PENSIONI / I postali esodati: Letta ci salvi dall'ultima "follia" di Fornero e Inps
giovedì 30 maggio 2013
RIFORMA PENSIONI: LETTA
SALVERA' GLI ESODATI POSTALI?
La vicenda degli esodati è più complicata del previsto. Il governo
Monti, con tre successivi provvedimenti, ha salvaguardato circa
130mila persone che, per gli effetti dell’inasprimento repentino
dei requisiti di accesso al regime previdenziale, rischiavano di
restare senza reddito da lavoro o da pensione. Il governo Letta, dal
canto suo, si è impegnato a consentire di andare in pensione con le
regole precedenti alla riforma tutti quelli che ancora rischiano di
trovarsi in simili condizioni. Dimenticandosi, tuttavia, di una
particolare categoria: quelli dei postali esodati. Giorgio Basso,
rappresentante dei postali esodati del Veneto, ci illustra la
questione.
Pare che la questione
degli esodati non sia stata interamente risolta.
Sembrava che questo governo si
sarebbe degnato di porvi rimedio, ma, in realtà, siamo ancora nella
stessa situazione in cui ci trovavamo ai tempi del governo Monti: gli
esodati postali hanno firmato un licenziameno consensuale con
l’azienda, di fronte a Confindustria, prima della riforma Fornero.
Dopo poco più di un anno, al ministro Fornero è stato comunicato
dalle Poste che tutti i suoi esodati rientravano nelle deroghe
previste, perché avevano sottoscritto l’accordo prima del 31
dicembre 2011. Sarebbero dovuti essere, quindi, tutti salvaguardati.
Poi cos’è successo?
Agli esodati veri e propri,
ovvero persone che avevano sottoscritto un accordo di fuoriuscita dal
apporto di lavoro anticipato, in cambio di un congruo indennizzo per
sopravvivere fino all’età pensionistica, si sono aggiunte molte
altre categorie: cessati, mobilitati, afferenti a fondi di
solidarietà, contributori volontari e via dicendo. A quel punto, il
governo ha stabilito per gli esodati postali una clausola vessatoria.
Quale?
Sarebbero stati derogati
esclusivamente quegli esodati che avessero raggiunto effettivamente
l’età pensionabile prima del 31 dicembre 2014. Tutti quelli che
l’avessero raggiunta più tardi sarebbero rimasti fuori.
Questo, cosa implica?
Poniamo il caso di un lavoratore
che abbia sottoscritto l’accordo prima del limite stabilito dalla
Fornero (31/12/2011), e che questo maturi i requisiti per l’età
pensionabile, secondo il vecchio sistema, il primo dicembre del 2012.
Se sommiamo un anno di finestra previdenziale, più tre-quattro mesi
di aspettativa, si ritroverebbe andare in pensione dopo il 31
dicembre 2014. Solo allora avrebbe maturato effettivamente i
requisiti. Non sarebbe salvaguardato. Per quale motivo? E’ evidente
che la procedura è altamente iniqua e rovinerà la vita a migliaia
di persone. Come se non bastasse, a questa incertezza si aggiungono
degli oneri, per molti, insostenibili.
A che cosa si riferisce?
Molti di noi hanno ricevuto
dall’Inps i bollettini con gli importi da versare per i contributi
relativi agli anni mancanti al raggiungimento della pensione.
Contributi che, stante il regime delle quote, non avremmo dovuto
pagare. Per alcuni, si tratta di cifre piuttosto elevate: anche
20-30mila euro. Ora, si dà il caso, anzitutto, che tali bollettini
vanno pagati entro il 30/06/2013. Una data estremamente ravvicinata,
che ci crea parecchi problemi.
Anche coloro che, in
virtù del limite del 31/12/2014, non saranno salvaguardati, dovranno
comunque versare l’importo?
Questo è il problema più
rilevante: per queste persone stiamo chiedendo con forza, al
presidente della Repubblica, al premier, al ministro del Lavoro, e al
presidente e al direttore generale dell’Inps, di rimuovere tale
limite, non essendo giustificato da alcunché. Tuttavia, anche chi,
per ora, vi deve sottostare, si trova costretto a versare l’importo.
Senza sapere se sarà, in futuro, derogato. E senza sapere, laddove
non ottenesse le deroghe, se otterrà indietro quei soldi.
(Leggi)
CHE DIO VI BENEDICA ! ! !
RispondiEliminaFinalmente si parla esclusivamente di noi postali con problemi diversi dagli altri esodati . Noi abbiamo lavorato e versato in contributi per la pensione fino alla risoluzione del rapporto di lavoro al 31.12.2011 ; abbiamo sottoscritto un patto che era stato accettato e garantito dallo Stato ; eravamo di conseguenza stati anche calendarizzati : infatti l'incentivo percepito era stato calcolato per un periodo limitato, a seconda gli anni mancanti al raggiungimento del 61/esimo anno di eta' ( perche' questa era l'eta richiesta all'atto della sottoscrizione) ..... non e' stato un vitalizio e non deve essere inteso assolutamente come tale...... perche' siamo agi sgoccioli...... Ho sottoscritto quel benedetto patto in un quadro normativo che prevedeva l'accesso alla pensione da LUGLIO/2014 ma per effetto della riforma delle pensioni e repentini innalzamenti dei requisiti e paletti fissati dalle deroghe e........chi piu' ne ha ne metta...... mi trovo fuori e non so quando potrò percepire il mio primo rateo di pensione........FORZA GIORGIO BASSO, anche gli esodati del SUD, sono con te......( ex direttore A2 poste italiane Spa)
Finalmente una persona, Giorgio Basso, che ha saputo cosi' descrivere la vera situazione degli esodati postali da farmi venire le lacrime agli occhi. Bravo ! ! ! porta avanti col tuo comitato il nostro problema diventato ormai un dramma per scelte politiche scellerate............ Signori politici ma che fine hanno fatto i nostri contributi versati per decenni e decenni ? ? ? ? Facciamo saltare tutti questi paletti fissati dalle deroghe , ridateci i nostri diritti acquisiti e la serenita' che a quest'eta' ce ne' proprio bisogno dopo aver lavorato anche con tanti sacrifici...........perche' a noi comuni cittadini ...LA MANGIATOIA NON E' MAI STATA BASSA ......... esodata postale
RispondiEliminaANCHE IO ESODATO POSTALE DEL 53 MI TROVO NELL'IDENTICA SITUAZIONE: AVENDO FATTO UN ACCORDO DI SCIVOLO ALLA PENSIONE CON POSTE ITALIANE PRIMA DELLA RIFORMA FORNERO CONSIDERANDO GLI ANNI MANCANTI PER LA PENSIONE CALCOLATI CON LE LEGGI ALLORA VIGENTI CHE NEL MIO CASO ERANO:QUOTA 97 CON 61 ANNI DI ETA'.CONSIDERATO CHE:TUTTI GLI ESODATI POSTALI ABBIAMO FATTO GLI ACCORDI CON POSTE ITALIANE CON LE STESSE LEGGI PRIMA DELLA RIFORMA FORNERO TUTTI NOI ESODATI POSTALI AL 31.12.2011 DOBBIAMO ESSERE SALVATI.NON SI POSSONO FARE DISCRIMINAZIONI METTENDO DEI PALETTI PER MANCANZE DI RISORSE FINANZIARIE SALVANDO SOLO UNA PARTE DI EX LAVORATORI-PENSIONANDI POSTALI POI DEFINITI ESODATI A SEGUITO DELLA RIFORMA FORNERO.FORZA PRESIDENTE LETTA FORZA GOVERNO FORZA TUTTI I GRUPPI PARLAMENTARI DI MAGGIORANZA E DI OPPOSIZIONE E' STATO FATTO UN ERRORE...CHE LEDE IL DIRITTO COSTITUZIONALE SECONDO CUI:TUTTI I CITTADINI SONO UGUALI DAVANTI ALLA LEGGE E NOI ESODATI POSTALI SIAMO STATI VITTIME DI QUESTO ERRORE VOGLIAMO GIUSTIZIA!GRAZIE! SALUTI.ESODATO POSTALE DEL 53
RispondiEliminaPALETTI,DEROGHE,SALVAGUARDIE,NON SE NE PUO' PIU'.IO COME MOLTI COLLEGHI POSTALI HO SOTTOSCRITTO L'ACCORDO PRIMA DELLA RIFORMA,PRECISAMENTE A GIUGNO 2011 E SONO USCITO IL 31/12/2011.ADESSO NON SO PIU' COSA SARA' DI ME,SONO DEL 1952 E LA FAMOSA QUOTA 97 L'HO RAGGIUNTA.DICEVO NON SO PIU' NIENTE,SO SOLO CHE I SOLDI CHE MI SONO STATI DATI PRIMA O POI FINIRANNO E ALLORA....
RispondiEliminaCHI LO SA?POSSIAMO AGGIUNGERCI CHE LO STATO STA TENENDOSI I SOLDI DELLA BUONUSCITA E LI DARA'(I NOSTRI SOLDI!!!!)DAI 24 AI 27 MESI DALL'USCITA DAL LAVORO.CHE SCANDALO ANCHE QUESTO!!!
ESODATO POSTALE
Aggiungo: soldi congelati al 1998 senza un euro d'interesse.
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