Indirizzo mail

Puoi contattarci scrivendo a: cumpustela@gmail.com

venerdì 7 febbraio 2014

Esodati, sit-in a Montecitorio

Esodati, sit-in a Montecitorio Il caso
Esodati, sit-in a Montecitorio
Manifestazione davanti alla Camera. "Ogni F35 uccide 8mila esodati", recita uno dei cartelli in piazza. Giuliano Colaci, coordinatore della Rete degli esodati, a RadioArticolo1: "Il presidente Boldrini ha preso l'impegno di intervenire, fare presto"
Non vogliono essere dimenticati. Gli esodati tornano in piazza a Roma oggi (6 febbraio) per manifestare davanti alla Camera. La richiesta è sempre la stessa: salvaguardare tutti coloro che hanno lasciato il lavoro prima della riforma Fornero per poi trovarsi nel vuoto senza pensione e senza reddito per molti anni. "Ogni F35 uccide 8mila esodati", recita uno dei cartelli in piazza.
Uno spiraglio sembra aprirsi dopo l'incontro tra la delegazione dei manifestanti e il presidente della Camera Laura Boldrini. Lo riferisce ai microfoni di RadioArticolo1 (qui il podcast) Giuliano Colaci, uno dei coordinatori della Rete degli esodati, appena uscito da Montecitorio: "L'incontro - afferma - è andato abbastanza bene. Il presidente della Camera è stato disponibile ad accoglierci. Abbiamo chiesto la calendarizzazione della legge 727 che ci metterebbe tutti in salvaguardia. In più, il riconoscimento dei diritti al 31 dicembre 2011, un censimento degli esodati per stanziare le risorse e la definizione del fondo".

La delegazione è scesa parzialmente soddisfatta, ora si tratta di vedere se si passerà dalle parole ai fatti: "Il presidente Boldrini ha preso l'impegno di intervenire alla Camera - conclude Colaci -, speriamo bene. Finché il nostro problema non sarà risolto noi continueremo a protestare, è inutile che Letta continui ad allungare i tempi".
Le donne sono state le più colpite dalla riforma Fornero. Spiega sempre a RadioArticolo1 Anna Aloisio, ex Enel di Napoli: "Ho firmato l'accordo con l'azienda nel 2009; ora, tra la finestra Sacconi e la riforma Fornero, ho un vuoto di sette anni". Silvana Vaghi lavorava all'Hp, la multinazionale dei computer, a Milano: "Sono andata in esodo incentivato a fine 2010 con l'illusione di andare in pensione nel 2014 tramite i contributi volontari. Ora non percepisco più la mobilità e devo pagare da sola, con l'incubo di aspettare altri otto anni senza alcun reddito".
(Leggi)

Nessun commento:

Posta un commento