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sabato 2 marzo 2013

Ora i partiti si dividono. Cosa potrebbe cambiare dopo le elezioni?

Esodati, ora i partiti si dividono. Ecco cosa potrebbe cambiare dopo le elezioni Di redazione (del 02/03/2013 in Osservatorio Nazionale)
All'indomani delle elezioni 2013 che hanno stravolto lo scenario politico italiano si concretizza nuovamente la possibilità di un nuovo intervento sulle pensioni. Un intervento che se proposto dovrebbe intervenire in primo luogo sul tema esodati.
Sino ad oggi infatti solo 130 mila persone potranno, dopo un tour de force infinito, mantenere le vecchie regole di pensionamento (vigenti sino al 6 Dicembre 2011 prima dell'entrata in vigore del contestato Decreto Legge 201/2011). Le stime della Cgil parlano invece di circa altre 100 mila persone che dovrebbero essere tutelate mediante successivi interventi e che rischiano di rimanere senza lavoro nè pensione.
Vediamo dunque quali sono le posizioni dei principali partiti politici che hanno conquistato i maggiori consensi nelle ultime elezioni: il Pd, il Pdl e il Movimento 5 Stelle.

Partito Democratico - La posizione più favorevole per gli esodati è quella del Partito Democratico che, delle tutele per gli esodati, ha fatto una bandiera nella campagna elettorale. Lo schieramento guidato da Pierluigi Bersani ha sempre detto di voler rendere più flessibili i criteri di accesso alla pensione stabiliti dalla riforma Fornero, che ha eliminato di colpo gli assegni di anzianità e ha fissato tra 62 e 66 anni i requisiti anagrafici per accedere ai trattamenti di vecchiaia (con un ulteriore innalzamento dell'età nei prossimi decenni). Secondo il Pd, ci vuole più gradualità nel passaggio dal vecchio al nuovo sistema, almeno per quei lavoratori che compongono la vasta platea degli esodati. Tra le proposte sul campo il Pd non nasconde la possibilità di tirare fuori dal cassetto la proposta damiano.
PDL e Lega - Posizioni morbide anche dal Centrodestra che è favorevole a cambiare i requisiti di accesso alla pensione, ma sottolinea anche la necessità di non compromettere i risparmi di spesa generati dalle ultime leggi previdenziali. Inoltre, il partito di Silvio Berlusconi non esclude la possibilità di introdurre dei tagli alle pensioni d'oro o degli elementi di flessibilità nel sistema pensionistico, come la possibilità di effettuare l'orario part-time per quei lavoratori anziani che lasciano spazio nelle aziende alle risorse più giovani.
Movimento 5 Stelle
- Sul tema delle pensioni Grillo ha avanzato la proposta-choc di ridurre l'età di pensionamento a 60 anni, che rappresenterebbe un azzeramento di tutte le riforme previdenziali approvate in Italia nell'ultimo ventennio. Ma il movimento ha avanzato anche altre proposte concrete: abolizione dei vitalizi dei parlamentari, riduzione di quelli esistenti a un massimo di 3mila euro al mese e taglio di 100mila pensioni d'oro, fissando un tetto di 5mila euro netti mensili per tutti gli assegni. Secondo l'ex-comico genevese, queste misure genererebbero un risparmio di 7 miliardi di euro (anche se le stime sono molto dubbie e tutte da verificare). Le risorse verrebbero poi impiegate per finanziare il reddito minimo garantito, cioè un sussidio a tempo indeterminato per i senza-lavoro e per i cittadini più poveri.
(Leggi)
 
 
 
 

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