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mercoledì 15 maggio 2013

A Reggio Emilia: sfondata quota 1.200 esodati

Esodati, a Reggio sfondata quota 1.200
A giugno 24 nuovi casi tra gli addetti delle ex Reggiane. Una delegazione scende a Roma: «Stiamo rischiando la casa»
di Enrico Lorenzo Tidona
REGGIO EMILIA
«Ho 56 anni, nel 2010 ho sottoscritto un accordo per andare in cassa integrazione e agganciare la pensione nel 2015. Ma dal prossimo mese sarò senza reddito». Giuseppe Scialla è un esodato reggiano, storico lavoratore delle ex Reggiane, dove era responsabile dell’ufficio ricambi. Insieme ad altri 23 colleghi è sull’orlo di un baratro legislativo creato dalla riforma Fornero: «Questo mese ci scade la cassa in deroga e diventeremo anche noi degli esodati - spiega - L’11 marzo 2010 abbiamo sottoscritto l’accordo per la cassa integrazione. Dopo 5 anni dovevo andare in pensione. Ora, invece, mi dicono che mi spetterà a 65 anni, obiettivo che non raggiungerò mai visto che sono già uscito dall’azienda. Una truffa per sanare la quale abbiamo chiesto un aiuto alla Terex, multinazionale che controlla le ex Reggiane e che però, dopo un aiuto iniziale, non è disposta a fare ulteriori passi. Siamo quindi abbandonati al nostro destino».
A Reggio gli esodati hanno quindi sfondato quota 1.200. Una delegazione di dieci persone ha incontrato ieri mattina la deputata reggiana Antonella Incerti in qualità di componente della commissione Lavoro della Camera. La settimana scorsa gli esodati avevano aperto un tavolo con i segretari dei sindacati locali, pronti a chiedere un veloce aggiustamento alla riforma Fornero, per colmare il vuoto legislativo che, spostando in avanti i requisiti per la pensione, ha fatto saltare gli scivoli studiati tra aziende e sindacati. Questi permettevano infatti l’aggancio alla pensione dei lavoratori coinvolti in diverse crisi aziendali una volta terminato l’effetto degli ammortizzatori sociali. «Quello che chiediamo è il rispetto degli accordi, nulla di più – dice Scialla - Anche perché la beffa non finisce qui. Prima della riforma il mio assegno pensionistico doveva essere di 1.700 euro al mese. Ora mi dicono che scenderà a 1.050 euro qualora riuscirò a raggiungere i requisiti. Per farlo, nel 2016, dovrò versare 24 mesi di contributi volontari pari a 933 euro al mese. Ora qualcuno mi spieghi come faccio se tra pochi giorni sarò oltre tutto senza salario e pensione».
«Il tempo delle promesse è scaduto, c’e chi è senza reddito da oltre un anno - avverte Pietro Braglia, componente del comitato esodati di Reggio - ci sono persone che stanno per perdere la casa, minacciati da sfratti e cartelle esattoriali che non possono saldare. Per questo abbiamo fissato un incontro giovedì prossimo con l’assessore al welfare di Reggio Matteo Sassi per chiedere un impegno preciso da parte delle amministrazioni per evitare la disperazione. Abbiamo anche creato una email (ilguardianodelfaro92@libero.it) per raccogliere i casi sparsi in provincia. Si tratta di situazioni incredibilmente diverse, che coinvolgono spesso ex lavoratori di piccole imprese artigiane e non sindacalizzate, lasciati a loro stesse». «Sabato una delegazione di esodati andrà a Roma per una riunione con il comitato nazionale - dice Ramona Campari della Cgil - Queste persone sono allo stremo e senza rimedi le fila dei senza reddito sono destinate a crescere a dismisura».
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1 commento:

  1. e già, la figurativa abbassa di per se l'importo della pensione, e lor signori stanno studiando abbattendo di un ulteriore 1-2% annuo la pensione per gli esodati .... E' la riforma che è sbagliata, 40 anni bastavano e avanzavano.

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