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giovedì 2 gennaio 2014

Solo uno su tre ha ricevuto l’assegno

I veri numeri sul caso esodati
Solo uno su tre ha ricevuto l’assegno
Su 130 mila stimati, accolte 80 mila domande. Finora erogate 27 mila pensioni. L’Inps: pagamento dovuto dopo la mobilità
Con il richiamo del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, che nel messaggio di fine anno ha voluto richiamare anche la loro condizione tra quelle di sofferenza sociale, gli «esodati» si affacciano da protagonisti anche sul 2014. A rigore, si tratterebbe dei lavoratori che hanno perso il posto o si sono licenziati in vista della pensione che sarebbe scattata per loro nel 2012, ma si sono ritrovati improvvisamente con la riforma Fornero che ha cambiato le carte in tavola, in molti casi rinviando di parecchi anni l’appuntamento con l’assegno previdenziale. Senza più lavoro e con la pensione diventata di colpo un miraggio, gli esodati hanno da allora riempito le cronache.
UN PASTICCIO INFINITO - Prima con l’esplosione di migliaia di storie drammatiche di persone senza più alcun reddito. Poi con le prime mosse del governo che cercò di capire quanti fossero gli esodati, ma senza arrivare a una parola chiara, con l’Inps che a un certo punto (giugno 2012) aveva stimato in 390 mila le persone a rischio, ma poi fu costretto dal governo a rimangiarsi l’allarme. Infine con i primi provvedimenti legislativi per correre ai ripari. Sono 5 gli interventi di «salvaguardia» presi negli ultimi due anni, incluso quello contenuto nella legge di Stabilità approvata prima di Natale. Consentono tutti di andare in pensione con le regole in vigore fino al 31 dicembre 2011, cioè prima della riforma Fornero, a chi ha determinati requisiti. Si è così costruito nel tempo un sistema complesso di regole a maglie sempre più larghe: dai lavoratori in mobilità a quelli che si erano licenziati, cioè dagli esodati in senso stretto a categorie assimilate, come i contributori volontari, persone che pur non lavorando più avevano scelto di proseguire la contribuzione all’Inps per andare in pensione, fino a comprendere, con l’ultima legge di Stabilità, anche i lavoratori che si sono licenziati prima del 2012 e poi hanno ripreso a lavorare (purché non a tempo indeterminato) anche se dovessero guadagnare bene (finora per questi c’era un tetto di 7.500 euro l’anno). Un sistema sempre più complicato, quindi, dove magari qualche poveraccio resta fuori da ogni tutela e altri sono fin troppo protetti. E come se non bastasse, l’attuazione di questi provvedimenti procede molto a rilento.
SOLO 27 MILA IN PENSIONE - L’iter è estremamente complesso: si parte con la legge, poi c’è il decreto ministeriale attuativo, quindi la circolare Inps. Nel frattempo passano parecchi mesi. Quando finalmente tutto è pronto, la domanda va presentata alla direzione territoriale del ministero del Lavoro , che fa una prima verifica, e poi la passa all’Inps per tutta l’istruttoria del caso. Finora solo la prima salvaguardia, decisa a metà del 2012, cioè un anno e mezzo fa, può ritenersi conclusa. Per la seconda e la terza, anche se i termini di presentazione delle domande sono scaduti da tempo (21 maggio e 25 settembre 2013), l’esame delle pratiche è ancora in corso. Secondo un monitoraggio dell’Inps aggiornato al 13 dicembre scorso, la situazione è la seguente. Le prime 3 salvaguardie erano state varate per mandare in pensione complessivamente 130 mila persone, le domande accolte finora perché con i requisiti in ordine sono quasi 80 mila e le pensioni in pagamento meno di 27 mila. Insomma, solo uno su tre col diritto certificato alla pensione sta incassando l’assegno. Come mai? E come mai ci sono 50 mila domande in meno del previsto? Certamente sullo scarto tra platea stimata e domande accolte pesano le lungaggini procedurali e qualche calcolo sbagliato: per esempio, con la seconda salvaguardia si volevano tutelare 40 mila lavoratori in mobilità, ma le certificazioni finora inviate sono solo 5.432. Probabile quindi che ci sia stata una sovrastima di questa categoria. Sulle poche pensioni liquidate, invece, ci sono anche altre spiegazioni. Dice il direttore generale dell’Inps, Mauro Nori: «La differenza maggiore tra diritto certificato ed erogazione della pensione l’abbiamo sui lavoratori in mobilità. In molti casi queste persone resteranno ancora per anni con il sussidio previsto e la pensione scatterà solo dopo. Quindi anche se hanno il diritto certificato, l’assegno non poteva essere già messo in liquidazione». Gli esodati, dunque, ci accompagneranno ancora per molti anni.
UNA SPESA DI 11,5 MILIARDI - Del resto, ai 130 mila potenziali beneficiari delle prime tre salvaguardie ne vanno aggiunti 9 mila della quarta decisa lo scorso agosto, che potranno presentare domanda fino al 26 febbraio 2014, e altri 17 mila previsti dalla legge di Stabilità, per un totale che supera le 156 mila unità. Con un costo davvero pesante: circa 11 miliardi e mezzo in nove anni, dal 2012 al 2020, che dovranno essere spesi per pagare pensioni che altrimenti (applicando i requisiti dalla riforma Fornero) non si sarebbero pagate. E che la storia degli esodati si esaurisca con la quinta salvaguardia è davvero improbabile.
(Leggi)
 

4 commenti:

  1. Ma non puo' essere che la scarsa erogazione di pensioni dipenda anche dal fatto che non sono ancora maturati i tempi giusti per gli aventi diritto? Cio' vale, per esempio per chi, come me, e' ancora nei fondi di settore.

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  2. Credo proprio che tu abbia ragione a scrivere che il problema di noi esodati non si esaurisca con l'ultima salvaguardia !!! E se tu che scrivi non lo sai, te lo dico io, che il problema lo sto vivendo in prima persona. Tanti di noi maturiamo i requisiti dopo il 6 Gennaio del 2015 ( fatidica data dove la Fornero ha pensato bene di fermare la salvaguardia dei decreti che invece dovevano salvarci tutti) ed e' proprio questo il motivo che tanti di noi non hanno fatto ancora domanda di pensione...perche' la stessa deve essere fatta tre mesi prima della maturazione dei requisiti. Abbiamo fatto richiesta di salvaguardia, in quanto persone avente diritto...e tu che scrivi articoli senza cognizione di causa dovresti sapere che le stime di noi esodati non sono sovrastimati !!!!! sono soltanto calpestati....in quanto loro vogliono limitare i numeri piazzando paletti ...Ma noi ci siamo, ...ESISTIAMO... e non ci arrendiamo !!! scrivilo questo sul prossimo articolo...e fareste bene a verificarle le notizie prima di lanciare ulteriori allarmismi ; perche' lo siamo gia' abbastanza da ben due anni di promesse a vuoto e lotterie discriminatorie.. esodata poste 17

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  3. ESODATA POSTE 17 BENE ! NOI ESODATI POSTALI ABBIAMO TUTTI IL DIRITTO DI ANDARE IN PENSIONE PERCHE' ABBIAMO FATTO GLI ACCORDI CON POSTE PRIMA DELLA RIFORMA CON LE STESSE LEGGI DEGLI EX COLLEGHI SALVAGUARDATI .ESISTIAMO... e non ci arrendiamo!!!LA COSTITUZIONE DELLA REPUBBLICA ITALIANA NON PUO' ESSERE IGNORATA :LA LEGGE E' UGUALE PER TUTTI. ESODATO P.T. 53

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  4. Ma chi e' che ha scritto questo articolo? È proprio una persona superficiale e disinformata........due difetti gravi per chi vorrebbe fare il giornalista....

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