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venerdì 22 giugno 2012

Seimila esodati saranno a carico delle imprese

Ancora aumenti per il costo del lavoro
Seimila esodati saranno a carico delle imprese
di Daniele Cirioli 22 Giugno 2012
Due certezze e molte ipotesi sulla questione esodati. Per adesso è certo che sono molti di più dei 65 mila previsti dalla riforma delle pensioni e dalla bozza del relativo decreto attuativo; e che, per una parte almeno di loro (200 mila secondo l’Inps, 6 mila per il ministro del lavoro), saranno le imprese a doversene fare carico finanziariamente, mediante aumento del costo del lavoro (aumento aliquote contributive) come previsto dal decreto Milleproroghe. Le certezze arrivano dalla relazione letta ieri alla Camera, in replica dopo l’intervento al Senato, dal ministro del lavoro, Elsa Fornero. Sulle modalità risolutive del problema, invece, il ministro ha fatto solo ipotesi, rinviando la decisione ad un confronto con parlamento e parti sociali.
Il governo dà i numeri
esodati.jpgLa questione esodati interessa i “lavoratori che meritano, pur con costi per la collettività, di essere salvaguardati dagli effetti del recente inasprimento dei requisiti per il pensionamento” (definizione del ministro del lavoro). Una questione nata con l’ultima riforma delle pensioni e fortemente spinta dal sindacato (soprattutto Cgil), ma che esplode con tutto il suo fragore l’indomani della diffusione di un rapporto “top secret” dell’Inps, contenente proiezioni sui lavoratori interessati molto superiori alle stime governative. Il governo ha sempre sostenuto la cifra di 65 mila lavoratori interessati, per lo meno con riferimento a quelli che andranno in pensione entro il 2014 (dati indicati nella prima colonna della tabella in pagina), come stabilito anche dalla bozza di decreto attuativo. Il rapporto dell’Inps, invece, fa lievitare il numero alla cifra di 390.200 lavoratori (dati indicati nella seconda colonna della tabella in pagina). Negli interventi in Parlamento, il ministro Fornero ha fornito una nuova stima dei dati, come mezza ammissione di “colpa” da parte del governo, che aggiunge ai 65 mila già previsti altri 55 mila lavoratori (dati indicati nella terza colonna della tabella in pagina), per un totale complessivo di 120 mila soggetti.
Non c’è spazio per tutti
Passando alle soluzioni il ministro Fornero ha elencato soltanto ipotesi e nulla di concreto. Una cosa soltanto ha indicato con precisione ed è il principio ispiratore che dovrà guidare la ricerca della soluzione al problema. Il ministro, in particolare, ha affermato che bisognerà tener conto “delle diverse platee” di soggetti interessati (lavoratori in mobilità, lavoratori autorizzati alla prosecuzione volontaria, ecc.), in maniera tale che la soluzione non dovrà “necessariamente consistere per tutti in una deroga alla nuova disciplina pensionistica”. In altre parole, dunque, sembrerebbe che il ministro abbia in mente soluzioni diverse per le diverse platee di soggetti, escludendo a priori che a “tutti” vada concesso il beneficio del prepensionamento mediante applicazione dei requisiti pensionistici vigenti fino all’anno 2011. Vediamo.
Lavoratori in mobilità
Potrebbe essere questa la platea di soggetti più fortunata. Il ministro, infatti, ha espresso la volontà “di salvaguardare innanzi tutto i lavoratori interessati da accordi collettivi, in specie sottoscritti con l’ausilio dello stesso governo attraverso il ministero del lavoro e quello dello sviluppo, dato che l’approvo alla pensione al termine della mobilità era in questi accordi considerato elemento essenziale per la loro stessa conclusione”.
Aumento del costo del lavoro?
Per la platea di lavoratori che hanno risolto il rapporto di lavoro con incentivi all’esodo (ultima riga in tabella), il Milleproroghe (articolo 6-bis del dl n. 216/2011 convertito dalla legge n. 14/2012) già prevede la copertura finanziaria mediante incremento delle aliquote contributive a carico dei datori di lavoro. Nella relazione il ministro Fornero non ha smentito questa ipotesi (del resto è una norma di legge), tuttavia ha garantito che non sarà questa la strada “unica” per risolvere il problema di “tutti” gli esodati, ossia con riferimento a tutte le platee di lavoratori.
Le altre categorie
Con riferimento alle altre platee di lavoratori, il ministro ha ipotizzato la soluzione di circoscrivere temporalmente la salvaguardia a coloro che:
a) maturano il diritto alla pensione entro il 2014;
b) oppure hanno superato una certa soglia di età, quale potrebbe essere per esempio (ha aggiunto a voce il ministro, ieri, alla Camera), i 62 anni.
IL GOVERNO DA’ I NUMERI
Esodati
Bozza decreto
Rapporto Inps
Dati ministro
Lavoratori in mobilità che maturano i requisiti di pensionamento entro il periodo di fruizione dell'indennità e lavoratori in mobilità lunga al 4 dicembre 2011
29.050
45.000
40.000
Lavoratori a carico di fondi di solidarietà
17.710
26.200
1.600
Lavoratori autorizzati ai contributi volontari al 4 dicembre 2011
10.250
133.000
7.400
Dipendenti pubblici esonerati dal servizio al 4 dicembre 2011
950
2.670
Lavoratori genitori di figli con grave disabilità in congedo straordinario al 31 ottobre 2011 (1)
150
3.330
Lavoratori che hanno risolto il rapporto di lavoro entro il 31 dicembre 2011 con accordi individuali o collettivi di incentivo all’esodo (2)
6.890
180.000
6.000
Totale
65.000
390.200
55.000

1) Se maturano, entro 24 mesi dall’inizio del congedo, il requisito contributivo unico per la pensione di anzianità (pensionamento indipendentemente dall'età anagrafica).
2) Se, entro 24 mesi dal 6 dicembre 2011 (entrata in vigore del dl n. 201/2011), maturano il diritto alla decorrenza della pensione (quindi diritto alla pensione più ‘finestra’).
Tratto da ItaliaOggi
(Leggi)

1 commento:

  1. TUTTI GLI ESODATI POSTALI DEVONO ESSERE SALVAGUARDATI.NON SI POSSONO FARE DISTIZIONI DI CLASSE:52 O 53 HANNO TIRATO LA CARRETTA INSIEME. ESODATO 53

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