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sabato 2 marzo 2013

Pensioni quota 96 scuola: tempi tecnici a rischio

Pensioni quota 96 scuola: tempi tecnici a rischio anche se Corte costituzionale fosse favorevole
Autore: Marianna Quatraro
Quota 96: rischi e ritardi
L’ambigua situazione politica venutasi a creare rischia di lasciare in sospeso molte questioni, da quella degli esodati, ai pensionandi della scuola classe 52, i cosiddetti Quota 96.
Tutto infatti rischia di bloccarsi, con immensa insoddisfazione da parte di tutti i docenti. I pensionandi della scuola della cosiddetta quota 96 sapranno come andrà a finire soli il 21 marzo, giorno in cui sarà presa una decisione definitiva da parte della Corte dei Conti, dopo che il Consiglio di Stato ha ritenuto che dovesse essere la Corte dei conti della giurisdizione regionale del Lazio a pronunciarsi.
Nello stilare la nuova riforma delle pensioni, infatti, il governo tecnico di Mario Monti non ha tenuto conto della specificità del Comparto Scuola, specificità riconosciuta da leggi mai abolite oltre che da precedenti revisioni normative in materia previdenziale, e ha eguagliato le leggi speciali che regolano questo settore alle leggi generali di tutti gli altri settori della Pubblica Amministrazione, dimenticando che l'anno scolastico non coincide con l'anno solare e che si colloca, invece, a cavallo tra due anni solari, per cui nessun insegnante potrebbe abbandonare la sua classe il 31 dicembre.
I docenti che hanno raggiunto i requisiti di pensionamento ma sono rimasti al lavoro potrebbero, dunque, uscire in base alle vecchie regole raggiungendo Quota 96, somma tra età anagrafica e contributiva partendo da un minimo di 60 anni di età e 35 di contribuzione.
Vi rientrano anche uomini e donne che al 3 dicembre 2011 avevano raggiunto 40 anni di contribuzione a prescindere dall’età anagrafica; e il personale della scuola che raggiunge i requisiti con la normativa prevista dalla Legge Fornero e uomini e donne, che raggiungono l’età anagrafica di anni 66 e mesi 3 entro il 31 agosto 2013, saranno collocate in pensione d’ufficio per vecchiaia.
(Leggi)

7 commenti:

  1. ma questo spazio non e' postali esodati , non capisco cosa hanno a che fare gli insegnanti, il vero problema l'abbiamo noi e non gli insegnanti
    loro ogni mese prendono lo stipendio mentre molti di noi dovevano prendere la prima pensione a marzo e sono rimasti senza un centesimo per poter vivere.La nostra situazione e' diventata una questione di vita o di morte , non so proprio come si puo' vivere senza stipendio e senza pensione.......

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  2. E gli insegnanti in media hanno paghe o pensioni maggiori di NOI postali.

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  3. Tiriamo i remi in barca e preoccupiamoci solo di noi Postali, tutto il resto e' noia (come diceva un noto cantante), Noi non abbiamo mai gravato sulla collettivita' per i nostri incentivi, tutto si è compiuto nel mondo postale. I vari cazzintegrati, mobilitati e via discorrendo, quelli Si che gravano sulla collettivita'.

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  4. Caro anonimo ma non ti ha chiamato la sig.ra Dora e ti offerto 100.000 euro per andare in pensione e in più (siamo al feudalesimo) il posto a tuo figlio

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  5. Poste vergogna (regalano centinaia di mila euro e in più i posti ai figli) fanno finta di essere privati, (con i soldi pubblici) la società è formata da stato , mef e cassa depositi e prestiti, più stato di così si muore.

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  6. L'ESODATO fondamentalmente è un baro, o se vogliamo un po' vigliacco per tornaconto personale a discapito della collettività. il DISOCCUPATO uscito dal lavoro per fallimento o motivi simili contro la propria volonta', mentre l'esodato a barattato per soldi (in dei casi tanti soldi) ed ha accettato per sua scelta, con 39 anni di lavoro in pensione dal 2012 con legge "MACELLERIA SOCIALE" nel 2018 o più.

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    1. L'esodato è vittima del governo che ha barato.
      Ha sottoscritto accordi per l'uscita anticipata dal lavoro, spesso alternativa alla CIG, alla Disoccupazione Speciale per chiusura della fabbrica. Spesso non ha preso paghe arretrate. La promessa della pensione al termine della mobilità è stata rimangiata con la riforma Fornero. La sua pensione si è allontanata di diversi anni. C'è poi chi ha accettato la copertura di un mancato guadagno per uno-due anni accettando di andarsene prima e togliendo all'azienda l'incombenza di drastiche riduzoni di personale con forme di sostegno al reddito. MA ci sono anche i problemi che dici tu e per i quali gli esodati (se hai letto anche da questo blog e nei loro forum di discussione non stanno dimenticando.
      Che senso ha dire che siamo dei bari?
      Noi esodati abbiamo partecipato alle manifestazioni, detto in trsmissioni TV il problema della disoccupazione avendo ben presente anche quella giovanile (4/10 sono senza lavoro).

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