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venerdì 28 dicembre 2012

Fornero: «Addio alla politica

Elsa ForneroFornero: «Addio alla politica guai a rinnegare le nostre riforme»
«Su pensioni e mercato del lavoro si può intervenire ma senza stravolgimenti»
di Roberto Stigliano
ROMA - Elsa Fornero non ha dubbi sulla cosiddetta Agenda Monti: «Condivido il messaggio di fondo al 100%. Certo - dice il ministro del Welfare - su singoli aspetti si può discutere ma è un messaggioinnovativo anche dal punto di vista politico perché non sposa un partito, non si fa partito ma offre una visione dell’Italia che mira ad aggregare le persone di buona volontà e le forze politiche interessate a questo programma. Non a caso è stato criticato da quelli che invece hanno una visione conservativa della politica legata all’esistenza stessa di un partito e non alla soluzione dei problemi del Paese».
In concreto questo cosa significa? Che per non disperdere il lavoro fatto da questo governo bisogna ispirarsi necessariamente al suo programma e anche al suo leader? «Io penso che per i partiti sia più difficile disfarsi dell’abito mentale di fare campagne elettorali nelle quali soprattutto si promette. L’agenda Monti non fa facili promesse ma indica un percorso, ed è il percorso delle riforme strutturali del Paese che questo governo ha iniziato e che dovrebbero portare a un irrobustimento non solo della nostra economia ma della nostra società, anche sotto il profilo etico: mi riferisco alla corruzione e alla malapolitica».
Ma da quali parti politiche lei vede i pericoli maggiori?«In queste settimane qualcuno promette di togliere l’Imu, senza indicare come la sostituirà, altri parlano troppo disinvoltamente di patrimoniale».
La patrimoniale c’è anche nell’agenda Monti... «È vero, ma è una patrimoniale diversa, è un seguito dell’Imu. Ricordo benissimo quando in Consiglio dei ministri discutemmo di questa possibilità. Allora convenimmo che per fare una patrimoniale seria ed efficace serviva l’anagrafe dei patrimoni altrimenti si sarebbe colpito inevitabilmente il ceto medio che ha ricchezze più visibili e meno mimetizzabili. Tornando al ragionamento precedente, un conto è presentare una patrimoniale costruttiva, ossia come forma responsabile di risanamento dei conti pubblici; cosa diversa è presentarla come un atto di redistribuzione della ricchezza alla Robin Hood. In ogni caso, ciò che conta è che non si torni indietro».
Ma c’è chi sta impostando la campagna elettorale su questo... «L’appartenenza dell’Italia all’Europa comporta dei vincoli che non possono essere facilmente ignorati. Nell’Agenda Monti c’è molta più consapevolezza di questo aspetto rispetto a quella dei partiti tradizionali».
E della lista Monti cosa pensa?«È sempre bene quando qualcuno si impegna per la cosa pubblica con l’obiettivo di servire il Paese. Le scelte personali, sulle quali non entro, dipendono dall’attitudine di ognuno di noi e dalla propria sfera privata».
E lei cosa farà?«Ritengo chiusa la mia esperienza politica. Continuerò a servire il Paese come professore universitario e quindi come dipendente pubblico».
Proseguire, dunque, nel solco tracciato da questo governo. Però le due principali riforme, quella delle pensioni e del lavoro non sono certo al riparo da critiche pesanti... «Il nuovo governo potrà migliorare ciò che è stato fatto senza rinnegare il nostro lavoro».
Ma per risolvere la questione degli esodati non basterà un semplice aggiustamento. Come è stato possibile sottovalutare una problema che riguarda quasi 400 mila persone? «Intanto questa cifra, come ho già avuto modo di dire, e come l'Inps stesso, che ne è la fonte ha precisato, è fuorviante. Quello delle persone da salvaguardare è in realtà un fenomeno che si articola nel tempo, fin verso il 2020. Posso dirle che la riforma delle pensioni è stata fatta in una situazione di assoluta emergenza: bisognava dare un segnale forte ai mercati e il tempo necessario per discutere nel dettaglio tutte le situazioni purtroppo non c’è stato. Inizialmente ci era stato detto che le persone interessate erano circa 50 mila. Il mio errore è stato quello di considerare corretta questa cifra».
Ma questi dati da dove arrivavano? «Noi del ministero abbiamo lavorato insieme all’Inps e alla Ragioneria: come le dicevo la prima cifra era di 50 mila e noi abbiamo deciso di salvaguardare 65 mila persone per avere un margine di sicurezza. Poi questo numero è lievitato anche a causa della vastità degli accordi nel privato che poco a poco venivano alla luce. La situazione però non è quella che, qualche volta in malafede, viene descritta: fino al 2014 abbiamo provveduto a estensioni della salvaguardia e nessuno dovrà restare senza pensione e senza stipendio. Per quelli che verranno dopo, in parte è già stata prevista la salvaguardia. Il problema riguarda ancora gli accordi in sede regionale sui quali le stesse regioni non sono state in grado di fornire stime attendibili. I problemi ci sono e responsabilmente abbiamo sempre cercato di risolverli».
A cosa si riferisce?«Penso alle ricongiunzioni contributive onerose, un problema che ha provocato grande ansia in molte persone, un problema creato dal governo precedente, ma che con la collaborazione di diverse istituzioni abbiamo risolto».
Sul fronte del mercato del lavoro c’è un altro caso aperto, quello dei precari con contratto in scadenza al 31 dicembre: secondo la Cgil si tratta di centinaia di migliaia di lavoratori... «La riforma del mercato del lavoro affronta proprio il tema della precarietà e si pone l'obiettivo di risolverlo cercando di instaurare rapporti di qualità migliore e di maggiore stabilizzazione. La precarietà fa male all’impresa e non favorisce la competitività. Il nodo dei precari non può essere imputato alla riforma».
La Confindustria parla però di occasione persa: secondo gli industriali è stata tolta flessibilità in entrata senza dare una svolta a quella in uscita... «La riforma ha cercato un punto di equilibrio tra le parti. Occasione mancata? Cosa avrei dovuto fare? Liberalizzare di più il contratto a tempo determinato? O lasciare che le imprese utilizzassero le partite Iva in maniera impropria? O il lavoro a progetto in maniera altrettanto impropria? Non lo so. Io però osservo che se è questo quello che chiedono, le imprese hanno avuto per circa dieci anni una notevole flessibilità senza però che la produttività sia salita. La verità è che questa riforma ha molti aspetti positivi che non vengono riconosciuti».
Per esempio? «L’apprendistato! Ma bisogna che la società investa nell'apprendimento professionale dei giovani. Noi abbiamo fatto le norme ora le regioni devono creare servizi per l’apprendistato, le imprese devono convincersi che investire sui giovani è conveniente, il sindacato deve essere consapevole che questa è una buona strada per l’ingresso nel mercato del lavoro».
Che cosa l’ha ferita di più in questi mesi?«Gli attacchi alla mia famiglia: una cosa incivile segno di barbarie. E poi le accuse di durezza e crudeltà che mi sono state rivolte, e nelle quali non solo non mi riconosco ma che sono del tutto lontane dal mio modo di vivere i problemi della società, critiche che derivano invece da pregiudizi e scarsa conoscenza».
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6 commenti:

  1. La scarsa conoscenza sotto sotto non la sta' pagando lei: siamo NOI POVERI CRISTI che con le nostre famiglie stiamo passando due Natali da 'ANIMALI'. Ora si e' addolcita perche' tanto se ne va'....senza dire tranquilli mi impegnero' di prima persona ad ogni caso fino al 2020.....Ma tutto cio' esiste solo nelle favole.Quelle che raccontava alle folle di giornalisti...Noi siamo ancora qui e senza nessuna certezza..... raffaele c e la sua famiglia

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  2. ritengo di appartenere ai 55.000 salvaguardati dall’ art 22 della legge SPENDING REVIEW , il cui decreto attuativo è stato firmato il 5 ottobre 2012 . ma di cui ancora non esiste traccia di pubblicazione su Gazzetta Ufficiale . Infatti il MINISTERO ha impiegato più di un mese per "passare" il decreto firmato alla Corte dei conti ( che l' ha ricevuto il 7 novembre ) . Adesso la Corte dei Conti si prenderà almeno 60 gg per la pubblicazione in gazzetta ufficiale : SCANDALOSO e VERGOGNOSO : Governo tecnico di LADRI e SUPERBUROCRATI .Io sono uscito dalla mia azienda il 30/12/2011 in mobilità , in base ad accordi fatti a livello governativo addirittura a fine del 2010 e quindi ben prima del 4 /12/2011 , per cui dovrei appartenere alla quota di 55000 salvaguardati . Ai patronati e all’ INPS , dove mi sono recato più volte , allargano le braccia dicendo che , se non avviene la pubblicazione su gazzetta ufficiale non possono far nulla . Tutto ciò è vergognoso visto che quando io ho firmato la mia uscita esisteva un patto con lo STATO , in base al quale potevo andare in pensione con certe regole , ma lo STATO NON MANTIENE LA PAROLA e L’ IMPEGNO con i cittadini che da 37 anni versano contributi e che da sempre pagano le tasse . Le chiedo se si può fare qualcosa ? Se l’ attesa sarà lunga , o se è il caso di intraprendere azioni legali o ricorso al TAR .Grazie e distinti saluti Giuseppe Librino da Palermo ( 60 anni )

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  3. Prof. Fornero lei dice in questa intervista che e' stata trattata sia lei che la sua famiglia con Barbaria,io posso dire oltremodo che Lei ci ha trattato come barbari, sarebbe bastato un po' di buon senso da parte sua, non pretendavamo cose senza aver dato nulla in cambio, i contributi da noi versati sono serviti all'Italia per pagare altre pensioni, perche' a noi non possono essere date? Tre volte le ho scritto,se a 60 anni sono troppo giovane per andare in pensione, Lei che e' Ministro del Lavoro, si impegni a trovarmene un'altro ed io e tanti altri avremmo accettato. Ma lei non si e' mai degnata di rispondere non solo a me, ma a 400 mila famiglie, forse anche questa e' Barbarie nei nostri confronti, anzi lo e' certamente.Paola

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    1. poverina e' stata ferita dagli attacchi alla SUA FAMIGLIA.....lei che le famiglie di noi esodati le ha ridotte sul lastrico a causa della sua riforma da incompetente e cinica preoccupata solo della sua carriera! e cosa si aspettava di rimanere nella storia come una grande statista!? ahhhhhaa

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  4. per la fornero:
    un esodato che non può più dare da mangiare alla famiglia, per colpa tua, sai cosa ti dice? Va a **** Su, un po' di immaginazione!

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  5. se scrivessi cio' che penso, forse verrei denunciata. non dico nulla, ma lo penso di cuore. esodata poste 53

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