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lunedì 28 gennaio 2013

Pensioni ed esodati, il programma di Monti, Bersani e Berlusconi

Pensioni elezioni politiche 2013Pensioni ed esodati, il programma di Monti, Bersani e Berlusconi
A meno di un mese dalle elezioni politiche 2013, prosegue la nostra analisi dei programmi elettorali dei tre candidati principali, Mario Monti, Pierluigi Bersani e Silvio Berlusconi. Dopo aver trattato due temi scottanti come il mercato del lavoro e la pressione fiscale, cerchiamo di capire oggi quali sono le intenzioni delle diverse aree politiche riguardo le pensioni e la riforma del sistema previdenziale. Un argomento che ha creato non poche polemiche per tutto il 2012, soprattutto a causa della riforma del lavoro Fornero e della questione esodati.
Quel che appare chiaro, dalle dichiarazioni dei candidati e dalla lettura dei loro programmi per le elezioni che si terranno il 24 e 25 febbraio, è che tutti prevedono lavoro sulle criticità messe in evidenza da quanto realizzato dal governo Monti. Dopo il mercato del lavoro e la pressione fiscale, i problemi più importanti sono la situazione di migliaia di lavoratori in bilico tra disoccupazione e pensione (i già citati esodati) e la questione delle pensioni future per i più giovani, una chimera per molti di coloro che lavorano tra precariato e previdenza zero.
Pensioni secondo Monti
Mario Monti è il responsabile dell’attuale sistema previdenziale, approvato su progetto di Elsa Fornero durante il suo governo, che prevede il passaggio definitivo dal sistema retributivo a quello contributivo. Una riforma voluta con forza con l’intento dichiarato di tagliare le spese dell’Inps e riequilibrare il sistema previdenziale, motivo per cui il candidato Monti non è disposto a rinnegare le sue scelte. Nonostante tutto, però, anche il professore deve fare i conti con le critiche, mostrandosi disposto a modifiche che aggiornino la riforma all’attuale ‘economia di guerra’, pur senza rinnegare le fondamenta di una scelta che “mira all’equilibrio di finanza pubblica, mossa principale a tutela degli italiani“.
Pensioni secondo Bersani
Il candidato del Partito Democratico sta giocando le sue carte migliori proprio sull’argomento pensioni ed esodati, al centro della campagna elettorale di Bersani fin dal primo giorno. Una strategia d’attacco, la sua, che mira a una modifica profonda del sistema Fornero, forte dell’appoggio della Cgil in questa battaglia per le pensioni. In particolare, pur dichiarando che non ci sono state pressioni sindacali in merito, Bersani ha ricordato come “perfino il ministro che ha elaborato la riforma, Elsa Fornero, ha dovuto ammettere che ha delle lacune che hanno creato problemi sociali, che devono essere risolti, perché minaccia di lasciare molti cittadini senza lavoro e senza pensione“. Fornero tirata in ballo anche sul tema esodati: “Mi dispiace che non ci sia la parola esodati nell’agenda Monti perché la stessa Fornero ha riconosciuto che c’è un problema“. Problema al centro del programma PD.
Pensioni secondo Berlusconi
Più difficile da decifrare, ancora una volta, il programma del Pdl sul tema pensioni ed esodati. Quel che si sa è che Silvio Berlusconi ha più volte attaccato Monti sull’argomento, specificando che “la situazione economica del Paese è stata aggravata dal governo tecnico con la riforma Fornero per il lavoro che ha reso più difficili le assunzioni dei giovani nelle aziende e che ha messo praticamente sul lastrico, senza stipendio e pensione, i cosiddetti esodati. Ha creato un danno grave che bisognerà assolutamente riparare annullando questa riforma facendone un’altra“. Su cosa si baserà questa nuova riforma? Non è dato saperlo al momento visto che, a detta di Berlusconi, “sulle pensioni non è facile intervenire. Forse qualcosa si può fare sull’età e sulle pensioni di anzianità“. Staremo a vedere se il Pdl (si) chiarirà le idee in prossimità del voto.
(Leggi)

2 commenti:

  1. ALLA LUCE DI QUANTO SI PUO' VEDERE E SENTIRE DAI CANDIDATI, MI AUGURO CHE NE' BERLUSCONI E NE' MONTI SIANO I PROSSIMI PRESIDENTI DEL CONSIGLIO. PER NOI SAREBBE LA FINE DI OGNI SPERANZA. ESODATA POSTE 53

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    1. Ricordo a tutti i compagni di sventura che nel maggio 2010 un decreto legge del governo berlusconi impose dalla sera alla mattina il pensionamento delle donne nel pubblico impiego a 65 anni anzichè a 60.
      Tanto per ricordare ciò di cui sono capaci alcuni personaggi
      Esodata

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