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venerdì 7 dicembre 2012

Il Governo Monti e l'emblema del suo fallimento: gli esodati

Il Governo Monti e l'emblema del suo fallimento: gli esodati
07/12/2012    
Fabrizio Romano Camilli
AOSTA. Avere cinquant'anni e ritrovarsi in un limbo, un incubo dal quale svegliarsi è praticamente impossibile. Gli esodati (triste neologismo di recente coniazione) rappresentano l'emblema del fallimento del Governo Monti: sono quei lavoratori over 50 espulsi dal mercato del lavoro e che non hanno la possibilità di andare in pensione a causa dell'innalzamento dell'età minima e dei requisiti per accedere al trattamento pensionistico voluti dal Ministro Fornero, più attenta ai tempi della riforma che ai suoi effetti.
La riforma pensionistica ha generato un sottoinsieme di disoccupati, riuscendo nella complicata impresa di rendere ancora più grave la situazione di chi non ha lavoro: ritrovarsi senza occupazione a cinquant'anni, con un mutuo da pagare e le spese “ordinarie” cui far fronte è la drammatica realtà per chi è stato spiazzato dal Ministro del Lavoro.
Inutile dire che gli esodati rappresentano la fascia sociale più debole, perché hanno maggiori difficoltà ad inserirsi in un mercato del lavoro che praticamente non esiste. Le vittime della Riforma, però, non sono solo gli esodati. Secondo quanto riportato nel documento, chi oggi percepisce uno stipendio di 2.500 euro, potrebbe avere diritto ad una pensione di circa 670 euro al mese; per avere una pensione che si avvicini ad una cifra dignitosa,invece, si dovrà dimostrare di aver versato, nel corso dell'attività lavorativa, 350-400 mila euro di contributi. In tal senso, evidentemente, diventa fondamentale fare ricorso ad una pensione integrativa (che può essere attivata e sottoscritta presso Banche e Assicurazioni...i cosiddetti poteri forti tanto cari al Governo Tecnico..)
E' di pochi giorni fa la notizia che vorrebbe il Ministero del Lavoro al centro di una causa per danni morali intentata proprio dagli esodati: loro assicurano che si tratta di un'azione puramente simbolica, ma non escludono di trovare un giudice che dia un prezzo al loro disagio. Insomma, siamo entrati in un vortice di malgoverno e cattiva comunicazione dal quale sarebbe bene uscire al più presto.
In tal senso credo che sia necessario tornare ad un Governo politico del Paese e, tra quanti si sono ad oggi proposti, sembrerebbe che il solo Pierluigi Bersani abbia tutte le carte in regola per cambiare in meglio le sorti dell'Italia. Dalla sua, il Segretario del PD, ha il merito di aver dato vita, nel 2008, al Decreto surroga dei Mutui, che consentiva ai titolari di mutui ipotecari di ottenere tassi a condizioni migliori in seguito alla portabilità dei finanziamenti. Ora tocca al corpo elettorale dare effettiva responsabilità di governo al prossimo Presidente del Consiglio unitamente ad una chiara coalizione che sia in condizione di decidere senza indugi nel segno di un’Italia del fare che sia migliore di quella del facile annuncio ad effetto portatrice, come si è chiaramente riscontrato, di svilimento economico della nostra capacità produttiva, appesantimento delle condizioni di vita per i meno abbienti, consolidamento di posizioni di rendita e di potere per i soliti noti. Insomma sarà questa l’occasione per restituire dignità al Paese ed al suo Popolo, nel segno di un concreto modello di società reale. “L'Italia del fare” al centro dei pensieri degli Italiani. Mettiamoci nelle condizioni per tornare a credere in un'Italia migliore.
(Leggi)
 

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