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martedì 4 marzo 2014

Jobs Act: esodati e pensioni?


Jobs Act: esodati e pensioni?
Pubblicato: 03/03/2014
Le settimane stanno trascorrendo e il Jobs Act annunciato dal neo presidente del Consiglio Matteo Renzi è fermo ai blocchi di partenza, meglio, ai titoli. Certo è positivo l'approccio indicato dal segretario del PD che parte dal tema della crescita del Paese e non da quello delle regole del mercato del lavoro, come chiave di volta per aumentare l'occupazione, così come può risultare particolarmente efficace intervenire sul cuneo fiscale. Un intervento che fu realizzato già al tempo del Governo Prodi. In questi giorni il premier Renzi ha specificato che per realizzare questo obiettivo verranno utilizzati 10 miliardi di euro.
Naturalmente diamo per scontato che si tratti di una cifra che verrà stanziata ogni anno e che diventerà strutturale.
Il problema principale infatti sarà quello di sapere da dove si reperiscono queste risorse, che non sono da erogare "una tantum" e che dovranno sommarsi a quelle relative alle restituzione dei debiti della pubblica amministrazione, al Fondo di garanzia per le piccole e medie imprese e al costo della universalizzazione degli ammortizzatori sociali. Per quanto riguarda il cuneo fiscale è importante che la diminuzione si muova, contemporaneamente, in due direzioni: la prima, a vantaggio delle imprese e della loro competitività con un intervento sull'Irap; la seconda, con una diminuzione della tassazione sull'Irpef per migliorare il potere d'acquisto delle retribuzioni e, di conseguenza, per aumentare i consumi e favorire la ripresa dell'economia. In questa girandola di miliardi che dovrebbero essere impiegati per stimolare la crescita e risolvere i problemi sociali, non sono comprese le risorse da destinare per un intervento di correzione del sistema pensionistico.
Renzi deve onorare l'impegno preso con i cosiddetti esodati, al fine di risolvere definitivamente questo drammatico problema sociale, e porsi l'obiettivo di modernizzare un sistema previdenziale reso troppo rigido e socialmente iniquo dalla "riforma" Fornero. La correzione che suggeriamo è quella di inserire un criterio di flessibilità per consentire ai lavoratori di andare in pensione in un'età compresa tra i 62 e i 70 anni. Il Partito Democratico ha già presentato una proposta di legge sull'argomento insieme a quella per risolvere il tema degli esodati (diventata nel frattempo testo unico della Commissione Lavoro della Camera): vorremmo che il nuovo ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, le esaminasse.
(Leggi)

1 commento:

  1. Si parla tanto della proposta di legge approvata in commissione e che deve andare alla camera entro questa mese e che dovrebbe risolvere definitivamente il problema esodati. Proposta che gli esodati attendono con grande speranza, ma mi sembra un miraggio ma non è possibile reperire il testo per sapere in cosa consiste, mi auguro che alla fine non sia l'ennesima presa in giro.

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