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lunedì 17 settembre 2012

Na man annanz e un a ret

Esodati: Na man annanz e un a ret
Sabato scorso, come sempre, abitando in viale Aventino, intorno alle 19,00, mi sono recato con Gennarino, il mio giovane mastino napoletano, a passeggiare per i giardinetti delle terme di Caracalla. Sono stato costretto a fermarmi nei pressi di un pino, luogo della sua abituale sosta fisiologica, e da lontano ho intravisto tanta animosità davanti al palco allestito in occasione della festa della CGIL di Roma e del Lazio. Da premettere che negli ultimi decenni non mi sono perso nessuna di queste manifestazioni indipendentemente da chi le organizzasse o meno. Mi sono avvicinato piano piano sempre di più al palco, ed ho visto che c'erano centinaia e centinaia di persone che ascoltavano il discorso del segretario Susanna Camusso. Il mio Gennarino, è un cane a cui non piace tanto stare in compagnia, ma stranamente era docile e quasi mi invitava, strattonandomi dolcemente il guinzaglio, ad avvicinarmi sempre di più alle transenne che delimitavano la struttura del palco.
Siamo arrivati in prossimità dell'altoparlante disposto alla sinistra della struttura, e a quel punto il mio fido quadrupede si è bloccato inchiodandosi letteralmente a terra. Ho notato che cominciava a scrutarsi intorno e dopo un po’ ho visto che puntava fieramente il suo sguardo su un gruppo di persone sedute in prima fila, alcune delle quali indossava un a maglietta con scritto "esodato". A questo punto mi sono ricordato chi fossero queste persone anche perché nel passato se ne è parlato tanto, negli ultimi tempi molto meno , e mi sembra che per loro si è fatto ben poco, o almeno per quanto ho letto sui giornali, soltanto una parte di loro riuscirà ad andare in pensione come speravano fosse.
Sempre più incuriosito, ma anche agevolato da Gennarino che nel frattempo si era comodamente acciambellato su ciò che rimaneva di un prato oramai scomparso nel tempo, sono rimasto quasi immobile, riposandomi a turno sulle gambe, ad ascoltare la Camusso, in attesa che la segretaria pronunciasse o meno qualcosa su questa questione. La pasionaria Susanna nel suo intervento ha più volte accennato alla vicenda degli esodati, ed ogni suo passo era accompagnato da uno scroscio di battimano e anche dal movimento ondulatorio della coda di Gennarino, che mi ha fatto venire un dubbio: ma è diventato improvvisamente un esodato ed io non lo so? Se così fosse gli cambierò il nome da Gennarino a Masaniello, l'esodato a quattro zampe! La segretaria nel suo percorso ha affermato che queste persone non rimarranno sole, la loro vicenda si chiuderà solo quando sarà risolta per tutti gli interessati, occorre tornare alla carica in maniera esplicita e la CGIL a suo dire lo farà presto con un'iniziativa che spera venga condivisa dalle altre organizzazioni sindacali.
Ma più che seguire attentamente le parole della Susanna, ho scrutato negli occhi queste persone denominate esodati. Mi hanno colpito i loro sguardi attenti, i loro occhi dai quali traspariva una continua emozione dietro alla quale si celavano certamente situazioni drammatiche personali e familiari dettate dalla perdita del lavoro e dalla svanita possibilità di andare in pensione. Ma maggiormente traspariva dai loro sguardi una dignità composta e la fierezza di appartenere ancora ad una nazione dove i problemi sociali passano in secondo piano perché è divenuta improvvisamente prioritaria la riduzione della spesa pubblica, i cui costi sono lievitati negli ultimi decenni a causa di una classe politica trasformatasi in una casta che attualmente molla con difficoltà i privilegi accumulati.
Non potendo più restare, perché Gennarino si stava spazientendo, visto l'approssimarsi delle 20, orario solito di cena, ho fatto dietrofront e mi sono diretto verso casa, non prima di aver augurato, con uno sguardo di solidarietà, a quelle infelici persone, che la loro vicenda si risolva al più presto e per tutti.
Camminando per strada mi è sorto un altro dubbio: ma perché sulle magliette recano la scritta esodati? Quale altra frase poteva essere coniata per loro visto il prolungarsi di tale vicenda? Nel frattempo sono arrivato a casa e non sono riuscito a darmi una risposta.
Dopo cena però mi sono sentito ancora attratto da quel luogo e da quelle persone che avevo visto, quasi come Ulisse dal canto delle sirene.
Poiché mia moglie fan della De Filippi, si era inchiodata davanti al televisore che trasmetteva “C’è Posta per te”, e quell'abbuffino di Gennarino stava digerendo a pancia all’insù sul tappeto del salotto, ne ho approfittato per scendere di nuovo in strada ma da solo. Erano circa le 22,30 e davanti al palco non c’erano più le sedie e ne quelle sfortunate persone con le loro bianche magliette. Sono rimasto un po’ deluso, avrei voluto parlare un po’ con loro per capire maggiormente il loro dramma e manifestargli personalmente tutta la mia solidarietà, per quel poco che avrebbe potuto servire.
Ma non avevo voglia di tornare a casa, anche perché la serata era calda e serena e si sentiva il forte odore di pino che mi piace tanto, e poi c'era tanta gioventù e stare con loro ti aiuta a scrollarti qualche anno di dosso.
Ad un certo punto, un assordante frastuono di strumenti musicali e un'insieme di luci folgoranti, hanno dato inizio al concerto del gruppo musicale "Enrico Capuano & Tammurriata rock", gruppo che ho ascoltato numerose volte e mi ha colpito per il modo di interpretrare nel moderno, canzoni famose del passato.
Quando ho sentito intonare dal gruppo la strofa "na man annanz e un a ret" il dubbio che mi aveva accompagnato durante la cena si è risolto, volevo gridare: “fermi tutti, richiamate quelle persone con le magliette bianche, perché la scritta esodati non va più bene, va cancellata, perché questa è la frase che rappresenta realisticamente la vostra attuale situazione”.
Purtroppo non posso far altro che augurare un in bocca al lupo a tutti quelli che stanno soffrendo per qualsiasi problematica di lavoro, Gennarino Masaniello fa un grosso Bau e acciambellato pensa: “Meglio la mia vita da cani, almeno il mio futuro è assicurato”.
Francesco Prati
(Leggi)

2 commenti:

  1. Grazie a Francesco per aver capito perfettamente la nostra situazione.Paola

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