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giovedì 7 febbraio 2013

A Livorno le prime lettere

Esodati, ecco le lettere ma si salva (forse) soltanto uno su tre
Il comitato lavoratori in mobilità lancia l’allarme «Grande incertezza, rischio di panico e code agli sportelli»
di Giorgio Carlini
Hanno atteso per giorni, settimane, mesi. Hanno indetto una conferenza stampa, ieri mattina, per esprimere le loro preoccupazioni di fronte al silenzio e all'incertezza.
Poi, nel pomeriggio, la svolta: «Le comunichiamo che, sulla base delle informazioni e documentazioni relative alla sua posizione anagrafica e contributiva, lei rientra nella categoria di lavoratori beneficiari della salvaguardia».
Hanno finalmente tirato un sospiro di sollievo i primi esodati che hanno ricevuto le lettere dei "salvaguardati", annunciate dal ministro Fornero e inviate dall'Inps.
«Provvederemo con una successiva comunicazione - così continua la lettera - a informarla in merito alla decorrenza della sua pensione, nonché ai tempi e alle modalità di presentazione della relativa domanda».
Anche a Livorno ci sono i primi salvaguardati. Tra questi c'è Daniele Pettinato, che insieme a Enzo Cozzolini e Stefano Castelli fa parte del comitato lavoratori in mobilità. Ieri mattina Pettinato e compagni avevano indetto la conferenza stampa al quartier generale Cgil. Perché il quadro è ben lontano da essere ottimistico.
Ora stanno arrivando 25 mila lettere della prima tranche dei 65 mila salvaguardati. Dopo ci sarà la seconda mandata di altri 55 mila. Oltre a questi, ci sono 10 mila posti per gli esodati della riforma Sacconi e 10 mila per i quali sono stati inseriti fondi nella legge di stabilità, per un totale di 140 mila.
«Ma in Italia siamo almeno 390 mila», ricorda Castelli. Ciò significa che a ricevere la "lettera della speranza" sarà in pratica un lavoratore ogni tre. Un dato che, trasferito a Livorno, potrebbe gettare nella disperazione circa 350-400 esodati su un totale stimato in 600 unità dal comitato .
«Le lettere - ha aggiunto Cozzolini nel pomeriggio - stanno arrivando a pioggia, senza criterio, e solo tramite la casella di posta dell'Inps».
«Ciò significa - prosegue - che da qui a poco si scatenerà il panico tra gli esodati, che già in questi giorni affollano gli sportelli dell'Inps per avere informazioni sulla propria posizione». «Le lettere - precisa Cozzolini - sono una questione di vita o di morte per chi è senza lavoro e pensione. Le poche informazioni e i grandi ritardi gettano nello sconforto centinaia di persone».
Non solo: «Fino a quando un esodato non riceve la lettera non può accedere alla mobilità in deroga, neanche se ne avesse il diritto a tutti gli effetti. Quindi i ritardi creano anche inconvenienti concreti».
E la politica? «Gli unici ad essersi impegnati - rivela Castelli - sono stati Pd e Sel. Al resto pare che importi poco o nulla». «Il tema degli esodati - continua - è sparito dalle agende elettorali di tutte le coalizioni».
«Forse - conclude Castelli - credono di aver risolto la vicenda con i 140 mila salvaguardati. Ma non è così. Dopo le elezioni chiederemo ancora un dialogo con la politica, per trovare una soluzione per l’intera categoria degli esodati».
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1 commento:

  1. La cosa assurda è che le lettere arriveranno non si sa quando, nel frattempo non si dovrà assolutamente lavorare per non perdere i requisiti e poi, magari non si rientra in graduatoria.
    Ma quando finiranno di giocare con l'ansia e l'angoscia delle persone? Ed è mai possibile che , in tutto questo, non si riesca ad avere delle risposte celeri e certe?

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