Indirizzo mail

Puoi contattarci scrivendo a: cumpustela@gmail.com

giovedì 24 maggio 2012

Altro che chiusa! Questa partita è trucccata: non sono solo 65.000

Esodati, decreto pronto per 65mila
Bufera su Fornero: «E tutti gli altri?»

Mercoledì 23 Maggio 2012 - 19:54
Ultimo aggiornamento: 23:00

ROMA - I lavoratori salvaguardati rispetto all'aumento dell'età pensionabile saranno 65.000, per un fabbisogno finanziario complessivo di 5 miliardi e 70 milioni (dal 2013 al 2019): è quanto prevede la bozzadel decreto messo a punto dal ministro del Lavoro, Elsa Fornero. Il decreto è composto da otto articoli.
Fornero: per me una parte della partita è chiusa. «Per me una parte della partita è chiusa - ha detto Fornero - Ho inviato al mio co-firmatario (come ministro dell'Economia), il presidente del Consiglio Mario Monti, il decreto sui 65mila lavoratori salvaguardati rispetto all'aumento dell'età pensionabile».
I contenuti del decreto. Per la mobilità il contingente numerico previsto per coloro che potranno andare in pensione con le vecchie regole è di 25.590 persone, mentre per la mobilità lunga si prevede che i beneficiari siano 3.460. Per i fondi di solidarietà (a partire da quello del credito) i beneficiari saranno 17.710 mentre i prosecutori volontari previsti sono 10.250. I lavoratori esonerati dal servizio che potranno andare in pensione con le vecchie regole sono 950, mentre i genitori in congedo per assistere figli disabili che saranno savaguardati sono 150. Per accordi di incentivo all'esodo saranno salvaguardate 6.890 persone. Il limite del fabbisogno complessivo è individuato nella legge di conversione del decreto Salva-Italia. Il totale delle risorse è pari a 5.070 milioni di euro, così suddiviso: 240 milioni per l'anno 2013; 630 milioni per il 2014; 1.040 milioni per il 2015; 1.220 milioni per il 2016; 1.030 milioni per il 2017; 610 milioni per il 2018 e 300 milioni per il 2019.Resta fuori chi a dicembre era ancora in azienda pur avendo fatto un accrdo per la pensione. Potranno andare in pensione con le vecchie regole i lavoratori che entro il 4 dicembre 2011 erano già in mobilità e che raggiungono i requisiti entro il periodo di fruizione dell'indennità di mobilità (36 mesi per i lavoratori ultracinquantenni ma 48 per gli over 50 del Mezzogiorno). Potranno andare coloro che hanno prestazioni a carico dei fondi di solidarietà. Per coloro che hanno avuto l'autorizzazione alla prosecuzione volontaria e almeno un contributo versato al 4 dicembre i requisiti per la pensione con le vecchie regole dovranno essere ottenuti entro il 2013. Dovranno anche raggiungere i requisiti entro i prossimi 24 mesi i lavoratori che entro il 31 dicembre abbiano fatto accordi individuali o collettivi di incentivo all'esodo stipulati dalle organizzazioni maggiormente rappresentative (e comunque senza la mobilità) che abbiano lasciato il lavoro entro la fine del 2011.
Pd: il decreto Fornero non basta. «Il decreto del ministro Fornero che risolve il problema di 65mila persone non può bastare. Nessun lavoratore, tra quelli rimasti senza lavoro e che hanno visto allontanarsi anche di 5 o 6 anni il momento della pensione, può essere lasciato solo - dice Cesare Damiano, capogruppo Pd nella commissione Lavoro di Montecitorio - La commissione Lavoro della Camera ha cominciato la discussione di una nostra proposta di legge, sottoscritta da tutti i partiti che sostengono il governo, che si propone di allargare la platea dei lavoratori che potranno beneficiare dei vecchi requisiti pensionistici». Anche Stefano Fassina, responsabile Economia e Lavoro del Pd critica il decreto definendolo inadeguato: «L'errore compiuto dal governo nel decreto Salva-Italia va corretto interamente. Nessuno va escluso. L'iniquità profonda e le condizioni drammatiche di centinai di migliaia di uomini e donne vanno affrontate subito. Non possono rimanere nell'incertezza. Le risorse per coprire la spesa vanno trovate attraverso l'innalzamento dell'imposta sui capitali evasi e scudati. Perché si può cancellare il patto con chi ha 40 anni di lavoro alle spalle o 1.200 euro al mese, e non si può rivedere il vergognoso accordo fatto da Berlusconi, Tremonti e Bossi con i grandi evasori per 105 miliardi di euro?».
Moffa: si può attingere da 140 miliardi di risparmi. «La riforma, che è estremamente rigorosa, determinerà un risparmio, nei prossimi 10 anni, pari a circa 140 miliardi di euro - dice il presidente della commissione Lavoro, Silvano Moffa - E' sufficiente, quindi, prevedere un minor risparmio, di entità ridottissima, per sopperire a questa iniquità. Del resto, Monti aveva annunciato rigore ed equità e, del secondo elemento, finora, non si è vista traccia. Per il momento, sulla questione esodati il ministro resta arroccato sulle proprie posizioni: 65mila persone che rischiavano di restare senza lavoro e senza pensione sono stati salvaguardati. E tanto basti. Gli altri si arrangino. Entro fine maggio sarà emanato il decreto attuativo che consentirà alla platea individuata dal decreto Salva Italia (i suddetti 65mila, divisi tra esodati, mobilitati e afferenti a fondi di solidarietà) di andare in pensione secondo le regole precedenti alla riforma. Peccato che, da qui ai prossimi 4 anni, si troveranno in una situazione analoga, ma senza copertura, 130mila persone (300mila, secondo le stime più pessimistiche), come è emerso nel corso delle audizioni generali dell'Inps. I sindacati, dall'incontro col ministro Fornero, hanno ricevuto una pallida rassicurazione. La risposta, in pratica, è stata: "Vedremo". Ora, sperano nell'incontro con i gruppi parlamentari in commissione Lavoro fissato per mercoledì 30 maggio per trovare una soluzione». Una manifestazione di
Cgil: la partita è aperta, Fornero se ne faccia carico. «Se la partita esodati è aperta per il Parlamento, lo deve essere anche per il governo - dice la segretaria confederale della Cgil, Vera Lamonica - Il tono perentorio del ministro nasconde uno scarico di responsabilità e l'incapacità di farsi carico di uno dei più acuti problemi sociali, frutto della perdita di posti per la crisi e della sua riforma delle pensioni». Lamonica ribadisce la necessità che si diano «risposte per tutti» i lavoratori che rischiano di restare per anni senza lavoro e senza pensione. «Auspichiamo che in Parlamento si trovi un'intesa adeguata alla necessaria correzione delle norme ed alla relativa copertura finanziaria per dare la risposta che il Paese attende a tutta la platea di lavoratrici e lavoratori interessati - afferma Lamonica - ma il ministro non può far finta di ignorare che, come si è ampiamente dimostrato ieri nell'incontro tecnico, il suo decreto, così come illustrato e mai consegnato in lettura al sindacato, per adeguarsi al numero dei 65.000, che è una traduzione delle risorse disponibili e non dei reali aventi diritto anche in base alle norme così come sono, opera delle forzature evidenti nella interpretazione ed applicazione della sua stessa legge». Secondo la dirigente della Cgil, «non è da escludersi che le disparità di trattamento che così si verranno a determinare possano dare vita anche ad una ampia e diffusa stagione di contenzioso legale».
Idv: Fornero approssimativa, la partita non è chiusa. «Tornata in Italia, il ministro Fornero riprende ad affrontare, in modo approssimativo e sgangherato, temi delicatissimi come quello sugli esodati e sul sistema pensionistico - dice il responsabile lavoro e welfare dell'Idv, Maurizio Zipponi - Stiamo ancora aspettando il numero esatto e il relativo costo di quanti hanno firmato le proprie dimissioni individuali o collettive, basandosi sull'età e sui criteri di anzianità sul lavoro, come era previsto nel patto con lo Stato. E invece ora migliaia di persone rischiano di restare, per anni, senza stipendio e senza pensione. Dichiarare chiuso il problema degli esodati, come se si trattasse di un puro conto ragionieristico, significa considerare il valore delle persone, le loro aspettative di vita e i loro progetti nulla più che merce da buttare. Eppure, proprio ieri, in commissione lavoro al Senato, il governo ha accolto un ordine del giorno dell'Idv, impegnandosi alla copertura totale per tutti coloro che hanno sottoscritto accordi di esodo entro il 31 dicembre 2011. Non si può parlare di partita chiusa, aggrappandosi a un dato ancora indefinito e il ministro Fornero farebbe bene ad informarsi sulle responsabilità che il governo si assume di fronte al Paese».
(Leggi)

3 commenti:

  1. Ma siamo alla follia !! Se pur avendo presentato domanda di versamento contributi volontari all'Ipost,nel mese di maggio 2011 e per colpe non imputabili al lavoratore l'autorizzazione ai versamenti volontari è giunta solo ora,insieme ai bollettini di versamento, come facevo a pagare almeno un contributo al 4 dicembre 2011 !!!!!!!!!!!! C'è un disegno per tagliare il maggior numero possibile di lavoratori.

    RispondiElimina
  2. Siamo in piena DITTATURA.E'una grande VERGOGNA dall'alto dei loro introiti,tasche che spuppano banconote da 500 euro per rendere l'idea. Non si accorgono di quanto male CI stanno facendo. ORA BASTA siamo esseri umani come lo eravamo anche prima che arrivassero a DISTRUGGERE le nostre esistenze. No voto no niente non c'e' una briciola di comprensione e voglia di trovare una soluzione EQUA per tutti noi. raffaele c e la sua piangenta famiglia

    RispondiElimina
  3. Se pensa che la partita sia chiusa , credo che il Ministro si sbagli.E'appena iniziata!!!Paola

    RispondiElimina