esodo, ecc.).
Proprio in questi ultimi giorni è in circolazione la bozza del decreto interministeriale che deve definire i criteri per riconoscere il diritto al mantenimento delle vecchie regole; dalle anticipazioni di stampa si avverte che il governo ha adottato delle regole molto rigorose, soprattutto ai danni di coloro che sono in prosecuzione volontaria (e che in tutti questi mesi hanno protestato meno degli altri). I sindacati, che hanno accusato il ministro di non avere ascoltato le loro richieste, domani incontreranno la Commissione Lavoro della Camera, dove sono incardinate diverse iniziative legislative in materia.
La cosa che merita di essere sottolineata, nel bel mezzo di un mare di polemiche, è la centralità assunta nei media (e di riflesso, anche nel mondo politico e sindacale) dalla vicenda dei cosiddetti esodati. È vero che, all’interno di questa orribile definizione (che evidentemente fa notizia) sono raccolti tutti i casi ritenuti meritevoli di salvaguardia. È indubbio, però, che gli esodati in senso stretto hanno una marcia in più, sono stati capaci di mobilitarsi, di attirare l’attenzione su di sé e di far assumere il loro problema dai vertici dei partiti. È giusto tutto ciò? Capisco che sto correndo il rischio di tirarmi addosso critiche feroci, ma non credo che si possa continuare a ripetere i soliti argomenti senza fare uno sforzo per approfondirli. Queste persone hanno delle preoccupazioni giustificate e serie, ma non è accettabile che rifiutino di assumersi ogni responsabilità - anche minima - per i loro atti.
Un lavoratore in mobilità non ha scelto di esserlo: vi è stato costretto. Lo stesso discorso vale per uno che ha perso il lavoro a seguito della chiusura della sua azienda, potendo usufruire, finché è durata, della sola indennità di disoccupazione. Un esodato, invece, ha ricevuto una proposta di risoluzione consensuale del rapporto di lavoro, corredata da un ammontare economico che gli consentiva di attendere la pensione, spesso per anni, senza dover lavorare, ma percependo comunque lo stipendio. Vi è stato costretto, ha subito pressioni, gli è stato fatto capire che gli avrebbero reso la vita difficile? Certamente. Immaginiamo però che il caso di Poste italiane (un ambiente fortemente sindacalizzato) sia diverso da Ibm o da Telecom. E sia più facile dire di no, a meno che non si consideri, al dunque, un vantaggio quello di diventare un esodato, alle condizioni date nel momento dell’accordo.
A me è capitato, per esempio, di ricevere moltissime mail da parte di ex dipendenti Ibm i quali esponevano tutti, con normalità, una situazione che a me pareva particolare: si erano dimessi prima dell’entrata in vigore del decreto maledetto, ma, decorrendo le dimissioni, dopo un periodo di aspettativa senza assegni, nel corso del 2012, costoro erano rimasti esclusi dalle norme di deroga. Alla fine mi sono fatto spiegare i motivi: si tratta di una condizione necessaria per mantenere una forma di assistenza sanitaria privata che l’azienda riconosce. A nessuno sfugge come preservare tale trattamento sia importante; ma può il legislatore farsi carico di tutto, trovare soluzioni ad personam o provvedere alle esigenze specifiche di piccoli gruppi? È capitato persino di leggere su di un grande quotidiano la lamentela di una signora che se la prendeva con i suoi genitori rei di averla denunciata all’anagrafe con qualche giorno di ritardo rispetto a quello della nascita, costringendola così, sessanta anni dopo, a perdere l’opportunità della deroga.
Il bello è che i conduttori e le conduttrici dei talkshow, che esibiscono esodati indignati, si guardano bene dal rivolgere loro la domanda che presenterebbero a chiunque: mi scusi, ma a quanto è ammontato il suo incentivo? Non tutti potrebbero rispondere come quel dirigente della Telecom, che mi è capitato di incontrare, a cui fu erogata un’extraliquidazione di 400mila euro lordi. Stiamo pure con i piedi per terra. Parliamo di Poste Italiane. La società, completamente a capitale pubblico, ha “esodato” (con dimissioni volontarie) nel triennio 2009-2011, 16,5mila dipendenti, tra quadri e impiegati, erogando loro, mediamente, un incentivo di 39mila euro lordi a copertura di una distanza media di 20 mesi dalla pensione. Se abbiamo fatto bene i conti si tratta di uno stanziamento complessivo di circa 64 milioni. Di questi esodati, 2,7mila (che hanno percepito un incentivo medio di 56mila euro) sono incappati nella rete della legge Fornero. L’incentivo era destinato a coprire 38 mesi in media; senza aggiustamenti normativi ne dovrà coprire 78; quasi il doppio. È evidente che chiunque si trovasse in una condizione siffatta sarebbe non solo preoccupato, ma parecchio adirato. E ne avrebbe tutte le ragioni. Ma con chi se la dovrebbe prendere?
Con il Governo certamente che ha voluto la norma, con il Parlamento che l’ha approvata. Ma a se stesso non ha nulla da rimproverare? Quando gli è stata fatta la proposta, non ha ritenuto un po’ disdicevole restare 40 mesi senza lavorare, incassando più o meno lo stipendio, magari a un’età di poco superiore a 50 anni? Un Paese che sta andando a gambe all’aria non può continuare a permettersi certi lussi. Il sistema pensionistico non può più essere il cavaliere mascherato che, alla fine, aggiusta tutti i torti che uno ha subito durante la vita. C’è anche una responsabilità personale di ciascuno di noi.
(Leggi)
Incredibile
martedì 29 maggio 2012 13:49
ROMA (Reuters) - Botta e risposta tra il presidente dell'Inps, Antonio Mastrapasqua e il ministro del Welfare, Elsa Fornero, sul reddito da garantire ai lavoratori esodati, cioè a coloro che per accordi raggiunti con le aziende prima della nuova riforma previdenziale che innalza l'età pensionabile, hanno lasciato la propria occupazione e rischiano oggi di rimanere senza lavoro e senza pensione.
Leggendo la relazione annuale sull'attività dell'Inps, Mastrapasqua ha chiesto al governo che gli interventi a favore degli esodati riguardino tutti gli aventi diritto e non solo una quota.
"La loro condizione [degli esodati] deve trovare una soluzione che valga per tutti e non solo per un contingente di coloro che hanno questo diritto", ha detto Mastrapasqua.
In un altro passaggio dell'intervento, il presidente dell'Inps ha detto che "nei processi di transizione chi è colto a metà del suo passaggio personale non può e non deve essere dimenticato o trascurato".
Intervenendo alla stessa cerimonia, Fornero frena e rinvia a una successiva trattativa con i sindacati la possibilità di dare una soluzione per tutti.
"Non possiamo pensare che tutto si riapra, abbiamo un decreto pronto che ha la firma del ministro dell'Economia e che arriverà nei prossimi giorni. E' una soluzione parziale ma le riforme costano e gli esodati sono un costo della riforma", ha detto il ministro.
"Poi, insieme alle parti sociali, si cercherà una soluzione per gli altri", ha aggiunto.
Il governo per ora ha intenzione di garantire un reddito a 65.000 persone, cioè coloro che hanno lasciato il lavoro entro dicembre 2011. Gli stanziamenti sono quelli previsti dal decreto Salva-Italia e dal milleproroghe sufficienti per applicare le vecchie norme previdenziali a questi 65.000 lavoratori.
L'Inps ha stimato in non meno di 130 mila i lavoratori esodati nei prossimi quattro anni.(...)
(Leggi)
On les appelle les "esodati".
Potete ascoltare il servizio di Anais ha fatto
sul sito internet www.franceinfo.fr.
troverete il link "dossiers. "L'Italie de Monti". Cliccare su "mauvaise surprise pour les retraités".
le Lundi 28 Mai 2012 à 05:25
Marisa est ancienne cadre à La Poste italienne. En 2009, alors qu'elle a 57
ans, son entreprise lui propose un départ en pré-retraite. La Poste avait prévu
de faire partir en trois ans 15.000 salariés. Elle accepte les 30.000 euros
bruts, censés couvrir les 3 années manquantes jusqu'à sa retraite fin 2012.
Mais en décembre, arrive la réforme, l'âge de départ est repoussé et Marisa
réalise qu'elle ne sera en retraite qu'en 2017. Mais elle ne touchera pas un
euro de plus. Elle se retrouve donc sans salaire, sans pension de retraite,
sans travail, et sans revenus. Comme elle, les syndicats estiment qu'ils sont
plusieurs centaines de milliers en Italie. Le gouvernement affirme que des
ressources ont été dégagées pour régler le cas de 65.000 de ces "esodati".
troverete il link "dossiers. "L'Italie de Monti". Cliccare su "mauvaise surprise pour les retraités".
à (ré)écouter
- à 05h00
Pas de répit pour la chasse aux fraudeurs
La suite de notre série sur l'Italie. Aujourd'hui, l'une des priorités de Mario Monti, la lutte contre l'évasion fiscale. Elle fait polémique en Italie à cause des nombreux cas de suicide de chômeurs ou d'entrepreneurs pris à la gorge et qui accusent le fisc de les pousser à bout. Mais Mario Monti a redit que si tout le monde payait des impôts, tous en paieraient moins et les services publics seraient de meilleure qualité.
hier à 05h25 Mauvaise surprise pour les retraités italiens
le Lundi 28 Mai 2012 à 05:25
Avec la réforme des retraites adoptée en décembre dernier par le
gouvernement Monti à peine arrivé au pouvoir, les retraités sont les plus
impactés par la crise. D'autant que cette réforme a "oublié" des
centaines de milliers de personnes. On les appelle les "esodati".
Taxes en tous genres
Mais ceux qui sont déjà à la retraite rencontrent eux aussi des
difficultés. Le mari de Marisa est à la retraite depuis un an. Giuseppe, 62
ans, a fait toute sa carrière à la banque nationale du travail, groupe BNP. Sa
retraite est confortable mais il est confronté, comme beaucoup d'autres
retraités, aux augmentations de taxes en tous genres qui touchent les Italiens.
Pour redresser les finances du pays, le gouvernement de Mario Monti a par
exemple augmenté la TVA qui est passée à 21%, il a rétabli la taxe sur
l'habitation principale, ce qui représente un mois et demi de pension, selon
les calculs de Giuseppe. Le prix de l'essence a également augmenté.
Les retraités et les "esodati" s'organisent via les réseaux
sociaux. Les parlementaires ont été saisis. Marisa et Giuseppe ne voient pas
l'avenir de leur pays en rose. Ils approuvent les mesures de Mario Monti visant
à sauver l'Italie mais demandent plus d'équité.
TRADUZIONE
Con la
riforma pensionistica adottata lo scorso dicembre dal governo appena entrato in
carica Monti, i pensionati sono i più colpiti dalla crisi. Tanto più che questa
riforma ha "dimenticato"
centinaia di migliaia di persone. Essi sono chiamati "esodati".
Marisa è un ex quadro direttivo presso Poste Italiane. Nel 2009, all’eta’ di 57 anni, la Società le ha proposto un “pre-pensionamento” . Poste Italiane aveva previsto di “esodare” in tre anni da 15.000 dipendenti.
Marisa è un ex quadro direttivo presso Poste Italiane. Nel 2009, all’eta’ di 57 anni, la Società le ha proposto un “pre-pensionamento” . Poste Italiane aveva previsto di “esodare” in tre anni da 15.000 dipendenti.
Lei accetta,
per varie motivazioni, 30.000 euro
lordi, avrebbe dovuto coprire i tre anni
mancanti fino alla pensione nel 2012. Ma
nel mese di dicembre , arriva la riforma, l'età di pensionamento viene spinta
avanti e Marisa si rende conto che lei andrà in pensione nel 2017. Non le toccherà un euro di più. Si ritrova
senza stipendio, senza pensione, senza lavoro e senza reddito. Come lei, i
sindacati credono che gli esodati ammontano a parecchie centinaia di migliaia in Italia.
Il governo
dice che le risorse sono state messe a disposizione per risolvere il caso di
65.000 di questi "esodati".
Le tasse di tutti i
tipi
Ma coloro che
sono già in pensione si trovano ad affrontare difficoltà. Il marito di Marisa è
in pensione da qualche anno.
Giuseppe, 62
anni, ha trascorso la sua intera carriera con la Banca Nazionale del Lavoro,
BNP. Il suo pensionamento è comodo, ma si trova ad affrontare, come molti altri
pensionati, aumenti fiscali di qualsiasi tipo che interessano gli italiani. Per
ottenere la sistemazione delle finanze del paese, il governo di Mario
Monti aumenta la pressione fiscale in modo tale ad esempio che l'IVA è aumentata
al 21%, ha ripristinato la tassa sulla abitazione principale, che rappresenta un mese e mezzo di pensione, calcolato da Giuseppe. Il prezzo
della benzina è anche aumentato.
I pensionati e "esodati" sono organizzati attraverso i social network. I parlamentari sono stati interessati . Giuseppe e Marisa non vedono il futuro del loro paese in rosa. Essi hanno approvato le misure adottate da Mario Monti, per salvare l'Italia, ma richiedono una maggiore equità.
I pensionati e "esodati" sono organizzati attraverso i social network. I parlamentari sono stati interessati . Giuseppe e Marisa non vedono il futuro del loro paese in rosa. Essi hanno approvato le misure adottate da Mario Monti, per salvare l'Italia, ma richiedono una maggiore equità.
Intervista
del 13/4/2012
Commento dei Francesi
Lea (anonyme),
Vote(s) 0
Il serait bon de nous parler d'une autre solution
possible: prendre exemple sur l'Islande!!! Etrangement aucun média n'en parle
et pourtant là, il s'y passe des miracles: arrêstations des banquiers
frauduleux, le peuple est descendu dans la rue afin de refuser de payer sa
dette aux banques européennes et résultat un taux de croissance phénoménal pour
cette année, à faire pâlir le reste de l'Europe tant ils s'en sortent bien! Qui
a dit qu'il fallait subir la crise?
Traduzione
Sarebbe bene parlare di un'altra possibile soluzione:
prendere l'esempio dall’ Islanda!
Stranamente i media non ne parlano,
eppure non si parla
di miracoli: gli arresti di banchieri fraudolenti, persone scese in piazza
rifiutando di pagare il suo
debito verso le banche europee ha portato ad un
tasso di crescita fenomenale per questo
anno, rivaleggiando con il resto d'Europa-come stanno facendo bene! Chi ha detto che bisogna subire la crisi?
Felidae (anonyme),
Vote(s) 0
Monti applique des recettes vieilles comme le monde.
Spolier les plus démunis çà finit par rapporter et c'est sans risque.Après on
passera aux classes sociales un peu plus élévées priées d'accepter AUSSI des
sacrifices au nom de la justice.Etrange qu'un homme puisse décider de la vie
des autres sans rendre de comptes.
Traduzione
Monti applica delle ricette vecchie come il tempo. Depredare i piu’ poveri e’ il
rischio minore. Ha anche chiesto di accettare sacrifici in nome della giustizia. E’ strano che un uomo può decidere la vita degli altri senza responsabilità.
beaudolo (anonyme),
Vote(s) 0
les retraités représentent-ils un pouvoir de nuissance
comme en France les cheminaux, les employés de la RATP, EDF, les taxis
parisiens (surtout tout ce qui est parisien, on se demande bien pourquoi!)?
alors ils vont trinquer; Staline aurit dit: " les retraités c'est combien
de chars?"
Traduzione
I
pensionati non
rappresentano
un potere
in Francia, come
i vagabondi , i dipendenti della RATP, EDF, Paris taxi (soprattutto chi e’ Parigino
si domanda perché)?
Stalin
ha detto: " i pensionati sono
come carri armati……(forse intendono
carne da macello)."
Lo dica
Lunedì 28 Maggio 2012 15:17
(AGENPARL) - Roma, 28 mag - "Se il Ministro Fornero non incita, come dice, ai licenziamenti facili rinunci a chiedere la fiducia su un provvedimento così iniquo come il ddl lavoro. La riforma colpisce duramente l'Art. 18 e quindi i diritti delle lavoratrici e dei lavoratori, sulla cui pelle si sta giocando una partita vergognosa." Lo ha affermato Giuliana Carlino, capogruppo dell'Italia dei Valori in commissione Lavoro e relatrice di minoranza del ddl lavoro. "Già il ministro Fornero ha fatto un gran pasticcio con la riforma delle pensioni, non aggiunga sbaglio su sbaglio blindando il ddl lavoro. Fino ad oggi l'esecutivo ha ascoltato solo i potentati economici e questo vuol dire governare con arroganza e supponenza. Dal ministro del welfare ci aspettiamo più onestà intellettuale: dica giovani che con questa riforma non avranno più occasioni di lavoro, dica ai cinquantenni disoccupati che sono ormai definitivamente fuori dal mercato, dica agli esodati, quelli dimenticati dal governo, che dovranno arrangiarsi. Il ministro si assuma le responsabilità delle sue scelte, rischiando di gettare benzina sul fuoco, oppure faccia un passo indietro evitando il ricorso alla fiducia. Ora più che mai - conclude Carlino - c'è bisogno di verità e capacità di ascolto, perchè i cittadini ne hanno fin sopra i capelli".
(Leggi)
LAVORO: CARLINO (IDV), GOVERNO RINUNCI A CHIEDERE FIDUCIA
(Leggi)
All'unisono
Lavoro, il governo accelera: già domani la fiducia?
L’esecutivo potrebbe ricorrervi presto per sbarrare la strada agli emendamenti di Idv e Lega. Ma il Pd mette le mani avanti. In settimana la relazione di Bondi sulla spending review. Camusso: da un fisco equo le risorse. Bonanni: patto sociale
“La riforma del mercato del lavoro affronta la settimana più delicata. Il governo ha deciso una brusca accelerata. È probabile che ricorra già domani sera o mercoledì mattina alla richiesta del voto di fiducia”. Lo scrive Il Corriere della Sera. Che sintetizza così il possibile iter del provvedimento: “L'esame nell'aula del Senato del disegno di legge varato dal Consiglio dei ministri il 23 marzo sarà rapidissimo. Conclusa la discussione generale il governo dovrebbe porre la questione di fiducia per sbarrare la strada alle centinaia di emendamenti presentati dalla Lega e dall'Idv. Poi toccherà alla Camera che, nelle intenzioni dell'esecutivo, dovrebbe approvare definitivamente la riforma senza modifiche rispetto al testo del Senato prima dell'estate”.
Ma nella maggioranza che sostiene il governo ci sono problemi. Scrive ancora Il Corriere della Sera : “Il Pd mette le mani avanti. Dice Cesare Damiano, ex ministro del Welfare, capogruppo del partito in commissione Lavoro alla Camera e uno dei probabili relatori di maggioranza della riforma (l'altro, quello del Pdl, potrebbe essere Giuliano Cazzola): “Riconosciamo i passi importanti fatti in commissione al Senato, ora vediamo che succede in aula, ma non possiamo accettare che alla Camera il testo arrivi blindato. Ci sono infatti alcuni problemi che vanno risolti”. Tre, in particolare, le richieste del Pd: 1. Allungare la durata dell'Aspi, la nuova indennità di disoccupazione. 2. Ammorbidire l'aumento al 33% dei contributi previdenziali per le partite Iva. 3. Abbassare i requisiti per l'accesso all'indennità di disoccupazione per i collaboratori a progetto. “Ovviamente, ammette Damiano, ‘sappiamo che queste richieste sono costose, ma pensiamo ugualmente che debba esserci una discussione e quindi ci auguriamo che il governo non ricorra al voto di fiducia’. In realtà, al Senato, nessuno crede che questo si possa evitare”.
Altro appuntamento importante, per il governo, è quello della spending review, ovvero dei tagli alla spesa pubblica necessari per evitare a ottobre l’ulteriore aumento dell’Iva. Tutti i giornali parlano oggi dell’intervista del ministro Piero Giarda a Radio Vaticana e titolano sui risparmi che è possibile fare su 100 miliardi di spese pubbliche “rivedibili” da subito. Ma la notizia (a parte l’arrotondamento a 100 miliardi degli 80 già noti da tempo e di cui parla la relazione dello stesso Giarda, pubblicata assieme ad altri documenti sulla spending review nel sito di Palazzo Chigi) è che in settimana il commissario Bondi farà avere al comitato interministeriale la sua relazione su dove si possono fare effettivamente i tagli. E che, visto che il decreto sulla spending review prevede come data limite la fine maggio, tra pochissimi giorni, tutti i ministeri dovranno presentare il loro programma di tagli e di razionalizzazioni”. “Giarda assicura – scrive Il Messaggero –: nessuna resistenza da parte dei ministri di spesa. I quali, anzi, stanno collaborando con la messa a punto ‘dei progetti di ristrutturazione delle loro attività’. Qualche preoccupazione, invece, Giarda non nasconde di averla per lo step successivo: quando cioè ‘questi progetti si tradurranno in iniziative legislative per la riduzione degli stanziamenti’”.
Di questi temi e d'altro ha parlato a Brescia, in occasione del 120 anniversario della fondazione della locale Camera del Lavoro, Susanna Camusso. Scrive oggi La Repubblica: “In un Teatro Grande affollato, il segretario della Cgil ha elencato le sue priorità. Per la Cgil intervenire sul fisco è il primo intervento da compiere: ‘Bisogna costruire una posizione positiva per il lavoro, che paga un prezzo intollerabile sul piano della pressione fiscale. Serve poi pianificare un'equa politica fiscale che parta dalla patrimoniale sui grandi redditi per trovare risorse che servano a creare occupazione, come si è fatto durante le altre grandi crisi. Il vero sforzo che bisogna fare è investire nella produzione e non continuare ad immaginarsi che sia la finanza l'orizzonte dei profitti’”.
E sul tema esodati, Camusso ha detto: “Non era mai successo nella storia del paese che una riforma non prevedesse clausole di salvaguardia per le persone che avevano già firmato degli accordi”. “Il governo - ha concluso - deve fare una cosa semplice: garantire a tutti i lavoratori che hanno firmato accordi individuali o collettivi o avevano iniziato pratiche di ricongiunzione dei contributi, di mantenere le condizioni che avevano a quella data. Altre soluzioni non esistono”.
E anche il segretario generale della Cisl dice oggi la sua: “Monti deve capire che è necessario un patto con tutte le forze sociali. I partiti sono allo sbando, solo le associazioni sindacali e imprenditoriali conservano rappresentatività e presenza sul territorio. Il governo si illude se pensa di poter procedere da solo”. Intervistato dal Quotidiano nazionale, Raffaele Bonanni torna a proporre un suo vecchio cavallo di battaglia e attacca: “Basta con i luoghi comuni partoriti in salotti frivoli in cui si parla un tanto al chilo”, dice a proposito della recente affermazione del ministro Fornero: “Che senso ha creare un polverone parlando di licenziamenti per gli statali che rievoca la bugia dei fannulloni”, se non “come un tentativo di distrarre l'opinione pubblica dai problemi veri?”. Quali sarebbero i problemi veri, gli chiede il cronista? “Ad esempio quello degli esodati abbandonati dal governo – risponde Bonanni –, una politica focalizzata sul rigore che sta mettendo in ginocchio la maggioranza della popolazione, mentre è piena di falle sul versante dell'equità. È giunta l'ora di fissare obiettivi da raggiungere e farli condividere alle parti sociali. Tutti siamo consapevoli che la situazione è difficile”.
(Leggi)
L’esecutivo potrebbe ricorrervi presto per sbarrare la strada agli emendamenti di Idv e Lega. Ma il Pd mette le mani avanti. In settimana la relazione di Bondi sulla spending review. Camusso: da un fisco equo le risorse. Bonanni: patto sociale
“La riforma del mercato del lavoro affronta la settimana più delicata. Il governo ha deciso una brusca accelerata. È probabile che ricorra già domani sera o mercoledì mattina alla richiesta del voto di fiducia”. Lo scrive Il Corriere della Sera. Che sintetizza così il possibile iter del provvedimento: “L'esame nell'aula del Senato del disegno di legge varato dal Consiglio dei ministri il 23 marzo sarà rapidissimo. Conclusa la discussione generale il governo dovrebbe porre la questione di fiducia per sbarrare la strada alle centinaia di emendamenti presentati dalla Lega e dall'Idv. Poi toccherà alla Camera che, nelle intenzioni dell'esecutivo, dovrebbe approvare definitivamente la riforma senza modifiche rispetto al testo del Senato prima dell'estate”.
Ma nella maggioranza che sostiene il governo ci sono problemi. Scrive ancora Il Corriere della Sera : “Il Pd mette le mani avanti. Dice Cesare Damiano, ex ministro del Welfare, capogruppo del partito in commissione Lavoro alla Camera e uno dei probabili relatori di maggioranza della riforma (l'altro, quello del Pdl, potrebbe essere Giuliano Cazzola): “Riconosciamo i passi importanti fatti in commissione al Senato, ora vediamo che succede in aula, ma non possiamo accettare che alla Camera il testo arrivi blindato. Ci sono infatti alcuni problemi che vanno risolti”. Tre, in particolare, le richieste del Pd: 1. Allungare la durata dell'Aspi, la nuova indennità di disoccupazione. 2. Ammorbidire l'aumento al 33% dei contributi previdenziali per le partite Iva. 3. Abbassare i requisiti per l'accesso all'indennità di disoccupazione per i collaboratori a progetto. “Ovviamente, ammette Damiano, ‘sappiamo che queste richieste sono costose, ma pensiamo ugualmente che debba esserci una discussione e quindi ci auguriamo che il governo non ricorra al voto di fiducia’. In realtà, al Senato, nessuno crede che questo si possa evitare”.
Altro appuntamento importante, per il governo, è quello della spending review, ovvero dei tagli alla spesa pubblica necessari per evitare a ottobre l’ulteriore aumento dell’Iva. Tutti i giornali parlano oggi dell’intervista del ministro Piero Giarda a Radio Vaticana e titolano sui risparmi che è possibile fare su 100 miliardi di spese pubbliche “rivedibili” da subito. Ma la notizia (a parte l’arrotondamento a 100 miliardi degli 80 già noti da tempo e di cui parla la relazione dello stesso Giarda, pubblicata assieme ad altri documenti sulla spending review nel sito di Palazzo Chigi) è che in settimana il commissario Bondi farà avere al comitato interministeriale la sua relazione su dove si possono fare effettivamente i tagli. E che, visto che il decreto sulla spending review prevede come data limite la fine maggio, tra pochissimi giorni, tutti i ministeri dovranno presentare il loro programma di tagli e di razionalizzazioni”. “Giarda assicura – scrive Il Messaggero –: nessuna resistenza da parte dei ministri di spesa. I quali, anzi, stanno collaborando con la messa a punto ‘dei progetti di ristrutturazione delle loro attività’. Qualche preoccupazione, invece, Giarda non nasconde di averla per lo step successivo: quando cioè ‘questi progetti si tradurranno in iniziative legislative per la riduzione degli stanziamenti’”.
Di questi temi e d'altro ha parlato a Brescia, in occasione del 120 anniversario della fondazione della locale Camera del Lavoro, Susanna Camusso. Scrive oggi La Repubblica: “In un Teatro Grande affollato, il segretario della Cgil ha elencato le sue priorità. Per la Cgil intervenire sul fisco è il primo intervento da compiere: ‘Bisogna costruire una posizione positiva per il lavoro, che paga un prezzo intollerabile sul piano della pressione fiscale. Serve poi pianificare un'equa politica fiscale che parta dalla patrimoniale sui grandi redditi per trovare risorse che servano a creare occupazione, come si è fatto durante le altre grandi crisi. Il vero sforzo che bisogna fare è investire nella produzione e non continuare ad immaginarsi che sia la finanza l'orizzonte dei profitti’”.
E sul tema esodati, Camusso ha detto: “Non era mai successo nella storia del paese che una riforma non prevedesse clausole di salvaguardia per le persone che avevano già firmato degli accordi”. “Il governo - ha concluso - deve fare una cosa semplice: garantire a tutti i lavoratori che hanno firmato accordi individuali o collettivi o avevano iniziato pratiche di ricongiunzione dei contributi, di mantenere le condizioni che avevano a quella data. Altre soluzioni non esistono”.
E anche il segretario generale della Cisl dice oggi la sua: “Monti deve capire che è necessario un patto con tutte le forze sociali. I partiti sono allo sbando, solo le associazioni sindacali e imprenditoriali conservano rappresentatività e presenza sul territorio. Il governo si illude se pensa di poter procedere da solo”. Intervistato dal Quotidiano nazionale, Raffaele Bonanni torna a proporre un suo vecchio cavallo di battaglia e attacca: “Basta con i luoghi comuni partoriti in salotti frivoli in cui si parla un tanto al chilo”, dice a proposito della recente affermazione del ministro Fornero: “Che senso ha creare un polverone parlando di licenziamenti per gli statali che rievoca la bugia dei fannulloni”, se non “come un tentativo di distrarre l'opinione pubblica dai problemi veri?”. Quali sarebbero i problemi veri, gli chiede il cronista? “Ad esempio quello degli esodati abbandonati dal governo – risponde Bonanni –, una politica focalizzata sul rigore che sta mettendo in ginocchio la maggioranza della popolazione, mentre è piena di falle sul versante dell'equità. È giunta l'ora di fissare obiettivi da raggiungere e farli condividere alle parti sociali. Tutti siamo consapevoli che la situazione è difficile”.
(Leggi)
Se pone la fiducia...
Lavoro: Bersani, servono modifiche ma se governo pone fiducia la
votiamo
28 Maggio 2012 - 18:36
28 Maggio 2012 - 18:36
(ASCA) - Prato, 28 mag - Sulla riforma del lavoro
servirebbero delle modifiche, ma ''se il governo mette la fiducia noi
naturalmente discutiamo fino all'ultimo, dopodiche' la sosteniamo. Questo e'
stato il nostro impegno''. Lo ha detto il segretario del Pd Pierluigi Bersani,
rispondendo a una domanda dei giornalisti a margine dell'assemblea dell'Unione
industriale pratese. Pero', secondo Bersani, servirebbero ancora delle
modifiche: ''Su quella legge - ha detto - la priorita' e' riuscire, come abbiamo
cercato di convincere a fare, a dare un pochino piu' di spazio al sistema degli
ammortizzatori per i giovani e a trattare un po' meglio il lavoro
parasubordinato. Queste sono le cose su cui non siamo ancora soddisfatti.
Dopodiche' nell'insieme adesso e' ora di occuparsi anche di altre cose: gli
esodati, la politica industriale, non possiamo stare tutta la vita sulle regole
del lavoro'', ha concluso.
(Leggi)
(Leggi)
Conosci i cassintegrati Alitalia
Buona sera,
sono uno dei 4.500 cassaintegrati Alitalia e quest'anno a ottobre 2012 andremo in mobilità.
Molti di noi per effetto della riforma Fornero, non riusciranno ad andare in pensione e si ritroveranno senza pensione e senza ammortizzatori. Il decreto che ha firmato la Fornero ci esclude come tante altre migliaia di lavoratori dall'esonero della riforma (...)
P. F.
Con questi Link si può accedere al contatto e conoscere questa vicenda
http://groups.google.com/group/cassintegrati-alitalia/topics?hl=it&start=
http://sites.google.com/site/noiexalitalia/home
sono uno dei 4.500 cassaintegrati Alitalia e quest'anno a ottobre 2012 andremo in mobilità.
Molti di noi per effetto della riforma Fornero, non riusciranno ad andare in pensione e si ritroveranno senza pensione e senza ammortizzatori. Il decreto che ha firmato la Fornero ci esclude come tante altre migliaia di lavoratori dall'esonero della riforma (...)
P. F.
Con questi Link si può accedere al contatto e conoscere questa vicenda
http://groups.google.com/group/cassintegrati-alitalia/topics?hl=it&start=
http://sites.google.com/site/noiexalitalia/home
L'interrogazione dell'On. Codurelli su ex IPOST
Fondo Speciale IPOST - Sintesi della circolare INPS n. 72 –
Fondo Speciale IPOST
Il 23-05-2012 è stata emanata la
circolare INPS n.72 – Fondo speciale
IPOST – sulla prosecuzione volontaria per gli iscritti al Fondo.
Una circolare di 19 pagine a
stretto uso interno, con tutto lo scibile in materia di Contribuzione
Volontaria.
In estrema sintesi ci pare che le
cose importanti siano riassumibili così:
·
al Polo
specialistico di Via Beethoven, 11 a Roma fanno capo anche l’istruttoria,
la definizione e le eventuali richieste di riesame delle domande di
autorizzazione alla prosecuzione volontaria.le sedi territoriali dell’INPS possono solo accettare le richieste e farle proseguire telematicamente verso il Polo di Via Beethoven.
· la domanda di prosecuzione volontaria non è soggetta a termini di decadenza, fermo restando che la data della richiesta determina la decorrenza dell’autorizzazione ai relativi versamenti.
· la domanda di pensione respinta per carenza del requisito contributivo viene considerata come richiesta di prosecuzione volontaria. In tali ipotesi l’autorizzazione viene rilasciata d’ufficio, previa verifica di tutte le condizioni soggettive ed oggettive previste per la relativa concessione.
· requisiti contributivi (con i soli periodi assicurativi maturati nel Fondo IPOST)
a) almeno tre anni di contribuzione effettiva nel quinquennio precedente.
b) almeno cinque anni di contribuzione effettiva.
· la contribuzione maturata nel Fondo viene espressa in anni, mesi e giorni secondo i criteri dell’anno commerciale (un anno = 360. un mese = 30 giorni).
· poiché la contribuzione del Fondo viene invece accreditata in giorni, l’autorizzazione decorre dal giorno stesso di presentazione della domanda.
Qualora l’obbligo contributivo fosse ancora in corso al momento della domanda ma risultasse cessato alla data di definizione della pratica, la prosecuzione volontaria dovrà essere autorizzata posticipando d’ufficio la relativa decorrenza al primo giorno successivo alla cessazione stessa.
· l’autorizzazione alla prosecuzione volontaria permette la copertura di tanti contributi giornalieri quante sono le giornate non coperte, comprese nei sei mesi precedenti la domanda.
· l’aliquota contributiva dal 1° gennaio 2007 è del 32,65%. fra il 12-7-1997 ed il 31-12-2006 era del 32,35%.
· la contribuzione volontaria deve essere perentoriamente versata per periodi trimestrali (trimestri solari) entro e non oltre la fine del trimestre solare successivo a quello per il quale viene effettuato il relativo pagamento, e quindi entro:
Ø 30 giugno, per il primo trimestre (gennaio-marzo).
Ø 30 settembre, per il secondo trimestre (aprile-giugno).
Ø 31 dicembre, per il terzo trimestre (luglio-settembre).
Ø 31 marzo dell’anno successivo, per il quarto trimestre (ottobre-dicembre).
Per quelli versati in ritardo viene disposto il rimborso senza maggiorazione di interessi.
· con l’autorizzazione alla prosecuzione volontaria (notificata con Raccomandata AR) vengono inviati:
1) un bollettino MAV cumulativo, relativamente ai periodi arretrati.
2) un bollettino MAV per il trimestre in corso.
3) tanti bollettini MAV per quanti sono i trimestri successivi nell’anno di definizione della domanda.
· qualora il versamento volontario debba avvenire per un periodo inferiore al trimestre, l’interessato non potrà autoridursi l’importo, ma farsi autorizzare al versamento di una somma pari al prodotto tra il contributo giornaliero e il numero dei giorni relativi al minor periodo.
· Quando sia dimostrato che l’interessato non ha ricevuto il provvedimento di autorizzazione alla prosecuzione volontaria, possono essere rilasciati tutti i duplicati dei bollettini scaduti, Nell’ipotesi in cui si necessiti di bollettini MAV successivi ai primi, eventualmente smarriti, esauriti o non ricevuti, si potrà effettuare direttamente la stampa del bollettino utile al versamento del trimestre precedente a quello nel corso del quale sta effettuando la richiesta.
·
Le domande di autorizzazione alla prosecuzione
volontaria nel Fondo IPOST devono essere trattate utilizzando la procedura
appositamente realizzata in uso
esclusivo al Polo specialistico di Roma.
PER OGNI DOMANDA E PER UNA VERA ASSISTENZA,
RIVOLGETEVI AD UN PATRONATO.
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