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sabato 20 luglio 2013

Disastro Fornero, esodati solo punta dell'iceberg

Disastro Fornero, esodati solo punta dell'iceberg 
Creato Martedì, 16 Luglio 2013
Scritto da Nicola Nicolosi
Sugli ultimi allarmanti dati Inps:
"Disastro Fornero, esodati solo punta dell'iceberg. Necessaria una vertenza generale sulle pensioni" Gli ultimi dati dell'Inps registrano che la metà dei pensionati italiani riceve meno di mille euro al mese. "Sono otto milioni di persone che, dopo aver lavorato una vita intera, per forza di cose fanno fatica ad arrivare a fine mese", denuncia Nicola Nicolosi, segretario nazionale della Cgil. "La riforma Fornero - osserva - è stata un atto ingeneroso nei confronti dei pensionati e di tutti i lavoratori. Un provvedimento iniquo, ingiusto, che doveva essere messo in discussione con una grande mobilitazione da parte delle organizzazioni del lavoro. Il problema resta aperto, ed è di natura generale. Non può essere ridotto al pur delicatissimo tema degli esodati. Non dobbiamo dimenticare che questa riforma previdenziale sta costringendo le lavoratrici e i lavoratori a ritardare l'entrata in pensione, a versare maggiori contributi per poi ricevere in cambio un assegno ridotto". "In parallelo - aggiunge Nicolosi - non si può non denunciare che lo Stato ha utilizzato le casse dell'Inps per aggiustare la sua contabilità generale. In altre parole i conti dello Stato sono migliorati grazie all'attivo di un sistema previdenziale alimentato in larghissima misura dai lavoratori dipendenti, dagli operai, dai precari e dagli immigrati. Al contrario le risorse dell'Inps sono erose da alcune migliaia di dirigenti e da ben precise categorie professionali. Occorre avviare una vertenza, generale, per riformare il sistema previdenziale ristabilendo la realtà dei fatti: non tutti i lavori sono uguali e quindi quelli più faticosi e usuranti, sia fisicamente che psicologicamente, devono essere riconosciuti e tutelati". "Lavoro Società della Cgil - conclude Nicolosi - chiede con forza di tornare ad un sistema pensionistico che preveda il limite anagrafico dei 65 anni per gli uomini e 60 per le donne, tenendo anche conto in quest'ultimo caso che il lavoro di cura e di assistenza familiare grava quasi interamente sulle loro spalle. Deve restar fermo inoltre il meccanismo dei quarant'anni di contributi per poter liberamente decidere di andare in pensione".
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