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mercoledì 15 agosto 2012

Esodati, a chi è servito il loro "sacrificio"?

PENSIONI/ Esodati, a chi è servito il loro "sacrificio"?
INT. Antonio Pileggi
mercoledì 15 agosto 2012

La recente riforma delle pensioni forse deve buona parte della sua notorietà alla vicenda degli esodati, più ancora che ai risparmi che ha prodotto per le casse pubbliche. Del resto quando un "traguardo" appare vicino e bruscamente si allontana, senza peraltro che vi sia più "benzina" per raggiungerlo, il clamore e le proteste sono un ovvia conseguenza. L’età pensionabile come «crocevia di opposte emergenze» su cui «si scaricano opposte e schizofreniche tensioni legislative, provocate da contrapposte emergenze: l’emergenza finanziaria del sistema previdenziale. L’emergenza occupazionale del sistema produttivo». Così scriveva il professor Antonio Pileggi, ordinario di Diritto del Lavoro nell’Università di Roma Tor Vergata in un libro del 1997.
Professore lei ricorreva alla metafora della zattera previdenziale alla deriva alla quale talora il legislatore lascia aggrappare i naufraghi del mercato del lavoro più prossimi a raggiungerla, ma dalla quale, altre volte, per evitare il naufragio previdenziale, allontana, con le buone o con le cattive, chi già si accingeva a salirvi. Ha qualcosa a che fare con il problema degli esodati?
Direi proprio di sì. I nodi sono venuti al pettine. Già allora segnalavo l’atteggiamento schizofrenico del legislatore. Sul versante del sistema produttivo in questi anni ha favorito in tutti i modi l’accesso anticipato alla pensione, con mobilità lunga, prepensionamenti, agevolazioni fiscali e contributive per gli incentivi all’esodo, privilegiando il criterio di scelta della prossimità alla pensione nelle riduzioni di personale. Il personale “anziano” (gli ultracinquantenni), in genere più costoso, e talora nel “mirino” delle aziende, è stato così accompagnato anticipatamente e forzatamente alla pensione (di anzianità o di vecchiaia), o licenziato, e condannato, presumibilmente, al lavoro nero.
Sul versante del sistema previdenziale, all’opposto, il legislatore ha progressivamente ritardato il tempo del pensionamento, sia incoraggiando i lavoratori a proseguire nel rapporto di lavoro oltre l’età pensionabile, con correlativa estensione delle tutele contro il licenziamento; sia modificando in senso restrittivo i requisiti per l’accesso alla pensione di anzianità e di vecchiaia.
Con quali effetti?
Guardi, ci troviamo davanti a un legislatore schizofrenico, con una doppia personalità, che sfoga sempre i propri disturbi sul lavoratore anziano (cui deve far pagare l’asserito “egoismo generazionale” degli anni passati), sia che lo condanni a una prematura espulsione dal mercato del lavoro, al pensionamento forzato, al lavoro nero, sia che lo costringa a lavorare quando già pregustava l’agognata pensione. Un legislatore che, oltretutto, non si rende conto e non calcola gli effetti delle proprie scelte: la mano destra non sa ciò che fa la sinistra.
È la riforma delle pensioni “Monti-Fornero” che ha creato il problema degli esodati?
Certo, il governo tecnico, dovendo esibire ai mercati “sacrifici” immediati e “salvare l’Italia”, con l’omonima manovra approvata con il decreto legge che incorpora la riforma delle pensioni (art. 24, d.l. n. 201/2011), ha caricato a testa bassa e con il paraocchi, senza rendersi conto della dimensione biblica del fenomeno degli esodati.
In che modo?
Con la riforma della pensioni è stata soppressa la pensione di anzianità consentendosi in via transitoria il pensionamento sulla base delle vecchie regole soltanto a chi avesse già maturato determinati requisiti entro una certa data, senza più finestre scalini, scaloni. È stata poi introdotta la “pensione anticipata” legata, però, a requisiti ben più restrittivi, ed è stata anche elevata l’età pensionabile (l’età di accesso alla pensione di vecchiaia) al 66° anno di età, con ulteriori aumenti legati alla “speranza di vita” (ciò anche per le donne, ma dal gennaio del 2018). La riforma ha anche incentivato la prosecuzione opzionale del rapporto oltre l’età pensionabile, estendendo la tutela contro i licenziamenti di cui all’art. 18 fino al 70° anno di età.
D'accordo, ma chi sono gli "esodati" e perché il problema è stato creato dalla riforma delle pensioni?
Gli esodati sono perlopiù coloro che, proprio perché prossimi a maturare i requisiti per la pensione di anzianità, dopo un periodo coperto da ammortizzatori sociali (di fonte legale o convenzionale), hanno accettato (o dovuto accettare) la cessazione prematura del rapporto di lavoro, o sono stati addirittu
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8 commenti:

  1. Il nostro sacrificio e' servito solo alle aziende come Banche, Poste ecc, incoraggiate per guadagnare di piu' dai loro Amministratori delegati(leggi Fornero e company)per mandarci a casa e assumere solo giovani precari. Paola

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  2. gli esodati sono solamente dei martiri.
    martiri creati per la salvezza dei ricchi.
    lupo solitario 1952

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  3. Il sacificio degli esodati non è neanche servito. Fino a gennaio 2013 non produrrà alcun risparmio; in cambio ha buttato mezzo milione di famiglie nell'incertezza economica; famiglie che vivendo nell'angoscia hanno compresso i consumi.
    120mila saranno salvati un due trance; ma le regole sono un capolavoro "bizantino" dove la nostra burocrazia ha superato se stessa. Praticamente chi è escluso è sicuro di non prendere la pensione, al contrario quelli che sono fra i "potenziali" salvaguardati non hanno certezze; partecipano ad una indecorosa "riffa" dove fra regole note e regole ignote pure ai funzionari INPS si giocano il proprio futuro.
    In pratica il Governo ha pagato con la "vita" di questi malcapitati un parte dei debiti che noi abbiamo come nazione alla faccia dell'equità tanto sbandierata.

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    1. Sono pienamente d'accordo con te.Hanno massacrato gli INERMI. raffaele c e la sua famiglia

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  4. NON DOBBIAMO RASSEGNARCI E DOBBIAMO CONTINUARE LA NOSTRA LOTTA PERCHE' STIAMO SUBENDO UNA RIFORMA VERGOGNOSAMENTE INIQUA.ESODATA53

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  5. La speranza però rimane.....
    visto anche che ad aprile voteremo solo chi ci sostiene.....
    Forza, non è finita....

    egoser52

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  6. Amici, avete tutti ragione nel manifestare la rabbia di questo atto infame verso una parte dei cittadini italiani, però mai come in questo momento dobbiamo presentarci battaglieri e pressanti nel condurre questa battaglia.Penso che per un po' dovremmo lasciare le nostre angosce e manifestare rassegnazione ma dobbiamo concentrarci nel fare pressione, dare battaglia, dimostrare che siamo una parte consistente ed unita (sottolineo unita)e mai come è stato nella storia dobbiamo sentirci cittadini consapevoli che la politica è al nostro servizio e non viceversa. E' indegno il fatto che rivolgiamo ormai da giorni messaggi alla politica, perchè ci spieghi (soprattutto il PD)cosa succede in merito alle varie proposte e il motivo, a dir poco allucinante e scandaloso, delle lotte fraticide interno allo stesso partito e nulla ci viene spiegato, comportandosi loro come monarchi verso sudditi e non come persone onorate di amministrare un paese e suoi cittadini. Dobbiamo mantenerci pressanti,ossessivi e maniacali ma la politica ci deve spiegare cosa intende fare, NON abbiamo dato nessuna delega in bianco a nessuno. Se sarà necessario ci organizzeremo meglio, faremo capire chiaramente che alle prossime elezioni, se la cosa non avrà un dignitoso seguito, anche rapportato alla situazione attuale del paese (questo si vedrà ) TUTTI coloro traditi da questo comportamento si trasformeranno in persone attive di promozione politica, faremo propaganda contro questa politica, verso tutti, parenti, amici e tutti quelli che ci capiteranno a tiro di voce e ci vorranno ascoltare. Sarà necessario salire su qualche palco? Lo faremo e spiegheremo, come i politici hanno gestito questa situazione che poi evidenzia tutta la loro inadeguatezza tecnica e morale a governare il Paese.I politi del nostro Parlamento di oggi solo questo capiscono, la minaccia di perdere il potere, null'altro.
    Su con la testa e andiamo avanti!

    Francesco 55

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  7. BASTA PIANGERCI ADDOSSO.UNIAMOCI TUTTI E NON MOLLIAMO!!!

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