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domenica 22 luglio 2012

«La crisi e gli esodati»: il racconto di Calcagnì
Scritto da Antonio Calcagnì (poeta e storico di Guagnano) - Domenica 22 Luglio 2012 08:35
Ventisette del mese di luglio del 2012! Fausta data per chi riscuote uno stipendio, un salario o una pensione, meglio se sono due: data di disperazione per i precari, di suicidio per i licenziati.
Siamo nella famiglia d’un povero esodato, un certo Esposito Pasquale.
Nel suo alloggio i contatori della luce, del gas, dell’acqua, del telefono, con annessi e connessi, quali affitto o mutuo per la casa, le immancabili rate dell’auto, girano vorticosamente; e continuano a girare inesorabilmente anche se non gira di chi dovrebbe… pagare. E’ un’ossessione per il povero Pasquale pensarci su impotente, licenziato, anzi esodato. Siamo alla vigilia del fatidico giorno, e per il poveraccio è una triste esperienza, molte miserie saranno messe a nudo, avvilite, depresse. Vedrà sfilare una processione di collettori, esattori, riscuotitori di bollette far ressa davanti la porta…e che puntualità! E Pasquale, l’esodato, che cosa farà? Giungono le ombre della sera che precede la resa dei conti: neppure un euro sotto il guanciale! Una donna lo guarda negli occhi, smarrita; non parla però è molto eloquente; lui, nel suo silenzio è più loquace di lei. Si sono intesi a sufficienza: il linguaggio dei poveri è muto, come quello degli innamorati. In tutta la casa una quiete assoluta. Scarsa, amara cena, poi a letto, come bere la cicuta. Il sonno non viene, la vergogna s’aggira nella sua mente, bisogna spuntare i triboli che lo tormentano in un letto come un sudario. Poi arriva la stanchezza che lo conduce nei recessi del sonno.
I sogni degli infelici sono sempre arruffati, torbidi: collettori, esattori, bollette, parole grosse… Ma qui il denaro non manca, ha trovato il suo fideiussore: è andato Satana in persona a beneficialo, ora tutto è pagato, il problema risolto. Beata la notte con le sue illusioni! Un’ora, due o tre di felicità sono garantite. Che cosa importa se domani s’affaccia la realtà con i suoi artigli?
Un colpo di gong, un brusco risveglio, svaniscono i sogni, si riaffaccia la vita: ventisette luglio 2012! Che cosa è stato? E’ il campanello della porta, primo sussulto, primo nemico da affrontare.
“Signore, sono quello della luce, s’ha da pagare la bolletta del terzo trimestre…già scaduta”
Benvenuto signore, però credo debba aver sbagliato porta, di sicuro—gli risponde Pasquale con perfetta convinzione, stropicciandosi gli occhi dal sonno da dove lo aveva irriguardosamente sottratto, mentre con la penna segnava non so che cosa su un suo registro.
E’ giusto!—si rinvenne all’improvviso—credo di aver sognato…”
“Eh, caro fratello, la farina che elargisce il diavolo di notte si trasforma in crusca alla luce del giorno” aggiunse l’ufficiale con un tono di voce velata da ironia canzonatoria e irritante che bastò a mandare in bestia il nostro esodato. Tutte la sua rabbia repressa da mille ingiustizie, spronata dall’odio verso quel miserabile strumento della sua dannazione si raccolsero concordi e agirono come un uragano, gridando forte all’imprudente collettore:
-- Svergognato canaglia del potere, tu che conosci dei miseri il balsamo dei sogni, la farina del diavolo come ti piace chiamarla, come osi svegliarmi di buonora da tanta felicità, l’unica concessa a un esodato, per scaraventarmi nei più luridi gorghi della vita? –
Furibondo ha afferrato per il collo della giacca il malcapitato, lo ha trascinato con violenza fino alle scale e –buona notte!—le ha percorse per in intero ruzzoloni! Poi, con tutta l’ira che gli bolliva in corpo, si è abbandonato ad una prolungata, satanica risata.
In alcune circostanze della vita non ci sono altre soluzioni, anche se una simile goduria ha da pagarsi cara. Ma poi, alla fine dei conti, che cosa importa delle leggi umane (spesso disumane!), dei suoi codici, del suo corso, delle sue pene? Almeno per una volta ha assaporato, sia pure per un solo frammento di tempo, la Felicità Assoluta, quella proibita ai diseredati.
(Leggi)


1 commento:

  1. Finisce sempre che ce la prendiamo, con chi ci e' piu' vicino e non ha colpa.In questi mesi di ansia e diaribe sono insopportabile e non so' proprio come il personaggio del racconto distinguere il giusto dall'ingiusto!!! Quanta pazienza ci vuole per sopportarmi. Paola

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