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domenica 18 novembre 2012

Esodati ultime notizie: problematiche, soluzioni e tempistica

Pubblicato il: sabato, novembre 17th, 201
Esodati ultime notizie: problematiche, soluzioni e tempistica
È ben noto, ahimè, che la nuova legge sulle pensioni non ha di certo reso felici gli italiani che ancora possono vantare un posto di lavoro e che la situazione “esodati” è ancora in alto mare, in quanto neanche l’attuale governo sa quanti essi possano essere e dunque poter mettere un concreto punto alla questione.
Infatti è dal 2011, da quando si è insediato il governo Monti che la soluzione sembrava imminente, ma quando tutto sembra risolto ecco che l’ostacolo è alle porte e tutto si risolve in un niente di fatto.
Il termine esodati è stato coniato proprio dal Ministro Fornero nel corso delle sue esposizioni sui rinnovamenti pensionistici.
Esodati-ultime-notizie-problematiche-soluzioni-e-tempisticaOggi sembrerebbero essere 31mila le persone di più di 50 anni, obbligate a lasciare il proprio posto di lavoro, pur non avendo raggiunto i limiti pensionistici per aver la dovuta indennità e beffati anche dalla nuova normativa che prevede precise e necessarie doti, oltre l’età certo non giovane, per poter non restare nel mercato del lavoro. Vi sono ex dipendenti che pur avendo concordato con il datore di lavoro l’abbandono del posto di lavoro per poter andare prima in pensione, sono stati poi inghiottiti dalla riforma Fornero, con conseguenze certo a loro non favorevoli.
Ovviamente, sono persone che non godono di grandi ed ulteriori opportunità lavorative e che, diversamente dai giovani ancora privi di un posto di lavoro, si trovano in situazioni più serie e con responsabilità sulle spalle come una famiglia, un mutuo, spese e locazioni di appartamenti, ecc.
Di recente, sembrava che la parola fine fosse arrivata su questa annosa faccenda del “recupero” degli esodati, ma la Ragioneria di Stato ha posto un veto alla realizzazione di ogni sorta di problema per mancata copertura economico-finanziaria a causa dell’aumento del numero degli esodati.
Le parole del Viceministro del Lavoro, Michel Martone, non sono certo confortanti come l’atteggiamenti di coloro che collaborano al progetto di legge che dovrebbe essere risolutivo ma che in realtà ancora non si è neanche concretizzato, se si pensa che nell’elaborazione dell’emendamento riguardante gli esodati sono stati considerati anche chi, al 31.12.2011, è rimasto senza lavoro a causa di una procedura concorsuale –per es. fallimento del datore di lavoro- .
A parole tutti siamo bravi, ma in realtà nessuno di chi doveva e poteva ha pensato di poter, nel frattempo, utilizzare i fondi già a disposizione a favore degli esodati.
Il governo, invece, ha tenuto presente le cd. “buone uscite”, concordate tra datore e lavoratore, oggi esodato, il che vuol dire che se il lavoratore avesse accordato al datore di lasciare il posto di lavoro al “prezzo” di due anni di lavoro, il lavoratore-esodato dovrebbe comunque aspettare tale periodo prima di poter usufruire dei vantaggi previsti per la sua situazione.
Il problema persistente è quello della copertura finanziaria: come lo avrebbe risolto il nostro Premier?
Tassando e incassando oneri dalle pensioni cd. privilegiate, ossia le più redditizie perché di maggior erogazione pensionistica.
Ma anche così la ragioneria di Stato, ovvero la cassa di erogazione delle coperture economiche, non ha dato il proprio consenso, perché anche tale manovra risulta insufficiente al fine di soddisfare i benefici degli esodati.
Oltre alla tassazione delle pensioni maggiormente redditizie si è anche proposto di ridurre gli esodati, critici partiti, sindacati e parti sociali, e cioè non calcolando in tale status coloro che hanno perso il lavoro al 2010 sempre per problematiche del datore di lavoro, quale il fallimento della ditta presso cui erano in forza lavoro.
Ad aumentare le preoccupazioni, quanto asserito dal ministro per I rapporti con il Parlamento, Pietro Garda, il quale la scorsa settimana riteneva che “sulla base degli elementi della Ragioneria dello Stato non risultano eccedenze rispetto alle esigenze di finanziamento degli oneri derivanti dalle tutele previste dalle norme. Altre economie si accerteranno solo in fase di consultivo”.
In parole più semplici, vorrebbe dire che ancora chi dovrebbe non sa se vi sia il fondo di 9,7 miliardi di euro, cioè l’importo necessario per la salvaguardia degli esodati.
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