All'indomani delle elezioni 2013 che hanno stravolto lo
scenario politico italiano si concretizza nuovamente la possibilità di un nuovo
intervento sulle pensioni. Un intervento che se proposto dovrebbe intervenire in
primo luogo sul tema esodati.
Sino ad oggi
infatti solo 130 mila persone potranno, dopo un tour de force infinito,
mantenere le vecchie regole di pensionamento (vigenti sino al 6 Dicembre 2011
prima dell'entrata in vigore del contestato Decreto Legge 201/2011). Le stime
della Cgil parlano invece di circa altre 100 mila persone che dovrebbero essere
tutelate mediante successivi interventi e che rischiano di rimanere senza lavoro
nè pensione.
Vediamo dunque
quali sono le posizioni dei principali partiti politici che hanno conquistato i
maggiori consensi nelle ultime elezioni: il Pd, il Pdl e il Movimento 5
Stelle.
Partito
Democratico - La posizione più
favorevole per gli esodati è quella del Partito Democratico che, delle tutele
per gli esodati, ha fatto una bandiera nella campagna elettorale. Lo
schieramento guidato da Pierluigi Bersani ha sempre detto di voler rendere più
flessibili i criteri di accesso alla pensione stabiliti dalla riforma Fornero,
che ha eliminato di colpo gli assegni di anzianità e ha fissato tra 62 e 66 anni
i requisiti anagrafici per accedere ai trattamenti di vecchiaia (con un
ulteriore innalzamento dell'età nei prossimi decenni). Secondo il Pd, ci vuole
più gradualità nel passaggio dal vecchio al nuovo sistema, almeno per quei
lavoratori che compongono la vasta platea degli esodati. Tra le proposte sul
campo il Pd non nasconde la possibilità di tirare fuori dal cassetto la proposta damiano.
PDL e
Lega - Posizioni morbide anche dal
Centrodestra che è favorevole a cambiare i requisiti di accesso alla pensione,
ma sottolinea anche la necessità di non compromettere i risparmi di spesa
generati dalle ultime leggi previdenziali. Inoltre, il partito di Silvio
Berlusconi non esclude la possibilità di introdurre dei tagli alle pensioni
d'oro o degli elementi di flessibilità nel sistema pensionistico, come la
possibilità di effettuare l'orario part-time per quei lavoratori anziani che
lasciano spazio nelle aziende alle risorse più giovani.
Movimento 5
Stelle
- Sul tema delle
pensioni Grillo ha avanzato la proposta-choc di ridurre l'età di pensionamento a
60 anni, che rappresenterebbe un azzeramento di tutte le riforme previdenziali
approvate in Italia nell'ultimo ventennio. Ma il movimento ha avanzato anche
altre proposte concrete: abolizione dei vitalizi dei parlamentari, riduzione di
quelli esistenti a un massimo di 3mila euro al mese e taglio di 100mila pensioni
d'oro, fissando un tetto di 5mila euro netti mensili per tutti gli assegni.
Secondo l'ex-comico genevese, queste misure genererebbero un risparmio di 7
miliardi di euro (anche se le stime sono molto dubbie e tutte da verificare). Le
risorse verrebbero poi impiegate per finanziare il reddito minimo garantito,
cioè un sussidio a tempo indeterminato per i senza-lavoro e per i cittadini più
poveri.
(Leggi)
Nessun commento:
Posta un commento