Caro dottore vorrei denunciare l’assurdità della mia situazione e la mia profonda rabbia: sono nato il 22.4.1952 e sono stato licenziato (senza alcun accordo con l’azienda e tantomeno senza la mobilità) nel dicembre 2009. Ho usufruito quindi di un periodo di disoccupazione e, per premunirmi, mi ero fatto anche autorizzare dall’Inps nel 2009 al versamento dei volontari. Non ho mai versato in quanto mi hanno tutti detto (sia al patronato che all’Inps) che non ne avevo bisogno. Avrei infatti maturato la quota 96 nel 2012 con i miei 60 anni senza necessità di versare quindi i contributi volontari (avevo già quasi 36 anni di contributi). Il funzionario Inps mi ha risposto che non figuro in nessuna delle sette categorie che possono mantenere le vecchie regole. E’ una cosa assurda!
Guido da Napoli

Purtroppo le cose stanno proprio così: il decreto fornero ha fissato lo “sgambetto” della presenza di almeno un contributo accreditato o accreditabile al 6 Dicembre 2011. Chi ha versato è dentro, chi non ha versato è fuori. Si tratta ovviamente di una pesante discriminazione voluta chiaramente allo scopo di scremare il numero di coloro che ne avrebbero avuto diritto. E peraltro presenta dubbi di costituzionalità dato che il paletto non era previsto nel decreto legge 201 del 2011.
Se fosse stato presente un accordo di esodo con l’azienda sarebbe potuto entrare nella salvaguardia magari da un’altra porta: quella dei “mobilitati” o dei “cessati dal servizio”.