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martedì 29 maggio 2012

«Brusco innalzamento dell'età pensionabile»

PENSIONI/ Esodati a rischio: di chi è la colpa?
martedì 29 maggio 2012
Fino a quando svolgerò la funzione di parlamentare farò il possibile per risolvere i problemi dei cosiddetti salvaguardati dagli effetti delle nuove regole contenute nella riforma delle pensioni proposta dal ministro Elsa Fornero. Il problema è noto: alcune categorie di (ex) lavoratori, usciti per diverse ragioni dal mercato del lavoro, rischiano, per effetto del brusco innalzamento dell’età pensionabile, di dover trascorrere un certo numero di anni senza poter accedere alla pensione e avendo esaurito, nel medesimo tempo, gli interventi di sostegno che a quell’appuntamento avrebbero dovuto accompagnarli senza soluzione di continuità.
On. Giuliano Cazzola - PDL
Si tratta dei lavoratori che, al momento dell’entrata in vigore del decreto Salva Italia, si trovavano in mobilità, in regime di prosecuzione contributiva volontaria oppure inseriti nei fondi di solidarietà (una sorta di prepensionamento istituito dal sistema bancario) o in aspettativa a stipendio ridotto dalla Pubblica amministrazione. Per costoro - inizialmente stimati in numero di 65mila, ma di cui non vi è cenno nel testo finale del provvedimento - fu stabilito che, a fronte di alcune condizioni e decorrenze, continuassero a valere i requisiti previgenti.
Nel decreto milleproroghe vennero estesi, per la prima volta, i medesimi benefici anche ai cosiddetti esodati, ovvero a quei lavoratori che avevano sottoscritto degli accordi di risoluzione consensuale del rapporto di lavoro in cambio della corresponsione di un incentivo in via di fatto ragguagliato ai mesi che li separavano dalla pensione. Per comprensibili motivi di carattere finanziario, questi nuovi soggetti furono inclusi nel perimetro degli altri salvaguardati senza incrementare le risorse stanziate a copertura. Per mesi, allora, si è discusso di quanti fossero, alla prova dei fatti, i cosiddetti salvaguardati (il termine corretto e comprensivo di ciascuna delle tipologie) e se le risorse - il dubbio era assolutamente comprensibile vista la dinamica degli eventi - fossero sufficienti a coprire tutte le esigenze.
Si aprì allora la guerra dei numeri allo scopo di definire quanti fossero i soggetti a cui applicare le deroghe. Furono messe in circolazione stime di dimensioni assai differenti, fino a quando il ministro Fornero non certificò che, nel 2012 e 2013, gli interessati sarebbero stati 65mila, per i quali la copertura finanziaria era dunque assicurata. La cosa non ha convinto i sindacati, secondo cui sarebbe coinvolto un numero almeno doppio. In verità, hanno un po’ ragione tutti: il ministro considera soltanto i casi che stanno all’interno dei 24 mesi successivi alla entrata in vigore del decreto, mentre i sindacati assumono una platea più ampia, comprensiva anche di coloro per cui dopo il 2013 sorgerà il problema di una qualche tutela, avendo esaurito tanto le protezioni pubbliche (gli ammortizzatori sociali) quanto quelle private (gli incentivi all’esodo, ecc.).
Proprio in questi ultimi giorni è in circolazione la bozza del decreto interministeriale che deve definire i criteri per riconoscere il diritto al mantenimento delle vecchie regole; dalle anticipazioni di stampa si avverte che il governo ha adottato delle regole molto rigorose, soprattutto ai danni di coloro che sono in prosecuzione volontaria (e che in tutti questi mesi hanno protestato meno degli altri). I sindacati, che hanno accusato il ministro di non avere ascoltato le loro richieste, domani incontreranno la Commissione Lavoro della Camera, dove sono incardinate diverse iniziative legislative in materia.
La cosa che merita di essere sottolineata, nel bel mezzo di un mare di polemiche, è la centralità assunta nei media (e di riflesso, anche nel mondo politico e sindacale) dalla vicenda dei cosiddetti esodati. È vero che, all’interno di questa orribile definizione (che evidentemente fa notizia) sono raccolti tutti i casi ritenuti meritevoli di salvaguardia. È indubbio, però, che gli esodati in senso stretto hanno una marcia in più, sono stati capaci di mobilitarsi, di attirare l’attenzione su di sé e di far assumere il loro problema dai vertici dei partiti. È giusto tutto ciò? Capisco che sto correndo il rischio di tirarmi addosso critiche feroci, ma non credo che si possa continuare a ripetere i soliti argomenti senza fare uno sforzo per approfondirli. Queste persone hanno delle preoccupazioni giustificate e serie, ma non è accettabile che rifiutino di assumersi ogni responsabilità - anche minima - per i loro atti.
Un lavoratore in mobilità non ha scelto di esserlo: vi è stato costretto. Lo stesso discorso vale per uno che ha perso il lavoro a seguito della chiusura della sua azienda, potendo usufruire, finché è durata, della sola indennità di disoccupazione. Un esodato, invece, ha ricevuto una proposta di risoluzione consensuale del rapporto di lavoro, corredata da un ammontare economico che gli consentiva di attendere la pensione, spesso per anni, senza dover lavorare, ma percependo comunque lo stipendio. Vi è stato costretto, ha subito pressioni, gli è stato fatto capire che gli avrebbero reso la vita difficile? Certamente. Immaginiamo però che il caso di Poste italiane (un ambiente fortemente sindacalizzato) sia diverso da Ibm o da Telecom. E sia più facile dire di no, a meno che non si consideri, al dunque, un vantaggio quello di diventare un esodato, alle condizioni date nel momento dell’accordo.
A me è capitato, per esempio, di ricevere moltissime mail da parte di ex dipendenti Ibm i quali esponevano tutti, con normalità, una situazione che a me pareva particolare: si erano dimessi prima dell’entrata in vigore del decreto maledetto, ma, decorrendo le dimissioni, dopo un periodo di aspettativa senza assegni, nel corso del 2012, costoro erano rimasti esclusi dalle norme di deroga. Alla fine mi sono fatto spiegare i motivi: si tratta di una condizione necessaria per mantenere una forma di assistenza sanitaria privata che l’azienda riconosce. A nessuno sfugge come preservare tale trattamento sia importante; ma può il legislatore farsi carico di tutto, trovare soluzioni ad personam o provvedere alle esigenze specifiche di piccoli gruppi? È capitato persino di leggere su di un grande quotidiano la lamentela di una signora che se la prendeva con i suoi genitori rei di averla denunciata all’anagrafe con qualche giorno di ritardo rispetto a quello della nascita, costringendola così, sessanta anni dopo, a perdere l’opportunità della deroga.
Il bello è che i conduttori e le conduttrici dei talkshow, che esibiscono esodati indignati, si guardano bene dal rivolgere loro la domanda che presenterebbero a chiunque: mi scusi, ma a quanto è ammontato il suo incentivo? Non tutti potrebbero rispondere come quel dirigente della Telecom, che mi è capitato di incontrare, a cui fu erogata un’extraliquidazione di 400mila euro lordi. Stiamo pure con i piedi per terra. Parliamo di Poste Italiane. La società, completamente a capitale pubblico, ha “esodato” (con dimissioni volontarie) nel triennio 2009-2011, 16,5mila dipendenti, tra quadri e impiegati, erogando loro, mediamente, un incentivo di 39mila euro lordi a copertura di una distanza media di 20 mesi dalla pensione. Se abbiamo fatto bene i conti si tratta di uno stanziamento complessivo di circa 64 milioni. Di questi esodati, 2,7mila (che hanno percepito un incentivo medio di 56mila euro) sono incappati nella rete della legge Fornero. L’incentivo era destinato a coprire 38 mesi in media; senza aggiustamenti normativi ne dovrà coprire 78; quasi il doppio. È evidente che chiunque si trovasse in una condizione siffatta sarebbe non solo preoccupato, ma parecchio adirato. E ne avrebbe tutte le ragioni. Ma con chi se la dovrebbe prendere?
Con il Governo certamente che ha voluto la norma, con il Parlamento che l’ha approvata. Ma a se stesso non ha nulla da rimproverare? Quando gli è stata fatta la proposta, non ha ritenuto un po’ disdicevole restare 40 mesi senza lavorare, incassando più o meno lo stipendio, magari a un’età di poco superiore a 50 anni? Un Paese che sta andando a gambe all’aria non può continuare a permettersi certi lussi. Il sistema pensionistico non può più essere il cavaliere mascherato che, alla fine, aggiusta tutti i torti che uno ha subito durante la vita. C’è anche una responsabilità personale di ciascuno di noi.

20 commenti:

  1. E tu allora, non ti vergogni di fare la morale a persone che comunque hanno compiuto atti legittimi, previsti dalla legge, e che sarebbero andati in pensione dopo aver lavorato oltre 35 anni e lasciato il posto a giovani.
    E ancora non ti vergogni di essere l'artefice delle ricostruzione onerose delle carriere retributive, dove addirittura rubate anni di contribuzione a chi ha dovuto cambiare ente previdenziale. La morale falla a chi fa le leggi, magari in campagna elettorale, non a chi le subisce.

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  2. CARO ON.CAZZOLA, SE NOI ESODATI DOVESSIMO RIMPROVERARCI QUALCOSA, E' QUELLA DI AVERE MANDATO AL GOVERNO PERSONE COME LEI, SE ANCHE NOI, COME DICE LEI, RIMANIAMO A CASA 40 MESI SENZA LAVORARE , PRENDENDO UN MISERO STIPENDIO (1.200 EURO AL MESE), LEI ED I SUOI SOCI POLITICI, STATE LI' PER ANNI, CON UNO STIPENDIO SPROPOSITATO, ANCHE RISPETTO AI VOSTRI COLLEGHI EUROPEI, QUINDI CREDO CHE UN PAESE CHE STA ANDANDO A GAMBE ALL'ARIA NON PUO' PERMETTERSI IL LUSSO DI AVERE MILLE POLITICI COME LEI A DIRIGERLO.
    LA RINGRAZIO DELLA SOLIDARIETA', A NOME DI TUTTI GLI ESODATI DI POSTE ITALIANE.
    CE NE RICORDEREMO QUANDO ANDREMO A VOTARE.

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  3. la colpa è di tutti quelli come lei che non capiscono i problemi della povera gente. l'importante è che state bene voi. Dio vede e provvede.

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  4. on Cazzola, lei non riesce a comprendere l'ansia e lo stress derivato da questi momenti. Molti dipendenti delle poste sono usiti dall'azienda con molto meno di quanto lei a espresso. Chi ha aderito al progetto mix non ha percepito neanche sei mesi di stipendio da fame delle poste. Si informi!

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  5. Autori del blog, per favore non pubblicate più considerazioni di questo individuo. non fà altro che offendere, è uno che non conosce l'ansia e la povertà. Gli auguro il doppio di quello che dirà di noi esodati.

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  6. On Cazzola, sono un esodato di poste, ma ci dica, secondo lei l'incentivo all'esodo che poste italiane ha fatto in prospettiva della pensione, è stato inventato dai dirigenti delle poste o è stato un accordo autorizzato dal governo di cui lei faceva parte?
    Certo che abbiamo anche noi le nostre responsabilità: il non aver imparato in tutti gli anni di lavoro a vedere dentro la sfera magica e sapere quello che sarebbe successo, per responsabilità, queste si, del suo governo che fino ad agosto 2011, se non sbaglio, negava qualsiasi esistenza di una crisi finanziaria e che i conti stavano a posto. Non se lo ricorda on Cazzola? Certo che avrà le critiche da tanti, ma di più voglio e spero che chi scriverà su questo blog gridi forte che Lei è un gran MASCALZONE!

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  7. CARO CAZZOLA,AVEVI SOSTENUTO IN UNA INTERVISTA TELEVISIVA CHE LA RIFORMA ANDAVA FATTA CON GRADUALITA' E CHE BISOGNAVA RITORNARE AL SISTEMA DELLE QUOTE PER SANARE LA QUESTIONE ESODATI.CHE ASPETTI!TU E GLI ALTRI PARLAMENTARI CHE SOSTENETE IL GOVERNO?NOI ESODATI DEL 53 DOBBIAMO AVERE GLI STESSI DIRITTI DEGLI ESODATI DEL 52. SALUTI

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  8. Onorevole Cazzola, Le consiglio di tapparsi la bocca e non fare piu' affermazioni di questo genere perche' sicuramente fara' perdere consensi al suo schieramento politico PDL (anche io militante, cosa che non faro' mai e mai piu'). Tornando alle Poste , io sono esodato Poste perlappunto, deve sapere che dall'avvento di un certo Sig Passera come amministratore delegato questo Ente e' andato in attivo da subito, per l'abnegazione e i sacrifici patiti dai dipendenti, per il passaggio da pubblico a privato. I soldi con cui ci hanno esodato non sono della collettivita' (vedi mobilitati, cassintegrati e affini) ma bensi' di Poste, perche' come dicevo prima i dipendenti hanno dovuto subire scossoni notevoli per adattarsi alla nuova realta' (da penna e calamaio e computer di ultima generazione. Si vada a guardare i ricevi che fa Poste Italiane. Non mi soffermo oltre, ma la prego di non sparare piu' cazzate di questo genere.

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  9. Cazzola, si vergogni!Evidentemente non ha idea di come funzionano "le cose" nelle aziende. Ma come ha vissuto, lei, finora?(la domanda è retorica)

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  10. On.le Cazzola, Poste aveva argomenti molto "pressanti" oltre ai soldi. Niente MBO, abbassamento delle valutazioni, convocazioni a Roma per seminari di "orientamento alla funzione manageriale", minacce larvate di licenziamento, trasferimenti di sede... sono un dirigente, se vuole le dico altre piccole amenità. Fino ad ora la sua analisi era diversa: evidentemente era solo di facciata e falsa, come forse la sua coscienza.

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  11. VITTORIO..SARDO SONO...CAPITO!!!!29 maggio 2012 alle ore 22:32

    SPERO CHE QUESTA MAIL VENGA PUBBLICATA, SONO INFATTI UNO SFIGATO POSTALE, SUPER INDIGNATO. E' VERO QUANDO HO FIRMATO LE MIE 38 MENSILITA' ERO FELICE UNA PERSONA FELICE NON DI POCO PIU' DI 50 ANNI, MA DI CIRCA 60, IL QUALE CON LA PSEUDO RIFORMA SI TROVA A PRENDERE PENSIONE IL 1° MARZO DEL 2020, CONTRO IL 1° MARZO DEL 2015 PREVENTIVATO.
    CONTINUO COL DIRE E INFORMARE MISTER CAZZOLA CHE NON SOLO, ALL'INTERNO DELLE POSTE CI SONO STATE DELLE PRESSIONI, MA GRAZIE AI SINDACATI DAI QUALI SIAMO STATI SPINTI, C'E' STATO BEN ALTRO... VEDI PROSPETTIVA DI TRASFERIMENTO... VEDI RETROCESSIONE DI LIVELLO... E VARIE...
    CHI NON HA DATO L'OK, OGGI, DALLA SARDEGNA, SI TROVA A LAVORARE IN CONTINENTE. HO CONOSCIUTO DEI QUADRI DI 1° LIVELLO AI QUALI E' STATA PROPOSTA IN ALTERNATIVA:
    L'ESODO... IL TRASFERIMENTO... IN ULTIMA ANALISI IL RIDIMENSIONAMENTO...
    ON. CAZZOLA NON E' UNA MINACCIA, MA UNA PROMESSA, AL MOMENTO OPPORTUNO CI RICORDEREMO DI LEI... SE NON L'AVESSE ANCORA CAPITO, SONO UN DIPENDENTE DI POSTE... INCAZZATO CONTRO TUTTO E CONTRO TUTTI....
    SARDO SONO... CAPITO!!!!!!

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  12. Lei ha fatto parte della banda BERLUSCONI (che per la cui colpa ci troviamo in queste condizioni, come del resto tutto il paese), invece di fare come il suo capo di dimettersi e chiedere scusa a tutti gli italiani, si permette di fare appunti stupidi, fatti da una persona che si ritiene idonea a far politica. Caro signor Cazzola se vuole facciamo a cambio: Io le dò il mio incentivo, e lei mi dà il suo stipendio con tutti i benefici. Vedrà che le farà bene sotto ogni punto di vista. GERRY.....

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  13. MA COME SI PERMETTE UN EMERITO IRRESPONSABILE E INCOMPETENTE COME DIMOSTA DI ESSERE CAZZOLA, DI PONTIFICARE E SINDACARE SULLA SITUAZIONE ESODATI? IO HO 59 ANNI HO LAVORATO 40 ANNI E VERSATO 38 ANNI DI CONTRIBUTI, MA PURTROPPO SONO UNA DONNA NATA NEL 53. QUANDO HO FIRMATO I PRIMI DI NOVEMBRTE 2011, ERANO IN VIGORE LEGGI DIVERSE E , COME TUTTI NOI, NON HO RUBATO NULLA A NESSUNO E LA PENSIONE ME LA SONO PAGATA DA SOLA. CARO CAZZOLA CONTINUI A DIFENDERE I SUO AMICI EVASORI E DISONESTI. PER QUELLE CATEGORIE C'E' SEMPRE UNA SOLUZIONI PER CINTINUARE A FARLI SGUAZZARE NELL'ORO MENTE CHI PAGA STA NEL FANGO. TORNI A DIFENDERE QUELLI COME LEI E NON SI PERMETTA NEMMENO DI MENZIONARE GENTE E FAMIGLIE CHE STANNO VIVENDO UN DRAMMA DI SOPRAVVIVENZA E DI SALUTE. SI VERGOGNI. E SI VERGOGNINO QUELLI CHE PENSANO DI RISOLVERE IL PROBLEMA INSIEME A LEI. DI ITALIANI COSI' NE FACCIAMO VOLENTIERI A MENO. SE POI PENSO CHE LA PAGHIAMO TUTTI NOI SFIGATI (PERCHE' I SUOI ESTIMATORI NON PAGANDO LE TASSE NON PAGANO NEMMENO LEI) MI VIENE PROPRIO DA DIRE CHE UN BEL TERREMOTO CI VUOLE DOVE STANNO TUTTI QUELLI COME LEI.MA NON C'E' GIUSTIZIA PURTROPPO. ESODATA POSTE 53

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  14. Caro onorevole Cazzola, perchè non rivolge queste sue affermazioni ai vertici di Poste Italiane che magari le sapranno dare le risposte migliori di quelle nostre. Noi ex postali siamo i veri esodati, senza ammortizzatori sociali nè mobilità nè cassa integrazione. Siamo esodati perchè costretti dalla nostra azienda, si informi
    buona giornata, ma lei non ha problemi a vivere bene!!
    esodata da massa carrara

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  15. E' vergognoso quello che va dicendo, ma purtroppo la politica italiana (l'avevamo capito da tanto ma speravamo sempre....) da anni pensa solo ed ESCLUSIVAMENTE al proprio orticello, le persone come noi, quelle che lavorano veramente, servono solo per far pagare le tasse. Ci avete ingannati dicendo che tutto andava bene, noi postali abbiamo firmato con il vostro Governo, con le leggi che avete fatto voi e adesso venite fuori con questi discorsi fuori luogo. Perchè avete permesso che queste leggi venissero approvate prima e poi annullate in maniera anticostituzionale, lasciando migliaia di persone vicine alla pensione sulla strada. Tanto, anche se la nostra digità di persona verrà schiacciata a voi cosa ve ne frega. Siamo comunque iscritti nelle liste elettorali ed i vostri bei soldi arrivano lo stesso (purtroppo). Ma adesso siamo arrabbiati, vi conviene pensare prima di parlare!!

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  16. EGREGIO ONOREVOLE, si vada a leggere ( se non lo ricorda, ma lei c'ERA)l'Audizione del presidente di Poste italiane SpA, Giovanni Ialongo,seduta del 25/3/2009 e troverà il piano triennale 2009/2011 di poste italiane, CHE AVETE APPROVATO ed ora annullato

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  17. Oltre che alla banda di Berlusconi questo signore tempo fa era pure sindacalista.!!! Camaleonte vergognati!!!Esodati postali

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  18. E'la fine!!! fregati da Poste Italiane, e dai sindacati che hanno
    fatto firmare accordi senza spiegare i rischi possibili.

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  19. ON. Cazzola, lei che parla tanto male di noi postali, perche' si limita alla superfice, senza capire che dietro ad ogni persona ci sono storie significative e peronali a volte gravi. Ho accettato 18 mesi di stipendio, senza piu' premi, tredicesima e quant'altro mi aspettava, non mi sento assolutamente una ESOSA, ad aver accettato,se vuole pero potrei mandare a casa sua , mia madre disabile da 5 anni a cui finora ho fatto da aiuto-badante, cosi'finalmente mi prendero' un po' di respiro.Paola

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  20. ON. Cazzola!!! ancora noi brava gente le diamo questo onore di chiamarla onorevole: se è vero che questa parola corrisponda ad onorare i bisogni dei cittadini per la quale e dalla quale lei è stato eletto! allora mi sa che dobbiamo cambiare aggettivo, perchè non ne è proprio degno. Che fine hanno fatto tutti i buoni propositi con la quale inizialmente ci aveva dato speranza, alla quale noi tutti avevamo creduto? Sono convinta che purtroppo lei viene da una scuola che ormai noi tutti conosciamo bene: promettere sempre e mantenere mai! volubili come il meteo; meno male che "IL BEL TEMPO E IL BRUTTO TEMPO NON DURA TUTTO IL TEMPO" sarà anche un gioco di parole...ma arriverà anche per lei il momento che dovrà farsi la valigia e abbandonare la poltrona tanto comoda e remunerativa; le auguro il prima possibile. Si ricordi, lei e tutti quelli che le somigliano che: LA DOVE FINISCE LA GIUSTIZIA TERRENA,INIZIA SEMPRE QUELLA DIVINA. UN'ESODATA FIDUCIOSA

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