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sabato 10 agosto 2013

Franceschini: priorità a esodati e senza reddito

Dario Franceschini (LaPresse)«Le aspettative personali non possono bloccare il Paese»
Franceschini sull'Imu: «Le urgenze sono altre» Priorità a esodati e senza reddito
Il ministro dei rapporti col Parlamento replica al pressing Pdl
ROMA - «In sedici votazioni per approvare in Parlamento i primi sette decreti del governo Letta abbiamo messo una sola fiducia, un record». Per Dario Franceschini la valigia estiva del governo è mezza piena, a dispetto di chi, come Matteo Renzi, rimprovera al premier di rinviare i problemi più scottanti. Un «piccolo passo» dopo l'altro, il responsabile per i Rapporti con il Parlamento (e il coordinamento dell'attività di governo) è convinto che Enrico Letta abbia già fatto un bel po' di strada.
Una sola fiducia ministro, ma i provvedimenti importanti dove sono? Il finanziamento ai partiti è slittato a settembre.
«Al di là del ritornello sciocco e fastidioso intonato da chi, per il proprio interesse, continua a parlare di "governo dei rinvii", senza prove di forza in Parlamento abbiamo realizzato misure che impattano positivamente sulla vita dei cittadini e delle imprese. Nove decreti legge e otto ddl, con oltre 500 norme attese da anni. Cultura, femminicidio, ecobonus, lavoro per i giovani, sblocco dei cantieri, piccole e medie imprese, taglio degli stipendi ai supermanager...».
Va bene, ma anche Guglielmo Epifani ha detto che si tratta di «piccole cose», per quanto «buone».
«Questa è necessariamente la stagione dei piccoli passi. In cento giorni ne abbiamo fatti tanti che gli italiani, quelli meno ubriacati dal dibattito politico e più attenti alla vita quotidiana, hanno percepito. Grazie al lavoro fatto da Monti. bisogna riconoscerlo, soprattutto nella fase iniziale e grazie ai primi mesi di Letta, si cominciano a vedere segnali di ripresa e anche qualche traccia di speranza tra le persone. Sarebbe un delitto sprecare questa opportunità o addirittura azzerarla per tensioni politiche, da qualsiasi motivo possano essere originate.
Sull'Imu è scontro, per il Pdl la linea di Saccomanni è dissennata.
«Quando gli scontri non sono sui princìpi, ma su Imu, ammortizzatori, Iva, eccetera, penso che una soluzione si possa trovare.
Per Berlusconi la tassa sulla casa va abolita. Punto.
«Il problema su questi argomenti non sono le divisioni fra destra e sinistra, ma la limitatezza delle risorse disponibili. E quando sono limitate bisogna scegliere le urgenze e le priorità».
Quali sono le urgenze, secondo lei?
«Sono gli italiani senza reddito, a cominciare dalle persone uscite dal mondo del lavoro in età avanzata e che hanno una pensione lontanissima e quasi nessuna possibilità di trovare lavoro. In cima alla gerarchia della disperazione per me ci sono i cinquantenni disoccupati e gli esodati».

Berlusconi ha detto che non verrà mai meno all'impegno fondativo delle larghe intese. L'Imu è la mina che può far saltare il governo.
«Non è certo l'unico punto programmatico su cui è nato il governo e comunque che bisogno c'è di lanciare ultimatum? Sarebbe come se il Pd dicesse "o indennità di disoccupazione universale o crisi". Stiamo ridisegnando complessivamente la fiscalità degli immobili, troveremo una soluzione compatibile con le risorse che ci sono».
A settembre Berlusconi deciderà se andare avanti o staccare la spina.
«Quando navighi nella bufera con delle persone a bordo hai il dovere di concentrarti su come arrivare in porto, non di fermare la bufera. I Consigli dei ministri si sono svolti anche nel pieno dello scontro politico, sempre con lo spirito di concentrarsi sulle cose da fare. Questa è una esperienza a termine, non una alleanza che prepara qualcosa di simile per il futuro. Ed è normale che ci si scontri, avendo punti di vista lontani od opposti».
Epifani ha detto che la sentenza su Berlusconi va applicata, perché la legge viene prima della tenuta del governo. Lei condivide o il segretario si è spinto troppo avanti?
«Condivido. Ci mancherebbe altro che il prezzo per continuare questa esperienza fosse andare contro la legge e i principi costituzionali, è impossibile. Non capisco come qualsiasi problema o aspettativa personale possa bloccare un percorso che serve al Paese. La ragione sociale di questo governo è affrontare l'emergenza economico sociale e accompagnare il Parlamento nel riscrivere le regole costituzionali, almeno superando il bicameralismo. La missione è consentire a chi arriva dopo, vincendo le elezioni, di governare il Paese. Se invece prevalgono tensioni, problemi o aspettative pur legittime, questo tentativo rischia di interrompersi a metà, e chi arriverà dopo dovrà ricominciare daccapo».
Quali sono le condizioni oltre le quali un premier «logorato» sarebbe costretto a staccare la spina al governo prima che lo faccia il Pdl?
«La richiesta di violare leggi e principi costituzionali non è arrivata e non arriverà mai, la nostra risposta sarebbe un no secco. Detto questo mi pare fisiologico che una coalizione fatta di avversari abbia temi su cui si divide. L'importante sono i risultati».
Liberarsi del «Porcellum» resta un miraggio?
«Con la legge elettorale in vigore non si può tornare a votare, lo dicono tutti i partiti di maggioranza. Deve diventare un dovere trovare un'intesa. Il governo ci aveva provato, ma i partiti hanno ricordato che è materia parlamentare. Giusto. Ma da allora non sono stati fatti molti passi avanti sulla cosiddetta legge di salvaguardia. La riforma è nel calendario autunnale delle Camere, il tempo di verificare la distanza tra le parole e i fatti è molto vicino».
Se il Pdl non ci sta voterete con Cinquestelle e Scelta civica, collaudando una nuova possibile maggioranza?
«Potrei dare una risposta tattica, ma è meglio la verità. Il confronto di questi primi mesi ha mostrato che ci possono essere tra Pd e M5S alcuni contenuti in comune, però non mi pare che qualcuno possa ragionevolmente pensare di governare il Paese con Grillo e Casaleggio!».
Renzi è furioso perché Epifani non ha fissato la data del congresso. Volete tenervi le mani libere e far saltare le primarie in caso si andasse a votare?
«Con tutto il rispetto, in un Paese pieno di problemi dividersi sul fatto che il congresso sia il 24 o il 30 novembre è surreale. È stata indicata politicamente la data del 24, ora le decisioni formali le prenderà l'assemblea nazionale. Possiamo gentilmente chiudere qui queste discussioni, così da non essere scambiati per dei marziani da chi non ha i soldi per far la spesa o andare in vacanza?».
Avete trovato una personalità da contrapporre a Renzi? «Io non mi sto dedicando a questa ricerca».
Però nessuno, al vertice del Pd, sembra disposto a dargli le chiavi del Nazareno.
«Continuo a pensare che sia più giusto spenderlo per il governo del Paese e non per la guida del partito. Ma ovviamente la mia è un'opinione, sarà lui a decidere. Adesso però le dispiace se dico una cosa che riguarda me?».
Prego, ministro.
«Mi accorgo che può sembrare quasi retorico, però dopo questi cento giorni io mi sento orgoglioso di servire il mio Paese. Per come è anomala questa maggioranza so bene che non avremo mai applausi e consensi. Anzi, chi come me ha fatto parte di questo governo si porterà addosso più cicatrici che medaglie... Però la definizione di Letta di governo di servizio è proprio lo stato d'animo giusto».
(Leggi)

2 commenti:

  1. Franceschi' ieri non la pensavi cosi' , quando al governo c'era il vostro acerrimo nemico, BERLUSCONI....! ! ! !tanto il governo saltera' solo a causa dei vostri problemi interni........ sarete proprio voi e quell'Epifani ad accendere la miccia

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  2. ONOREVOLE FRANCESCHINI SE LEI DA' RAGIONE ED ELOGIA MONTI PER IL SUO OPERATO,SIGNIFICA CHE NON HA PROPRIO A CUORE IL DRAMMA DEGLI ESODATI E QUESTO FA MOLTO DISPIACERE DETTO DA UNA PERSONA CHE RICOPRE UNA CARICA DI RESPONSABILITA' NEI CONFRONTI DEL POPOLO ITALIANO.

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