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domenica 7 aprile 2013

La riforma non garantisce gli anziani disoccupati

Rassegna Stampa
cgil.it il portale del lavoroFORNERO Gli esodati sono almeno 250 mila
06/04/2013 | Manifesto |
La riforma non garantisce gli anziani disoccupati
Angoscia». «Tragedia inaudita». Sono le reazioni dei sindacati alla notizia della tragedia di Civitanova. Mentre Stefano Fassina, responsabile economico del Pd, sollecitava ieri le commissioni speciali di Camera e Senato ad adottare un ordine del giorno sugli esodati, Cgil, Cisl e Uil hanno convocato una manifestazione il 16 aprile a Roma davanti al parlamento «per ridare centralità ai temi del lavoro». Il primo maggio hanno organizzato un'altra manifestazione a Perugia, dove un imprenditore, poi suicidatosi, ha ammazzato due lavoratrici del comune. Chiedono un «cambiamento» per risolvere «il vergognoso limbo in cui sono state relegate centinaia di migliaia di persone, gli "esodati"».
Ma quante sono precisamente le persone «esodate» dalla riforma Fornero delle pensioni? In quanti si troveranno senza stipendio, senza ammortizzatori sociali e senza pensione? Per Gianni Geroldi, docente di scienze delle finanze a Parma, e già membro del disciolto nucleo di valutazione della spesa previdenziale, sarebbero almeno 250 mila, da considerare come un «flusso» stagionale e non come uno «stock unico». Una cifra comunque mostruosa che sfugge ai calcoli effettuati dal ministero del Welfare, e dall'Inps, che hanno reperito faticosamente le risorse «solo» per circa 130 mila lavoratori.
Il 4 aprile Fornero ha riferito alla camera che l'Inps ha «accolto» le posizioni della prima «tranche» di 63 mila esodati. Ma sono ancora in molti in attesa di una soluzione. «Per il primo scaglione di 130 mila esodati - sostiene Geroldi - occorrono già 9 miliardi». Al di là della quantificazione della cifra complessiva, resta ancora molto difficile definire un lavoratore come «esodato», cioè un lavoratore che, vicino al pensionamento, ha concluso un accordo di uscita dal mondo del lavoro in cambio di un incentivo o di un sostegno economico fino al raggiungimento della pensione.
«Ci sono molte criticità - ricorda Geroldi - a partire dalla legittimità perché una cosa è riconoscere un accordo, un'altra cosa è cambiare le regole dopo che quell'accordo è stato firmato. e ancora un'altra cosa sono le emergenze che si aggiungono strada facendo». La riforma Fornero è incappatta in tutti questi errori.
E, poi, c'è il problema dei fondi. «La riforma Fornero evidenzia un problema tutto italiano di ammortizzatori sociali - continua Geroldi - l'Italia è uno dei pochi paesi europei che non hanno strumenti per gestire la disoccupazione di lunga durata degli anziani».
In quest'ottica, agli esodati bisogna dunque aggiungere i lavoratori che perdono il posto a 56-58 anni e rischiano di restare disoccupati. «Non è possibile coprire un periodo di 5 anni fino alla pensione con Cig, Cigd, mobilità, ma c'è l'Aspi che dura al massimo 18 mesi». Una soluzione potrebbe venire dal «reddito di cittadinanza». In Europa, conclude Geroldi, Italia Grecia e Ungheria sono gli unici paesi a non avere questo strumento. ro. ci.
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1 commento:

  1. Forse sarebbe opportuno farci un pensiero visto che il nostro Paese e' composto da piu' persone anziane che da giovani, e le persone di una certa eta' fanno molta piu' fatica dei giovani non solo a ritrovare un lavoro ma anche ad affrontare difficolta' e situazioni precarie. Paola

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