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lunedì 31 marzo 2014

Esodati e pensione anticipata: ad aprile la legge

Riforma pensioni 2014, esodati e pensione anticipata: ad aprile la legge, Damiano ha vinto
Riforma pensioni 2014, legge pro esodati ad aprile -  
Si registrano importantissime novità sul fronte riforma pensioni 2014, in particolare per quel che concerne i lavoratori esodati: l’opera di martellamento compiuta nelle ultime settimane da Damiano ha infatti dato i suoi frutti ed è finalmente stata calendarizzata la discussione sulla proposta di legge per gli stessi esodati, con il testo che giungerà alla Camera il 14 aprile 2014.
Migliaia di lavoratori esodati attendevano da anni questo momento, e dopo le promesse fatte dal presidente della Camera Boldrini sul finire del governo Letta si è finalmente dato corso alla calendarizzazione parlamentare dell’iter che porterà alla ratifica di una legge ad hoc entro aprile; tutto merito delle pressioni esercitate da Damiano, con la Commissione Lavoro (di cui lo stesso Damiano è presidente) ad aver allestito il testo di legge unificato che a metà aprile per l’appunto sarà discusso alla Camera.
Restando sempre su riforma pensioni 2014 ed esodati, l’INPS ha comunicato i dati relativi al numero di liquidazioni già effettuato, circa 38.000 a fronte di una categoria, quella degli stessi esodati, che ad oggi conta quasi 160.000 unità salvaguardate dal governo. Il prossimo passo sarà un riassetto della pensione anticipata, altro ‘cruccio’ di Cesare Damiano, che da anni propone una riformulazione dell’istituto che preveda meno penalizzazioni e maggiore flessibilità. Facciamo allora il punto sul capitolo riforma delle pensioni 2014, analizzando gli sviluppi sul caso esodati e i possibili futuri scenari in tema di pensione anticipata.

Riforma pensioni 2014, esodati al bivio finale: Damiano ha vinto, testo di legge unificato alla Camera
Come già sottolineato in apertura, la questione 'riforma pensioni 2014' ha conosciuto un’importante accelerata grazie al lavoro svolto dall’ex ministro Cesare Damiano, con la Commissione Lavoro ad aver allestito il testo di legge unificato sugli esodati che il 14 aprile sarà discusso alla Camera: ‘La conferenza dei capi gruppo - ha dichiarato Damiano - ha fissato per il 14 aprile l'approdo alla Camera dei Deputati del testo unificato della proposta di legge sui cosiddetti esodati, varato dalla commissione Lavoro’.
Uno dei fronti più delicati fra quelli che compongono il capitolo riforma pensioni 2014 potrebbe dunque presto trovare risoluzione, con l’esito positivo del caso esodati che potrebbe fungere da spartiacque anche per altri temi previdenziali; la stessa Ragioneria di Stato in passato ha sottolineato che prima di dar corso al pensionamento per i Quota 96 della Scuola era infatti indispensabile procedere in via preliminare ad una risoluzione del caso esodati, la cui chiusura potrebbe dunque aprire la strada ad un possibile e deciso cambio di rotta.

Riforma pensioni 2014: l’INPS liquida 38.000 pensioni pro esodati, quasi 122.000 attendono ancora risposta
A completamento dell’atto di calendarizzazione della discussione sulla proposta di legge pro esodati, l’INPS ha comunicato i dati relativi allo stato di liquidazione delle pensioni per gli stessi esodati: stando a quanto riferito dal D.g. dell’INPS, Mauro Nori, sarebbero circa 38.000, mentre i lavoratori esodati salvaguardati dal governo ammonterebbero a ben 160.000. Il costo delle liquidazioni già effettuate si aggirerebbe, sempre stando a quanto riferito dal D.g. dell’INPS, sui 270 milioni di euro circa.
Numeri che si spera di poter aggiornare presto, con il 14 aprile giorno decisivo per gli esodati e per l’intero iter di riforma delle pensioni da compiersi in questo 2014.

Riforma pensioni 2014: prossimo passo riassetto pensione anticipata
Tra i tanti temi fra quelli che compongono il capitolo riforma pensioni 2014 sui quali Cesare Damiano punta l’attenzione ormai da tempo troviamo anche il riassetto della pensione anticipata, in merito alla quale il presidente della Commissione Lavoro vorrebbe maggiore flessibilità e meno penalizzazioni pecuniarie per chi vi accede prima dei 60 o 62 anni.
Se il caso esodati sembra davvero al bivio finale, lo stesso non può comunque dirsi per un riassetto della pensione anticipata, anche se come accennato il dibattito si fa acceso anche su questo fronte. Vi terremo aggiornati sia sul caso esodati che sul possibile iter di riassetto della pensione anticipata: ad oggi possiamo comunque dire che una riforma delle pensioni 2014 è più vicina.
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Pensionati statali vs esodati privati, Marianna Madia parla ma soldi...

Pensionati statali vs esodati privati, Marianna Madia parla ma soldi non ce n’è ROMA – C’è parecchia confusione nel Governo Renzi in materia di pensioni. C’è anche parecchia confusione in Italia rispetto ai vari tipi di pensionati e al momento in cui questi ormai cittadini di serie B hanno lasciato il lavoro.
Il progetto del ministro della Pubblica Amministrazione Marianna Madia, che ha ufficialmente annunciato un piano di prepensionamenti per gli statali, “incontra i primi ostacoli”, come avverte Andrea Bassi sul Messaggero di Roma .
Litigano un po’ tutti: Marianna Madia, ministro nel cui curriculum figura essere stata fidanzata con il figlio di Giorgio Napolitano, Giuliano Poletti, già capo delle Coop, Stefania Giannini, ministro dell’Istruzione, che non è del Pd ma di Scelta Civica,  che ha riempito la Madia di contumelie, avendo a sua volta da tutelare gli interessi di milioni di insegnanti più o meno precari.
Giuliano Poletti, ministro del lavoro in carica, in audizione alla Camera, ha parlato della volontà del governo di trovare una “risposta organica” al problema che però intanto c’è ed è enorme.
Nella lite intervengono anche gli ex ministri del Lavoro: Elsa Fornero, Cesare Damiano, Enrico Giovannini, tutti critici e tutti con ragione.
L’attacco più diretto ai disegni di Marianna Madia è venuto dall’ex ministro del lavoro Elsa Fornero. Nel mirino, il modo in cui Marianna Madia vorrebbe prepensionare i dipendenti pubblici. Ha detto Elsa Fornero:
“Alla Madìa suggerisco di essere abbastanza attenta, i dipendenti privati farebbero bene ad arrabbiarsi perché non possono essere sempre solo loro a pagare”.
Sono giorni, riferisce Andrea Bassi,
“che i rappresentanti degli esodati non mancano una riunione della direzione del Pd per protestare davanti alla sede del Nazzareno. Hanno trovato orecchie attente in alcuni settori del Pd. Del resto sono migliaia i dipendenti privati che sono usciti dal processo produttivo con la promessa di accedere alla pensione ma che poi il repentino innalzamento delle regole previdenziali, approvato proprio con la legge Fornero, ha lasciato senza stipendio e senza assegno pensionistico. Questo popolo di ex lavoratori relegato in una specie di limbo, da tempo chiede a voce alta di poter accedere alla pensione utilizzando le regole precedenti alla riforma approvata dal governo Monti.
Ciò che gli esodati chiedono è esattamente la misura che Marianna Madìa ha spiegato sarà utilizzata per smaltire le fila del pubblico impiego mandando a casa lavoratori “anziani” per poter assumere giovani in rapporto di uno ogni tre pensionati. [...]
Nei giorni scorsi i rappresentanti della categoria, che da tempo chiedono un incontro diretto con il premier Matteo Renzi, hanno incontrato Stefano Fassina e Gianni Cuperlo, entrambi del Pd”.
Quello che non si menziona è poi l’altra grande ingiustizia, quella che il Governo vuole perpetrare ai danni di milioni di pensionati fatti uscire con la integrazione dei loro contributi da parte dello Stato, che ora il Governo Renzi vorrebbe azzerare, rimangiando impegni presi in base a leggi che ora vogliono far valere come carta straccia.
Segue una serie di prese di posizione su statali, pensioni e esodati.
Stefano Fassina, ex vice ministro dell’Economia nel governo Letta, dice:
“È assolutamente prioritario prima di qualsiasi intervento sulle pensioni, risolvere il problema degli esodati. [...] Non si possono rivedere le regole per anticipare la pensione a dirigenti pubblici che hanno stipendi elevati», spiega l’ex ministro, «per una questione di equità va assicurato lo stesso trattamento anche ai dipendenti privati”.
Cesare Damiano, che ora è presidente della Commissione Lavoro alla Camera, la pensa come Fassina:
“Serve che il governo si coordini al suo interno, almeno questo deve valere per i ministri Madìa, Giannini e Poletti, che hanno tutti competenze sull’argomento e mi pare anche che abbiano posizioni divergenti. Quello che mi stupisce, è che non si percepisce il fatto che la questione esodati stia diventando esplosiva”.
Gianfranco Librandi, di Scelta Civica, ha detto:
“La formula dei prepensionamenti propone una ricetta sbagliata, che rischia di sfasciare i conti pubblici, dopo gli sforzi fatti dal governo Monti per rimetterli a posto”.
Librandi dovrebbe aggiungere che nel farlo Mario Monti ha disastrato l’Italia.
Il problema, ricorda Andrea Bassi, sono le risorse:
“Per salvaguardare 120 mila lavoratori, i precedenti governi hanno dovuto stanziare 5 miliardi di euro. Per risolvere il problema alla radice, secondo la Ragioneria, di miliardi ne servirebbero addirittura diciassette fino al 2022. Cifre enormi. L’ex ministro del lavoro Enrico Giovannini aveva ipotizzato una norma di «manutenzione» della legge Fornero con l’introduzione del cosiddetto «prestito pensionistico». Si sarebbe consentito a tutti i dipendenti di lasciare il lavoro in anticipo, ma scaricando il costo in parte sulle imprese, in parte sullo Stato e in parte sul lavoratore stesso, con una riduzione della pensione tra il 10 e il 15 per cento.
“Anche il progetto di legge firmato da Damiano e dall’attuale sottosegretario dell’Economia, Pierpaolo Baretta, che giace in commissione lavoro prevede la possibilità di lasciare, per tutti, il lavoro a 62 anni con almeno 35 di contributi. Ed anche in questo caso è prevista una penalizzazione dell’8 per cento sulla pensione percepita.
“La penalizzazione in caso di prepensionamento per i dipendenti pubblici, invece, non sembra, almeno per ora, essere contemplata nei progetti di riforma che il ministro Madìa sta mettendo a punto e che saranno presentati tra la fine del prossimo mese e l’inizio di maggio”.
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domenica 30 marzo 2014

Calderoli LN): esodati Province, ricorsi, vinceranno, legge pasticcio

Blitz quotidianoRoberto Calderoli: esodati Province, ricorsi, vinceranno, legge pasticcio
ROMA – Le Province sono tutt’altro che abolite. Le prossime elezioni amministrative 
saranno lo spunto di una marea di ricorsi causati dalla fretta precipitosa che ha fatto combinare a Matteo Renzi un pasticcio legale: l’analisi è di Roberto Calderoli, senatore, il padre del Porcellum, legge elettorale “porcata”, uno che di leggi e regolamenti se ne intende, per consenso unanime anche dei suoi rivali.
Intervistato da Carlo Tecce per il Fatto, Roberto Caleroli ha messo in fila il suo ragionamento partendo da una sintesi efficace:
“Governo e riforme? Una gran presa per il culo”.
L’abolizione delle Province è una
“bella battuta: non c’è una provincia soppressa, tutto finto. Se io devo richiedere il rilascio di un porto d’armi… Un porto d’armi? Sì, dove vado? In Provincia. Non è cambiato nulla, anzi: le poltrone sono moltiplicate, mentre gli elettori sono esentati. Il risultato di questa equazione? Si incrementano i consiglieri comunali e si creano un po’ di politici di provincia senza scranno, diverse migliaia, che possono fare ricorso perché la legge l’hanno scritta bendati, non lo so.
“Mi ricordavo di quando si discuteva per la parità di genere nelle liste elettorali europee, il provvedimento sarà efficace dal 2019 e perché? Questo forse al governo non lo sanno. Il ministero degli Interni, giustamente, disse che il tempo non era sufficiente perché non si può intervenire oltre i 180 giorni dal voto perché vanno raccolte le firme”.
Per questo il 9 di aprile ha molte probabilità, per Roberto Calderoli, di diventare una “data memorabile”:
“Quel giorno, pubblicata la legge pastrocchio di Matteo Renzi, a molto menodi 180 giorni dalle amministrative e provinciali previste, decadono un mese prima le assemblee di Provincia: un mandato di 5 anni, però, non può essere eliminato tramite legge ordinaria. Un pasticcio enorme. Gli esodati della Provincia potranno fare agevolmente ricorso. E poi vincerlo, agevolmente”.
Tutto, secondo Robero Calderoli, per
“raccattare un po’ di consenso mediatico, tanto la verità non filtra perché i giornali e le televisioni sono schierati conRenzi. Saranno entusiasti quelli che potranno occupare 31.000 poltrone, belle e nuove”.
Roberto Calderoli ha anche una parola buona sulla riforma del Senato:
“Per il momento, abbiamo assistito a una conferenza stampa e in Internet è circolato un testo scritto male. Io sono favorevole aun Senato federale, ma non a un organo dove notabili vanno a svernare: se vengono azzerate le funzioni, perché non rimuoverlo definitivamente?”.
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Una e-mail per ricordare che

Riceviamo e volentieri pubblichiamo una e-mail per ricordare che...

Ciao a tutti, per opportuna conoscenza nostra vi invio quanto sotto, a dimostrazione del fatto che lo "STATO" era ben consapevole del Piano Esodi di Poste Italiane, finalizzato alla riduzione del personale, e che NON E' VERO che Esodava i dipendenti fino a 2 anni prima della maturazione della pensione, IO ne sono (come tanti altri) un'esempio: Uscito Luglio 2011- Decorrenza Apr./2015

Pertanto lo "Stato" ha l'Onere di Salvaguardare TUTTI gli ESODI effettuati da Poste Italiane

Michele Costantino

P.S. le parti in rosso quelle che ci riguardano

CAMERA DEI DEPUTATI - SENATO DELLA REPUBBLICA
XVI LEGISLATURAResoconto stenografico della Commissione parlamentare di controllo sull'attività degli enti gestori di forme obbligatorie di previdenza e assistenza sociale

Seduta del 25/3/2009


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(...)
Audizione del presidente di Poste italiane SpA, Giovanni Ialongo, sulle conseguenze delle politiche del personale dell'azienda sull'andamento del rapporto iscritti-pensionati dell'Istituto postelegrafonici (IPOST).
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, ai sensi dell'articolo 143, comma 2, del Regolamento della Camera dei deputati, l'audizione del presidente di Poste italiane SpA, dottor Giovanni Ialongo, sulle conseguenze delle politiche del personale dell'azienda sull'andamento del rapporto iscritti-pensionati dell'Istituto postelegrafonici (IPOST).
Avverto che il dottor Ialongo è accompagnato dalla dottoressa Simona Giorgetti, responsabile delle comunicazioni esterne e relazioni istituzionali di Poste italiane, dalla dottoressa Maria Scappaticci e dalla dottoressa Antonella Albanesi, sue assistenti.
Do quindi la parola al dottor Giovanni Ialongo, che ringrazio per la disponibilità. 
GIOVANNI IALONGO, Presidente di Poste italiane SpA. Signor presidente e signori commissari, vi ringrazio per l'opportunità di rappresentare la politica del personale di Poste italiane che ho l'onere e l'onore di presiedere. Vi rappresento i quattro punti principali che verranno da me esaminati questa mattina: la forza lavoro dell'azienda, la previsione per il triennio 2009-2011 degli esodi e degli inserimenti, il fenomeno dei contratti a tempo determinato in azienda, il contratto unico di settore e l'allargamento della platea contributiva. 
Iniziamo dal primo punto, ossia la forza lavoro. Il numero complessivo dei dipendenti è di 153.895 unità. I contratti a tempo indeterminato sono 151.129, di cui 150.385 di ruolo e 744 dirigenti; i contratti a tempo determinato sono 2.416 e l'organico flessibile di 350 unità. Per quanto concerne la contribuzione, il personale con contratto di lavoro interinale versa gli oneri contributivi, previsti dalle vigenti disposizioni legislative, all'INPS (il versamento viene effettuato ovviamente dalle singole agenzie interinali). Per i dipendenti con contratto di lavoro a tempo determinato i contributi previdenziali vengono versati all'IPOST. 
Passo dunque al secondo punto: la previsione per il triennio 2009-2011. In coerenza con il sistema aziendale di relazioni industriali, il piano industriale ha costituito oggetto di informativa alle organizzazioni sindacali. Per quanto riguarda il piano esodi, l'esodo incentivato - processo accessibile a tutti i dipendenti operativi in azienda dal mese di marzo del 1999 - è gestito territorialmente dalle risorse umane regionali con indirizzo e coordinamento centrale. Sono incentivate all'esodo le persone che sono in prossimità


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di raggiungimento dei requisiti pensionistici, anagrafici e contributivi (ovviamente, uno o due anni prima della finestra di uscita). Attualmente e fino al 30 giugno 2009, i requisiti sono: 58 anni di età e 35 di contribuzione, oppure 40 anni di contribuzione. Il piano esodi è così strutturato: nel 2009 è previsto un esodo incentivato di 4.000 unità, nel 2010 di 4.000 unità e nel 2011 di 2.700 unità. Nel triennio 2009-2011 il turn over fisiologico è di 4.500 unità, per un totale di esodi di 15.200 unità. Pertanto, tra l'esodo incentivato e ilturn over fisiologico sono potenzialmente in uscita 15.200 unità.
Per quanto riguarda il piano inserimenti, nel triennio 2009-2011 si prevedono inserimenti di personale secondo le seguenti tipologie: riammissione di personale ex contratti a tempo determinato, su sentenza del giudice: 6.500 unità; inserimenti dall'esterno previsti in piano dall'azienda: 800 unità nel 2009, 800 unità nel 2010 e 500 unità nel 2011 per un totale di 1.800 unità. Pertanto, a piano industriale presentato, sommando le precedenti cifre risultano in totale 8.300 inserimenti a fronte delle 15.200 unità in uscita.
Il terzo punto riguarda il percorso degli ex contratti a tempo determinato. In Poste italiane, il ricorso a contratti a tempo determinato è avvenuto in due periodi. Nel primo periodo, dal 1997 al 2002, il ricorso a tali contratti è stato dettato dai processi di trasformazione di Poste italiane da ente pubblico economico a società per azioni. Le causali utilizzate nella stipulazione dei contratti a tempo determinato sono state tutte definite dalle parti sociali in applicazione della delega di cui all'articolo 23 della legge n. 56 del 1987. Nel secondo periodo, dal 2003 ad oggi, il ricorso a contratti a tempo determinato è stato dettato dalla necessità dello sviluppo e del consolidamento dei risultati aziendali, conseguenti al lungo processo di ristrutturazione. La causale utilizzata è quella contenuta nell'articolo 1 del decreto legislativo n. 368 del 2001: «è consentita l'apposizione di un termine alla durata del contratto di lavoro subordinato a fronte di ragioni di carattere tecnico, produttivo, organizzativo o sostitutivo».
Passiamo ora al fenomeno del contenzioso e alle azioni attivate. Nel corso degli anni, il contenzioso derivante dalla stipulazione dei contratti a tempo determinato è stato pari a 44 mila ricorsi. Di questi, ne sono stati riammessi 25 mila a seguito della pronuncia del giudice, con conseguente trasformazione dei contratti a tempo determinato in contratti a tempo indeterminato. Per depotenziare il contenzioso, l'azienda e le organizzazioni sindacali hanno siglato due accordi sindacali (13 gennaio 2006 e 10 luglio 2008) con i quali sono stati stabilizzati 21 mila lavoratori, dei 25 mila già riammessi con pronuncia giudiziale. Questi 21 mila lavoratori hanno scelto di rendere stabile il rapporto di lavoro rinunciando al contenzioso in essere e restituendo l'importo riconosciuto a titolo di risarcimento per i periodi non lavorati. I restanti 19 mila ricorsi (i 44 mila ricorsi iniziali meno i 25 mila riammessi) sono così ripartiti: 6.500 cause pendenti in primo grado; 2.500 cause vinte dall'azienda in primo grado e già pendenti in secondo grado; 6 mila cause vinte dall'azienda in primo grado con possibilità di appello (è possibile stimare il 50 per cento di prosecuzione del contenzioso); 2 mila cause concluse favorevolmente con rinunce e sentenze definitive di cessazione della materia del contendere; infine, 2 mila cause che sono state positivamente conciliate. Da ciò si evince che il contenzioso attivo è relativo a 15 mila ricorsi, che sono in attesa di pronuncia da parte del giudice.
Con gli accordi sindacali del 13 gennaio 2006 e del 10 luglio 2008 è stata costituita una graduatoria nazionale di cui fanno parte circa 15 mila risorse ex contratti a tempo determinato che, aderendo all'accordo medesimo, hanno rinunciato al contenzioso instaurato con Poste italiane e a qualunque pretesa nei suoi confronti. Pertanto, l'elemento necessario per poter essere inseriti in graduatoria è l'adesione all'atto pattizio azienda-sindacato. L'azienda attinge alla (...)

sabato 29 marzo 2014

Damiano PD: sta per esplodere la questione previdenza


Esodati: sta per esplodere questione previdenza

Autore: Cesare Damiano
Data:2014-03-27
La Conferenza dei Capigruppo ha fissato per il 14 aprile l’approdo alla Camera del testo unificato della proposta di legge sui cosiddetti esodati, varato dalla Commissione Lavoro. Questa accelerazione, voluta anche dalla Presidente Laura Boldrini, impone al Governo di affrontare di petto il tema delle pensioni. Rinviare ancora sarebbe deleterio e acuirebbe lo stato di tensione sociale arrivato ad un punto estremamente acuto. Nell’incontro avuto con i lavoratori ‘esodati’ che manifestavano oggi di fronte a Montecitorio,ho percepito distintamente il drammatico disagio che vivono queste persone rimaste da tempo senza reddito a seguito della “riforma” Fornero. Il Governo deve rendersi conto che sta per esplodere una vera e propria ‘questione previdenziale’ che, accanto al tema degli ‘esodati’,  somma quello delle ricongiunzioni onerose e dei lavoratori della scuola (la cosiddetta ‘quota 96’).
Tre problemi che richiedono adeguate coperture finanziarie ed  un ripensamento complessivo del sistema previdenziale con l’adozione di un moderno criterio di flessibilità,  come propone il PD.
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Cuperlo: dopo quattro decreti non dobbiamo fermarci

Esodati Cuperlo  dopo quattro decreti non dobbiamo fermarciEsodati: Cuperlo, dopo quattro decreti non dobbiamo fermarci

15:19 28 MAR 2014
(AGI) - Roma, 28 mar. - Per dare una risposta al tema degli esodati, "ci sono stati quattro decreti e dobbiamo proseguire perche' e' una ferita che va sanata". Lo ha detto Gianni Cuperlo arrivando al Nazareno per partecipare alla direzione del Pd. Davanti l'ingresso della sede nazionale del partito, infatti, si e' raccolta una folta rappresentanza di lavoratori esodati che chiedono risposte al governo. 
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Damiano PD: lavoreremo per “aggiustare” decreto

Lavoro: lavoreremo per “aggiustare” decreto
Pubblicato il da
Il ministro Giuliano Poletti ha dichiarato, a proposito del decreto lavoro, che è normale che “ci possano essere degli aggiustamenti”. Condividiamo. Di altro avviso pare essere il Premier, Matteo Renzi, che ha parlato di ultimatum sui temi del lavoro e di una proposta del Governo da prendere complessivamente. Mi spiace contraddirlo, ma noi lavoreremo per “aggiustare” il decreto, perché siamo convinti che liberalizzare così pesantemente il contratto a termine farà aumentare la precarietà. Un conto è un contratto di inserimento con un lungo periodo di prova che preluda alla stabilizzazione dei giovani, un altro è avere a disposizione manodopera usa e getta. Le nostre proposte di cambiamento riguardano: la durata troppo lunga della mancanza di causali; il numero eccessivo di proroghe, ben 8, nell’arco del triennio; l’assenza di formazione pubblica per l’apprendistato, che potrebbe farci incorrere in una procedura d’infrazione europea; infine, il mantenimento di una percentuale di apprendisti stabilizzati al termine del periodo. Per quanto riguarda l’aumento di disoccupazione dei giovani, anziché imputarla ad inesistenti rigidità del mercato del lavoro, la si riconduca più verosimilmente al brusco innalzamento a 67 anni dell’età pensionabile voluto dal Governo Monti, che tiene fuori dalle aziende i nostri figli.
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Cosa diremo

Relazione introduttiva della Rete dei Comitati alla Commissione parlamentare per il controllo sull'attività degli enti gestori di forme obbligatorie di previdenza e assistenza sociale Giovedì 27 marzo 2014
Stimato Presidente Di Gioia, On. deputati e Senatori della Commissione, come delegato a rappresentare la "Rete dei Comitati" mi sento in dovere innanzi tutto di esprimere un saluto ed un grazie per aver reso possibile questo incontro.

Come rappresentanti dei Comitati in Rete qui presenti, siamo riconoscenti per averci permesso di portare al più alto grado di controllo e coordinamento del Parlamento, e quindi del Popolo Italiano, un insieme di problematiche che danneggiano gravemente da un lato la soluzione definitiva per il dramma degli "esodati" con l’inefficienza e l’inefficacia degli Enti Governativi e, dall’altro, ostacolano o impediscono, con interpretazioni arbitrariamente restrittive del Ministero e/o dell’INPS, nonché con comportamenti procedurali punitivi e persecutori della stessa INPS, la salvaguardia di persone che, ferme le attuali norme, si vedono rifiutare la salvaguardia a meno di dover ricorrere all’arbitrato giudiziario. Cosa molto onerosa per chi ormai senza più riserve economiche, come capita sempre più spesso a molti esodati, non ha più reddito!!
Perciò lo scopo della nostra relazione è un atto di accusa chiaro e documentato accompagnato dalla vibrante richiesta a codesta Commissione di impegnarsi al massimo livello per tutelare i diritti dei Cittadini, in particolare degli "esodati" tutti!Quello che andremo ad esporre sono puri e semplici fatti che mostreranno con chiara evidenza in quale contesto, di prevaricazione e di collusione generale, si stia compiendo il destino degli "esodati" in particolare, e dei lavoratori dipendenti in generale!  1. E’ per questo motivo che, in primissima istanza, la "Rete dei Comitati" denuncia con fermezza le incredibili falsità contenute nella relazione tecnica della Ragioneria Generale dello Stato allegata1 al DL 201 del 6/12/2011, convertito con modifiche in L. 214/2011, con riferimento all’art. 24 della L.214/2011, sulla base delle quali un intero Parlamento, ingannato, ha preso la decisione di approvare una così iniqua "riforma" previdenziale, provocando in questo modo il nostro dramma. Vogliamo qui citare solo alcuni degli errori concettuali della relazione, i più palesi (negli allegati2 i maggiori dettagli), che portano ad un occultamento della reale entità dei risparmi, valutati allora dalla RGS in circa 23 Miliardi dall’approvazione della "riforma" fino al 2021, ed ora sconfessati dall’INPS, che parla di oltre 80 Miliardi3 per lo stesso periodo:

a. il primo è sul risparmio ottenuto per l’adeguamento della pensione di vecchiaia per le donne, per le quali non viene considerato che la decorrenza della pensione di vecchiaia nella pratica, con l’applicazione di un metodo che ricalca l’inseguimento che avviene nella storia di "Achille e la Tartaruga", viene immediatamente posticipata di non meno di 6 anni (a fronte del silenzio nella relazione della RGS che enumera quantità di pensioni praticamente inesistenti), generando per questa tipologia di pensioni un risparmio praticamente triplo di quanto valutato dalla RGS.

b. il secondo è sul risparmio ottenuto con l’abolizione delle cosiddette "quote" poiché la Ragioneria stima in appena 2,5 anni lo slittamento relativo dei costi pensionistici. Stima assolutamente fantasiosa ed errata tenendo conto che le regole per le "quote" prevedevano 36 anni di contributi e 61 anni di età minima per cui, se il soggetto andrà con la pensione di vecchiaia (prevista a 67 anni), lo spostamento sarà di ben 6 anni mentre se andrà con il cosiddetto "pensionamento anticipato" a oltre 42 anni di contribuzione, lo spostamento sarà di oltre 6 anni. Quindi 6 anni di risparmio e non 2,5 anni!! Quasi il triplo!

2. Sorprendente e sospetto è però che la stessa Ragioneria Generale dello Stato, nella Relazione tecnica di valutazione dei costi delle salvaguardie previste dall’art. 22 del D.L. 95/20114, convertito con L. 135/2011, espone valori medi delle pensioni tra 27.800 e 25.000 euro/anno che, con incoerenti ed illegittime considerazioni di medie senza significato, comunque portano a valori di circa 23.500 euro/anno, mentre quelli indicati dall’INPS5 risultano valere circa 19.800 euro/anno, che comporterebbe per le salvaguardie una stima di costo di ben il 34% inferiore rispetto a quanto calcolato dalla RGS .

3. Vergognoso ed inqualificabile è il "Segreto di Stato" opposto sui reali numeri degli esodati: non è infatti possibile, né concepibile ed accettabile, che il Governo ed in particolare il Ministero del Lavoro, che controlla l’INPS (il quale eroga mobilità, assegni di disoccupazione, etc.) e le Direzioni Territoriali del Lavoro, non riesca a conoscere la realtà sui numeri delle platee di esodati, come afferma da tempo in risposta alle innumerevoli interrogazioni parlamentari al riguardo (ultima quella a risposta scritta n. 4/01541 a firma on. Formisano del 1/8/2013). L’inaccettabilità della questione risulta di tutta evidenza laddove si verifichino le dipendenze funzionali degli enti coinvolti ed il flusso informativo delle procedure6 sulla mobilità, la disoccupazione, la contribuzione volontaria etc. D’altra parte proprio le affermazioni di indisponibilità dei dati, da parte del Governo, consente di affermare, con ancor maggiore sicurezza, la falsità delle relazioni della Ragioneria Generale dello Stato (si prenda ad esempio la quantificazione dei costi per la PdL 5103 a testo unificato in Commissione Lavoro della passata Legislatura)!

4. Indignati per i continui interventi sulla previdenza, conclusisi al momento con la pessima "manovra" Fornero e con i continui blocchi degli adeguamenti, e preoccupati i per i continui allarmi che vengono lanciati ogni 3 mesi sul sistema pensionistico, per l’audizione in questa Commissione del 20 u.s. del Presidente INPS Conti e per le dichiarazioni pubbliche della Ministra della P.A. on. Madia su eventuali prepensionamenti nella P.A., la Rete dei Comitati invita alla attenta lettura dell’analisi della situazione INPS, come ricavata dal bilancio preventivo 2014, che vi consegniamo7, accusando nel contempo i responsabili delle ingiustizie che si sono perpetrate e che si vuol continuare a perpetrare. Infatti da tale documento si evince che:

a. Risultano8 in pieno attivo da tempo i fondi relativi ai Lavoratori Dipendenti di aziende private, intesi come operai/impiegati e quadri esistenti al momento della riforma Dini del 1994, che con circa 9 Milioni di pensioni, portano in conto un attivo sia per gli atipici ("parasubordinati" per 7.738 MLD nel 2014) sia per gli altri con contratto standard (9.191 MLD nel 2014). Ma la clamorosa performance positiva di questi due fondi (quasi 17 Miliardi di attivo/anno) è affossata da quelle profondamente negative dei fondi che il legislatore, successivamente alla riforma Dini che non li comprendeva, ha imposto di assorbire in INPS senza alcuna garanzia: fondi di aziende ex-statali assorbiti nel 2000 (fondo elettrici/telefonici/Trasporti) ed ex-INPDAI assorbito nel 2003. I primi portano un passivo 2014 di circa 4,3 Miliardi ed il secondo di circa 3,9 Miliardi, il tutto per un totale di circa 400.000 pensioni!! Il resto dell’attivo viene "succhiato" dal fondo Coltivatori" e dagli "Artigiani" e "Commercianti", di cui i primi 2 in profondo rosso per un totale di circa 9,25 Miliardi!! E qui bisogna segnalare da un lato la contribuzione estremamente favorevole dei Coltivatori (può arrivare per la maggioranza al 8,84%) e dall’altro la forte perplessità sui controlli rispetto alle categorie non gestite da "sostituti fiscali"!

b. Da un tale quadro si arriva facilmente a dedurre e verificare, ed in realtà lo afferma lo stesso bilancio preventivo INPS 20149, che negli ultimi 10 anni circa 70 Miliardi di euro sono passati dal fondo operai/impiegati/quadri di aziende private a quelli delle aziende ex-statali ed al fondo dei Dirigenti di Azienda (si guardi al riguardo le dichiarazioni dell’epoca dell’ex on. Cazzola e del sottosegretario all’Economia on. Baretta riportati nel documento allegato10 ). In pratica è stato operato un "contributo di solidarietà" dalle pensioni meno onerose (circa 15.000 euro/anno medi) a quelle più onerose (da oltre 28.000 euro/anno ad oltre 57.000 euro/anno). Se si considerano i blocchi degli adeguamenti operati fin qui ed i risparmi previsti, senza alcun intervento risanatore della situazione attuale, con la "manovra Fornero" il prelievo sulle categorie meno abbienti è davvero devastante!! Un vero e proprio Robin Hood al contrario!!

c. Con l’assorbimento dell’ex-INPDAP operato con la "manovra Fornero" tutti i debiti generati dallo Stato e dalla Pubblica Amministrazione, completando l’iter di alleggerimento del Bilancio statale, vengono scaricati vergognosamente (e per noi illegittimamente) su operai/impiegati/quadri delle Aziende private! Ma come non bastasse, la Ministra Madia il 25 u.s. ha parlato di prepensionamenti nelle P.A.: con quali soldi? Sempre attraverso il "drenaggio" dai fondi pensionistici dei lavoratori privati? E perché tali coperture finanziarie possono esistere per il prepensionamento della P.A. e non esistono mai per gli "esodati"?

5. In merito ai comportamenti illegittimi, sulla base delle norme e dei principi Costituzionali, dell’INPS e del Ministero del Lavoro segnaliamo:

a. Illegittima applicazione dei vincoli previsti per le singole Categorie dal DM 1 giugno 2012, attuativo del comma 14 dell’art. 24 della L.214/2011, in periodo precedente al 27/7/2012, giorno di pubblicazione in gazzetta ufficiale dello stesso D.M. . Ad esempio, per i mobilitati la L. 214/2011 prevedeva come requisito per la salvaguardia esclusivamente che l’accordo fosse stato sottoscritto entro il 4/12/2011 senza alcun vincolo sulla data di cessazione, mentre il Decreto Applicativo, emanato ben 7 mesi dopo, imponeva arbitrariamente che anche la cessazione fosse avvenuta entro il 4/12/2011; è evidente che, pur volendo concedere che possa essere sanato l’abuso commesso dal Ministro del Lavoro e da quello dell’Economia nel D.M. 1 giugno 2011 attuando misure in difformità da ciò che la legge prevedeva , le relative norme introdotte ex-novo non possono trovare applicazione, sulla base della Costituzione, che successivamente alla sua pubblicazione in Gazzetta Ufficiale!! Pertanto le Aziende che in quel periodo avevano posto in mobilità propri dipendenti sulla base del dettato della Legge hanno operato correttamente, ed i loro dipendenti non possono pagare il prezzo di una approssimazione e prepotenza normativa incostituzionale! La questione ovviamente vale per tutti i vincoli posti successivamente dal DM 1 giungo 2011, con un chiaro abuso di potere.

b. Negazione arbitraria, da parte del Ministero e dell’INPS, del diritto di applicazione delle norme previste per i Contributori Volontari, con Autorizzazione ante 20/7/2007, e per lavoratori in Mobilità Lunga (L. 223/1991 art. 4-24 e 7 commi 6 e 7). Per i primi la legge 247/2007, modificando la data prevista dal comma 8 dell’art. 1 della L. 243/2004, decreta esplicitamente che ad essi si applicano "le disposizioni in materia di pensionamenti di anzianità vigenti prima della data di entrata in vigore" 
di quella legge, ovvero le norme della riforma Dini (57 anni e 35 contributi), e ne
prevede la necessaria copertura finanziaria. Per i secondi invece si dovrebbe applicare l’art. 1 comma 1189 dalla legge 27 dicembre 2006 n. 296 (finanziaria 2007)11. Le conseguenze sono:
i. privazione della pensione a coloro che non hanno i parametri di salvaguardia previsti dalla "Fornero"
ii. Utilizzo dei fondi messi a disposizione per le salvaguardie per soggetti che dovrebbero già avere la copertura. E quindi ingiustificata diminuzione delle risorse.
 
c. Discriminatoria applicazione dei criteri di salvaguardia. Per alcune categorie di esodati la norma, chiaramente per un errore di valutazione, pone quale termine di riferimento per essere ammessi alle salvaguardie entro il 6/1/2015 la data di "maturazione della decorrenza pensionistica" (che comprende il periodo della "finestra di attesa") anziché la data di "maturazione del requisito pensionistico" (che tiene conto dei soli periodi contributivi). Con il che si genera una discriminazione drammatica, a causa della differente durata della cosiddetta "finestra", tra chi matura il "requisito" entro il 6/1/2014 con le cosiddette "quote" (somma tra età e anni di contribuzione) e chi invece lo matura con 40 anni di contributi: questi ultimi, a parità di diritto, sarebbero esclusi dalla salvaguardia perché la loro "finestra di attesa" è maggiore e deborda oltre la data del 6/1/2015. La "Rete" ritiene che un Decreto interpretativo del Ministero del Lavoro e dell’Economia può correggere definitivamente tale assurdità!

d. Interpretazione arbitraria ed illegittima di norme di Legge. Al riguardo segnaliamo:

i. L’illiceità ed illegittimità della modalità applicativa dell’INPS di cui alla circolare 35 del 14/3/2012, laddove al punto 6, con riferimento al comma 15 bis dell’art. 24 della L. 214/2011, esclude arbitrariamente coloro che non erano al lavoro alla fantasiosa data 28/12/2011, privando così, chi era rimasto senza lavoro, come gli "esodati", di una possibilità offerta dalla Legge di non cadere in indigenza! In alcun punto della norma è prevista tale restrizione!  ii. Ancora l’INPS con il msg 17606 del 4/11/2011 dà arbitraria e restrittiva interpretazione, senza alcun fondamento giuridico, in merito alle salvaguardie previste dall’art. 22 comma 1 lettera a) del D.L. 95/2012, convertito con L. 135/2012 generando, a parità di diritto, 2 platee diverse, di cui una delle 2 non riesce ad acquisire il diritto alla pensione sancito dalla Legge. La questione è stata già sollevata in Parlamento con atto Camera 3-00444, a firma on. Gnecchi ed altri, discussa nella seduta n. 117 del 13/11/2013, senza che il Ministero sia stato in grado di dare copertura giuridica alla interpretazione restrittiva.

e. Restrizione interpretativa arbitraria dell’INPS, nella circolare 35/2012 punto 7.2, della cosiddetta "Opzione Donna" (art. 1 coma 9 L. 243/2004), che prevede in via sperimentale, fino al 31/12/2015, la possibilità per le donne di "conseguire il diritto all'accesso al trattamento pensionistico di anzianità" con 57 anni di età e 35 anni di contribuzione se optano per il regime di calcolo contributivo. Ebbene la data di fine sperimentazione viene artificiosamente anticipata di un anno adducendo la falsa interpretazione che, entro il 31/12/2015, per essere ammessi all’opzione sopracitata debba essere maturata la "decorrenza pensionistica" prevista precedentemente alla riforma Fornero (ovvero debba essersi compiuta la cosiddetta "finestra mobile"). Ma la norma contenuta nell’art. 1 coma 9 L. 243/2004, la cui applicazione è stata confermata nella "riforma" Fornero, prevede che tale opzione possa essere applicata al conseguimento del "diritto" all’accesso e non della "decorrenza"! 
Vogliamo infine chiedervi di operare affinché una volta accertati i requisiti di ammissione, a differenza di quanto finora fatto immotivatamente dall’INPS, sia formalmente certificato dall’immediato il diritto alla salvaguardia, poiché l’INPS con una procedura incomprensibile non opera la certificazione finale con la cosiddetta "terza lettera" a tutti. E’ chiaro che l’indisponibilità di tale certificazione lascia nell’ansia decine di migliaia di famiglie per anni, ovvero finché non abbiano effettivamente incassato il primo assegno pensionistico. Questo modo di procedere è quantomeno disumano!
L’impegno, a cui Voi siete stati chiamati è certamente pieno di responsabilità e necessita sicuramente di una visione globale e chiara delle questioni urgenti e prioritarie che attraversano oggi il Paese e legate al mondo della Previdenza. La questione "Esodati" e’ certamente una di queste e siamo certi, attraverso questa audizione, il nostro "dossier" e il nostro rinnovato impegno di collaborazione, di riuscire a fornirvi un valido aiuto e un utile strumento di consultazione e di orientamento per il vostro lavoro. Grazie!

Riferimento per la "Rete dei Comitati degli Esodati"
Francesco FLORE 

1 Documento in allegato (cfr. pagg 45-50)
2 In allegato "La previdenza ed il dramma degli "esodati": la Verità" p. 19
3 "Rapporto Attuariale INPS 2013" in allegato 2
4 Documento in allegato (cfr. pagg. 61-62) 5 Vedi INPS – Rapporto Annuale 2012 pag. 242
6 In allegato "La previdenza ed il dramma degli "esodati": la Verità" pag. 18
7 In allegato "La previdenza ed il dramma degli "esodati": la Verità" pagg. 4-12
8 Ibid. pag. 6 3
9 Ibid. pag. 7
10 Ibid. pag. 6 4
11 e conseguente direttiva del 25 gennaio 2007 del Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale (criteri per l’applicazione dell’ art.1 comma 1189 L. 296/2006) e del decreto del 2 maggio 2007 5






 












 



Presidio bagnato, presidio frequentato

Presidio bagnato, presidio frequentato

foto di Eleonora Galliani. 

venerdì 28 marzo 2014

Gli esodati in TV

Gli esodati a Mi Manda Rai 3
Questa mattina Mi Manda Rai3 tenendo fede ad un impegno assunto in passato, ci ha dedicato uno spazio. Grazie all'impegno degli Esodati Romani è stato possibile registrare il programma e tener viva, mediaticamente, questa nostra causa.  

Al tg3 delle 19:00 (frame da 5:43 a 6:05) si possono vedere gli instancabili esodati romani all'esterno della sede PD.
Il servizio registra solo una presenza, ma il piccolissimo spazio è più grande del nulla concesso al presidio del 27 marzo 2014


 
Protesta esodati davanti a sede Pd
Manifestanti a Renzi:da parole a fatti
- E' in atto davanti alla sede romana del Pd una protesta del Coordinamento degli esodati. "Renzi hai fatto delle promesse: ora passa ai fatti", affermano i manifestanti, chiedendo un incontro con il premier. Poco prima di entrare per la direzione del partito, sia Gianni Cuperlo sia Stefano Fassina si sono intrattenuti qualche minuto per parlare con gli esponenti del movimento.
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