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lunedì 9 settembre 2013

Treu: esodati, cig, ecco quanto "costa" la caduta di Letta

RIFORMA PENSIONI/ Treu: esodati, cig, ecco quanto "costa" la caduta di Letta
Pubblicazione:
Claudio Perlini
INT.  Tiziano Treu
La questione esodati, il finanziamento della cassa integrazione in deroga, le pensioni d’oro. Se il governo Letta dovesse cadere, ogni dibattito attualmente in corso crollerebbe come un castello di carte, spalancando la porta a nuovi e potenzialmente drammatici scenari. Come ci spiega Tiziano Treu, professore di Diritto del Lavoro all'Università cattolica di Milano, già ministro del Lavoro, sono a rischio tutti i provvedimenti contenuti nei decreti che, ovviamente, non verrebbero convertiti in legge in caso di fallimento dell'esecutivo. “Questo è avvenuto anche in passato”, ci spiega Treu, “quando abbiamo visto un decreto produrre inizialmente gli effetti sperati ma decadere poco dopo”.
Il Ministro Giovannini ha assicurato nei giorni scorsi di aver inserito nel decreto legge 6500 esodati in più, ma adesso la palla è passata al Parlamento per la conversione. Cosa si rischia in caso di crisi di governo?
Quello riguardante gli esodati è probabilmente il caso meno grave, poiché gli interventi attuati fino a questo momento hanno fronteggiato gran parte delle emergenze più impellenti. Sono dell'idea che, almeno fino alla fine dell'anno prossimo, continueremo ad avere situazioni irrisolte che però non saranno di dimensioni così notevoli da costituire una vera e propria emergenza, quindi c'è ancora tempo per capire bene la situazione e tentare di trovare una soluzione definitiva.
Qual è invece un tema da affrontare il prima possibile?
Senza dubbio quello relativo alle casse in deroga, su cui i finanziamenti stanziati si sono rivelati insufficienti nonostante la volontà di rendere più rigorosa la distribuzione dei fondi. Il problema è che nell’ultimo periodo le Regioni si sono rese protagoniste di una distribuzione piuttosto incontrollata, spesso rivolta ad aziende destinate comunque al fallimento e su cui è stato inutile continuare a mettere soldi.
Come giudica quanto sta facendo a riguardo l’attuale governo?
L'esecutivo sta in parte sta correggendo questo aspetto proprio grazie a criteri più rigorosi, i quali però non sono ancora stati definiti. La proposta avanzata dall'esecutivo, infatti, deve essere discussa con le Regioni ed è ovvio che tutto rischia di saltare per aria, con la conseguenza che verranno ancora sprecate molte risorse.
Cosa può dirci invece delle pensioni d’oro?
Anche questo è un provvedimento che deve essere attuato, insieme a molti altri. Attraverso le pensioni d'oro, quindi prendendo da coloro che hanno avuto di più dal sistema pensionistico retributivo un contributo di solidarietà a favore delle pensioni più basse, il governo darebbe senza dubbio un bel segnale. Non si risolverebbe il problema, perché si tratta di un provvedimento che non farebbe entrare molti soldi, ma sarebbe comunque utile e giusto.
Quali sono gli altri provvedimenti a cui accennava?
Innanzitutto la proposta per rendere flessibile l’uscita, per modificare l'attuale soglia molto alta che ha contribuito a creare il problema degli esodati. In Parlamento si pensa infatti di reintrodurre la possibilità di andare in pensione entro una certa fascia di età, ad esempio 63-70 anni, immaginando penalizzazioni per chi va prima e vantaggi per chi va dopo. Anche questa è una grande possibile innovazione che, nonostante il forte dibattito attuale, non vedrebbe mai la luce se il governo dovesse cadere.
Parlando invece dei giovani, quali sono le misure che verrebbero a mancare?
Penso alla cosiddetta staffetta generazionale, con l'obiettivo di favorire l’uscita dal mercato del lavoro alle persone anziane e incentivare l’ingresso dei giovani. Questo potrebbe essere fatto immaginando il passaggio al part-time per le persone vicine alla pensione, le quali potrebbero eventualmente fare da tutor ai più giovani che invece vengono assunti. A proposito di giovani, potremmo parlare anche del cosiddetto programma Youth Guarantee (Garanzia per i giovani). 
Che però è già operativo.
Sì, ma non funziona automaticamente. C’è quindi il forte rischio che tutte le attività di messa in opera di questa garanzia vengano sospese o ignorate. Credo che questa sarebbe la conseguenza peggiore: di fronte a un'Europa che sta facendo sforzi straordinari per fronteggiare la disoccupazione giovanile, in Italia verrebbero a crearsi nuovi importanti problemi.
Un ultimo commento sull’idea di Giovannini di dare un acconto sulla pensione a chi perde il lavoro due o tre anni prima della pensione. Cosa ne pensa?
E' un’idea molto buona e soprattutto originale, molto rara negli altri Paesi. Si tratta di una soluzione che, pur non cambiando le regole del pensionamento, viene incontro a situazioni di bisogno erogando un prestito che può essere restituito con condizioni favorevoli nel momento in cui il beneficiario raggiunge l’età del pensionamento. Insomma, come abbiamo visto un'eventuale caduta del governo produrrebbe conseguenze drammatiche sotto ogni punto di vista, sia per gli anziani che per i giovani. E l'Italia, al momento, non può davvero permetterselo.
(Leggi)

2 commenti:

  1. Epifani parla di " legge della giungla " ....proprio lui ! ! ! ! ........non vede l'ora di levarsi il Cavaliere davanti ........ personaggio troppo scomodo per un cervellino come il suo........ capace solo di fare guerra con tutti pur di avere qualche minuto di " visibilita' " ........ Che cosa di concreto ha costruito da quando ha avuto l'onore di essere " riesumato " e messo su una poltrona non adatta a lui?????????? ..............Purtroppo questi sono i nostri politici :- vivono una vita al di fuori della realta' ! ! !

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    1. Tiziano Treu , faresti bene ad analizzare prima i costi della politica, perche' siete in troppi sul nostro stato di famiglia.......CE COSTATE TROPPOOOOOOOOO

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