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lunedì 4 febbraio 2013

Cosa chiedono gli esodati di Parma alla politica

Cosa chiedono gli esodati alla politica
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A Parma dal 12 febbraio sarà attivo uno sportello informativo in Cgil. E i coordinamenti sperano nel prossimo governo 
PARMA - Si sono organizzati per dare risposte alle 400 persone che secondo le stime a Parma e provincia si trovano nella condizione di esodati o non salvaguardati. Ma il coordinamento di Parma, insieme agli altri spuntati in giro per l’Italia, spera anche di strappare impegni concreti in questa campagna elettorale, in modo che il prossimo governo italiano tuteli le persone escluse dai provvedimenti correttivi degli ultimi mesi. Ne abbiamo parlato con Claudio Bernardini, del Coordinamento esodati di Parma, coordinamento che dal 12 febbraio avrà uno sportello informativo alla Cgil aperto tutti i martedì, dalle 15 alle 17, preferibilmente previa prenotazione inviando una mail a: coord.esodati.cgilparma@gmail.como telefonando al 3355776288.
Quanti sono in questa condizione a Parma?
Il nostro coordinamento è composto da 120 persone mentre al patronato Inca ne sono passate 250. Confrontando anche i dati Inps emerge che stiamo parlando di circa 400 persone nel parmense.
Chi sono?
Sono lavoratori che hanno fatto accordi con l’azienda per uscire e che contavano di raggiungere l’eta pensionabile in un certo periodo di tempo, ad esempio due anni: hanno concordato una cifra con il datore di lavoro per pagare volontariamente i contributi e avere i soldi per vivere in attesa della pensione. Questi li chiamiamo esodati. Ci sono anch’io, insieme a una trentina di lavoratori della Fidel, dove sono stato delegato Fiom per anni: quando è iniziata la ristrutturazione, per evitare di togliere prospettive a persone più giovani, mi sono messo d’accordo per farmi accompagnare alla pensione. Poi ci sono i non salvaguardati, lavoratori in mobilità che speravano di raggiungere l’età pensionistica grazie agli ammortizzatori.
Poi è arrivata la riforma Fornero che ha cambiato le regole del gioco e, quel che è peggio, con effetti retroattivi nei confronti di chi era già uscito dal luogo di lavoro…
Sì, è la prima volta che è accaduto nella storia della Repubblica. In passato si è cambiato molte volte, ma si era sempre salvaguardato l’esistente. I tecnici, in questo caso, non sono stati poi così tecnici.
C’è già qualcuno a Parma che si trova già senza ammortizzatori e senza pensione, dunque senza alcun reddito?

Ci sono un paio di persone che a fine febbraio non avranno più ammortizzatori e l’Inps ha detto che per ora non possono garantire loro la pensione, perché resta da capire se rientrano nei casi previsti dagli interventi correttivi del governo.
Dal 12 febbraio sarà attivo in Cgil uno sportello informativo. Con che scopo?
E’ uno spazio aperto a tutti e non solo iscritti Cgil, utile per far conoscere le norme, che in molti casi sono molto tecniche. Vogliamo tenere i lavoratori aggiornati su quello che sta accadendo e sui 3 decreti che hanno fatto seguito alla riforma Fornero per salvaguardare i lavoratori. Cerchiamo anche di non far sentire le persone sole di fronte a questo problema.
Gli interventi correttivi del governo non hanno dunque risolto tutti i problemi?
No, ad esempio non è tutelato chi è andato in mobilità nel 2012 e matura la pensione nel 2015. Diciamo, con una semplificazione, che fino ad ora i provvedimenti sono arrivati a salvaguardare più o meno fino al 2014.
Siamo in campagna elettorale, quali sono le vostre richieste ai candidati?
In questi mesi i comitati italiani hanno cercato il dialogo con tutti i partiti. Alcuni parlamentari si sono mostrati più sensibili di altri. Noi ci rivolgiamo a tutti perché nei primi 100 giorni del prossimo governo siano risolti i problemi degli esodati.

 

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