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sabato 14 luglio 2012

Intervista a Marinelli (Cisl)

Esodati: da decreto a decreto. Intervista a Marinelli (Cisl)
Da ieri sera il decreto interministeriale del 20 giugno scorso ha avuto l’ok definitivo dalla Corte dei Conti e quindi viaggia verso la Gazzetta Ufficiale per la sua pubblicazione ed entrata in vigore. Da quel giorno i lavoratori interessati avranno 120 giorni di tempo per presentare domanda di pensione e verificare se rientrano nei 65.000 salvaguardati.
Per fare il punto sulla questione abbiamo intervistato Angelo Marinelli, coordinatore del Dipartimento della Cisl Confederale che si occupa (anche) di previdenza. Marinelli, segue le tematiche della previdenza da 14 anni e, recentemente, ha curato assieme a Maurizio Petriccioli e Valeria Picchio, per le Guide e Manuali di Edizioni Lavoro “Le Pensioni Dopo La Riforma Monti-Fornero” con la prefazione di Raffaele Bonanni.
Ora il governo ha aggiunto nel DL sulla revisione della spesa pubblica con l’art. 22 una ulteriore quota di salvaguardati, 55.000. Chi sono nel dettaglio?
Il provvedimento prevede l’allargamento della salvaguardia dall’applicazione dei nuovi requisiti previdenziali anche per i lavoratori destinatari di accordi collettivi relativi alla gestione delle eccedenze occupazionali siglati in sede governativa entro il 31/12/2011, ancorché non ancora cessati dal lavoro o collocati in mobilità alla data del 4/12/201, discriminando però di fatto i lavoratori beneficiari di accordi siglati a livello territoriale.
Vengono migliorate le norme di salvaguardia per i lavoratori beneficiari di accordi di incentivo all’esodo cessati dal lavoro entro il 31/12/2011 e per i soggetti autorizzati al versamento dei contributi volontari prima del 4/12/2011,: gli uni e gli altri potranno continuare ad accedere al pensionamento secondo i requisiti previgenti alla riforma a condizione che il relativo trattamento pensionistico decorra entro 36 mesi dall’entrata in vigore del decreto legge 201/2011 (anziché 24 mesi come già previsto nelle precedenti deroghe), ovvero entro il 6 dicembre 2014. Infine, viene confermata la deroga all’applicazione dei nuovi requisiti per i lavoratori titolari di prestazioni a carico dei fondi di solidarietà di settore sulla base di accordi collettivi stipulati entro il 4/12/2011, anche se collocati nel fondo successivamente a tale data, ferma restando la permanenza nel fondo fino al 62° anno di età.
Le confederazione hanno inviato lo scorso 7 giugno alla Commissione Lavoro della Camera una lettera in cui si fa il “catalogo” delle diverse tipologie di esodati (7 per la precisione). Considerando gli effetti dei due provvedimenti del governo quali sono i risultati e le carenze sotto il profilo della tutela per ognuna delle tipologie?
Il Governo finora si è mosso all’interno delle fattispecie e delle situazioni già salvaguardate dal decreto legge “Salva Italia”. I miglioramenti contenuti nel provvedimento sulla spending review si muovono sostanzialmente nella stessa direzione ma il punto è che si parte dalle cifre e dai vincoli finanziari, anziché dai problemi reali che i soggetti coinvolti si trovano a vivere, con il risultato di produrre ulteriori iniquità, come nel caso della norma che amplia le deroghe per soli i lavoratori beneficiari di accordi di gestione delle eccedenze occupazionali siglati in sede governativa, oppure come nel caso del vincolo che impedisce agli esodati o ai soggetti autorizzati al versamento della contribuzione volontaria una successiva rioccupazione, ancorché saltuaria, per poter godere dell’allungamento del periodo, fino a 36 mesi, entro il quale poter fruire della decorrenza del pensionamento con i vecchi requisiti pensionistici.
Ci sono, inoltre, situazioni che non sono state considerate dalle deroghe, come nel caso di coloro che sono stati licenziati al di fuori di accordi individuali e collettivi e per i quali non è stata prevista alcuna salvaguardia. Infine, resta per noi indispensabile che si faccia chiarezza e venga confermato il diritto dei lavoratori e delle lavoratrici che avevano maturato 15 anni di contributi entro il 1992 ad accedere alla pensione con i vecchi requisiti.
Molti degli interessati si rivolgono alle sedi sindacali, specie ai patronati, per avere chiarimenti sulla loro situazione. Al momento però nulla è ancora chiaro. Che cosa manca per avere un quadro completo che sia confrontabile con la singola situazione del lavoratore esodato?
Bisognerebbe avere il coraggio di convocare il sindacato e di individuare una soluzione complessiva e strutturale che superi sovrapposizioni e dubbi interpretativi ma finora tutte le soluzioni individuate sono maturate all’interno di una visione unilaterale da parte del Governo, finalizzata esclusivamente agli obiettivi di risparmio previdenziale e al di fuori di un confronto con il sindacato che avrebbe consentito di tenere conto delle ricadute e delle emergenze sociali.
Proprio nei giorni scorsi c’è stata un’ulteriore significativa presa di posizione da parte del nostro Segretario generale: i risparmi previdenziali ottenuti tramite la riforma ammontano a circa 140 miliardi di euro nei prossimi 10 anni, una cifra consistente ottenuta prevalentemente con i sacrifici dei lavoratori dipendenti e dei pensionati. Per questo non è irrealistico pensare di poterne utilizzare una piccola parte per trovare soluzioni più eque ed adeguate ai problemi dei lavoratori “esodati”.
Dopo il provvedimento sui 55 mila cosa si attende il sindacato ancora dal governo in questa materia?
La posizione della Cisl è stata chiara fin dall’inizio: la riforma avrebbe dovuto essere realizzata in modo più graduale e comunque in maniera tale da evitare il verificarsi di situazioni in cui per effetto dell’innalzamento repentino dei requisiti di pensionamento i lavoratori cessati dal lavoro rimanessero senza occupazione e nell’impossibilità di agganciare i nuovi requisiti pensionistici.
Continuare a proporre soluzioni condizionate da un calcolo numerico o da vincoli quantitativi non risolve i problemi aperti, alimentando tra l’altro un clima di incertezza e di panico fra i soggetti interessati che rende ancora più pesante la gestione dell’attuale situazione economica e sociale.
Peraltro, mentre da un lato il Governo utilizza proprio i prepensionamenti e le deroghe per risolvere i problemi di eccedenza del personale nelle pubbliche amministrazioni, dall’altro si mostra rigido ed intransigente di fronte ai casi di gestione collettiva delle eccedenze occupazionali nelle imprese, che visto l’attuale momento, richiederebbero una maggiore gradualità nell’applicazione della riforma.

13 commenti:

  1. 65000 salvati entro il 2013,55000 da salvare entro giugno 2014,gli altri 260000 circa a fare da vittime sacrificali, senza reddito e senza pensione.I mendicanti di domani.Più tempo passa e meno se ne parlerà.tanto è il destino del mondo: ha iniziato Abramo e ad oggi si è concluso con gli esodati.

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  2. Marinelli della CISL, ma quando ci darete chiarimenti relativa alla nostra situazione di esodati di poste italiane.Siete il maggiore sindacato di PT,insieme all'azienda avete fatto accordi di incentivo all'esodo,e dopo ci avete abbandonato nel limbo.Dopo l'uscita di questo decreto attivatevi in modo da dare chiare informazioni a tutti gli esodati.

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  3. Questo governo crea pasticci proprio perche' non ritiene valido lo strumento della concertazione.e i soli noti ne pagano le conseguenze.

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  4. insomma, più passano i giorni e più vado in paranoia: qualcuno sa dirmi se io, postale esodata del 1953, a casa dal 31 12 2011 con 38 anni e 5 mesi di contributi, ho speranza di essere negli ultimi 55.000?grazie maria 1953

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    1. non è chiaro neanche io riesco a capire : sono nata a febbraio 1953 e licenziata ad agosto 2011- sarei andata in pensione a febbraio 2013 data di maturazione dei requisiti vecchie norme e decorrenza pensionistica a giugno 2014!!! con questi requisiti dovrei rientrare nel secondo "lotto dei 55.000" - e in tale caso devo presentare una domanda? insomma sempre piu pasticciata!! La soluzione era cosi semplice! purtroppo abbiamo a che fare con dei laureati che rendono complicato ciò che è semplice!

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  5. Spett segreteria cisl e responsabili vari che per anni abbiamo pagato la tessera e nella quale abbiamo riposto tanta fiducia anche al momento della firma della risoluzioe del contratto in Poste Italiane: Per cortesia qualcuno che ne sa più di quanto io non sono riuscita a capire fino adesso mi vuole spiegare come possono parlare di mandare gli esuberi degli statali con le vecchie regole e io e tanti altri che siamo usciti dal lavoro nel dicembre de 2010 con contributi sufficiente per accedere alle vecchie regole ne rimaniamo fuori dai salvaguardati solo per avere la sfortuna di avere iniziato a lavorare a soli 15 anni e non rientrare nei 36 mesi di deroghe che la sig. Fornero ha deciso per la maturazione dell'età (cioè 60 anni)per il diritto all'assegno di cui E' UN NOSTRO DIRITTO. E'possibile che con i nostri soldi che per tanti anni abbiamo versato si debba pensare a sanare il debito pubblico che altri hanno contribuito a far crescere smisuratamente? Se un padre dovesse sciegliere tra il far morire di fame i propri figli e pagare la bolletta, penso che prima salverebbe i figli e poi pagherebbe il debito! Da quel che si sente dire, c'e l'imbarazzo della scelta dove poter attingere senza far pesare su chi non può nemmeno fare la spesa per mancanza di risorse sol perchè la ministra non è in grado di amministrare un capitale che appartiene solo esclusivamente ai lavoratori. GRADIREI tanto... tanto... tanto... che voi dei sindacati tutti! che dite di stare dalla parte dei lavoratori che siete la nostra voce e noi il vostro sostentamento non dimenticaste tutti coloro che rimarranno fuori da queste ingiuste deroghe che trattano noi lavoratori con una disuguaglianza inaudita. esodata poste 17

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    1. credo e spero che tutti gli attori che trattano la materia esodati (governo, partiti, sindacati ecc. ecc.) per salvaguardare tutti i postali esodati che si trovano nelle nostre condizioni ( siamo tantissimi, circa 1300 che siamo rimasti fuori dalla salvaguardia)debbono equipararci a coloro che si trovano in mobilità lunga.
      Giuseppe 53

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    2. si, sei salvaguardata, auguri
      Giuseppe53

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  6. per salvaguardare coloro che hanno fatto i furbetti nell'avere firmato accordi dopo il 6.12.2011 e per quelli che dopo la stessa data si trovano magari ancora a lavoro e percepiscono uno stipendio, succede che: migliaia di esodati che da molto tempo prima sono rimasti senza reddito perché sono stati privati del lavoro prima della riforma 214/2011 e aveva le carte in regola per essere salvaguardati, (cosa che sempre è stata fatta ad ogni precedente riforma previdenziale)saranno penalizzati e resteranno senza sostegno perché matureranno i requisiti dopo il 2014- E' giustizia questa? oltre al danno che da molto tempo non hanno reddito, vengono beffati di chi fino all'ultimo ha avuto la fortuna di lavorare.
    Silvio

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  7. Maledetto il giorno in cui questa signora è entrata nelle nostre vite e ci ha tolto tutto!!! futuro e dignità! E' da piu di 7 mesi che ci fa vivere ogni giorno nella disperazione!!
    e Maledetti tutti quelli che annestetizzati dalla cura Monti hanno fatto passare questa sciagurata riforma!! l'unica del governo dei tecnici che sia stata approvata!! un vero e proprio scempio!

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    1. non solo, e' pure maledetto il giorno in cui e' nata lei e tutti quelli come lei,vedi monti ecc, ma se c'e' una giustizia divina dovra' pur pagare per il male che ci ha fatto.

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  8. vorremmo ricordare a nostri parlamentari che il sig. Monti ha preso un'impegno solenne davanti le camere, che avrebbe risolto il problema degli esodati. Parlamentari esigete che cio' avvenga subito, noi esodati non possiamo trscorrere altri mesi in queste condizioni siamo stremati. CHIEDIAMO SEMPLICEMENTE GIUSTIZIA SOCIALE

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  9. Poste Italiane l'artefice di tutto ciò e il beneficiario di tanti nostri sacrifici, dove sta? Sono io che non riesco a vedere nessun straccio di articolo ,o è veramente cosi che di noi se ne sta altamente infischiando! Le uniche dichiarazioni fatte risalgono al momento che qualcuno ha vociferato che le aziende avrebbero dovuto riprenderci in servizio e loro non hanno fatto attendere la risposta ,dicendo che questo era da escludere categoricamente; Non solo: hanno continuato a mandare a casa altri dipendenti assumendo i loro figli e dando loro un incentivo all'esodo abbastanza consistente; Senza rivolgere un pensiero a chi un lavoro non ce la più non può accedere alla pensione ed è impossilitato a tornare a lavorare, vuoi perchè le aziende anno dato L'ALT e vuoi perchè un'altro lavoro non si trova per i nostri figli figuriamoci per i genitori già attempati ed anche acciaccati. Qualcuno faccia al più presto qualcosa per favore! Perchè i soldi che lo stato risparmierà per le nostre pensioni li dovrà spendere in cure, perchè il nostro stato pischico è oramai stremato da mesi, e sappiamo bene che somatizzare le angosce generalmente porta a danni fisiologici. Ci auguriamo, che almeno questo ci venga risparmiato e che una soluzione per tutti arrivi il prima possibile. ESODATA POSTE 17

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