Pubblicazione:
INT. Domenico
Proietti
RIFORMA
PENSIONI ED ESODATI Da gennaio 2014 le donne potranno andare in
pensione solo a 63 anni e nove mesi, una soglia che salirà a 64 anni e nove
mesi per le lavoratrici autonome. Ma non è l’unica novità di quest’anno sul
fronte pensionamenti, in quanto la legge Fornero ha previsto una serie di
“scalini” annuali. Tra le partite ancora aperte quella sugli esodati, i
pensionamenti anticipati e la flessibilità in uscita. Ilsussidiario.net ha
intervistato Domenico Proietti, segretario confederale Uil con delega per le
pensioni.
Come valuta
l’innalzamento dell’età pensionabile per le donne?
Sicuramente
è un fatto penalizzante, perché le donne in Italia hanno anche il carico di
occuparsi di una serie di lavori di cura, e questo è uno dei motivi per cui
c’era una differenziazione di accesso alla pensione. Dopo la sentenza della
Corte europea si è dovuto procedere verso l’equiparazione dell’età pensionabile
delle donne con quella degli uomini. Ciò sta continuando a creare una
penalizzazione per le donne.
La questione
degli esodati resta aperta. Cosa pensate di fare?
Grazie
all’azione del sindacato in questi mesi il problema è stato risolto per la metà
della platea interessata. Mentre il governo Monti negava l’esistenza stessa del
problema, grazie alla nostra mobilitazione e a quella del Parlamento siamo
riusciti a dare una risposta. Ora bisogna completare l’opera: tutte le persone
che hanno i requisiti devono avere la garanzia di poter accedere alla pensione
con le vecchie norme.
Con la
riforma Fornero il pensionamento anticipato è consentito solo a chi ha più di
42 anni di contributi. Lei come valuta questa novità?
Dovrebbero
chiamarsi riforme quelle leggi che migliorano la vita delle persone, mentre i
provvedimenti della Fornero l’hanno peggiorata a cominciare dagli esodati. Noi
riteniamo che si debba introdurre una flessibilità in uscita, e abbiamo
proposto un range da 63 a 70 anni entro il quale i lavoratori possono scegliere
in maniera volontaria se uscire o rimanere. La situazione attuale, tra l’altro,
come emerge in maniera molto evidente, ha creato una strozzatura nel mercato
del lavoro. È quindi estremamente importante e opportuno che sia reintrodotta
una flessibilità a beneficio sia della previdenza che del mercato del lavoro.
La legge di
stabilità ha aumentato la platea delle pensioni che possono essere indicizzate
all’inflazione dopo la riforma Fornero. Siete soddisfatti?
Noi ci siamo
battuti perché questo avvenisse e abbiamo ottenuto un primo parziale risultato,
che non è comunque sufficiente. Tutte le pensioni frutto di contribuzione
devono essere rivalutate. Nei prossimi mesi da parte del governo ci dovrà
essere la necessità di riprodurre questo provvedimento. Ciò tra l’altro è
coerente con l’idea che sia necessario rilanciare i consumi interni. Per farlo
bisogna dare un reddito maggiore a pensionati e lavoratori dipendenti, e ciò
può avvenire sia con una rimodulazione delle pensioni, sia con un taglio delle
tasse per i lavoratori dipendenti.
Intanto è
stato re-introdotto il contributo di solidarietà per le pensioni più alte...
Per le
pensioni cosiddette d’oro, che sono frutto solo in parte dei contributi
versati, il provvedimento ha un qualche fondamento, che corrisponde a
un’esigenza di giustizia. Bisogna però stare attenti a non incorrere
nell’incostituzionalità che è intervenuta in passato.
(Pietro
Vernizzi)
(Leggi)
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