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giovedì 31 ottobre 2013

Legge di stabilità. Guglielmo Epifani: "Così non va. Le proposte

Legge di stabilità. Riunione al Pd con Guglielmo Epifani: "Così non va, bisogna intervenire". Le proposte
Mentre al Senato va in scena l’ennesimo capitolo del caso decadenza di Silvio Berlusconi, con il voto in giunta che non si sa quando arriva e il fermento sul governo che ne deriva, alla sede del Pd Guglielmo Epifani riunisce i ranghi del partito responsabili per la legge di stabilità. Vertice avvenuto martedì mattina, mentre a Palazzo Madama si preparava la battaglia finale sul Cavaliere. La manovra sarà anche di controtendenza perché non propone tagli lineari, questa la posizione del Pd. Però il messaggio al governo non è lusinghiero. “Così non va, bisogna intervenire”, si conclude al vertice con i viceministri dell’Economia Stefano Fassina e Luigi Casero, il relatore di maggioranza al Senato Carlo Santini, il capogruppo Luigi Zanda, Paolo Guerrieri, economista e senatore del Pd, Paola De Micheli, componente della commissione Bilancio della Camera nonché lettiana e anti-renziana di ferro.
Dalla riunione emerge un documento informale che, punto per punto, stende le proposte del Pd sulla legge di stabilità. Un modo, evidentemente concordato con la parte più filo-governativa del Pd, per tentare di ingranare una marcia in più per Palazzo Chigi e segnare il territorio Dem sotto le larghe intese. Mentre dal Pdl arrivano minacce che rischiano di terremotare anche la legge di stabilità. “Ma Berlusconi non ha i numeri per far cadere il governo”, dice Matteo Renzi, convinzione sulla quale confidano anche i lettiani. E allora le proposte. Eccole.
1. Service Tax. I due miliardi che dovevano essere assicurati ai Comuni sono diventati 1. Ma, soprattutto, c’è un errore che non si può far passare: nella formulazione attuale rischiano di dover pagare anche coloro che erano esentati da Ici e da Imu, con il risultato di aver tolto l’Imu sulla prima casa anche ai più ricchi e di far pagare la parte patrimoniale della Service Tax anche ai meno abbienti. Di conseguenza, la Legge di Stabilità deve essere modificata per fare in modo che coloro che prima erano esentati (grazie alle detrazioni di 200 euro più 50 per ogni figlio fino ad un massimo di 400 euro o per il basso valore catastale) lo siano anche ora. 2. Investimenti & Crescita. Nel documento di programmazione economica e finanziaria (Def) è prevista una crescita del Pil pari all’uno per cento per il 2014. E tutti gli aggregati di finanza pubblica sono misurati e conseguenti a questa previsione. Purtroppo, se non si spinge l’acceleratore sulle misure capaci di sostenere la crescita e l’occupazione, come gli investimenti e un miglioramento del reddito delle famiglie, sarà difficile cogliere questo obiettivo. Nella Legge di Stabilità: il patto di stabilità interno per i Comuni è stato allentato per un miliardo di euro. Poco, ma è già un progresso, tenendo conto che i Comuni con i conti in regola, se potessero essere liberi di investire le proprie risorse, darebbero vita a investimenti immediati, diffusi sul territorio, volti a sostenere l’occupazione, soprattutto delle piccole e medie aziende. Ma è troppo poco. Soprattutto se la somma di un miliardo viene spalmata a pioggia. Bisogna fare di più e meglio. A cominciare dal dar vita a quelle misure di garanzia sui crediti bancari alle imprese che in altri paesi, come la Germania, sono particolarmente diffuse e sulle quali si sta riflettendo da molto tempo anche in Italia, sulla base di diversi progetti ( Unicredit, Cassa Depositi e Prestiti, etc…). Sono iniziative capaci di muovere risultati a leva. Tanto che sulla base delle prime proiezioni, basterebbe un impegno minimo per mobilitare crediti bancari privati nei confronti delle imprese pari a 50-70 miliardi di euro in un anno, superando così la crisi di liquidità che tutto blocca nel nostro Paese.
3.Cuneo fiscale. Sembra ben definito per la parte che riguarda le imprese. Per la quota che riguarda i lavoratori così come è stato spalmato non sembra destinato a portare maggiore spesa per i consumi. Meglio sarebbe dunque lavorare sul piano triennale, come pure è nell’impostazione formale della legge di stabilità, che deve dare prospettiva a tre anni, per ottenere risultati più incisivi. Più in particolare si potrebbe: a) concentrare le risorse disponibili nel 2014 sui redditi fino al secondo scaglione dell’Irpef, in modo da ottenere per questi lavoratori a reddito più basso un sostegno più tangibile; b) varare un fondo in cui far confluire i proventi dalla lotta all’evasione fiscale e dal rientro dei capitali dai paradisi fiscali, come previsto dalla Legge di Stabilità, per destinarli nel 2015 e nel 2016 ad allargare la platea dei lavoratori ai quali si pratica lo sconto Irpef fino al punto previsto dal governo (55.000 euro lordi l’anno).
4. Sociale. Anche in questo caso, considerate le ripercussioni della crisi più forte e più prolungata della storia dell’Italia unita, non è accettabile che vi siano tagli su poste che riguardano i più deboli e i più bisognosi. Bisogna ripristinare dunque, per fare due esempi, i dati 2012 del fondo sociale, del fondo per l’autosufficienza. E in più è necessario prendere le iniziative volte a affrontare alcuni problemi drammatici: a) nella Legge di Stabilità vi è un ulteriore impegno per gli esodati, ma è ancora largamente al di sotto delle necessità rispetto al bacino che si è formato dopo la riforma Fornero e, soprattutto, rispetto alla prospettiva che le nuove norme pensionistiche continuino a produrre per anni nuovi esodati, cioè persone che perdono il lavoro, non hanno più la copertura degli ammortizzatori sociali e non hanno nemmeno la pensioni. Gli ultimi dati, peraltro, dimostrano che il peso economico degli ammortizzatori sociali (si guardi per esempio alla Cassa integrazione in deroga) sta esplodendo per questo motivo. Di conseguenza è necessario rivedere nella Legge di stabilità l’intervento sugli esodati per rafforzarlo ed è indispensabile accompagnare e collegare alla Legge di stabilità un intervento che, introducendo forme di flessibilità, evitino per l’oggi e per anni a venire la formazione di nuove, consistenti sacche di esodati.
In questo capitolo rientrano anche una riflessione che riguardi il pubblico impiego: ha subito in questi anni tagli drastici (blocco del turn over e conseguente calo degli occupati, blocco dei contratti, blocco della indicizzazione, con conseguente perdita di potere di acquisto), ma nulla è stato fatto sul piano della produttività e della efficienza della Pubblica Amministrazione. E non ha trovato anche una soluzione la questione dei precari a cui scade il contratto. Stiamo parlando di oltre centomila persone.
Nel capitolo sociale rientra anche una riflessione sul tema del reddito dei pensionati. La Legge di stabilità limita l’indicizzazione delle pensioni al costo della vita. E’ un tema delicatissimo. Una delle possibilità sulle quali si può lavorare in questo contesto è quella di innalzare la detrazione fiscale che oggi per i pensionati è più bassa di quella fissata per i lavoratori attivi.
(Leggi)

2 commenti:

  1. Gentile Epifani, se la sinistra è ancora sinistra, si comporti davvero da sinistra. Non interessa molto il tema Renzi o non Renzi, questo viene dopo...prima bisogna creare lavoro e sistemare definitivamente il Tema Pensioni ed Esodati, Questi due temi sono una vergogna che si trascina da troppo tempo e la sinistra vera deve farsene carico. Risolti questi temi in questa Legge di Stabilità, avremo tempo e modo di parlare di Primarie, di Renzi e di altro ancora, ma ORA, DICO ora, è NECESSARIO PRENDERE IL PALLINO IN MANO E RIDARE FIDUCIA ALLA GENTE. e POI COME FACCIAMO A TRASCURARE IL TEMA DELLA LEGGE 104/92? e' UNA VERGOGNA SOCIALE METTERE IN DISCUSSIONE QUESTO ARGOMENTO, UNA COSA E' FARE LE OPPORTUNE VERIFICHE, UN ALTRO CONTO E' FARE DI TUTT'ERBA UN FASCIO...SINISTRA, SE CI SEI BATTI UN COLPO, ANZI DUE, E FATTI SENTIRE. ora!!!!

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  2. Non rinviare a domani quello che puoi fare oggi.....Antico, ma sempre valido modo di dire, che poi, altro non è che la VOCE DEL VERBO FARE.Una sinistra che tale vuole ancora chiamarsi e proporsi, antepone i problemi reali della gente a quelli delle varie correnti al suo interno o al problema (?) delle Primarie. Ora, gentile Epifani, il problema non è Renzi, Civati, Tizio o Caio, il problema vero non è neppure quello della crisi della politica: uno solo è il problema ed è quello della perdita totale della moralità. Quando una classe politica è sorda, muta nei fatti e non vedente, quando una classe politica non è piu' capace di ascoltare e farsi carico dei problemi reali della gente, a mio avviso deve lasciare ed avere la dignità di andare via. Alcune sere fa, una nota trasmissione televisiva ha detto (e credo che abbia detto il vero o almeno lo voglio sperare) che le spese del Quirinale sono 4-5 volte maggiori di quelle dell'Eliseo, la stessa trasmissione ha mostrato a noi poveri italiani come i dipendenti della Camera( dai livelli minimi a salire) hanno stipendi non bloccati di importo scandaloso. Infine la stessa trasmissione si domandava tramite la voce di una giornalista, quali erano i criteri di assunzioni in questo privilegiato Ente.....Bene, gentile Segretario, vogliamo andare avanti ancora a questo modo? E vogliamo ancora posticipare la soluzione di esodati e Pensioni? Se così è, scordiamoci la parola futuro: non potrà esserci per nessuno ed in particolare per i nostri giovani. Segretario, tiri fuori gli artigli ora, e non a parole. E valuti con attenzione la strada della flessibilità in uscita indicata dall'On. Damiano, che certo non è l'ultimo arrivato ....

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