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sabato 15 febbraio 2014

Esodati, la crisi di governo e la legge che può salvarli

Esodati, la crisi di governo e la legge che può salvarli

Il premier Letta esce di scena e lascia aperto il problema dei lavoratori anziani senza pensione e senza impiego. Le vittime della riforma Fornero ora sperano nel Parlamento

14-02-2014 di Andrea Telara 

Il suo ultimo atto significativo è stato un emendamento alla Legge di Stabilità, che ha tutelato nel complesso 17mila lavoratori. Ora, però, il governo Letta si appresta a uscire di scena lasciando ancora irrisolta la questione degli esodati. Si tratta, per chi non li conoscesse ancora, di tutti gli italiani che hanno firmato un accordo con la propria azienda per mettersi in mobilità in vista della pensione e che, nel 2011, sono rimasti beffati dalla riforma previdenziale dell'ex-ministro Fornero (che ha innalzato di colpo l'età del pensionamento).
GLI ESODATI E IL GOVERNO LETTA
Il problema degli esodati era nell'agenda programmatica di Letta fin dal giorno del suo insediamento ma, a quasi un anno di distanza, i lavoratori anziani che rischiano di rimanere senza stipendio e senza pensione sono ancora tanti. Ci sono infatti più di 130mila persone che sono state salvaguardate dal governo Monti e altre 30mila che, con diversi provvedimenti, sono state tutelate proprio dall'esecutivo di Enrico Letta. Totale: circa 160mila lavoratori in salvo. Peccato, però, che i conti non tornino poiché la platea degli esodati italiani è stimata nell'ordine di 330-350mila unità. Mancano dunque all'appello più 200mila lavoratori anziani che, entro il 2018, potrebbero restare disoccupati e privi dei requisiti per accedere al pensionamento.
SPERANZE A MONTECITORIO
Nei prossimi mesi, la patata bollente passerà nelle mani del governo Renzi, che dovrebbe nascere dopo le consultazioni-lampo del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Ma forse la vera speranza per gli esodati arriva dal Parlamento, cioè da un provvedimento bipartisan che ha l'obiettivo (si spera raggiungibile) di risolvere una volta per tutte il problema. Si tratta di una proposta di legge che mette assieme quelle presentata già nella scorsa legislatura da alcuni deputati del Pd capeggiati da Cesare Damiano, da Renata Polverini del Pdl e da altri esponenti di Sel e della Lega.
Dall'accorpamento di tutte queste proposte, la commissione Lavoro di Montecitorio ha dato il via libera a un testo unico che, secondo le promesse del presidente della Camera, Laura Boldrini, sarà discusso in aula entro marzo. La nuova legge salva-esodati consente in sostanza l'accesso alla pensione con le vecchie regole precedenti la riforma Fornero a chi ha firmato degli accordi per mettersi in mobilità prima del 31 dicembre 2011 (a cui si aggiungono altre specifiche categorie di persone, che si trovano in situazioni particolari) . Secondo i deputati che le propongono, queste misure dovrebbero risolvere in maniera decisiva la questione-esodati. Restano però da trovare le coperture finanziarie che, nella scorsa legislatura, sono state il vero problema che ha fatto naufragare qualsiasi proposta arrivata in Parlamento. La strada, insomma, è ancora in salita.
(Leggi)

5 commenti:

  1. "Si tratta, per chi non li conoscesse ancora, di tutti gli italiani che hanno firmato un accordo con la propria azienda per mettersi in MOBILITA' in vista della pensione e che, nel 2011, sono rimasti beffati dalla riforma previdenziale dell'ex-ministro Fornero (che ha innalzato di colpo l'età del pensionamento)."
    Chi scrive certi articoli, deve stare molto attento a quello che scrive!!!!!!!!!!!!!
    Chi è in MOBILITA' da prima della legge Fornero, e matura i requisiti durante la stessa, è salvaguardato e va in pensione col vecchio sistema pensionistico!

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    Risposte
    1. L'articolo scritto dal giornalista è molto corretto.
      Tanti lavoratori in mobilità prima della incostituzionale
      retroattiva "riforma" monti/fornero sarebbero andati
      regolarmente in pensioni con le regole precedenti delle
      quote anche maturando i requisiti utili dopo la fine
      della mobilità senza limiti di tempo sia per l'età minima
      sia per i contributi eventualmente ancora necessari.
      La ministra ha eliminato senza gradualità le quote
      inserendo la sola vecchiaia con in più il nuovo "Palo"
      per ottenere la salvaguardia con le vecchie regole solo
      per chi matura i requisiti entro la mobilità .
      Ora con il testo della Proposta di Legge Unificata redatta
      unitariamente dalla Commissione Lavoro della Camera che sarà sottoposta entro Marzo all' esame dell' aula si deve ristabilire il rispetto delle regole costituzionali dello stato di diritto disattese dalla mancanza della necessaria gradualità.



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    2. "Si tratta, per chi non li conoscesse ancora, di TUTTI GLI ITALIANI che hanno firmato un accordo con la propria azienda per mettersi in MOBILITA' in vista della pensione e che, nel 2011, sono rimasti beffati dalla riforma previdenziale dell'ex-ministro Fornero (che ha innalzato di colpo l'età del pensionamento)."
      Caro PEPPE, tanti o alcuni lavoratori , non vuol dire TUTTI!

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  2. E' chiaro quello che afferma Peppe. Io sono proprio in questa situazione essendo uscito dal lavoro il 30 gennaio 2010 con 4 anni di mobilità che, stando alle assicurazioni avute da Inps a dicembre 2009, sarei dovuto andare in pensione a luglio 2015 all'età di 61 anni e 9 mesi con 39,5 anni di contributi. E lo scherzo della Fornero ricevuto 2 anni dopo con la fregatura dei requisiti entro il periodo di mobilità ha fregato me e tutti quelli nella stessa condizione. Spero che a marzo le "promesse" fatte alla manifestazione di Roam degli esodati, vengano onorate.

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  3. Concordo.
    La PDL Unificata necessità di essere integrata
    con emendamenti per una soluzione strutturale
    definitiva più equa e giusta per tutti i mobilitati.

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