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giovedì 30 gennaio 2014

Quegli esodati che il decreto Giovannini doveva salvare

Quegli esodati che il decreto Giovannini doveva salvare

Ancora scoperti gli ex lavoratori in mobilità lontani dalla pensione che hanno firmato accordi sindacali entro l'aprile 2010. Il ministro Giovannini risponde sulla questione e assicura che per i beneficiari della tutela al reddito «la copertura è già assicurata per tutto l'anno in corso».

30 gennaio 2014
Con il decreto interministeriale dello scorso dicembre a firma del ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali Giovannini, di concerto con il ministro dell’Economia e delle Finanze Saccomanni, il Governo Letta ha scoperto le proprie carte su come intendeva intervenire sul problema dei lavoratori in mobilità che rimanevano scoperti da ogni fonte di reddito fino al primo assegno pensionistico.
Per molti il tutto è cominciato con la finestra mobile introdotta dall'ex Ministro Sacconi durante il governo Berlusconi. In pratica con la legge 122 del 2010 chi raggiungeva i requisiti per la pensione doveva aspettare 12 mesi in più per ricevere il primo assegno pensionistico, ad eccezione di 10mila lavoratori, tra cui quelli in mobilità che avevano firmato accordi sindacali entro il 30 aprile 2010.
Per tutti quelli che, pur avendo i requisiti, non rientravano in questi 10mila, e che quindi rimanevano senza reddito né pensione, si decise di mettere una toppa aggiungendo un comma alla legge che concedeva “il prolungamento di tutela del reddito per il periodo di tempo necessario al raggiungimento della decorrenza del trattamento pensionistico”.
Una toppa che però, così come è stata messa, subito dopo è stata levata. A pensarci per prima è stata l’ex ministro Fornero di concerto con il ministero delle Finanze che, con il decreto interministeriale dell’ottobre 2012, cambiava un paletto stabilito dalla legge per chi aveva diritto al prolungamento della tutela al reddito: invece di garantirlo ai “lavoratori collocati in mobilità sulla base di accordi sindacali stipulati anteriormente al 30 aprile 2010”, così come cita la legge 122, venne previsto solo per quei lavoratori che avessero i rapporti di lavoro “cessati entro il 30 aprile 2010”.
«C’è un enorme differenza» - ci spiega Rita Cavaterra, Responsabile delle Politiche Previdenziali Cgil Nazionale - «perché uno può firmare l’accordo di mobilità entro il 30 aprile del 2010, ma poi cessare l’attività lavorativa e quindi l’uscita dell’azienda anche mesi dopo, anche dopo un anno, si sa perfettamente che funziona così».
Il decreto interministeriale pubblicato lo scorso dicembre non solo ripropone il paletto introdotto dal ministro Fornero, ma ne introduce un altro: il prolungamento al reddito per i 7888 beneficiari è previsto “limitatamente alle mensilità di competenza 2013 ”. Il che vuol dire che i beneficiari che aspettano la pensione a cavallo tra i mesi del 2013 e i mesi del 2014 hanno la certezza di essere tutelati solo per i mesi del 2013.
Chi è scoperto fino alla pensione si chiede se dei decreti interministeriali possano disattendere il senso di una legge precedente. Angelo Moiraghi, rappresentante della Rete dei Comitati, ci spiega che: “È una prassi. I decreti interministeriali usciti di volta in volta hanno stravolto le leggi di salvaguardia precedenti, lasciando ancora ad oggi una platea innumerevole di ex lavoratori senza pensione, in balia di bilanci statali che non tengono più conto di un diritto”.
Abbiamo chiesto direttamente al ministro Giovannini delucidazioni al riguardo ed ecco che cosa ci ha risposto:
1. Perché i lavoratori che hanno firmato accordi sindacali stipulati entro il 30/4/2010 sono rimasti scoperti?
Nelle premesse dei decreti relativi agli anni 2012 e 2013, si fa riferimento a lavoratori posti in mobilità entro la data del 30 aprile 2010, sul presupposto che la norma, riferendosi a lavoratori “collocati in mobilità”, assume che gli stessi siano già cessati dal servizio entro il 30 aprile 2010. Ciò anche perché solamente il collocamento effettivo in mobilità consente di valutare con precisione i soggetti interessati e quantificare le risorse necessarie.
2. Con il decreto del 16 dicembre, quante persone rimarranno totalmente scoperte dal sostegno al reddito?
L’eventuale numero dei soggetti che possono restare fuori dal sostegno al reddito è oggetto di una verifica che il Ministero sta conducendo con l’Inps. Il dato potrebbe, tuttavia, non essere nella piena disponibilità dell’Istituto, il quale non è necessariamente a conoscenza degli accordi di mobilità firmati dalle imprese.
3. Con il decreto del 16-12-2013 l’accompagnamento alla pensione non è garantito per chi si troverà a raggiungerne la decorrenza a cavallo tra il 2013 e il 2014. Perché avete ridotto anche la platea dei beneficiari?
Il prolungamento è stato concesso, in considerazione delle risorse finanziarie al momento disponibili, per un numero di mensilità non oltre il 31 dicembre 2013. È stato tuttavia già firmato dal Ministro Giovannini ed è alla firma del Ministro dell’Economia lo schema di decreto che per la medesima platea prevede il pagamento delle residue mensilità del 2014. Il costo stimato di tale intervento ammonta ad € 11.879.108. Di conseguenza, la copertura è già assicurata per tutto l’anno in corso e, di fatto, non si è verificata alcuna riduzione della platea. In altri termini, a causa della scarsità di risorse nell’anno 2013 si è scelto di provvedere alla tutela in due tranche, disponendo, con il decreto 76353 la copertura delle mensilità del 2013 ed emanando un secondo decreto per la copertura delle mensilità 2014 sulla medesima platea.

2 commenti:

  1. Ma non si parla ti tutti gli lavoratori postalie non postali che hanno lasciato il lavoro entro dicembre 2011 di poi tutti i paletti che hanno messo ccompreso quello dei 36 mesi dalla legge Fornero cioè' l'Assdvnl pensionistico deve maturare entro il 6 gennaio 2015 e gli altri ex lavoratori che sono??????

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  2. Gli altri sono sfortunati........qua si va a botte di fortuna......VERGOGNA

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