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venerdì 25 aprile 2014

Doppia fregatura per gli esodati?

Doppia fregatura per gli esodati, Antonio Castro su Libero
Scrive Antonio Castro: "Gli esodati, presenti e futuri, si dovranno probabilmente pagare (in parte), l’incredibile privilegio di essere stati spediti anticipatamente a riposo. Senza busta paga, senza pensione e senza certezze. E ora (in un prossimo futuro) pure con un debito per agguantare l’assegno..."
ROMA – “Doppia fregatura per gli esodati – scrive Antonio Castro su Libero – Lo Stato non vuole più pagare il periodo di transizione fino alla pensione. Così chi ha lasciato il lavoro ma non ha ancora maturato il ritiro dovrà prima indebitarsi e poi restituire parte del prestito con il vitalizio”.
L’articolo completo di Antonio Castro:
Gli esodati, presenti e futuri, si dovranno probabilmente pagare (in parte), l’incredibile privilegio di essere stati spediti anticipatamente a riposo. Senza busta paga, senza pensione e senza certezze. E ora (in un prossimo futuro) pure con un debito per agguantare l’assegno. Per coloro che sono rimasti invischiati nel limbo esodati (a parte i 38.716 salvaguardati che già incassano dall’Inps l’assegno, su una platea complessiva di 160mila garantiti), si prospetta una soluzione che preveda solo in parte la copertura dello Stato. E così, nella più classica dei sistemi all’italiana, si ipotizza una strada del tipo: un po’ per uno non fa male a nessuno. La prossima settimana, ha anticipato l’indaffaratissimo ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, verrà illustrato il «progetto strutturale» per evitare di arrivare ad un “Sesto bacino” di esodati salvaguardati e mettere la parola fine sul pasticcio Fornero. E’ stato lo stesso ministro ieri ad annunciare che «il tavolo sulla flessibilità pensionistica», per coloro che perdono il lavoro, «è previsto tra una settimana». Poletti, intervenendo ad un convegno Cisl sulla previdenza complementare ha anticipato che per gli esodati il ministero del Lavoro pensa a un sistema dinamico che producano «soluzioni strutturali». Ipotizzando un «meccanismo mobile che tenga dentro tutti, in modo uguale» per evitare di continuare a «mettere delle toppe» (i famosi bacini).
Sempre Poletti ha spiegato che il governo non vuole «alimentare illusioni» ma c’è la volontà di compiere una «riflessione seria» ed affrontare il problema«in maniera strutturale» per evitare di alimentare «aspettative e ingiustizie».
Insomma, si «allarga il perimetro di quelli dentro, lo allargo anche per quelli fuori, le barriere fisse creano contenti e scontenti». Tutto chiaro? Non proprio verrebbe da dire. Poletti però giusto la scorsa settimana era stato un po’ più chiaro e didascalico, offrendo al comune mortale un esempio semplice per capire la sua “idea”. Intervenendo a Repubblica Tv l’ex uomo delle Coop aveva- forse involontariamente – anticipato i binari della riforma che intende presentare a sindacati e imprese. Perché per funzionare l’idea Poletti avrà bisogno della partecipazione (soprattutto economica) di tutti i soggetti,anche dello Stato che non si può più permettere di garantire tutto a tutto ma ci metterà comunque una parte, visto che il pasticcio esodati è stato creato proprio dal governo (non questo ma quello di Monti). L’idea,aveva spiegato il 16aprile proprio Poletti, è di «flessibilizzare il pensionamento per chi perde il posto (ipotesi già prevista dalla riforma Fornero, ndr), ma anche per chi vuole anticipare l’uscita dal lavoro».
E poi l’ex presidente di Lega Coop fa l’esempio di un lavoratore che si accorda con l’azienda per andare in pensione un anno prima: «Il datore paga tutti i contributi di quell’anno e poi il lavoratore glieli restituisce con la pensione».Insomma:«Ti manca un anno al pensionamento? Ti do un assegno per fare i 12 mesi, quando arrivi al 30 dicembre vai in pensione, per questo anno l’impresa ti paga i contributi previdenziali e il costo dell’assegno un po’ lo restituisci un po’ lo paga lo Stato».
(Leggi)
 

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