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lunedì 25 giugno 2012

Catricalà: Il problema sarà affrontato nella sua reale dimensione

Catricalà: «Se crolla l’Italia, salta l’euro: nessuno remi contro»
L'intervista/ «Non possiamo stare al governo a dispetto dei santi. Un Monti-bis? Se la maggioranza non tiene, la mossa tocca al Colle»
di Alberto Gentili
Antonio Catricalà
ROMA - Sotto le bordate di Silvio Berlusconi e le fibrillazioni del Pdl, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Antonio Catricalà non esclude la crisi: «Non possiamo restare al governo a dispetto deisanti». Ma apre all’ipotesi di un Monti-bis: «Decidere le elezioni anticipate è prerogativa del capo dello Stato e non credo vorrà rinunciarvi». E ad Angela Merkel dice: «La questione non è la solidarietà verso un Paese, ma sapere che se crolla l’Italia, crolla l’euro».
Lei è l’ufficiale di collegamento con i partiti, non starà passando ore serene...
«Effettivamente la fase non è facile. Molti provvedimenti sono in cantiere e il Parlamento deve approvare numerose misure. Insomma, c’è un certo affollamento. E presto le Camere avranno ulteriori materie su cui decidere».
Berlusconi sembra remare contro. Monti lavora per salvare l’Italia e l’euro dalla tempesta finanziaria e il Cavaliere propone di tornare alla lira o di cacciare la Germania. Non è di aiuto, non crede?«L’euro è uno strumento importante, irreversibile come ha detto il presidente al vertice con Hollande, Merkel, Rajoy. Non penso ci sia qualcuno che remi contro. Stando ai fatti abbiamo posto ventiquattro fiducie e se Berlusconi avesse voluto davvero remare contro, gli sarebbe bastato negarne una su ventiquattro. Quindi la realtà è diversa da quella che appare. Detto questo siamo qui a fare il nostro lavoro, ma non possiamo restare al governo a dispetto dei santi. Fino a che avremo la fiducia del Parlamento continueremo, quando non l’avremo più ne trarremo le conseguenze».
Il Pdl ha di fatto fissato una verifica subito dopo il vertice europeo di giovedì prossimo. Anche il Pd chiede «risultati». E se non arriveranno?
«E’ sbagliato avere una visione salvifica da fine o rinascita del mondo del vertice europeo. In Europa i cambiamenti non avvengono in modo istantaneo o radicale. I risultati si conseguono con un impegno costante e spesso si procede a piccoli passi. Questo deve essere chiaro a tutti per evitare brutti risvegli. Chiedere all’Europa di fare una repentina inversione di rotta in una sola riunione è chiedere ciò che difficilmente si può ottenere».
Però un aiuto dalle cancellerie europee potrebbe allungare la vita del governo. O no?
«L’Europa e i nostri partner non devono agire per aiutare noi, ma per aiutare se stessi. Solo un’Europa più forte e più unita ha futuro. La questione non è la generosità della Merkel, ma realizzare un meccanismo che tuteli i Paesi virtuosi dalla speculazione finanziaria. Tenendo presente che se crolliamo noi, crolla tutto. E che nessuno intende discostarsi dalla linea del rigore».
Monti aveva chiesto a Pdl, Pd e Udc compattezza per non perdere credibilità sul piano internazionale, i distinguo nella maggioranza arrecano danni?
«Spero di no, anche perché ciò che conta in Europa è il peso e la credibilità del presidente Monti. Ma è chiaro che i mercati guardano anche a quanto è coesa la maggioranza che sostiene il governo».
E si chiedono anche cosa accadrà dopo Monti. Vincerà il fronte anti-euro?
«Questa risposta non spetta a un tecnico, non tocca a noi fare previsioni. L’Italia avrà le sue elezioni e governerà chi avrà la maggioranza».
Berlusconi ora sembra puntare sul voto in ottobre, parla di democrazia sospesa...
«Certe cose le abbiamo sentite anche in passato. Ma come ricordavo, poi nei fatti per ben ventiquattro volte il governo ha ottenuto la fiducia. Nessuno di noi comunque è legato in maniera indissolubile al suo ruolo».
Potreste non dover attendere ancora a lungo per conoscere il vostro destino. Dopo il Consiglio europeo è attesa una resa dei conti nella maggioranza.
«E’ chiaro che la dove ci sono maggioranze difficili come la nostra, una decisione unilaterale può benissimo farci cadere. Se si affermerà l’idea che bisogna andare al voto, noi non potremo farci nulla. Ma se ciò accadrà poi spetterà al presidente della Repubblica decidere le successive mosse: lo scioglimento delle Camere è una sua prerogativa e non credo che vorrà rinunciarvi».
Cosa ne pensa dell’ipotesi di un Monti-bis, con ministri anche politici, sostenuto dal Pd, dall’Udc e dall’ala riformista e meno radicale del Pdl? La maggioranza non sarebbe più omogenea?
«La maggioranza di un governo tecnico è bene che sia la più ampia possibile. Ma anche in questo caso sarebbe necessario un passaggio dal Quirinale e dunque sarebbe indispensabile conoscere l’intendimento del capo dello Stato».
Il Pdl ha chiesto un rinvio per l’elezione dei membri del Consiglio di amministrazione Rai in Vigilanza. Cosa accade?
«La Rai è un’importantissima azienda nazionale che deve avere una sua governance e non la si può lasciare ancora a lungo in una situazione di incertezza».
Tarantola e Gubitosi, designati dal governo presidente e direttore generale, sono però a bagnomaria dall’8 giugno.
«Le dinamiche parlamentari non sempre coincidono con la tempistica del governo. E viceversa. Ad esempio il Parlamento ha fatto prima le nomine dell’Agcom e solo successivamente l’esecutivo ha formalizzato la scelta del presidente. Ciò detto, è ovvio che il governo ritiene che Tarantola e Gubitosi debbano assumere la guida della Rai».
Il governo ha zoppicato sulla riforma del lavoro e sulla questione degli esodati il Pd è andato all’attacco. La colpa è dell’inesperienza o del carattere di Elsa Fornero?
«Non vedo colpe o zoppie. La verità è che si tratta di una riforma di sistema molto importante e molto attesa e naturalmente ha avuto bisogno di una lunga fase di gestazione e di discussione. Noi non vogliamo stressare o soffocare il dibattito. Vogliamo solo un sì a un provvedimento tanto atteso dai mercati e dalle istituzioni europee. Sugli esodati Elsa Fornero ha illustrato chiaramente la situazione, senza alcuna omissione. Il problema sarà affrontato nella sua reale dimensione: per i 65 mila esodati già accertati la copertura c’è, nei prossimi mesi troveremo i fondi anche per gli altri 55 mila che si presenteranno».
Le modifiche alla riforma del lavoro verranno fatte dopo un congruo rodaggio, oppure subito usando il «veicolo» del decreto-sviluppo?
«Questa è materia oggetto di un confronto molto delicato con le forze parlamentari. Lo strumento da utilizzare e la tempistica verrà decisa con loro».
Con la riforma del lavoro scade la vostra mission?
«Ci sarebbe da rispondere: magari. Perché vorrebbe dire che avremmo portato a termine una grande operazione di riforma e di rinnovamento del Paese. Ma ancora molto c’è da fare: dobbiamo implementare e attuare il decreto salva-Italia e la legge sulle semplificazioni con una serie di regolamenti. In più dobbiamo effettuare lo start-up dell’Autorità dei trasporti, completare la delega fiscale e la spending review. A fare i tagli lineari sono buoni tutti, invece noi stiamo cercando dove si annidano gli sprechi per colpire unicamente la cattiva gestione del denaro pubblico senza diminuire i servizi ai cittadini. E speriamo di evitare l’aumento dell’Iva proprio grazie ai risultati della spending review».
Domenica 24 Giugno 2012 - 09:24
Ultimo aggiornamento: Lunedì 25 Giugno - 01:30
 
 

3 commenti:

  1. DALL'INTERVISTA A CATRICALA' SI DEDUCE CHE LA fornero CONTINUA IMPERTERRITA SUL SUO BINARIO 65000 PIU'55000.PER TUTTI GLI ALTRI...SI PENSERA' IN FUTURO.LA FARSA E' QUASI ALLA FINE...TUTTI NOI ESCLUSI NON MOLLIAMO E CONTINUIAMO A LOTTARE.INOLTRE AI POLITICI CHE CI HANNO ILLUSO ED INGANNATO DIAMO UNA SONORA LEZIONE QUANDO SI ANDRA' ALLE URNE.ESODATA53

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  2. E' proprio vero che rimane sulla carreggiata dei primi mesi dell'anno e di li' non si smuove. Secondo me e' un grave errore non ascoltare le proteste di chi si trova in questa situazione e tutti i giorni lo fa presente senza avere in cambio la dovuta attenzione.Paola

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  3. SIAMO NELLE MANI DI GENTE COME FORNERO MONTI CATRICALA' E POLITICI COLLUSI CHE ORA PENSANO SOLO ALLE LORO STRATEGIE ELETTORALI. E' DAVVERO DEPRIMENTE. SI STANNO SERVENDO DI NOI PER RICHIAMARE GLI ASCOLTI E AVERE CONSENSI, MA NON IMPORTA NULLA A NESSUNO. E NESSUNO VUOLE RISOLVERE IL PROBLEMA CHE FRA UN PO' CADRA' NEL DIMENTICATOIO E SE LO TERRA' CHE CE L'HA. E NOI LI VOTIAMO E LI PAGHIAMO PER PORTARE AVENTI LE NOSTRE PROBLEMATICHE E PR FARCI GESTIRE!. A QUESTO PUNTO NON CI SONO PIU' PAROLE PER ESPRIMERE IL DISGUSTO CHE PROVOCANO QUESTI PERSONAGGI. ESODATA POSTE 53

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