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domenica 30 marzo 2014

Una e-mail per ricordare che

Riceviamo e volentieri pubblichiamo una e-mail per ricordare che...

Ciao a tutti, per opportuna conoscenza nostra vi invio quanto sotto, a dimostrazione del fatto che lo "STATO" era ben consapevole del Piano Esodi di Poste Italiane, finalizzato alla riduzione del personale, e che NON E' VERO che Esodava i dipendenti fino a 2 anni prima della maturazione della pensione, IO ne sono (come tanti altri) un'esempio: Uscito Luglio 2011- Decorrenza Apr./2015

Pertanto lo "Stato" ha l'Onere di Salvaguardare TUTTI gli ESODI effettuati da Poste Italiane

Michele Costantino

P.S. le parti in rosso quelle che ci riguardano

CAMERA DEI DEPUTATI - SENATO DELLA REPUBBLICA
XVI LEGISLATURAResoconto stenografico della Commissione parlamentare di controllo sull'attività degli enti gestori di forme obbligatorie di previdenza e assistenza sociale

Seduta del 25/3/2009


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(...)
Audizione del presidente di Poste italiane SpA, Giovanni Ialongo, sulle conseguenze delle politiche del personale dell'azienda sull'andamento del rapporto iscritti-pensionati dell'Istituto postelegrafonici (IPOST).
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, ai sensi dell'articolo 143, comma 2, del Regolamento della Camera dei deputati, l'audizione del presidente di Poste italiane SpA, dottor Giovanni Ialongo, sulle conseguenze delle politiche del personale dell'azienda sull'andamento del rapporto iscritti-pensionati dell'Istituto postelegrafonici (IPOST).
Avverto che il dottor Ialongo è accompagnato dalla dottoressa Simona Giorgetti, responsabile delle comunicazioni esterne e relazioni istituzionali di Poste italiane, dalla dottoressa Maria Scappaticci e dalla dottoressa Antonella Albanesi, sue assistenti.
Do quindi la parola al dottor Giovanni Ialongo, che ringrazio per la disponibilità. 
GIOVANNI IALONGO, Presidente di Poste italiane SpA. Signor presidente e signori commissari, vi ringrazio per l'opportunità di rappresentare la politica del personale di Poste italiane che ho l'onere e l'onore di presiedere. Vi rappresento i quattro punti principali che verranno da me esaminati questa mattina: la forza lavoro dell'azienda, la previsione per il triennio 2009-2011 degli esodi e degli inserimenti, il fenomeno dei contratti a tempo determinato in azienda, il contratto unico di settore e l'allargamento della platea contributiva. 
Iniziamo dal primo punto, ossia la forza lavoro. Il numero complessivo dei dipendenti è di 153.895 unità. I contratti a tempo indeterminato sono 151.129, di cui 150.385 di ruolo e 744 dirigenti; i contratti a tempo determinato sono 2.416 e l'organico flessibile di 350 unità. Per quanto concerne la contribuzione, il personale con contratto di lavoro interinale versa gli oneri contributivi, previsti dalle vigenti disposizioni legislative, all'INPS (il versamento viene effettuato ovviamente dalle singole agenzie interinali). Per i dipendenti con contratto di lavoro a tempo determinato i contributi previdenziali vengono versati all'IPOST. 
Passo dunque al secondo punto: la previsione per il triennio 2009-2011. In coerenza con il sistema aziendale di relazioni industriali, il piano industriale ha costituito oggetto di informativa alle organizzazioni sindacali. Per quanto riguarda il piano esodi, l'esodo incentivato - processo accessibile a tutti i dipendenti operativi in azienda dal mese di marzo del 1999 - è gestito territorialmente dalle risorse umane regionali con indirizzo e coordinamento centrale. Sono incentivate all'esodo le persone che sono in prossimità


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di raggiungimento dei requisiti pensionistici, anagrafici e contributivi (ovviamente, uno o due anni prima della finestra di uscita). Attualmente e fino al 30 giugno 2009, i requisiti sono: 58 anni di età e 35 di contribuzione, oppure 40 anni di contribuzione. Il piano esodi è così strutturato: nel 2009 è previsto un esodo incentivato di 4.000 unità, nel 2010 di 4.000 unità e nel 2011 di 2.700 unità. Nel triennio 2009-2011 il turn over fisiologico è di 4.500 unità, per un totale di esodi di 15.200 unità. Pertanto, tra l'esodo incentivato e ilturn over fisiologico sono potenzialmente in uscita 15.200 unità.
Per quanto riguarda il piano inserimenti, nel triennio 2009-2011 si prevedono inserimenti di personale secondo le seguenti tipologie: riammissione di personale ex contratti a tempo determinato, su sentenza del giudice: 6.500 unità; inserimenti dall'esterno previsti in piano dall'azienda: 800 unità nel 2009, 800 unità nel 2010 e 500 unità nel 2011 per un totale di 1.800 unità. Pertanto, a piano industriale presentato, sommando le precedenti cifre risultano in totale 8.300 inserimenti a fronte delle 15.200 unità in uscita.
Il terzo punto riguarda il percorso degli ex contratti a tempo determinato. In Poste italiane, il ricorso a contratti a tempo determinato è avvenuto in due periodi. Nel primo periodo, dal 1997 al 2002, il ricorso a tali contratti è stato dettato dai processi di trasformazione di Poste italiane da ente pubblico economico a società per azioni. Le causali utilizzate nella stipulazione dei contratti a tempo determinato sono state tutte definite dalle parti sociali in applicazione della delega di cui all'articolo 23 della legge n. 56 del 1987. Nel secondo periodo, dal 2003 ad oggi, il ricorso a contratti a tempo determinato è stato dettato dalla necessità dello sviluppo e del consolidamento dei risultati aziendali, conseguenti al lungo processo di ristrutturazione. La causale utilizzata è quella contenuta nell'articolo 1 del decreto legislativo n. 368 del 2001: «è consentita l'apposizione di un termine alla durata del contratto di lavoro subordinato a fronte di ragioni di carattere tecnico, produttivo, organizzativo o sostitutivo».
Passiamo ora al fenomeno del contenzioso e alle azioni attivate. Nel corso degli anni, il contenzioso derivante dalla stipulazione dei contratti a tempo determinato è stato pari a 44 mila ricorsi. Di questi, ne sono stati riammessi 25 mila a seguito della pronuncia del giudice, con conseguente trasformazione dei contratti a tempo determinato in contratti a tempo indeterminato. Per depotenziare il contenzioso, l'azienda e le organizzazioni sindacali hanno siglato due accordi sindacali (13 gennaio 2006 e 10 luglio 2008) con i quali sono stati stabilizzati 21 mila lavoratori, dei 25 mila già riammessi con pronuncia giudiziale. Questi 21 mila lavoratori hanno scelto di rendere stabile il rapporto di lavoro rinunciando al contenzioso in essere e restituendo l'importo riconosciuto a titolo di risarcimento per i periodi non lavorati. I restanti 19 mila ricorsi (i 44 mila ricorsi iniziali meno i 25 mila riammessi) sono così ripartiti: 6.500 cause pendenti in primo grado; 2.500 cause vinte dall'azienda in primo grado e già pendenti in secondo grado; 6 mila cause vinte dall'azienda in primo grado con possibilità di appello (è possibile stimare il 50 per cento di prosecuzione del contenzioso); 2 mila cause concluse favorevolmente con rinunce e sentenze definitive di cessazione della materia del contendere; infine, 2 mila cause che sono state positivamente conciliate. Da ciò si evince che il contenzioso attivo è relativo a 15 mila ricorsi, che sono in attesa di pronuncia da parte del giudice.
Con gli accordi sindacali del 13 gennaio 2006 e del 10 luglio 2008 è stata costituita una graduatoria nazionale di cui fanno parte circa 15 mila risorse ex contratti a tempo determinato che, aderendo all'accordo medesimo, hanno rinunciato al contenzioso instaurato con Poste italiane e a qualunque pretesa nei suoi confronti. Pertanto, l'elemento necessario per poter essere inseriti in graduatoria è l'adesione all'atto pattizio azienda-sindacato. L'azienda attinge alla (...)

7 commenti:

  1. sono un esodato non salvaguardato, non postale, ma per onestà bisogna dire che alla data del resoconto riportato, i requisiti per accedere alla pensione erano diversi, come hai bene sottolineato: le finestre erano fisse e non mobili e non era stata inserita l'aspettativa di vita, tutti regali della riforma Sacconi e non Fornero. Oggi gli esodati rivendicano di poter avere la pensione con quei requisiti sapendo benissimo che, fino a pochi mesi prima, la situazione era diversa. Vittorio

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    1. L'ASPETTATIVA DI VITA DELLA RIFORMA SACCONI NON PUOI PARAGONARLA A QUELLA DELLA FORNERO......C'E' UN ABISSO ....VERO...???????????

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    2. certamente, io dicevo solo che nel 2009, data della seduta parlamentare, non era nota nè la futura riforma Fornero nè la Sacconi. In quella data, maturando io i 40 di contributi a febbraio 2014, avrei avuto la pensione a luglio 2014. Con Sacconi, la decorrenza si è spostata a giugno 2015 ma quando sono uscito, nel 2011, questo era noto ed è con questi parametri che vorrei andare in pensione, non con quelli della Fornero

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  2. E come nohhhh !!! Ci hanno fatto credere di appartenere a una societa' privata e non piu' agli Statali, quando invece sappiamo benissimo che la
    maggioranza delle azioni l'ha sempre detenuta e continua a detenerla LO STATO ITALIANO !!! Come avrebbe potuto Poste fare gli esodi senza l'approvazione della maggioranza ( cioe'Lo Stato) ??? Io sono tra quelli usciti nel Dicembre 2010 con maturazione Luglio 2015 per requisiti di vecchiaia. Quando al momento della firma ho avuto un momento di ripensamento, mi e' stato detto : signora stia tranquilla ha gia' raggiunto abbondantemente la contribuzione necessaria , deve solo aspettare qualche anno per quella anagrafica... Quindi e' una menzogna che esodavano solo 2 anni prima della pensione.....(sono comunque una lavoratrice precoce, ho iniziato a lavorare all'eta' di 15 anni )...Per quanto ancora dobbiamo sottostare a questa incertezza ??? Esodata Poste 17

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  3. Facciamo tutti ricorso-denuncia a sti malfattori

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  4. "NON E' VERO che Esodava i dipendenti fino a 2 anni prima della maturazione della pensione, IO ne sono (come tanti altri) un'esempio: Uscito Luglio 2011- Decorrenza Apr./2015"
    Da quello che scrivi, non capisco se la decorrenza aprile 2015 era PRE oppure POST riforma Fornero. Grazie della risposta

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