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mercoledì 29 agosto 2012

Belluno: oltre 300 esodati potrebbero restare anni senza un euro

Oltre 300 esodati potrebbero restare anni senza un euro
Uffici dei patronati presi d’assalto da chi rischia di perdere la pensione pur essendo in mobilità. Allarme dei sindacati
di Paola Dall’Anese
BELLUNO. 28 agosto 2012
Clima sempre più rovente nel mondo del lavoro in provincia, dove ad essere presi di mira sono coloro che fino all’anno scorso avevano i requisiti per andare in pensione, che sono stati mandati in mobilità e che ora si ritrovano con un futuro a dir poco fosco davanti: quello di passare dai 2 ai 5 anni senza alcuna indennità.
Sono gli esodati a cui si aggiungono i famosi salvaguardati, quei 270 bellunesi che nelle settimane scorse hanno ricevuto la lettera dall’Inps in cui si invitano a controllare la posizione contributiva.
Sono almeno 600 gli ex lavoratori in provincia che potevano avere i requisiti per andare in pensione, ma più della metà non la potrà ricevere, rimanendo di fatto senza alcuna indennità. «Una situazione complicata», precisa il segretario dello Spi Cgil, Renato Bressan che aggiunge: «Per queste persone o il governo fa un altro decreto per sbloccare la situazione, o queste 300 persone non avranno più nulla. Il problema si evidenzierà nel 2013 quando la maggior parte di questi concluderà la mobilità».
Che il problema lavoro sia sentito e molto scottante lo dimostra il fatto che per tutto il mese di agosto gli sportelli dei patronati sono stati presi d’assalto da chi chiedeva gli ammortizzatori sociali, o di verificare il diritto alla pensione.
Addirittura il patronato Inas della Cisl che doveva restare chiuso dal 6 agosto al 19, ha deciso di tenere aperto i primi quattro giorni (dal 6 al 9 agosto) per riuscire a dare una risposta alle molte domande dei salvaguardati.
«La mole di lavoro in queste settimane è aumenta in modo sensibile soprattutto per gli utenti salvaguardati», spiega Stefano Gris, responsabile dell’Inas. «Abbiamo pertanto deciso di tenere aperto i nostri sportelli anche nei primi giorni di ferie per dare un servizio a queste persone. E abbiamo avuto un grosso riscontro».
Lo stesso Gris ammette che i salvaguardati potrebbero essere di più dei 270 registrati dall’istituto di previdenza e che per tutti coloro che hanno perso un lavoro la situazione è pesante. «Molti a breve vedranno scadere la mobilità, e si troveranno senza nulla. E molti di questi non sanno che possono accedere alla mobilità in deroga prevista dalla Regione che permette di dare una boccata di ossigeno almeno per qualche mese alle loro finanze. Certo, la somma che riceveranno non coprirà gli anni che mancano alla pensione, ma è pur sempre un aiuto in più».
Per chi è rimasto senza lavoro, infatti, il problema maggiore è capire come trovarne un altro e nel frattempo sbarcare il lunario. «Rispetto allo scorso anno abbiamo registrato un notevole incremento di richieste di ammortizzatori di sostegno al reddito», dicono anche all’Inca Cgil. «A cui si aggiungono i salvaguardati. Molti siamo riusciti ad intercettarli anche se non hanno ricevuto la lettera. Il consiglio è comunque di presentarsi da noi per una verifica». Infatti, anche per chi ha ricevuto la comunicazione dell’Inps, non c’è alcuna certezza sulla possibilità di andare realmente in pensione».
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