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lunedì 7 ottobre 2013

Fornero: "Potevo andare in pensione con 10mila euro, ma..."

elsa Fornero (7)Economia
L'ex ministro Fornero ad Affari: "Potevo andare in pensione con 10mila euro, ma..."
Sabato, 5 ottobre 2013 - 11:41:00
Di Giovanna Guzzetti
"Ma lo sa che, terminata la mia esperienza da ministro, sarei potuta andare in pensione con 10.300 euro lordi mensili? Invece ho declinato l'offerta ed attendo di andare in pensione tra 4 anni con un assegno decisamente più basso". E' proprio lei, la mamma dell'ultima riforma delle pensioni, Elsa Fornero, a raccontarci questo episodio. Una delle contraddizioni della previdenza e della spese pubblica italiana a beneficio della solita casta. L'ex ministro ci racconta l'aneddoto dal suo studio all'università di Torino - piccolo, semplice, tappezzato di fotografie dei 5 nipotini - dove riceve con calore i suoi studenti.
 E non manca di aggiungere che alcuni suoi colleghi del governo tecnico l'opportunità di una pensione più ricca l'hanno colta, eccome, quasi dileggiando lei che intanto metteva in croce i futuri pensionati italiani: "Tu non puoi, Elsa".
La domanda è scontata e d'obbligo al tempo stesso. Professoressa Fornero ma come è andata che in un batter d'occhio, e con un decreto legge, avete rivoluzionato la previdenza degli Italiani? Senza scomporsi mi mostra la copertina di un numero dell'Economist del luglio 2011 che recitava "On the verge", tradotto sull'orlo del baratro, con l'immagine dell'Euro e l'Italia prossima alla caduta libera. Di lì a pochi giorni ci sarebbe stata recapitata la famosa lettera della BCE… Il Premier Monti affidò all'allieva di Onorato Castellino un mandato in termini di tempo e di contenuti molto stringente, un breve periodo nel quale, ricorda Elsa Fornero riferendosi alla sua riforma, "mi dicevano non basta ancora, salvo poi lasciarmi sola".
Percepisci amarezza nelle sue parole. Il suo anno e mezzo al ministero del Lavoro è stato tutt'altro che roseo; molte più le spine. Struttura vecchia, un ministero più sede di incontri con i rappresentanti sindacali che luogo di analisi e di elaborazione di dati; un dicastero in precedenza più uso alla distribuzione di fondi e sussidi che non all'esame puntuale delle spese.
Anche perché, ricorda Elsa Fornero, non è semplice intervenire. "Le faccio l'esempio dell'ISFOL, l'istituto per la formazione e l'orientamento al lavoro. 680 persone, i veri ricercatori una ventina. Un esponente leghista mi fa notare polemicamente che l'Isfol ha una sede a Benevento. In un piano di razionalizzazione, logico come la situazione imponeva, penso alla sua dismissione, non trascurando l'aspetto delle risorse impiegate. E mi scontro con realtà inattese: che la sede di Benevento è stata aperta quando il ministro del Lavoro era Roberto Maroni e, soprattutto, che ora, in piena emergenza e governo tecnico, mi vien caldamente consigliato di desistere dalla chiusura".
Altra battuta d'arresto l'intervento (non riuscito) sulla governance dell'Inps che nelle previsioni non avrebbe prodotto abbandoni anticipati dei vertici in carica. Eppure, pare di capire, non ha facilitato i successivi rapporti tra l'Istituto ed il ministero controllante.
Citi l'Inps ed il pensiero corre,  giocoforza, al triste capitolo degli esodati. Non nasconde l'ex ministro che il capitolo sulla salvaguardia si sarebbe potuto scrivere meglio e che ci sarebbe voluta maggiore equità dal momento che i diritti soggettivi e le diverse situazioni sono stati resi omogenei dall'etichetta di comodo "esodati" sui quali si è prodotto un eccessivo frastuono mediatico. Con incongruenze che ora stanno emergendo dall'attuazione dei decreti di salvaguardia: corre voce, infatti, che nel secondo decreto, quello dei 55 mila, a fronte di 40 mila posti riservati alle mobilità per quella voce siano state presentate 7500 istanze.
Ora che sembra essere stata riguadagnata una certa stabilità politica è immaginabile un intervento in senso migliorativo della riforma delle pensioni, ad esempio nell'ottica della flessibilità ad un certo punto ventilata dal suo successore Giovannini? "I conti devono tornare, qui abbiamo già sforato il 3%. La flessibilità con penalizzazione mi trova d'accordo ma di parere opposto sembra essere la Ragioneria dello Stato".
Ci salutiamo mentre la professoressa Fornero rimette mano a presentazioni per le sue prossime conferenze all'estero. Dove è riconosciuta autorità indiscussa in tema di welfare e previdenza. Per la serie nemo propheta in patria…
(Leggi)
 

3 commenti:

  1. ci sarebbe da dire quanto mi dispiace ex ministro FORNERO,ma lasciamo stare...............e speriamo di non rivederla mai più nelle vesti di ministro del lavoro,perchè una prossima volta chissà cosa ci aspetterebbe.

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  2. Non capisco perche' le date anche la possibilita' di giustificarsi e di vantarsi dopo tutto quello che ha fatto soprattutto a noi esodati postali gia' fuori dal mondo del lavoro in seguito ad un patto-accordo sottoscritto prima della sua " dolce" venuta...... Vada a presenziare le sue conferenze all'estero ........ ci e' indifferente.....e presenti pero' la stessa legge che ha massacrato migliaia di lavoratori e sottoscrittori di patti-accordi ancora in attesa di qualche " grazia" ..... non so se poi varra' solo in Italia il suo " nemo propheta in patria " .......

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  3. Incredibile! viene considerata ancora un'esperta!
    La metterei a pulire i gabinetti della Stazione di Milano.
    Un essere vergognoso

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