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giovedì 28 febbraio 2013

Ora gli esodati vogliono risposte

Il Sociale
Ora gli esodati vogliono risposte
Giovanna Guzzetti
Martedì, 26 febbraio 2013 - 09:59:00
L'attenzione generale è ai risultati elettorali. Ma in Italia ci sono almeno 390 mila persone che da questa consultazione attendono una soluzione, ed il più sollecita possibile, alla loro condizione di esodato. Si tratta di lavoratori in mobilità, contributori volontari, lavoratori cessati in virtù di accordi collettivi e/o individuali che la riforma Fornero ha messo di fronte, da un giorno con l'altro, ad una diversa e più fosca prospettiva in tema di erogazione della tanto desiderata pensione.
Un esercito di persone che allo Stato ed ai conti pubblici non chiedono regali ma solo di poter ricevere quanto “era nei patti” fino a quel 4 dicembre 2011... Gli esodati, che si sono riuniti in diversi comitati così da costituire una force de frappe nei confronti del governo dei tecnici ancora in carico e di quello prossimo venturo, hanno inviato ai candidati premier una lettera per chiedere loro di impegnarsi nei primi 100 giorni di governo a risolvere la loro complessa situazione. Per la Rete dei Comitati parla Francesco Flore, di Nuoro, che ci ricorda come soltanto Pier Luigi Bersani ed Antonio Ingroia abbiano risposto al loro appello. Il segretario del Pd ha preso l'impegno non solo di dare una risposta “immediata” ma soprattutto di carattere previdenziale: il che vuol dire prevedere l'erogazione dell'assegno di pensione e non dell'Aspi (l'ammortizzatore sociale che rimpiazzerà l'indennità di disoccupazione), come han fatto fin qui capire alcuni esperti candidati nella lista Monti, come Pietro Ichino e Giuliano Cazzola.
“Il nuovo esecutivo non dovrà ripartire da zero: esiste una proposta di legge, già passata al vaglio dei parlamentari, da cui ripartire. Si tratta della 5103, primo firmatario Damiano, dice Flore, che ci piacerebbe venisse integrata, ad esempio per includere anche i licenziati del 2012”. Ma quello che vogliono questi esodati è che venga riconosciuto il loro diritto alla prestazione sulla base del comma 14 dell'articolo 24 della legge Fornero. Non in base ai decreti attuativi emessi successivamente dal ministro, che hanno introdotto paletti e limitazioni non previsti dalla legge riducendo così la platea degli aventi diritto, e nei confronti del primo dei quali (per la salvaguardia di 65 mila lavoratori) hanno presentato ricorso al Tar del Lazio.
Intanto i 65 mila stanno aspettando una risposta dall'Inps ed un ritardo è giù stato accumulato nei confronti di chi avrebbe ad esempio dovuto riscuotere l'assegno dal primo gennaio e febbraio di quest'anno.
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Elezioni 2013: pensioni ed esodati, le patate bollenti del nuovo governo

Elezioni 2013: pensioni ed esodati, le patate bollenti del nuovo governo
Cambiare (di nuovo) le leggi previdenziali e tutelare chi ancora è senza lavoro e senza assegno pensionistico. Ecco le sfide difficili del prossimo esecutivo e le ricette (contrastanti) dei partiti
Elezioni 2013: pensioni ed esodati, le patate bollenti del nuovo governodi Andrea Telara
Previdenza e tutela degli esodati. Uno dei primi banchi di prova del prossimo governo, che si insedierà con la fiducia del nuovo Parlamento, quasi di sicuro si concenterà su questi due temi, che hanno infiammato il dibattito politico negli ultimi 12-18 mesi.
IL PROBLEMA DEGLI ESODATI
L'ultima riforma previdenziale ideata dal mnistro del welfare, Elsa Fornero , è forse la legge più incisiva voluta dall'esecutivo guidato da Mario Monti. Ma ha lasciato irrisolti alcuni problemi e, pur avendo tenuto a bada i conti pubblici nell'immediato, è stata indubbiamente un boccone amaro da digerire per gli stessi partiti che l'hanno votata: il Pdl e soprattutto il Pd, che non hanno mai fatto mistero di volerla cambiare e rendere più flessibile, anche se non è ancora ben chiaro come.
ESODATI: QUESTIONE IRRISOLTA
La riforma Fornero, infatti, ha lasciato in eredità al prossimo esecutivo la patata bollente degli esodati, cioè quei lavoratori italiani che hanno firmato con la propria azienda un accordo per mettersi in mobilità e che adesso rischiano di rimanere senza lavoro e senza pensione, proprio per effetto delle ultime manovre previdenziali (che hanno spostato in avanti l'età del pensionamento). Il governo Monti ha provato a disinnescare questa bomba-sociale a orologeria, trovando le risorse per tutelare almeno 230mila persone. Secondo le stime più accreditate, però, la platea di lavoratori da salvaguardare annovera tra le proprie fila quasi 390mila italiani.
LA RIFORMA PREVIDENZIALE DI ELSA FORNERO
Mancano dunque all'appello almeno 150-160mila lavoratori, che aspettano ancora di conoscere il proprio destino. Che ne sarà di loro? E' proprio questo l'interrogativo a cui dovrà dare risposta il prossimo governo che, per ottenere l'appoggio dei maggiori partiti, probabilmente dovrà rimettere mano alla riforma Fornero, senza però annullarne i benefici e senza creare troppi danni ai conti pubblici.
LE PROPOSTE DEI PARTITI.
L'impresa sembra molto difficile, almeno se si confrontano i programmi delle tre forze politiche che hanno conquistato i maggiori consensi nelle ultime elezioni: il Pd, il Pdl e il Movimento 5 Stelle. La posizione più delicata è forse quella del Partito Democratico che, delle tutele per gli esodati, ha fatto una bandiera nella campagna elettorale. Lo schieramento guidato da Pierluigi Bersani ha sempre detto di voler rendere più flessibili i criteri di accesso alla pensione stabiliti dalla riforma Fornero, che ha eliminato di colpo gli assegni di anzianità e ha fissato tra 62 e 66 anni i requisiti anagrafici per accedere ai trattamenti di vecchiaia (con un ulteriore innalzamento dell'età nei prossimi decenni). Secondo il Pd, ci vuole più gradualità nel passaggio dal vecchio al nuovo sistema, almeno per quei lavoratori che compongono la vasta platea degli esodati.
Mentre il terzo polo di Mario Monti difende a spada tratta la legge Fornero, il Pdl (e anche la Lega) ha una posizione più morbida: è favorevole a cambiare un po' i requisiti di accesso alla pensione, ma sottolinea anche la necessità di non compromettere i risparmi di spesa generati dalle ultime leggi previdenziali. Inoltre, il partito di Silvio Berlusconi non esclude la possibilità di introdurre dei tagli alle pensioni d'oro o degli elementi di flessibilità nel sistema pensionistico, come la possibilità di effettuare l'orario part-time per quei lavoratori anziani che lasciano spazio nelle aziende alle risorse più giovani.
L'INCOGNITA GRILLO.
La vera incognita del dopo-elezioni (anche e soprattutto sui temi previdenziali) sarà però il Movimento 5 Stelle. In alcuni casi, il leader Beppe Grillo ha avanzato alcune proposte concrete: abolire i vitalizi dei parlamentari, ridurre quelli già in essere a un massimo di 3mila euro al mese e tagliare 100mila pensioni d'oro, fissando un tetto di 5mila euro netti mensili per tutti gli assegni. Secondo l'ex-comico genevese, queste misure genererebbero un risparmio di 7 miliardi di euro (anche se le stime sono molto dubbie e tutte da verificare). Le risorse verrebbero poi impiegate per finanziare il reddito minimo garantito, cioè un sussidio a tempo indeterminato per i senza-lavoro e per i cittadini più poveri. In altre occasioni, però, Grillo ha avanzato anche altre proposte-choc, come la riduzione dell'età di pensionamento a 60 anni, che rappresenterebbe un azzeramento di tutte le riforme previdenziali approvate in Italia nell'ultimo ventennio.
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martedì 26 febbraio 2013

Esodati. Il punto sulle salvaguardie

Esodati, Il punto sulle salvaguardie
A fronte delle perduranti preoccupazioni della stragrande maggioranza degli ex lavoratori in attesa della salvaguardia che consentirebbe loro l'accesso al pensionamento, e tenuto conto delle discordanti notizie in circolazione, è opportuno fare il punto della situazione riguardo le procedure in atto e i tanti mesi occorsi per arrivare alle prime conclusioni della fase istruttoria delle graduatorie che, per ultimo, verranno assegnate direttamente dal Ministero.
Per fare un po' di luce partiamo dal messaggio INPS n° 13719 del 22/08/2012 che ha per oggetto : Salvaguardia ai sensi dell'articolo 24, comma 14, della legge n. 214 del 22 dicembre 2011. Rilascio dell'applicazione "Monitoraggio 65MILA"
Nell'impartire alle strutture territoriali le disposizioni operative atte alla verifica dei potenziali beneficiari della salvaguardia, il messaggio si rifà a quanto già comunicato al punto 1 del messaggio 12196 del 20/07/12, col quale si preannunciava la predisposizione della funzione MONITORAGGIO 65MILA all'interno della procedura WEBDOM precisando, nel contempo, come in tale applicazione si trovassero già presenti i potenziali destinatari a suo tempo individuati a livello centrale e perciò presenti nelle liste SI.CO.
Si tratta evidentemente dei destinatari delle lettere dell'Agosto scorso. Il messaggio infatti precisa che, oltre a coloro che già fossero stati ammessi alla salvaguardia dalla Legge 122/2010, alla lista mancano i nominativi di coloro che sono soggetti alla preventiva valutazione delle DTL. Infine, lo stesso messaggio precisa che dall'applicativo mancano anche i nominativi di coloro che, non individuati a livello centrale in prima istanza, presentino richiesta di inserimento presso le agenzie territoriali nei tempi stabiliti (n.d.r. - entro il 21/11/2012).
Senza ritornare alla trattazione delle casistiche coinvolte nel processo di assegnazione delle salvaguardie, cosa che per la sua complessità ci costringerebbe a trattazioni dispersive, concentriamoci sul processo (a tutt'oggi non concluso pienamente) per cogliere le ragioni tecniche di un percorso che, per gli ex lavoratori ormai da diversi mesi privi di ogni reddito, pare debba avere mai fine.
Più avanti, il messaggio precisa quanto segue:
Si richiama l'attenzione sulla necessità di individuare con attenzione la caratteristica del lavoratore, in funzione della quale, in caso di esito positivo della verifica, verrà caricato il prodotto WEBDOM di certificazione per consentire a UNICARPE di effettuarne la trattazione successiva. A tale fine, nel caso in cui il soggetto possa rientrare in più fattispecie, l'operatore deve effettuare la valutazione rispetto al beneficio più favorevole.
Il messaggio quindi ammette l'eventuale appartenenza a più categorie di potenziali beneficiari e, in tale evenienza, dispone che all'assicurato debba essere attribuita quella a lui più favorevole. Questo ovviamente ha comportato, da parte INPS, l'impossibilità di procedere separatamente nella formazione delle diverse graduatorie ed ecco chiarito il motivo a causa del quale, fino al completamento dell'intera fase istruttoria di tutte e sette categorie di salvaguardabili, non sarebbe stato possibile formare le graduatorie, nemmeno per quei lavoratori in mobilità i cui termini per la regolarizzazione delle rispettive posizioni, nonostante le proroghe concesse, erano comunque scaduti già alla data del 16/10/2012.
Il motivo per il quale si è arrivati all' 8 Gennaio 2013 per chiudere le prime istruttorie va quindi ascritto certamente ad una sorprendente frammentarietà e incompletezza dei dati originari, rilevati dai sistemi informatici mediante estrazione automatica dei nominativi. Non trascurabili appaiono altresì i ritardi imputabili alle DTL, alle quali dobbiamo però riconoscere una rilevante attenuante. Nel cosiderare il lavoro svolto dalle DTL dobbiamo infatti riconoscere, per onestà intellettuale, come non abbia certamente giovato l'irrazionale afflusso delle pur legittime richieste di chi, già accreditato nelle prime categorie (a,b,c), ha comunque presentato richiesta alle DTL, facendo valere la contemporanea appartenenza alle categorie g) e h). Il risultato di questo "arrembaggio" si è concretizzato in un evidente sovraccarico di lavoro per le DTL che, dimensionate in base alle stime preventive che parlavano di poco più di 7.000 possibili beneficiari, si sono trovate a dover valutare più di 20.000 domande. Un più attento criterio nel determinare le modalità di accesso alle istanze avrebbe sicuramente alleviato il carico di lavoro alle DTL contenendo sensibilmente le tempistiche e avrebbe anche prevenuto l'eventuale rischio di sovrapposizioni che, qualora dovessero verificarsi, andrebbero a tutto danno di chi non può beneficiare di salvaguardie alternative.
A fronte di questi ritardi, nei primi giorni di Febbraio 2013, il Ministro Fornero ha sollecitato la dirigenza dell'Istituto affinché si producesse in uno sforzo mediatico tale da infondere serenità e fiducia al posto delle crescenti inquietudini ed è sotto questa luce che ora vanno interpretate le lettere che da alcuni giorni stanno pervenendo a parte dei mobilitati.
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Nessuna speranza soluzione a breve dopo risultati elezioni 2013

Esodati: nessuna speranza soluzione a breve dopo risultati elezioni 2013
Autore: Marcello Tansini
Soluzione esodati di nuovo lontana dopo elezioni: cosa succederà?
Le promesse dei partiti di un’immediata soluzione per la questione esodati sembra allontanarsi sempre più dopo i risultati delle elezioni politiche 2013 di ieri che disegnano un quadro decisamente a tinte fosche di una nuova Italia.
E’ vero, i partiti, tutti, da Pd a Pdl a quello di Monti e di Grillo, avevano assicurato l’arrivo di una soluzione definitiva per quella categoria di lavoratori rimasti senza lavoro e senza pensione a causa delle nuove norme della riforma previdenziale firmata dal ministro Fornero.
Ma all’indomani delle elezioni, senza un vincitore conclamato, tutto risulta essere più difficile e la soluzione definitiva sembra, realisticamente, essere di nuovo molto lontana.
Secondo la Cgil, sarebbero 250 mila le persone ancora senza tutele, platea composta per lo più da lavoratori di piccole e medie imprese del nord, agricoltori, interinali e donne.
Il sindacato arriva a questa cifra riunendo, in particolare, tutti i lavoratori che hanno sottoscritto accordi di mobilità validi dopo il 4 dicembre 2011, quelli che hanno firmato fuori dalle sedi di carattere governativo, e chi, entro il 6 dicembre 2011, non aveva ancora effettuato un solo versamento volontario.
Prima delle elezioni, il Pd si diceva pronto ad affrontare una volta per tutte la questione esodati trovando una soluzione per tutti quei lavoratori che a seguito della nuova riforma Fornero rischiano di rimanere senza pensione e senza lavoro e Pierluigi Bersani, leader del Pd, aveva del resto confermato che uno dei primi punti del suo programma sarebbe stato proprio quello di sistemare gli esodati e nello stesso tempo prevedere un’uscita pensioni più graduale.
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lunedì 25 febbraio 2013

Dopo elezioni 2013 esodati sperano per le soluzioni promesse

Esodati: dopo elezioni 2013 speranza soluzione e modifica Riforma Fornero come promesse partiti
Marianna Quatraro
Questione esodati: si attendono gli esiti delle elezioni per soluzione definitiva
Si attendono con ansia e curiosità i risultati delle elezioni politiche 2013. I seggi si chiudono oggi, lunedì 25 febbraio, alle 15 e già da stanotte sapremo quale sarà il futuro della nostra Italia.
Attendono con ansia i mercati, attendono con ansia tutti coloro lasciati in bilico dal precedente governo e pronti ad una sorta di riscatto. Stiamo parlando degli esodati, lavoratori che a seguito dell’entrata in vigore delle nuove norme previdenziali della riforma firmata dal ministro Fornero, rischiano ancora di rimanere senza lavoro e senza pensione.
Delle migliaia e migliaia di persone appartenenti a questa categoria, solo 65mila sono attualmente in salvo, e sono coloro che hanno e stanno ricevendo ancora lettere da parte dell’Inps che li informa della loro situazione pensionistica definita, per altri 55mila si attendono ancora ufficialità, e altri ancora sperano che i partiti all’indomani delle elezioni mantengano le promesse fatte durante la loro campagna elettorale.
Tutti i partiti, da Pd, a Pdl, allo stesso Monti hanno, infatti, promesso soluzione immediata alla questione esodati non appena si conoscerà l’esito delle elezioni politiche 2013.
Secondo il senatore ex Pd e oggi con Monti, Ichino, “non è possibile salvaguardare, mandando in pensione con le vecchie regole gli esodati che raggiungeranno i vecchi requisiti dal 2015 in poi. Queste persone vanno assistite in modo diverso e non con la salvaguardia”.
Secondo Ichino, inoltre “bisogna adottare misure per agevolare e incentivare il reinserimento nel tessuto produttivo dei cinquantenni e sessantenni rimasti senza lavoro”.
Ma Cesare Damiano attacca: "La proposta di Pietro Ichino è pura macelleria sociale. È incredibile come Ichino riesca a trovare risorse praticamente per ogni tipo di intervento tranne che per aiutare quanti sono stati ingiustamente lasciati senza un lavoro e senza la possibilità di andare in pensione dal pessimo provvedimento del ministro Fornero”.
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domenica 24 febbraio 2013

Un sorriso, please


Non solo esodati

L’appello Vinyls: Andiamo a votare, non diamogliela vinta

Tre anni fa esatti: 24 febbraio 2010, gli operai Vinyls occupavano il carcere dell’Asinara, il giorno dopo noi aprivamo questo blog per aiutarli. Oggi Tino Tellini, che era uno di quegli operai, ci scrive una lettera appassionata sull’importanza del voto: “Abbiamo conosciuto la disperazione di un futuro incerto, la rabbia sorda che ce la faceva prendere con tutti. Ma non andare a votare è come morire, mentre noi dobbiamo vivere e partecipare anche quando tutto sembra perduto”.
elezioni2013
In questi anni difficili ho avuto la fortuna di conoscere tanti lavoratori, disoccupati, persone straordinariamente dignitose nelle loro povertà e nel coraggio di affrontare le avversità. Ho visto e vissuto momenti di meravigliosa solidarietà che mi hanno fatto avere più fiducia nel prossimo, e che mi hanno fatto pensare che nel momento del bisogno anche noi sardi, e noi italiani, non siamo inferiori a nessuno. Quanto possiamo essere generosi e altruisti se “depurati” dai nostri egoismi ed ossessioni. Siamo un grande popolo ma non sappiamo di esserlo.
Sono uno degli operai che nel febbraio 2010 occuparono il carcere dell’Asinara per protestare contro la chiusura della Vinyls di Porto Torres. Ricorderò per sempre il giorno in cui gli operai dell’Alcoa varcarono le porte del carcere all’Asinara dove da mesi eravamo rinchiusi. Quegli operai straordinari, disperati come noi, si erano alzati alle quattro del mattino facendo 300 km e un’ora e mezzo di battello col mare in tempesta, per raggiungere l’isola. Facemmo un’assemblea con 300 persone, toccò proprio a me aprirla, io che ero quello più abituato a parlare in pubblico. Invece quel giorno non riuscii a proferire quasi parola: mi venne subito un groppo in gola e mi commossi come un bambino.
Se ne accorse Massimo Cara, delegato sindacale Alcoa. Era al mio fianco, mi diede delle pacche sulle spalle e prese la parola, ma alla fine aveva gli occhi lucidi pure lui. Poi mangiammo e bevemmo tutti insieme, anche con i pastori che lavoravano sull’isola. Due mondi diversi, industria e pastorizia, allo stesso tavolo con un obbiettivo: il riscatto sociale del lavoro. Ci sentimmo davvero forti e uniti come non mai, quel giorno. Fu uno dei giorni più belli della mia vita. Diventammo molto amici con gli operai del Sulcis, e ancora ci sentiamo.
Abbiamo conosciuto la disperazione di un futuro incerto, la rabbia sorda che ce la faceva prendere con tutti, l’orgoglio di averci almeno provato in un oceano di indifferenza. Noi della Vinyls la battaglia l’abbiamo persa, ed è una cosa che ancora il sottoscritto non ha digerito. Non era giusto, non ce lo meritavamo, sempre aggrappati ad una speranza ed è con la speranza che si rendono gli uomini schiavi. Questa maledetta parola l’hanno conosciuta bene gli operai e i minatori del Sulcis, le magnifiche donne della Omsa, Agile-Eutelia, gli operai Fiat, le occupanti della Tacconi, tutte quelle vertenze che in questi tre anni hanno fatto parte del blog L’Isola dei cassintegrati che nacque con la nostra protesta.
Purtroppo quando si perde la speranza divampa spontaneo il più tragico degli errori: mettere tutti sullo stesso piano, partiti, politici ed Istituzioni, chiunque capiti a tiro senza distinzione. Aveva ragione chi ha detto: criticare tutti è come criticare nessuno. Si cade nella tentazione di astenersi da qualsiasi forma di partecipazione alla vita pubblica. Saranno in tanti i lavoratori di queste lotte che purtroppo, come tanti italiani, non andranno a votare. Comprendo bene la frustrazione che è anche la mia, ma reputo profondamente sbagliato il disimpegno da un dovere civico e pubblico. La politica naturalmente non ha capito nulla del nostro profondo disagio sociale, e anzi, sembra fare di tutto per alimentarlo. In questa campagna elettorale si è parlato di tutto meno che di lavoro. Ma dobbiamo essere più onesti di costoro.
Andiamo a votare quindi, a votare per chi riteniamo il migliore fra i peggiori, è già un buon inizio. Vogliono la nostra rassegnazione, non la devono avere. Non andare a votare è come dormire, e dormire è come morire mentre noi dobbiamo vivere e partecipare, anche quando tutto sembra perduto. Non alziamo bandiera bianca, non ci arrendiamo. Anni di lotte, di delusioni, non devono passare invano, non devono disperdersi nel vento. Quel bellissimo spirito di quel giorno all’Asinara insieme agli operai Alcoa e ai pastori ci aveva fatto sentire forti e uniti, e sono sicuro che ogni lavoratore italiano in lotta, almeno una volta, ha provato lo stesso. Insieme siamo una potenza e non è vero che le cose non si possono cambiare. Nulla è per sempre, teniamolo sempre in mente. Si dice che quando il gioco si fa duro i duri cominciano a giocare. Noi siamo duri e siamo in tanti. Contiamoci per contare. Non diamogliela vinta. Votare è un diritto, un dovere, un onore. (Tino Tellini).
 

Esodati e pensionati: più tutele


Esodati e pensionati: più tutele
Di redazione (del 23/02/2013 @ 09:45:00, in Osservatorio Nazionale, linkato 2361 volte)
''Sul sistema pensionistico c'e' ancora molto da fare. La riforma Fornero e' insoddisfacente''.
Lo hanno dichiarato Giovanni Centrella, segretario generale Ugl e Corrado Mannucci, vicesegretario nazionale Ugl pensionati nel corso del convegno promosso ad Avellino dall'Ugl irpina e dal titolo ''Le vite difficili.
Anziani e pensionati nell'Italia del 2013''.''Il dramma esodati e lo spostamento del sistema pensionistico a livello contributivo in un momento così delicato per l'economia italiana - affermano Centrella e Mannucci - sono stati due gravissimi incidenti a cui il Governo non ha saputo rimediare a dovere.
Ci auguriamo che il prossimo Governo raddrizzi immediatamente questa riforma e noi faremo il possibile, come sindacato, affinché si diano risposte concrete a categorie, quali gli anziani e gli esodati, che vedono sempre più in ombra il loro futuro''.

Presenti al convegno anche Costantino Vassiliadis, segretario provinviale Utl Ugl Avellino e Vincenzo Montano, segretario provinciale Ugl Pensionati.
 

sabato 23 febbraio 2013

Comunicato Stampa della "Rete"

COMUNICATO STAMPA DELLA RETE
DEI COMITATI DI ESODATI, MOBILITATI,
CONTRIBUTORI VOLONTARI, QUINDICENNI,
FONDI DI SETTORE, DONNE ESMOL
 
23 Febbraio 2013
La Rete dei Comitati denuncia la situazione di colpevole negligenza da parte di INPS e Ministero del Lavoro nella gestione delle salvaguardie dalla riforma.

Nei quasi 14 mesi trascorsi dalla riforma, INPS e Ministero del Lavoro non hanno saputo organizzare le proprie attività in modo da farsi trovare preparati al momento in cui i primi beneficiari delle salvaguardie avrebbero dovuto ricevere la propria pensione e cioè il 1° Gennaio 2013.

La gestione del primo scaglione di 65.000 salvaguardati procede in maniera assolutamente inefficiente, se è vero, come è vero, che:

-  è stata rilasciata solo una parte minoritaria delle lettere di salvaguardia;
-  i potenziali beneficiari la cui data di decorrenza della pensione è già trascorsa non hanno ricevuto alcuna comunicazione dall’INPS;
-  fino alla metà di Febbraio la sede centrale dell’INPS non aveva rilasciato alle sedi periferiche i programmi necessari alla gestione di intere categorie di salvaguardati;
-  le domande di pensione inoltrate nei tempi previsti giacciono senza risposta anche nei casi in cui la pensione avrebbe dovuto già essere erogata; ciò, in alcuni casi crea pregiudizio alla vita dei pensionandi che non avessero risorse accantonate per ovviare alla non erogazione della prestazione pensionistica;
-  viene segnalata da sedi INPS territoriali la impossibilità di elaborare le posizioni dei salvaguardati con le modalità antecedenti alla riforma;
-  vengono segnalati ritardi da parte delle direzioni territoriali del lavoro e delle sedi periferiche dell’INPS nel terminare le attività di loro competenza;
-  di conseguenza le graduatorie nazionali sulla base delle quali avrebbero dovuto essere rilasciate le lettere di salvaguardia non sono ancora state approntate
-  né le sedi INPS né gli operatori del numero verde sono in grado di fornire alcuna previsione sul termine delle attività relative ai primi 65.000 salvaguardati.

I motivi dettagliati di questa prestazione disastrosa ci sfuggono, anche perché la sede centrale dell’INPS fornisce risposte evasive e il Ministero del Lavoro non fornisce alcuna risposta; possiamo solamente costatare come la caparbia resistenza del Ministro a riconoscere la dimensione del problema da lei creato con la riforma abbia creato un ingiustificabile ritardo di circa 7 mesi per la pubblicazione del decreto attuativo e come dalla pubblicazione di quest’ultimo le direzioni territoriali del lavoro e l’INPS abbiano avuto comunque 5 mesi per farsi trovare pronti all’appuntamento del 1 Gennaio 2013.

Una tale vergognosa disfatta organizzativa e amministrativa non può né deve passare sotto silenzio!

La Rete dei Comitati chiede pertanto che venga fatta luce sui motivi che hanno portato a questa situazione ed in particolare:
 - che si proceda immediatamente a liquidare provvisoriamente la pensione ai soggetti salvaguardati che ne hanno maturato il diritto dal 1° gennaio 2013;
- che si indichi in maniera chiara la data massima entro la quale saranno inviate le 65.000 lettere ai “salvaguardati” interessati con il riconoscimento del diritto, nonché le lettere agli esclusi, come previsto dal msg INPS n.2526 del 2013;
- che si indichi in maniera chiara la data massima entro la quale saranno inviate ai 65.000 salvaguardati la terza  lettera con  la data di presentazione della domanda e la data di decorrenza della pensione;
- Il rispetto formale  del recente comunicato stampa del Direttore Generale dell’INPS, che assicurava che le lettere che stanno già pervenendo rappresentano certificazione del diritto individuale,  pubblicando  un’urgente nota ufficiale e formale del Ministero oppure  dell’INPS (messaggio o circolare pubblica) che confermi quanto anticipato in un informale comunicato stampa, ovvero che le lettere già spedite e quelle in fase di spedizione costituiscono "certificazione individuale irreversibile" della salvaguardia
- Una immediata e formale definizione della  procedura di ricorso avverso eventuale "lettera di esclusione"formalizzazione immediata della procedura per il DM 8 ottobre 2012 (decreto 55.000)
- formalizzazione immediata del Decreto Ministeriale attuativo delle norme per gli ulteriori 10.000 salvaguardati contenute nella Legge di Stabilità.

In assenza di immediate risposte alle nostre richieste la Rete dei Comitati valuterà nei prossimi giorni il ricorso all’autorità giudiziaria affinché la medesima verifichi la denunciata situazione ed assuma i conseguenti provvedimenti. Non è, infatti, più accettabile che decine di migliaia di famiglie continuino a vivere da mesi nella più totale incertezza ed angoscia per il loro futuro e per il riconoscimento del loro diritto alla sopravvivenza.

Per la Rete dei Comitati dei comitati esodati, mobilitati, fondi di settore, contributori volontari, licenziati 

Riferimenti dei Comitati :
Francesco Flore -contributore@tiscali.it 0784 203888 (COMITATO AUTORIZZATI CONTRIBUTI VOLONTARI)
Claudio Ardizio -claudio.ardizio@libero.it 329 4206516 (COMITATO ESODATI E PRECOCI D’ITALIA)
Maurizio Vitale -tedesco40@libero.it 328 7639173 (COMITATO MOBILITATI MILANO)
Alessandro Costa -alessandro.costa@alice.it 335 6308273 (COMITATO DIRIGENTI ESODATI)
Claudio Nigro -comitato.degli.esodati.bancari@gmail.com 320 3485348 (COMITATO ESODATI BANCARI)
Enzo Cozzolini -mobilita.livorno@gmail.com (COMITATO LAVORATORI MOBILITA’ LIVORNO)
Emilio De Martino -d.emilio@fastwebnet.it 366 1570104 (COORDINAMENTO ESODATI ROMANI)
Alberto Maddeo -alberto.maddeo@fastwebnet.it (COMITATO LAVORATORI MOBILITA’ LODI)
Antonio Perna -perna.antonio@fastwebnet.it 335 6842999 (“COORDINAMENTO MOBILITATI ESODATI ” MILANO)
Marcello Luca -stluca@libero.it – 338 3182418 (COMITATO FONDI DI SOLIDARIETA' di SETTORE FERROVIERI)
Marta Pirozzi -gruppo.esmol@gmail.com 3772441197 (DONNE ESODATE. MOBILITATE, LICENZIATE)
Segreteria comitato -mobilitati.roma.napoli@gmail.com (COMITATO MOBILITATI ROMA E NAPOLI)
Evelina Rossetto – bicrebu@libero.it 0033-952872402 (COMITATO I QUINDICENNI)
Claudio Bernardini - cbernardini4@gmail.com 3355776288 (COMITATO ESODATI PARMA )
Lina Trentini Comitato Esonerati dalla Pubblica Amministrazione gianniza55@gmail.com
Elide Alboni Comitato.Licenziati@libero.it (Comitato Licenziati e Cessati senza Tutele)
Angelo Moiraghi -angelo.moiraghi@fastwebnet.it 335 483344 Organizzazione Eventi Rete dei Comitati

Donnarumma (CD): nuovo governosi occupi subito di esodati e giovani

Venerdì 22 Febbraio 2013 18:04 
ELEZIONI: DONNARUMMA (CD), NUOVO GOVERNO SI OCCUOI SUBITO DI ESODATI E GIOVANI
(AGENPARL) - Roma, 22 feb - "Nella prossima legislatura andranno affrontati immediatamente e senza ritardi il problema degli esodati e del lavoro dei giovani". Lo afferma in una nota Gregorio Donnarumma, candidato alla Camera per il Centro Democratico. "Al problema del lavoro - aggiunge l'esponente del partito di Bruno Tabacci - si ricollega direttamente il disastro che il governo Berlusconi ha creato nella scuola e nelle università italiane, che ormai sono diventate degli esamifici". "Nelle varie università - spiega Donnarumma - circolano inquietanti circolari in cui viene stabilito che la maggior parte degli studenti che si presentano agli esami devono essere promossi anche non avendo preparazione adeguata, in quanto, se avvenisse il contrario, si avrebbero ogni anno laureati in meno con la conseguente restrizione dei contributi statali previsti per ogni università in relazione al numero di laureati sfornati". "Tutto questo - sottolinea - è lo specchio del decadimento culturale che il centrodestra ha causato. Con questa regola, tra pochi anni, avremo medici, avvocati, commercialisti completamente impreparati per non aver condotto il percorso universitario in maniera seria. E il problema del lavoro diventerà irrisolvibile. Il Centro Democratico - conclude Donnarumma - combatterà con tutte le armi la fallimentare riforma dell'università voluta dal centrodestra".
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venerdì 22 febbraio 2013

Centrella (UGL): maggiori tutele per pensionati ed esodati

Venerdì 22 Febbraio 2013 17:57 
CRISI: CENTRELLA (UGL), MAGGIORI TUTELE PER PENSIONATI ED ESODATI
(AGENPARL) - Roma, 22 feb - "Sul sistema pensionistico c'è ancora molto da fare. La riforma Fornero è insoddisfacente". Lo hanno dichiarato Giovanni Centrella, segretario generale Ugl e Corrado Mannucci, vicesegretario nazionale Ugl pensionati nel corso del convegno promosso ad Avellino dall'Ugl irpina e dal titolo "Le vite difficili. Anziani e pensionati nell'Italia del 2013".
"Il dramma esodati e lo spostamento del sistema pensionistico a livello contributivo in un momento così delicato per l'economia italiana - affermano Centrella e Mannucci - sono stati due gravissimi incidenti a cui il Governo non ha saputo rimediare a dovere. Ci auguriamo che il prossimo Governo raddrizzi immediatamente questa riforma e noi faremo il possibile, come sindacato, affinche' si diano risposte concrete a categorie, quali gli anziani e gli esodati, che vedono sempre più in ombra il loro futuro".
Presenti al convegno anche Costantino Vassiliadis, segretario provinviale Utl Ugl Avellino e Vincenzo Montano, segretario provinciale Ugl Pensionati.
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Comitati degli Esodati incontrano l’on. Cesare Damiano a Torino

Incontro dei Comitati degli Esodati con l’on. Cesare Damiano a Torino il 15 febbraio 2013

Il 15 febbraio 2013 si è svolto a Torino presso la sede regionale del PD Piemonte un incontro tra l'on. Cesare Damiano ed alcuni comitati di esodati, appartenenti alla Rete dei Comitati. All’incontro erano presenti, per il Comitato Dirigenti Esodati, il coordinatore Alessandro Costa e tutti i membri di Torino e provincia, per il Comitato Esodati e Precoci d'Italia il coordinatore Claudio Ardizio, per il Comitato Esonerati PA il coordinatore Giovanni Zappalà. L’incontro è durato circa un’ora e mezza, dalle 15.30 alle 17.00. I Comitati hanno consegnato e presentato all’on. Damiano i documenti unitari, che rappresentano l’attuale "piattaforma" di richieste di tutti i Comitati della Rete ("La Rete dei Comitati degli Esodati chiede al PD una soluzione condivisa" e "Situazione Esodati al 7.2.13", in allegato)
In particolare, si sono poi affrontate le tematiche relative agli esodati (cessati per accordi individuali o collettivi, contributori volontari, licenziati) e agli esonerati (lavoratori delle pubbliche amministrazioni statali e regionali in esonero dal servizio)
Per quanto riguarda gli esodati, i Comitati hanno richiesto quali siano le soluzioni proposte dal PD per risolvere le seguenti criticità:

1. Tutelare tutti gli esodati che maturano i requisiti per la pensione entro il 31.12.2018

2. Risolvere le problematiche di capienza dei contingenti delle 3 leggi già approvate

3. Togliere il limite di 7500 euro per il ri-lavoro dopo il 30.6.12

4. Tutelare i licenziati che maturano i requisiti per la pensione entro il 31.12.2018

L’on. Damiano ha confermato innanzi tutto il proprio massimo impegno nella prossima legislatura per la soluzione dei problemi, proseguendo il lavoro sinora svolto nella Commissione Lavoro della Camera, in Parlamento e nei confronti dei mezzi di informazione lungo tutto l’iter parlamentare delle leggi sinora approvate.

Rispetto ai punti indicati, l’on.Damiano ha sottolineato che:

1. Gli esodati in totale sono stati valutati in 390.000, di cui 130.000 salvaguardati dalla attuale legislazione. Ne rimangono 260.000, di cui però – come risulta dai dati INPS - circa 90.000 non rappresentano un problema in quanto non costituiscono oneri (p.e. requisiti maturati al 31.12.2011, data di decorrenza uguale nella vecchia e nuova normativa, ecc.). Quelli effettivamente da salvaguardare rimarranno circa 170.000. Per essi c’è un forte contrasto sulle soluzioni: la soluzione Ichino è per ASPI e/o rioccupazione, la soluzione Damiano prevede la pensione con le vecchie regole. Occorre dire che anche all’interno del PD c’è chi sostiene la soluzione Ichino, per quanto la soluzione Damiano sia quella ufficiale.

2. Si dovrà senz’altro ottenere di salvaguardare tutti coloro che rientrano nelle 3 leggi finora approvate, anche se superassero la quota di 130.000 unità. Al momento attuale sembra prevedibile uno sforamento limitato e solo per la quota-parte relativa alla mobilità.

 

3. Il vincolo dei 7500 euro per il ri-lavoro dopo il 30.6.2012 è stato frutto di una trattativa, imposto per limitare i numeri e perciò gli oneri delle coperture necessarie. E' stato chiarito definitivamente che il suo calcolo si effettua solo su redditi relativi a attività svolte dopo il 30.6.2012. Difficile la rimozione del vincolo, al limite una correzione della cifra.

4. La problematica dei licenziati è nota al PD, soprattutto per le piccole aziende senza ammortizzatori, tema pesante come oneri, ma da affrontare.

Nel corso della riunione sono stati trattati altri argomenti, come:

• Esonerati della amministrazioni pubbliche regionali, non salvaguardati: il tema riguarda fortunatamente piccole quantità, si sono già fatti incontri per risolvere.

• Ricongiunzioni: altro tema collettivo che il PD ha affrontato ripristinando una situazione di non onerosità per le domande ante Luglio 2010.

• "Quindicenni" e "Usuranti": sono state evidenziate le richieste avanzate per raggiungere la salvaguardia completa per entrambe le categorie di lavoratori.

L’on. Damiano ha ancora ribadito che la battaglia per gli esodati è uno dei temi che porterà avanti con costanza e determinazione. L'approccio ai problemi però non potrà che essere progressivo, affrontandoli e risolvendoli via via nel tempo. Per correggere gli errori della riforma Fornero si procederà ad aggiustamenti "col cacciavite".

L’incontro è stato vissuto positivamente dai partecipanti e ci si è lasciati con l’impegno di proseguire la collaborazione con altri incontri de visu a Roma, Bologna o Torino.

E’ stata inoltre proposta la costituzione di un gruppo strutturato, composto dagli esodati che condividono le idee e la linea politica del Partito Democratico, da organizzare dopo le elezioni, in modo da intrattenere un rapporto costante e organico con il PD.

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Lettera aperta degli esodati Lucani

Al Prefetto di Potenza

Al Presidente della Regione
Ai Gruppi Consiliari
Al Sindaco di Potenza
Al Direttore Sede INPS di Potenza
Agli Organi di Stampa
 
Lettera aperta
 
Dopo un’apparente definizione, solo formale del problema di noi esodati, ad oggi siamo in una condizione di estrema disperazione, in un limbo di disinformazioni, di provvedimenti, rettifiche,  utili solo a mitigare l’opinione pubblica e a pubblicizzare risoluzioni che nulla hanno definito.
Nonostante le rassicurazioni sulla tutela di tutti i lavoratori e delle garanzie sulle coperture economiche, oggi molti di noi si trovano senza mobilità, senza pensione e senza neanche l’ombra della tanto fantomatica “salvaguardia”.
Abbiamo ricevuto la lettera che ci dà diritto alla salvaguardia. E chi ha una decorrenza di pensione da Febbraio 2013 ancora non  può avere informazioni sul concreto accesso alla pensione.
Inutili sono stati gli innumerevoli tentativi, scritti, verbali, ufficiali e ufficiosi, nei confronti della Sede Inps di Potenza nonchè della Direzione Centrale che si limitano a svincolarsi da ogni responsabilità e ad aspettare non si sa quale giudizio.
Quello che era una nostra fondata preoccupazione di risoluzione solo apparente del problema esodati, ci ha portato nella condizione che tutti scongiuravano con le false e incoscienti dichiarazioni, siamo arrivati alla scadenza delle mobilità e al vuoto retributivo.
Vi chiediamo se siete tutti soddisfatti di quanto si sta verificando, se le vostre coscienze hanno ancora voglia di zittire di fronte ad una simile ingiustizia, se non sia arrivato il momento di spendere una sola parola concreta rispetto al nostro problema.
Nessuno di noi pensa al suicidio, ci avete tolto troppo per darvi anche quest’ennesima soddisfazione. Le umiliazioni di molti mesi ci hanno resi immuni e ci hanno fortificati tanto da chiedere ancora più a gran voce ciò che è un nostro sacrosanto diritto.
Né ci bastano le solite, vergognose e strumentali promesse politiche di soluzioni future!
A voi tutti chiediamo informazioni sulle nostre vite e su quelle delle nostre famiglie, a voi tutti chiediamo che cosa avete in mente per il nostro futuro.
Nei lunghi mesi che ci hanno visti vittime prese a bersaglio da tutti e usati, di volta in volta a seconda delle varie convenienze, abbiamo dimostrato una civiltà e un modus operandi , un senso di responsabilità di lavoratori e di cittadini che nessuno di voi merita.
Noi siamo cittadini onesti che non passeranno mai ai modi scorretti tipici di tutte le Istituzioni che maldestramente hanno creato errori  e inettitudini che paghiamo sulla nostra pelle.
Chi è salvaguardato e deve andare in pensione da febbraio 2013 quando potrà saperlo?
Riuscite a darci una risposta semplice e concreta?
Alle forze politiche chiediamo: riuscite a mettere nelle vostre priorità i bisogni dei cittadini e magari a inserire tale impegno nei vostri programmi elettorali?
Ci aspettiamo risposte concrete e urgenti, non demagogie non inganni.

Esodati lucani
Tolve Giuseppe, Tolve Rocco, Mazzini Carmine, Di Noia Girolamo, Martinelli Angelo Raffaele, Pietrafesa Rocco, Telesca Maria Rosaria, Verrastro Anna Maria.

 

giovedì 21 febbraio 2013

Damiano: noi avevamo avvertito il ministro, già nel dicembre del 2011

Elezioni: errori Monti pesanti eredità per nuovo governo
L’errore compiuto da Monti, che ha fatto da regista alle riforme delle pensioni e del mercato del lavoro, è stato quello di puntare esclusivamente sul rigore e sull’abbattimento del debito, nonostante le dichiarazioni fatte al momento del suo insediamento che parlavano anche di sviluppo ed equità sociale. Il ministro Fornero fa bene a ritenere inappropriato il termine esodati: noi preferiamo parlare di tutti coloro che sono rimasti senza reddito a seguito della riforma delle pensioni. E’ sbagliato nascondersi oggi dietro le favole dei dati giusti o dei dati mancanti. Noi avevamo avvertito il ministro, già nel dicembre del 2011, che la soppressione brutale delle quote di anzianità avrebbe provocato questo fenomeno. Una pesante eredità per il nuovo governo. Del resto, se si fa cassa con le pensioni, come ha scelto di fare Monti, la strada rimane tracciata e soltanto la nostra battaglia, che ha corretto per ben tre volte la riforma, ha attenuato ma non risolto il grande disagio sociale provocato. Secondo la Ragioneria dello Stato dalle pensioni si ricaverà, tra il 2020 e il 2060, un risparmio di circa 350 miliardi: una cifra mostruosa che colpisce lo stato sociale.

Fornero: le Regioni non mi dicono quanti sono gli esodati

Esodati: Fornero, le Regioni non mi dicono quanti sono
21 Febbraio 2013 - 13:27
(ASCA) - Roma, 21 feb - ''Esodati e' proprio un brutto termine, non lo amo, non mi piace. Parliamo di salvaguardati. Quanti sono? Le Regioni non me lo dicono.'' Cosi' il ministro Elsa Fornero, ospite di ''24 Mattino'' su Radio 24, parla di esodati.
Sul balletto delle cifre ha detto: ''Sono stata molto attaccata, ma fa parte di un atteggiamento di superficialita' da cui la stampa non e' certo immune. I numeri sono chiari, quando noi parliamo di accordi collettivi e possibilmente ufficiali, quelli noi li sapevamo e quelli erano grosso modo i 65 mila che erano entrati. Ma poi si scopre dopo che ci sono molte piccole imprese dove i lavoratori sono stati incentivati a uscire nell'attesa della pensione quando abbiamo scritto la norma la stima che mi e' stata inizialmente fornita era 50mila attraverso discussioni siamo arrivati poi ad individuare 65 dopodiche' ci si e' accorti che il fenomeno era molto piu' diffuso. Io ho incontrato molti ''salvaguardati'', ho ricevuto anche lettere di insulti e anche pesanti pero' ho ricevuto anche molte lettere di persone che hanno capito. La pacatezza che sarebbe stata necessaria per affrontare un problema e' mancata perche' ho imparato una lezione: nel frastuono generale le voci di buon senso non si sentono piu'. Per troppo tempo questo Paese ha pensato di risolvere i suoi problemi anche di ristrutturazione delle imprese, o ristrutturazione industriale mandando in pensione la gente a eta' relativamente giovani. Noi siamo il Paese che ancora spende di piu' in pensioni d'Europa''.
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491 esodati triestini nel limbo

Esodati, 491 triestini nel limbo Nella lista dei “primi” sono in 350
Resi noti dall’Inps i numeri ufficiali, tra archivi propri e istanze giunte alla commissione ministeriale I sindacati: «Con le nostre stime ci eravamo andati vicini. Cinquecento persone valgono una Ferriera»
di Piero Rauber
Nella Trieste dall’età media proiettata in là e dall’occupazione sbilanciata sul terziario, in cui il ricorso alle uscite premature incentivate non è fenomeno raro, gli esodati sono così un piccolo grande esercito: quasi 500, su un monte-dipendenti stimato dai sindacati attorno alle 73mila unità. Ogni 150 triestini che lavorano, esclusi imprenditori, liberi professionisti e autonomi, si nasconde insomma almeno una storia. La storia di chi si trova, ora come ora, intrappolato nel limbo.
I dati ufficiali sono stati resi noti nelle scorse ore dall’Inps provinciale. Dati che parlano di 491 richieste in sospeso, di cui 350 accolte, già inserite nella lista dei cosiddetti salvaguardati, gli aventi diritto all’accesso (in attesa che essa venga sbloccata) alla prima tranche dei fondi, noti come i fondi dei “primi” 65mila. Per gli altri, invece, se ne riparla al caso ancora più in là, nel momento dell’attivazione della seconda e della terza tranche. Quelle dei 55mila e dei 10mila.
Delle 491 richieste, nel dettaglio, 141 risultano attualmente depositate presso l’apposita Commissione della Direzione provinciale del Lavoro, dipendente direttamente dal Ministero, alla quale gli esodati firmatari di accordi individuali con la loro azienda, non titolari di altre prestazioni che passano di norma per l’Inps, dovevano presentare le rispettive domande entro il 21 novembre. Domande accolte in 117 casi, e respinte in 24.
Il resto delle istanze, 350 in tutto, si trova catalogato direttamente negli archivi Inps, e sono riconducibili a persone in mobilità lunga o breve, ai cosiddetti contributori volontari, o ancora ad ex bancari ed ex ferroviari, ad esempio, destinatari dei fondi di categoria di solidarietà e sostegno al credito. Di questi 350 i potenziali beneficiari di prima fascia, come salvaguardati, sono 233. I non aventi diritto sono 103, cui si aggiungono quattro richieste doppie (presenti cioè pure nella commissione ministeriale), due da verificare, due appartenenti a cittadini già deceduti e sei a ex lavoratori che avevano maturato in tempo, prima dell’entrata in vigore della riforma Fornero, i requisiti per la pensione. L’ultimo treno.
«Con le nostre stime del 2012 - osserva il segretario provinciale della Cgil Adriano Sincovich - eravamo andati molti vicini ai numeri ufficiali. È la conferma dell’esistenza di un problema molto serio all’interno di un contesto altrettanto serio, che non apre spazi, e si prospetta strutturale. Con gli interventi sul sistema pensionistico ci sarà sempre più gente a bagnomaria». «Il dato - gli fa eco il segretario della Uil Giacinto Menis - è oltremodo consistente e preoccupante. E intanto, a livello nazionale, stiamo assistendo a una campagna elettorale miseranda che non coglie e non rimarca i drammi della gente comune come gli esodati, usciti previa rassicurazione poi non mantenuta». «Cinquecento persone - chiude il segretario della Cisl Luciano Bordin - valgono una Ferriera. C’è l’equivalente di una Ferriera che non torna al lavoro e non è in pensione...».
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mercoledì 20 febbraio 2013

Un esodato di Reggio Emilia...

GIOVANNI, INVALIDO ED ESODATO:
"NON RIESCO A VIVERE. PENSO AL SUICIDIO"
Lunedì 18 Febbraio 2013 - 14:49
REGGIO EMILIA - Si chiama Giovanni Redini, ha 60 anni e vive a Cadelbosco Sopra, piccolo paesino in provincia di Reggio Emilia. Invalido al 100%, ma l'Inps gli nega la pensione. Un dramma, un vero dramma, iniziato il 17 gennaio 2009, quando Giovanni aveva 57 anni ed era un'operaio alla Kis-Cbs. Quella mattina, mentre era al lavoro, si accorse che un terribile virus gli aveva completamente tolto la vista all'occhio sinistro.
Inizia il suo calvario: entra e esce dagli ospedali, ma alla fine perde il suo occhio, che viene asportato.
Viene dimesso dall'ospedale con un attestato, rilasciato dalla Commissione medica dell’Inps, che certifica la sua invalidità al 100%.
Non potendo lavorare, la sua azienda lo congeda in 'pensionamento anticipato', dopo un periodo di cassa integrazione e di mobilità di 3 anni. La riforma Fornero, però, crea gli 'esodati, cioè coloro che sono andati in pensione anticipata, ma che sono rimasti tagliati fuori dalla pensione a causa dell'innalzamento dell'età pensionabile. Giovanni Redini è proprio uno di questi.
«Il 31 dicembre del 2012 è terminato il mio contratto di mobilità – racconta il 60enne a 'La Gazzetta di Reggio' – e da allora non ho un soldo, perché la pensione di invalidità non mi è mai arrivata. Fino al settembre dell’anno scorso almeno potevo contare sull’accompagnamento, che all’ultima visita, nel luglio del 2012, mi è stato tolto perché dall’occhio destro non sono completamente cieco, anche se non riesco nemmeno a uscire di casa così. Mi hanno aiutato gli amici, sono andato alla Caritas, ma non è possibile vivere in questo modo. E’ una situazione terribile, qualche volta penso che farei meglio a salire in terrazzo e a buttarmi di sotto».
 

martedì 19 febbraio 2013

Esodati Lodigiani acoltati dal PD

 PD: molto positivo l’incontro con gli Esodati Lodigiani.
17-02-2013
Si è tenuto venerdì 15 alle ore 9.30 presso l’Oratorio di San Bernardo a Lodi, l’incontro tra gli esodati lodigiani e le candidate alla Camera per il PD, Cinzia Fontana (Capolista) e Paola Rusconi. Anche Mariangela Raffaglio, candidata per il PD al Consiglio Regionale era presente all’incontro.
Più di 50 persone hanno preso parte all’iniziativa, che rappresenta solo l’ultima di una serie di appuntamenti che il PD Lodigiano ha organizzato in questi mesi con gli esodati, portandoli a contatto diretto con parlamentari e candidati al fine di seguire passo a passo una vicenda che i presenti hanno descritto come “un diritto negato e calpestato, che ha fatto carta straccia delle loro vite”.
esodatiMentre Mariangela Raffaglio ha evidenziato “la necessità di una campagna elettorale che si occupi dei veri problemi che assillano i lavoratori che sono rimasti senza alcun reddito a causa della riforma Fornero e che anche dalla Regione sarà importante far rispettare il diritto conseguito da tanti Lombardi e da tanti Lodigiani”, mentre Cinzia Fontana ha ricostruito gli ultimi passaggi, sottolineando che seppur alcuni passi avanti siano stati compiuti, questi non sono stati risolutivi.
“Con tre successive correzioni (Decreto Sal valtalia, Spending Review e legge di Stabilità) – ha detto Cinzia Fontana – sono stati salvaguardati 130.000 lavoratori, grazie all`azione incessante del Partito Democratico. Adesso si tratta di compiere il passo risolutivo. Questo argomento dovrà essere affrontato dal prossimo esecutivo e se, come mi auguro, governerà il centrosinistra, sarà per noi una priorità, che ci impegniamo a risolvere dal punto di vista previdenziale e non assistenziale. Questa brutta esperienza ci insegna che dobbiamo insistere sull`esigenza, nell`attuare le riforme, di avere sempre a mente un principio di gradualità per evitare che si producano situazioni socialmente inaccettabili e gravi come quella degli esodati”.
Paola Rusconi, ha sottolineato come “Per proseguire nell`azione di tutela dei lavoratori rimasti senza reddito dobbiamo ripartire da quanto abbiamo ottenuto con l`ultima legge di Stabilità. In primo luogo dall`istituzione del Fondo non assistenziale alimentato inizialmente da 100 milioni di euro ai quali si dovranno aggiungere gli eventuali risparmi ricavati dai 9 miliardi precedentemente stanziati per i primi 120.000 salvaguardati. Nel caso in cui questi risparmi non ci fossero o non fossero sufficienti, per il solo 2014 è prevista una clausola di raffreddamento della indicizzazione delle pensioni di fascia superiore a sei volte il minimo, fermo restando dall`inizio dello stesso anno il ripristino per tutti, anche per chi ha pensioni di importo superiore, delle indicizzazioni sempre fino a sei volte il minimo, circa 3.000 euro lordi mensili”.
In chiusura, Cinzia Fontana ha fatto presente che “Con l`istituzione del Fondo abbiamo a disposizione uno strumento che può essere rifinanziato anno dopo anno, fino alla soluzione del problema, anche se una soluzione immediata e strutturale sarebbe meglio, soprattutto per la tranquillità delle persone. Le varie casistiche, esodati, prosecutori volontari, lavoratori in mobilità, licenziati individuali e collettivi, lavoratori della scuola ed esonerati del pubblico impiego, sono state da noi sempre tenute ben presenti fin dall`inizio, fin da quando abbiamo sottoposto al governo Monti le nostre proposte di correzione ed in questa direzione continueremo la nostra battaglia”.
I presenti hanno sottolineato come il PD sia stata l’unica forza politica che abbia messo la faccia laddove ci sono i problemi ed hanno espresso la loro soddisfazione per l’interlocuzione con il PD che non nasce solo dalla campagna elettorale, ma dal riscontro avuto in questi mesi.
Ciò ha fornito lo spunto a Mauro Soldati, Segretario Provinciale del PD Lodigiano, per sottolineare come la vittoria del PD e l’autosufficienza della coalizione di centrosinistra alle prossime elezioni, sia l’elemento fondamentale per la realizzazione del programma che il PD sta presentando ai cittadini: “Non disperdere il voto sarà decisivo. Confidiamo che di fronte alle difficoltà venga scelta l’unica”.

Disfunzione


19-02-2013, ore 09:10  |   Pensioni e Contributi
Esodati, nominativi da comunicare al Ministero
Entro domani, 20 febbraio 2013, le aziende devono comunicare al Ministero i nomi dei lavoratori licenziati al 31 dicembre 2012, ma mancano le istruzioni operative

Esodati, nominativi da comunicare Esodati, entro domani, 20 febbraio 2013, le imprese hanno l’obbligo di comunicare al Ministero del lavoro i nominativi dei lavoratori rimasti senza pensione e senza stipendio, perché licenziati al 31 dicembre 2012, in modo tale che possano essere ammessi a godere dei benefici del prepensionamento.

Decreto Ministeriale 8 ottobre 2012
L’obbligo in questione nasce dal Decreto ministeriale dello scorso 8 ottobre 2012, il secondo decreto esodati bis, quello adottato per la salvaguardia di altri 55mila lavoratori rimasti senza pensione e senza stipendio per effetto dell’entrata in vigore della riforma pensioni voluta dal Ministro Elsa Fornero. Ebbene nell’esercito di questi altri 55mila lavoratori rientrano:
1 - i destinatari di programmi di gestione delle eccedenze occupazionali con ammortizzatori sociali, sulla base di accordi stipulati in sede governativa entro il 31 dicembre 2011 (40 mila);

2 - coloro che alla data del 4 dicembre 2011 non erano a carico di fondi di solidarietà di settore, ma il cui diritto di accesso era previsto sulla base di accordi stipulati entro la stessa data, con permanenza a carico dei fondi fino a 62 anni (1,6 mila);
3 - gli autorizzati, prima del 4 dicembre 2011, alla prosecuzione volontaria dei contributi (7,4 mila);

4 - coloro che hanno risolto il rapporto entro il 31 dicembre 2011 in base ad accordi personali o collettivi, senza avere avuto successiva rioccupazione (6 mila).
Un esercito di 55mila lavoratori in totale.

Esodati, la scadenza di domani 
Tante le persone coinvolte, tante le scadenze da rispettare. L’ultima in ordine di tempo è quella di domani, 20 febbraio 2013, entro cui i datori di lavoro, aziende ed imprese devono comunicare al Ministero del lavoro i nomi dei lavoratori coinvolti in programmi di gestione di eccedenze, ossia l’elenco dei lavoratori licenziati entro il 31 dicembre 2012, indicando anche la data di licenziamento (l’adempimento andrà ripetuto entro il 31 marzo con riferimento ai lavoratori licenziati/da licenziare entro il 31 dicembre 2013 e così per gli anni avvenire). Il problema che insorge è che il Ministero, almeno fino ad ora, non ha fornito le istruzioni operative per effettuare questa comunicazione. Come da prassi, le istruzioni arriveranno all’ultimo momento, generando l’ennesima confusione tutta all’italiana.