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venerdì 7 giugno 2013

Governo Letta al lavoro per una soluzione

Esodati: Governo Letta al lavoro per una soluzione
giovannini letta Esodati: Governo Letta al lavoro per una soluzione
Letta con il ministro Giovannini
Continua la vicenda esodati. Nuovo esecutivo per aggiustamenti che permettano di risolvere l'annoso problema.
Circa 330 mila l’esercito degli esodati. Ossia i lavoratori che hanno accettato il compromesso con l’azienda per andare in mobilità, rischiando di non avere né lavoro né pensione.
Di cui 130 mila quelli finora recuperati, con la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale di uno degli ultimi atti del Governo Monti. I 200 mila che mancano all’appello sono in fibrillazione, tutti con l’impellente speranza della tutela governativa. Ciò a seguito della riforma pensionistica dell’ex ministro Elsa Fornero, dove l’età pensionabile è stata procrastinata.
La “legge Fornero” contempla due momenti. Il primo è l’introduzione del “sistema contributivo“, per il quale le pensioni sono calcolate in funzione dei contributi accantonati. Più contributi versati, di maggior importo sarà la pensione; ciò per spingere gli interessati al rinvio della pensione.
Il secondo punto della riforma riguarda la lievitazione dell’età pensionabile, prima fra 57 e 65 anni, ora fra 62 e 68 anni di età. È verosimile andare a riposo prima dell’età prevista con una penalità sull’importo della pensione. L’unica garanzia sembra l’annullamento delle “finestre mobili“, dove il lavoratore ha un ritardo sulla data del pensionamento (12 mesi per i “dipendenti” e 18 per gli “autonomi”).
Al momento, grazie al “decreto di salvaguardia” approvato dal governo Monti, si hanno dati più chiari. La parte di tutelati (in quiescenza entro il 2014) sono circa 130 mila, ordinati in 3 categorie. I primi 62 mila sono salvati, 55 mila hanno presentato richiesta all’INPS, e 10 mila lo faranno fra alcuni mesi. Da un calcolo, prima della conclusione del 2017 ci saranno circa 200 mila persone (nei limiti dei 60 anni di età) con la possibilità di non avere né il lavoro né la pensione. Ma una speranza: il ministro del Lavoro, Enrico Giovannini, intende flessibilizzare la “riforma Fornero”, scalando a 62 anni (più penalizzazioni) il limite per accedere al pensionamento.
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