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giovedì 21 giugno 2012

Esodati, in Campania sono 23 mila a rischio

Esodati, in Campania sono 23 mila a rischio
Non c'è copertura finanziaria, monta la protesta
Intanto per il sisma in Emilia si ferma Pomigliano
I NUMERI DELLA MINISTRA FORNERO E I CASI CRITICI DI ALENIA E IRISBUS
Esodati, in Campania
sono 23 mila a rischio
Non c'è copertura finanziaria, monta la protesta
Intanto per il sisma in Emilia si ferma Pomigliano
Emanuele Imperiali21 giugno 2012
NAPOLI — Un vero pasticcio. I numeri sono ancora ballerini, ma, prendendo per buona la stima fatta dall'Inps, pur se contestata duramente dal ministro del Lavoro Elsa Fornero, su poco meno di 400mila esodati italiani, circa 30mila sono in Campania. Tante, tantissime anzi, persone che, dopo la dura riforma approvata dal governo Monti appena insediato che ha reso molto più stringenti le regole per accedere alla pensione, sono rimaste senza lavoro e senza assegno previdenziale. Ma chi sono i 30mila campani che si trovano oggi in questa situazione? La maggior parte dei lavoratori a rischio sono quelli delle aziende medio grandi in crisi, gran parte delle quali hanno stabilimenti diffusi in tutta la regione: si va dai 386 esuberi a livello nazionale di Agile/Eutelia ai 747 di Alenia, dai 653 di Fiat Irisbus ai 640 di Termini Imerese, ai 1.240 dipendenti di Fincantieri, ai 230 di Selex Elsag, ai 495 di Wirpool, ai 569 della Sigma Tau, ai 1000 di Alcoa. Di questi esodati la maggior parte in Campania è costituita da ex dipendenti dell'Alenia e dell'Irisbus: nelle due realtà industriali ne sarebbero, infatti, a livello regionale almeno 700. Ai quali poi vanno aggiunti quelli dell'indotto della Fiat, Fincantieri, Atitech, Sagit, e gli ex dipendenti delle Poste che a queste latitudini sono tra 1.500 e 2.000. Senza considerare i tanti esuberi delle banche, che solo pochi giorni fa hanno effettuato una manifestazione di protesta a Napoli.
Di questi 30mila in Campania solo 7mila rientrano tra i 65mila esodati salvati dalla Fornero in quanto autorizzati ad andare in pensione con le vecchie regole. Chi sono costoro, i più fortunati? I 65mila lavoratori salvaguardati con il decreto Monti-Fornero dei primi giorni di giugno sono coloro che avevano già maturato i requisiti a fine dicembre dello scorso anno e quindi prima dell'entrata in vigore della riforma. Oltre a tutti quelli che, o in mobilità o che hanno cessato il lavoro in seguito ad accordi individuali o collettivi, andranno in pensione entro fine dicembre del 2013, comprese le persone che sono state ammesse alla prosecuzione volontaria della contribuzione, ma sempre pensionabili entro il termine massimo di 24 mesi. È questa tagliola della maturazione del requisito previdenziale entro due anni a escludere di fatto dai benefici gran parte degli esodati. Ecco perché due giorni fa in Parlamento la Fornero, su pressione di tutte le forze politiche, sia quelle che sostengono il governo che quelle di opposizione, ha aperto alla possibilità di inserire in un altro elenco ulteriori 55mila lavoratori, di cui 40mila in mobilità a seguito di accordi sindacali stipulati entro il 31 dicembre 2011, tra i quali ci sono gli operai di Termini Imerese, 1.600 ex bancari che nei piani di esubero delle aziende di credito hanno avuto accesso ai fondi di solidarietà, 7.400 che avevano proseguito la contribuzione volontaria la cui pensione decorrerà nel 2014 e 6mila che avevano cessato il lavoro entro il 31 dicembre del 2011 in seguito ad accordi individuali o collettivi, il cui assegno previdenziale decorrerà nel 2014.
Quanti di questi 55mila siano in Campania ancora non si sa ma sicuramente saranno qualche migliaio. Ne restano comunque nella regione almeno 20mila il cui futuro da esodati è davvero molto incerto anche perché le opportunità occupazionali nelle regioni meridionali sono davvero poche per non dire nulle, costoro hanno già raggiunto una certa età e ciò non facilita la ricerca di un lavoro alternativo, mentre l'attuale copertura assistenziale, costituita dal trattamento di cassa integrazione o di mobilità, rischia di finire in tempi molto rapidi. In una regione dove attualmente ci sono almeno 83mila posti di lavoro a rischio, secondo le più recenti stime sindacali, con oltre 600 vertenze aperte, di cui 575 nel solo settore industriale, e dove l'edilizia sta subendo i contraccolpi più pesanti della crisi con più del 60% delle aziende di costruzione in ginocchio, la questione esodati non fa altro che spargere ulteriore sale su ferite già aperte e purulente. Ecco perché il tema esodati sarà, insieme a tutti gli altri che caratterizzano la crisi economica campana, al centro della manifestazione nazionale già indetta per il 2 luglio prossimo a Napoli alla quale parteciperanno i segretari generali della Cgil, Susanna Camusso, della Cisl, Raffaele Bonanni, e della Uil Luigi Angeletti.

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