Indirizzo mail

Puoi contattarci scrivendo a: cumpustela@gmail.com

domenica 13 maggio 2012

Finiti i soldi, manderemo i conti al Ministro Fornero. ,

Esodate: Clea Palagi e Antonella Narciso (foto Nizza)Senza lavoro, soldi e pensione «Manderemo i conti al ministro Fornero»
Si sfogano due ex dipendenti delle Poste che dal 2014 al 2020 dovranno vivere senza incassare neppure un euro
Esodate: Clea Palagi e Antonella Narciso (foto Nizza)
Massa, 12 maggio 2012 - E' kafkiana la storia di due ex dipendenti di Poste Italiane che avendo lasciato il lavoro in anticipo, secondo un accordo che avrebbe dovuto garantire loro un futuro sereno, si ritrovano a vivere un vero e proprio incubo: senza lavoro, senza pensione, senza soldi. Altro che futuro garantito. «Dopo 34 anni di lavoro mi ritrovo ad avere un futuro a rischio — si è sfogata con noi Antonella Narciso, 59 anni, ex quadro aziendale all’ufficio postale di Massa centro —. Se non cambierà nulla, da luglio del 2014 ad ottobre del 2020 dovrò vivere senza percepire un euro. L’unica speranza è che mio marito, che ha firmato un accordo analogo al mio nel 2010, rientri fra i graziati dal decreto Salva Italia».
L’incubo per Antonella, una lavoratrice esemplare, inizia «quando alla soglia dei 58 anni mi hanno proposto per la prima volta, nel gennaio dello scorso anno, l’uscita anticipata dal lavoro a due anni dalla pensione con un incentivo, così come è accaduto a tanti altri dipendenti dal 2004 in poi. Non ho accettato perchè decisa a continuare il mio lavoro. L’azienda non si è data per vinta e mi ha ripetuto la stessa proposta per altre tre volte. Alla fine, il 3 agosto 2011, dopo aver fatto bene i conti, ho accettato pensando che avrei potuto riposarmi e affrontare con tranquillità il futuro . E così dal 31 marzo di quest’anno sono una ex postale».
Cosa prevede l’accordo? «Mi hanno dato in una rata unica un incentivo all’esodo per accompagnarmi fino al luglio del 2014, mese in cui avrei dovuto percepire il primo rateo di pensione di vecchiaia avendo superato i 60 anni di età».
E invece?«Invece è successo che il 4 dicembre il ministro Fornero ha tirato fuori il decreto Salva Italia che ha innalzato l’età pensionabile di alcuni anni con effetto retroattivo. In sostanza ha annullato l’accordo stipulato con l’azienda. Adesso io mi ritrovo ad avere un vuoto sia contributivo che retributivo dal luglio 2014 ad ottobre 2020».
La ex dipendente ha già denunciato la sua situazione, simile a tante altre in Italia, nel corso di due trasmissioni televisive sul problema degli esodati. E’ stata, infatti, ospite insieme ad altri esodati a “L’aria che tira” su La7 e a “La vita in diretta”, su Rai Uno. «E a questa trasmissione di Marco Liorni — è la Narciso a parlare — ho partecipato martedì scorso, il giorno prima dell’incontro tra la ministra Fornero e i sindacati che non è servito ad altro che a confermare quanto già era stato detto: salvataggio solo per 65 mila degli oltre 300mila esodati segnalati dai sindacati».
Non è da trincea la ex dipendente di Poste Italiane ma non ne può davvero più: «Ho cresciuto con tanti sacrifici tre figli senza mai chiedere aiuto a nessuno ma ora la situazione è insopportabile. In casa non si dorme più. Così non si può andare avanti». Dopo lo sfogo il messaggio, chiaro: «Nel momento in cui non ce la farò più a sostenere le spese spedirò le rate del mutuo della casa e le bollette al ministro Fornero affinchè ci pensi lei. Non mi resta altro da fare».
Clea Palagi, 59 anni, massese, ex direttore di un centro di recapito a Pietrasanta, vive lo stesso problema. «I primi contatti con l’azienda li ho avuti nella primavera del 2010. Mi hanno proposto di andare in pensione. A quel tempo non mi interessava e quindi ho rifiutato. Nel gennaio del 2011 sono stata contattata di nuovo e mi è stata prospettata la pensione anticipata. In casa mia nel frattempo erano cambiate le condizioni e facendo due calcoli ho visto che mi sarebbe convenuto di più stare a casa che andare a lavorare. Quindi a metà aprile del 2011 ho firmato le mie dimissioni. Ero contenta della scelta che avevo fatto. Poi è arrivata la mazzata il 4 dicembre quando la ministra Fornero ha cambiato tutto. E ora ho una copertura economica, l’incentivo che mi ha dato Poste Italiane, che mi sosterrà fino al luglio del 2014. E poi fino al novembre del 2020, data in cui potrò percepire la pensione, come andrò avanti? Non mi resterà altro da fare che andare a casa della ministra e portare lì tutta la mia famiglia».
ALBERTO SACCHETTI
(Leggi)

Nessun commento:

Posta un commento