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martedì 11 marzo 2014

Lombardia: gli esodati con la Lega protestano in “casa” Inps

Gli esodati con la Lega protestano in “casa” Inps
(10 marzo 2014)
Un intoppo burocratico che potrebbe trasformarsi in un imperdonabile pastrocchio nel pastrocchio, rimandando, ancora una volta, a data da destinarsi la soluzione del caso esodati e condannando, per la seconda volta in pochi anni, alla miseria e al limbo economico e sociale i non più lavoratori e non ancora pensionati. È quello che sembra stia succedendo in queste ore negli uffici lombardi dell’Inps dove pare non si riesca a dipanare la matassa che dovrebbe permettere agli esodati lombardi di avere accesso prima alla mobilità in deroga e successivamente alla pensione. «Il ministero ha detto sì, la Regione ha detto sì, e all’inps, dove non devono decidere niente, ma solo eseguire si è formato un collo di bottiglia», lamentano i manifestati di via Pola, a pochi passi da palazzo Lombardia, dove c’è una delle sedi Inps del capoluogo. Lì, ieri mattina, una cinquantina di esodati, insieme ad alcuni dirigenti della Lega nord s sono dati appuntamento per farsi sentire, e armati di bandiere e striscioni, dare avita a una manifestazione pacifica sì, ma anche irremovibile. Al loro fianco il segretario nazionale del partito Matteo Salvini e il consigliere regionale Pietro Foroni. Il gruppo, che si è presentato di fronte alla sede Inps di buon mattino, contava, tra gli altri, anche quattro esodati lodigiani, in arrivo da Casale, Turano, San Rocco e Santo Stefano Lodigiano. Di loro, il signor Alessandro è quello che ha più voglia di parlare anche se non sorride mai: «Ho lavorato alla Unilever per una vita, poi nel 2011 mi hanno detto vai via, fai spazio a un giovane e ti paghiamo quello che ti manca per andare in pensione. Poi è successo quello che è successo e io sono rimasto in mezzo: o pago io per andare in pensione, oppure rimango senza lavoro e senza pensione». Come lui, in tanti, ma la terza via però c’è. O almeno ci sarebbe, dicono dalla Lega: «Regione Lombardia è riuscita a portare a casa un accordo - spiega il segretario Salvini - in cui si permette agli esodati di arrivare alla mobilità in deroga e in questo status di accedere poi alla pensione. Ma per un intoppo di pura burocrazia è tutto fermo». «Abbiamo il placet del ministro del Lavoro, ma manca la parte operativa che dovrebbe completare Inps, ma l’operazione è a un punto morto» conferma Pietro Foroni, che con alcuni esodati è stato ricevuto dalla dirigenza della sede di via Pola. «Personalmente voglio essere ottimista, e sperare che tutto si chiuda in fretta e bene» conclude l’ex presidente della Provincia di Lodi. E c’è da sperare che abbia ragione, o per il signor Alessandro e gli altri esodati come lui si chiuderanno definitivamente le possibilità di avere la pensione in tempi ragionevoli.
luciana grosso
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