Indirizzo mail

Puoi contattarci scrivendo a: cumpustela@gmail.com

sabato 29 marzo 2014

Cosa diremo

Relazione introduttiva della Rete dei Comitati alla Commissione parlamentare per il controllo sull'attività degli enti gestori di forme obbligatorie di previdenza e assistenza sociale Giovedì 27 marzo 2014
Stimato Presidente Di Gioia, On. deputati e Senatori della Commissione, come delegato a rappresentare la "Rete dei Comitati" mi sento in dovere innanzi tutto di esprimere un saluto ed un grazie per aver reso possibile questo incontro.

Come rappresentanti dei Comitati in Rete qui presenti, siamo riconoscenti per averci permesso di portare al più alto grado di controllo e coordinamento del Parlamento, e quindi del Popolo Italiano, un insieme di problematiche che danneggiano gravemente da un lato la soluzione definitiva per il dramma degli "esodati" con l’inefficienza e l’inefficacia degli Enti Governativi e, dall’altro, ostacolano o impediscono, con interpretazioni arbitrariamente restrittive del Ministero e/o dell’INPS, nonché con comportamenti procedurali punitivi e persecutori della stessa INPS, la salvaguardia di persone che, ferme le attuali norme, si vedono rifiutare la salvaguardia a meno di dover ricorrere all’arbitrato giudiziario. Cosa molto onerosa per chi ormai senza più riserve economiche, come capita sempre più spesso a molti esodati, non ha più reddito!!
Perciò lo scopo della nostra relazione è un atto di accusa chiaro e documentato accompagnato dalla vibrante richiesta a codesta Commissione di impegnarsi al massimo livello per tutelare i diritti dei Cittadini, in particolare degli "esodati" tutti!Quello che andremo ad esporre sono puri e semplici fatti che mostreranno con chiara evidenza in quale contesto, di prevaricazione e di collusione generale, si stia compiendo il destino degli "esodati" in particolare, e dei lavoratori dipendenti in generale!  1. E’ per questo motivo che, in primissima istanza, la "Rete dei Comitati" denuncia con fermezza le incredibili falsità contenute nella relazione tecnica della Ragioneria Generale dello Stato allegata1 al DL 201 del 6/12/2011, convertito con modifiche in L. 214/2011, con riferimento all’art. 24 della L.214/2011, sulla base delle quali un intero Parlamento, ingannato, ha preso la decisione di approvare una così iniqua "riforma" previdenziale, provocando in questo modo il nostro dramma. Vogliamo qui citare solo alcuni degli errori concettuali della relazione, i più palesi (negli allegati2 i maggiori dettagli), che portano ad un occultamento della reale entità dei risparmi, valutati allora dalla RGS in circa 23 Miliardi dall’approvazione della "riforma" fino al 2021, ed ora sconfessati dall’INPS, che parla di oltre 80 Miliardi3 per lo stesso periodo:

a. il primo è sul risparmio ottenuto per l’adeguamento della pensione di vecchiaia per le donne, per le quali non viene considerato che la decorrenza della pensione di vecchiaia nella pratica, con l’applicazione di un metodo che ricalca l’inseguimento che avviene nella storia di "Achille e la Tartaruga", viene immediatamente posticipata di non meno di 6 anni (a fronte del silenzio nella relazione della RGS che enumera quantità di pensioni praticamente inesistenti), generando per questa tipologia di pensioni un risparmio praticamente triplo di quanto valutato dalla RGS.

b. il secondo è sul risparmio ottenuto con l’abolizione delle cosiddette "quote" poiché la Ragioneria stima in appena 2,5 anni lo slittamento relativo dei costi pensionistici. Stima assolutamente fantasiosa ed errata tenendo conto che le regole per le "quote" prevedevano 36 anni di contributi e 61 anni di età minima per cui, se il soggetto andrà con la pensione di vecchiaia (prevista a 67 anni), lo spostamento sarà di ben 6 anni mentre se andrà con il cosiddetto "pensionamento anticipato" a oltre 42 anni di contribuzione, lo spostamento sarà di oltre 6 anni. Quindi 6 anni di risparmio e non 2,5 anni!! Quasi il triplo!

2. Sorprendente e sospetto è però che la stessa Ragioneria Generale dello Stato, nella Relazione tecnica di valutazione dei costi delle salvaguardie previste dall’art. 22 del D.L. 95/20114, convertito con L. 135/2011, espone valori medi delle pensioni tra 27.800 e 25.000 euro/anno che, con incoerenti ed illegittime considerazioni di medie senza significato, comunque portano a valori di circa 23.500 euro/anno, mentre quelli indicati dall’INPS5 risultano valere circa 19.800 euro/anno, che comporterebbe per le salvaguardie una stima di costo di ben il 34% inferiore rispetto a quanto calcolato dalla RGS .

3. Vergognoso ed inqualificabile è il "Segreto di Stato" opposto sui reali numeri degli esodati: non è infatti possibile, né concepibile ed accettabile, che il Governo ed in particolare il Ministero del Lavoro, che controlla l’INPS (il quale eroga mobilità, assegni di disoccupazione, etc.) e le Direzioni Territoriali del Lavoro, non riesca a conoscere la realtà sui numeri delle platee di esodati, come afferma da tempo in risposta alle innumerevoli interrogazioni parlamentari al riguardo (ultima quella a risposta scritta n. 4/01541 a firma on. Formisano del 1/8/2013). L’inaccettabilità della questione risulta di tutta evidenza laddove si verifichino le dipendenze funzionali degli enti coinvolti ed il flusso informativo delle procedure6 sulla mobilità, la disoccupazione, la contribuzione volontaria etc. D’altra parte proprio le affermazioni di indisponibilità dei dati, da parte del Governo, consente di affermare, con ancor maggiore sicurezza, la falsità delle relazioni della Ragioneria Generale dello Stato (si prenda ad esempio la quantificazione dei costi per la PdL 5103 a testo unificato in Commissione Lavoro della passata Legislatura)!

4. Indignati per i continui interventi sulla previdenza, conclusisi al momento con la pessima "manovra" Fornero e con i continui blocchi degli adeguamenti, e preoccupati i per i continui allarmi che vengono lanciati ogni 3 mesi sul sistema pensionistico, per l’audizione in questa Commissione del 20 u.s. del Presidente INPS Conti e per le dichiarazioni pubbliche della Ministra della P.A. on. Madia su eventuali prepensionamenti nella P.A., la Rete dei Comitati invita alla attenta lettura dell’analisi della situazione INPS, come ricavata dal bilancio preventivo 2014, che vi consegniamo7, accusando nel contempo i responsabili delle ingiustizie che si sono perpetrate e che si vuol continuare a perpetrare. Infatti da tale documento si evince che:

a. Risultano8 in pieno attivo da tempo i fondi relativi ai Lavoratori Dipendenti di aziende private, intesi come operai/impiegati e quadri esistenti al momento della riforma Dini del 1994, che con circa 9 Milioni di pensioni, portano in conto un attivo sia per gli atipici ("parasubordinati" per 7.738 MLD nel 2014) sia per gli altri con contratto standard (9.191 MLD nel 2014). Ma la clamorosa performance positiva di questi due fondi (quasi 17 Miliardi di attivo/anno) è affossata da quelle profondamente negative dei fondi che il legislatore, successivamente alla riforma Dini che non li comprendeva, ha imposto di assorbire in INPS senza alcuna garanzia: fondi di aziende ex-statali assorbiti nel 2000 (fondo elettrici/telefonici/Trasporti) ed ex-INPDAI assorbito nel 2003. I primi portano un passivo 2014 di circa 4,3 Miliardi ed il secondo di circa 3,9 Miliardi, il tutto per un totale di circa 400.000 pensioni!! Il resto dell’attivo viene "succhiato" dal fondo Coltivatori" e dagli "Artigiani" e "Commercianti", di cui i primi 2 in profondo rosso per un totale di circa 9,25 Miliardi!! E qui bisogna segnalare da un lato la contribuzione estremamente favorevole dei Coltivatori (può arrivare per la maggioranza al 8,84%) e dall’altro la forte perplessità sui controlli rispetto alle categorie non gestite da "sostituti fiscali"!

b. Da un tale quadro si arriva facilmente a dedurre e verificare, ed in realtà lo afferma lo stesso bilancio preventivo INPS 20149, che negli ultimi 10 anni circa 70 Miliardi di euro sono passati dal fondo operai/impiegati/quadri di aziende private a quelli delle aziende ex-statali ed al fondo dei Dirigenti di Azienda (si guardi al riguardo le dichiarazioni dell’epoca dell’ex on. Cazzola e del sottosegretario all’Economia on. Baretta riportati nel documento allegato10 ). In pratica è stato operato un "contributo di solidarietà" dalle pensioni meno onerose (circa 15.000 euro/anno medi) a quelle più onerose (da oltre 28.000 euro/anno ad oltre 57.000 euro/anno). Se si considerano i blocchi degli adeguamenti operati fin qui ed i risparmi previsti, senza alcun intervento risanatore della situazione attuale, con la "manovra Fornero" il prelievo sulle categorie meno abbienti è davvero devastante!! Un vero e proprio Robin Hood al contrario!!

c. Con l’assorbimento dell’ex-INPDAP operato con la "manovra Fornero" tutti i debiti generati dallo Stato e dalla Pubblica Amministrazione, completando l’iter di alleggerimento del Bilancio statale, vengono scaricati vergognosamente (e per noi illegittimamente) su operai/impiegati/quadri delle Aziende private! Ma come non bastasse, la Ministra Madia il 25 u.s. ha parlato di prepensionamenti nelle P.A.: con quali soldi? Sempre attraverso il "drenaggio" dai fondi pensionistici dei lavoratori privati? E perché tali coperture finanziarie possono esistere per il prepensionamento della P.A. e non esistono mai per gli "esodati"?

5. In merito ai comportamenti illegittimi, sulla base delle norme e dei principi Costituzionali, dell’INPS e del Ministero del Lavoro segnaliamo:

a. Illegittima applicazione dei vincoli previsti per le singole Categorie dal DM 1 giugno 2012, attuativo del comma 14 dell’art. 24 della L.214/2011, in periodo precedente al 27/7/2012, giorno di pubblicazione in gazzetta ufficiale dello stesso D.M. . Ad esempio, per i mobilitati la L. 214/2011 prevedeva come requisito per la salvaguardia esclusivamente che l’accordo fosse stato sottoscritto entro il 4/12/2011 senza alcun vincolo sulla data di cessazione, mentre il Decreto Applicativo, emanato ben 7 mesi dopo, imponeva arbitrariamente che anche la cessazione fosse avvenuta entro il 4/12/2011; è evidente che, pur volendo concedere che possa essere sanato l’abuso commesso dal Ministro del Lavoro e da quello dell’Economia nel D.M. 1 giugno 2011 attuando misure in difformità da ciò che la legge prevedeva , le relative norme introdotte ex-novo non possono trovare applicazione, sulla base della Costituzione, che successivamente alla sua pubblicazione in Gazzetta Ufficiale!! Pertanto le Aziende che in quel periodo avevano posto in mobilità propri dipendenti sulla base del dettato della Legge hanno operato correttamente, ed i loro dipendenti non possono pagare il prezzo di una approssimazione e prepotenza normativa incostituzionale! La questione ovviamente vale per tutti i vincoli posti successivamente dal DM 1 giungo 2011, con un chiaro abuso di potere.

b. Negazione arbitraria, da parte del Ministero e dell’INPS, del diritto di applicazione delle norme previste per i Contributori Volontari, con Autorizzazione ante 20/7/2007, e per lavoratori in Mobilità Lunga (L. 223/1991 art. 4-24 e 7 commi 6 e 7). Per i primi la legge 247/2007, modificando la data prevista dal comma 8 dell’art. 1 della L. 243/2004, decreta esplicitamente che ad essi si applicano "le disposizioni in materia di pensionamenti di anzianità vigenti prima della data di entrata in vigore" 
di quella legge, ovvero le norme della riforma Dini (57 anni e 35 contributi), e ne
prevede la necessaria copertura finanziaria. Per i secondi invece si dovrebbe applicare l’art. 1 comma 1189 dalla legge 27 dicembre 2006 n. 296 (finanziaria 2007)11. Le conseguenze sono:
i. privazione della pensione a coloro che non hanno i parametri di salvaguardia previsti dalla "Fornero"
ii. Utilizzo dei fondi messi a disposizione per le salvaguardie per soggetti che dovrebbero già avere la copertura. E quindi ingiustificata diminuzione delle risorse.
 
c. Discriminatoria applicazione dei criteri di salvaguardia. Per alcune categorie di esodati la norma, chiaramente per un errore di valutazione, pone quale termine di riferimento per essere ammessi alle salvaguardie entro il 6/1/2015 la data di "maturazione della decorrenza pensionistica" (che comprende il periodo della "finestra di attesa") anziché la data di "maturazione del requisito pensionistico" (che tiene conto dei soli periodi contributivi). Con il che si genera una discriminazione drammatica, a causa della differente durata della cosiddetta "finestra", tra chi matura il "requisito" entro il 6/1/2014 con le cosiddette "quote" (somma tra età e anni di contribuzione) e chi invece lo matura con 40 anni di contributi: questi ultimi, a parità di diritto, sarebbero esclusi dalla salvaguardia perché la loro "finestra di attesa" è maggiore e deborda oltre la data del 6/1/2015. La "Rete" ritiene che un Decreto interpretativo del Ministero del Lavoro e dell’Economia può correggere definitivamente tale assurdità!

d. Interpretazione arbitraria ed illegittima di norme di Legge. Al riguardo segnaliamo:

i. L’illiceità ed illegittimità della modalità applicativa dell’INPS di cui alla circolare 35 del 14/3/2012, laddove al punto 6, con riferimento al comma 15 bis dell’art. 24 della L. 214/2011, esclude arbitrariamente coloro che non erano al lavoro alla fantasiosa data 28/12/2011, privando così, chi era rimasto senza lavoro, come gli "esodati", di una possibilità offerta dalla Legge di non cadere in indigenza! In alcun punto della norma è prevista tale restrizione!  ii. Ancora l’INPS con il msg 17606 del 4/11/2011 dà arbitraria e restrittiva interpretazione, senza alcun fondamento giuridico, in merito alle salvaguardie previste dall’art. 22 comma 1 lettera a) del D.L. 95/2012, convertito con L. 135/2012 generando, a parità di diritto, 2 platee diverse, di cui una delle 2 non riesce ad acquisire il diritto alla pensione sancito dalla Legge. La questione è stata già sollevata in Parlamento con atto Camera 3-00444, a firma on. Gnecchi ed altri, discussa nella seduta n. 117 del 13/11/2013, senza che il Ministero sia stato in grado di dare copertura giuridica alla interpretazione restrittiva.

e. Restrizione interpretativa arbitraria dell’INPS, nella circolare 35/2012 punto 7.2, della cosiddetta "Opzione Donna" (art. 1 coma 9 L. 243/2004), che prevede in via sperimentale, fino al 31/12/2015, la possibilità per le donne di "conseguire il diritto all'accesso al trattamento pensionistico di anzianità" con 57 anni di età e 35 anni di contribuzione se optano per il regime di calcolo contributivo. Ebbene la data di fine sperimentazione viene artificiosamente anticipata di un anno adducendo la falsa interpretazione che, entro il 31/12/2015, per essere ammessi all’opzione sopracitata debba essere maturata la "decorrenza pensionistica" prevista precedentemente alla riforma Fornero (ovvero debba essersi compiuta la cosiddetta "finestra mobile"). Ma la norma contenuta nell’art. 1 coma 9 L. 243/2004, la cui applicazione è stata confermata nella "riforma" Fornero, prevede che tale opzione possa essere applicata al conseguimento del "diritto" all’accesso e non della "decorrenza"! 
Vogliamo infine chiedervi di operare affinché una volta accertati i requisiti di ammissione, a differenza di quanto finora fatto immotivatamente dall’INPS, sia formalmente certificato dall’immediato il diritto alla salvaguardia, poiché l’INPS con una procedura incomprensibile non opera la certificazione finale con la cosiddetta "terza lettera" a tutti. E’ chiaro che l’indisponibilità di tale certificazione lascia nell’ansia decine di migliaia di famiglie per anni, ovvero finché non abbiano effettivamente incassato il primo assegno pensionistico. Questo modo di procedere è quantomeno disumano!
L’impegno, a cui Voi siete stati chiamati è certamente pieno di responsabilità e necessita sicuramente di una visione globale e chiara delle questioni urgenti e prioritarie che attraversano oggi il Paese e legate al mondo della Previdenza. La questione "Esodati" e’ certamente una di queste e siamo certi, attraverso questa audizione, il nostro "dossier" e il nostro rinnovato impegno di collaborazione, di riuscire a fornirvi un valido aiuto e un utile strumento di consultazione e di orientamento per il vostro lavoro. Grazie!

Riferimento per la "Rete dei Comitati degli Esodati"
Francesco FLORE 

1 Documento in allegato (cfr. pagg 45-50)
2 In allegato "La previdenza ed il dramma degli "esodati": la Verità" p. 19
3 "Rapporto Attuariale INPS 2013" in allegato 2
4 Documento in allegato (cfr. pagg. 61-62) 5 Vedi INPS – Rapporto Annuale 2012 pag. 242
6 In allegato "La previdenza ed il dramma degli "esodati": la Verità" pag. 18
7 In allegato "La previdenza ed il dramma degli "esodati": la Verità" pagg. 4-12
8 Ibid. pag. 6 3
9 Ibid. pag. 7
10 Ibid. pag. 6 4
11 e conseguente direttiva del 25 gennaio 2007 del Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale (criteri per l’applicazione dell’ art.1 comma 1189 L. 296/2006) e del decreto del 2 maggio 2007 5






 












 



3 commenti:

  1. OCCORRE SALVAGUARDARE TUTTI GLI ESODATI POSTALI CHE AVEVANO FATTO ACCORDI CON POSTE ITALIANE PRIMA DELLA RIFORMA FORNERO E SUPERARE IL PALETTO DEI 36 MESI LA DECORRENZA DELLA PENSIONE O LA MATURAZIONE DEL DIRITTO ESCLUDEREBBE DALLA SALVAGUARDIA GLI ESODATI POSTALI QUOTISTI NATI NEL TERZO TRIMESTRE 1953 A CAUSA DEI TRE MESI DI ASPETTATIVA DI VITA QUINDI BISOGNA DIRE CHE TUTTI GLI ESODATI AL 31.12.2011 SONO SALVAGUARDATI PUNTO SALUTI FRANCESCO ESODATO POSTALE NON SALVAGUARDATO

    RispondiElimina
  2. Caro Francesco Flore mi potresti spiegare meglio per favore cosa significa la maturazione del requisito pensionistico (che tiene conto dei soli periodi contributivi)LA QUOTA SI POTREBBE RAGGIUNGERE CON I PERIODI CONTRIBUTIVI AL POSTO DEI TRE MESI DI ASPETTATIVA DI VITA? GRAZIE PER LA RISPOSTA Salvo

    RispondiElimina
  3. IL punto b) del dossier dovrebbe essere più preciso in quanto la regola per il minimo richiesto per le Quote precedente alla "riforma" monti/fornero al 31/12/2011 stabiliva che per l'anzianità servisse, minimo 60 anni di età anagrafica e minimo 35 anni di contributi per ottenere minimo Quota 96, mentre dal 2013 serviva, minimo 61,3 di età anagrafica e minimo 35 di contributi.per ottenere minimo Quota 97,3.
    Per tutti la finestra di 12 mesi e poi la pensione.
    Anche per i quarantisti sarebbe da verificare bene
    i dati precisi ma in quanto categoria di cui non sono
    competente non esprimo suggerimenti. Saluti.



    RispondiElimina