Incontro con Ministro Poletti - Roma, 30 giugno 2014
Documento della Rete dei comitati degli
“Esodati”
Signor Ministro,
Si è giunti al trentesimo mese dall'entrata in vigore della manovra
previdenziale Fornero-Monti che, per il suo carattere di iniquità, ingiustizia
e incostituzionalità, ha di fatto scippato cittadini italiani del loro
legittimo DIRITTO alla pensione, condannandoli di fatto e irrimediabilmente a
restare per numerosi anni senza alcun reddito.
Riteniamo del tutto inutile ripeterle, questo pomeriggio, quali siano le
richieste della Rete dei comitati a Lei già esposte chiaramente con i numerosi documenti della Rete dei Comitati e
negli svariati incontri avuti con Lei in
numerose città d'Italia durante la campagna politica, come a Genova, Modena,
Padova, Reggio Emilia, Bareggio, Milano, ecc.
30 mesi in cui alla rabbia, all'insicurezza e all'angoscia costanti si è
voluto aggiungere, per questi cittadini italiani, un tocco di tortura con il
meccanismo delle salvaguardie, che, basandosi su paletti di vario tipo imposti
arbitrariamente e col solo esplicito scopo di diminuire il più possibile il
numero dei beneficiari, ha portato di fatto al prodursi di numerose ulteriori
DISCRIMINAZIONI tra soggetti aventi ESATTAMENTE
gli STESSI requisiti e nell'ambito della stessa categoria, ma nati in mesi
diversi dello STESSO anno. Pertanto nella realtà dei fatti le salvaguardie sono
delle lotterie con in palio il diritto alla pensione, ossia lo strumento di
sopravvivenza del progetto sociale e familiare delle donne e uomini cosiddetti
"esodati NON salvaguardati".
Il sistema delle salvaguardie è reso in particolar modo discriminante e
penalizzante perché impone l'applicazione dell'abominevole criterio
“dell'aspettativa di vita”, moderatamente comprensibile nel caso di soggetti
ancora al lavoro, ma particolarmente dannose e penalizzanti per cosiddetti esodati che invece, purtroppo
e NON per loro volontà, sono fuori dal
mercato del lavoro da anni
In questi 30 mesi si sono avute formali dichiarazioni ed impegni di due
Presidenti della Camera (Fini e Boldrini) che hanno riconosciuto i forti
elementi di incostituzionalità della manovra (perché di questo si tratta e non
di riforma previdenziale) Monti-Fornero, e la loro formale richiesta ai
deputati (ripetuta poi anche dal Presidente Grasso ai Senatori) di risolvere
sollecitamente il dramma degli “esodati” con i quali lo Stato ha rotto un
patto.
Medesima affermazione ed impegno del Presidente Letta nelle sue
dichiarazioni programmatiche al Parlamento all’indomani del suo insediamento a
Palazzo Chigi.
L’attuale Presidente (nonché segretario del partito di maggioranza) non ha
ancora avuto modo (e volontà) di pronunciarsi se non con qualche tweet a nostro
sostegno durante la campagna elettorale delle primarie di partito.
Negli ultimi 4 mesi si sono incontrati, per citare solo i più
significativi,:
- Il 19.2.2014 (vedasi
resoconto allegato) la nuova Segreteria del PD (Taddei, Madia e Faraone) nel
quale, sostanzialmente, ci è stato
manifestato l’impegno del Partito e del Governo di pervenire alla soluzione strutturale del problema
degli “esodati” entro il 2014 individuando anche le coperture finanziarie con
nuove risorse che sarebbero pervenute dall’imminente accordo con la Svizzera
sul rientro dei capitali depositati illegalmente in quel paese;
- Il 9.4.2014 (vedasi
resoconto allegato) il Sottosegretario On. Baretta che informava che il Governo Renzi intendeva risolvere strutturalmente, entro l’anno,
il dramma degli “esodati” non volendo
più procedere per mezzo di salvaguardie NON risolutive, e perimetrare la platea
ed il recinto nell’ambito del quale individuare gli “esodati” (coloro che
avevano perso il lavoro a qualsiasi titolo o firmato accordi che lo prevedevano
successivamente al 31.12.2011 e maturano
il diritto alla pensione entro il 2018) dando priorità a questi, perché già
privi di reddito (con il riconoscimento del diritto alla pensione con la
precedente normativa) e considerando tutti gli altri “esodandi” per i quali è necessario intervenire con strumenti
diversi e specifici;
Il 16.4.2014 con Lei, Signor Ministro, presso il Ministero del Lavoro in
occasione della giornata conclusiva del presidio di 3 giorni organizzato dagli
“esodati” (vedasi resoconto allegato).
In quell'incontro ufficiale, ma pure in quelli informali citati, Lei ci ha
confermato di condividere le intenzioni del Sottosegretario On. Baretta e ha
ribadito esplicitamente che il Governo e Lei eravate della ferma opinione di
procedere a risolvere il dramma NON più attraverso toppe, che peraltro hanno in
sé marcanti elementi discriminatori, ma mediante
un intervento strutturale.
In quell'occasione Lei ci informò
dell'imminente costituzione di un tavolo/commissione tecnico-politica avente il
compito di appurare con efficacia e rapidità le componenti della platea, i suoi
numeri e le coperture finanziarie necessarie per la soluzione strutturale, che
per base avrebbe avuto i riferimenti della proposta di legge unitaria approvata
dalla Commissione Lavoro della Camera ( n. 224 e collegate)
Il tavolo tecnico ha tenuto finora un unico incontro, il 7 maggio scorso;
da allora quasi due mesi sono trascorsi e tale think-tank NON è più stato
riconvocato. Nel corso di quell'unica riunione della commissione tecnica Inps e
Ragioneria dello Stato consegnarono relazioni contenenti numeri e costi
relativi alla proposta di legge unificata. Quelle stime sono state da noi
contestate dettagliatamente (vedasi documento allegato) e si desidera
richiamare almeno la parte conclusiva della nostra relazione, dove si afferma
che : “si intuisce come le somme per
coprire finanziariamente la PdL Unitaria in oggetto, e favorire la soluzione
della questione esodati, scenderebbero notevolmente, rispetto a quanto
preventivato nella stima fatta pervenire dall’INPS, se soltanto si tenesse
conto delle considerazioni portate nei precedenti capoversi. Infatti il totale
calcolato sommando le cifre esposte nelle altre colonne, pari a circa 5,9 Mld
di Euro, più quelle calcolate per le colonne 2 e 5 riparametrizzate sulla base
delle osservazioni fatte, e sottraendo i risparmi determinati dagli “avanzi”
delle precedenti salvaguardie e quelli derivati dall’introito della tassazione
IRPEF, diventerebbe una somma sicuramente reperibile e gestibile nel bilancio
dello Stato nell’arco temporale preso in considerazione dalla relazione...”
Allo stato attuale dopo la
presentazione dell'emendamento (cosiddetta VI salvaguardia) da Lei presentata
il 26 giugno in Commissione Lavoro della Camera, la Rete dei Comitati non può
che prendere atto che di fatto si è voluto bocciare la proposta di legge 224 e
collegate, rinnegando in toto gli impegni esplicitamente presi dai vari
rappresentanti del Governo sopraddetti. La Rete dei Comitati reputa tale scelta
un fatto gravissimo, che porta solo ad affermare l'innegabile sillogismo che la
montagna ha partorito un topolino.
Si dimostra ancora una volta che non esiste la volontà politica di
risolvere alla radice e strutturalmente il problema-dramma degli “esodati.
Nonostante questo:
La Rete dei Comitati sostiene l'emendamento per la VI salvaguardia
presentato dal Governo e all'esame il prossimo 2 luglio, pur considerandolo
solo una toppa, un cerotto al dramma dei cosiddetti esodati, quindi
affatto risolutivo della problematica. La Rete dei Comitati ritiene comunque
che debba essere ripristinata la salvaguardia per tutti i Contributori
Volontari così come previsto all’art. 1 punto 2 comma d) della proposta di
legge 224 e collegate che si intende modificare. L'emendamento, come i
provvedimenti precedenti, fa perdurare numerose discriminazioni all'interno
delle stesse categorie. Si constata anche la pericolosità e la gravità della
scelta del suo finanziamento reperendo le coperture da fondi rimanenti di
precedenti salvaguardie e dal fondo per il sostegno della cassa integrazione. La
Rete dei Comitati, ha la necessità comunque di tutelare i lavoratori da
ulteriori e probabili errori di calcolo dell'INPS per cui deve essere inserita
una clausola di salvaguardia a tutela degli eventuali soggetti che, a causa
della limitazione posta alla lettera a) comma 1 art. 1, dovessero subire la
perdita della salvaguardia già prevista dalla L. 135/2012 art. 22 comma 1.
Inoltre è totalmente inaccettabile la lettera b) comma 1 art. 1 in quanto
modifica i requisiti della salvaguardia prevista dall'art. 22 comma 1 lettera
a) L. 135/2012 retroattivamente (con il criterio inaccettabile già con il DM 1
giugno 2012), che pertanto va eliminata! D'altronde, se i calcoli dell'INPS
sono corretti, non si capisce il motivo di modificare i requisiti.
L’emendamento proposto lo si considera un ulteriore passo compiuto, seppur
perfettibile, ma NON accetta di considerarlo l'ultimo atto rispetto alla
soluzione strutturale dramma dei cosiddetti esodati.
La Rete dei Comitati esprime
forte biasimo per la sospensione dei lavori del tavolo tecnico, per le risposte
insufficienti date nel corso del suo primo incontro e per la evidente
dilatazione della tempistica dei lavori, che invece veniva affermato dallo
stesso Ministro, in occasione dell'incontro del 16 aprile 2014 presso il
Ministero, avrebbero avuto un carattere di efficacia e ragionevole velocità .
La Rete dei Comitati esprime il
massimo disappunto e sdegno per la bocciatura della pdl 224 ed allegate a causa
del ripetuto pretesto della mancanza di coperture, a fronte delle coperture
INGENTI che invece si sono trovate agevolmente per il bonus fiscale di 80 euro
a favore di cittadini italiani certo con redditi esigui, ma pur sempre con un
reddito, diversamente da quanto i cosiddetti esodati NON SALVAGUARDATI si
trovano a vivere oramai da anni.
La Rete dei Comitati esprime
totale contrarietà all'abbandono della proposta di legge 224 e allegate come
punto di partenza per la messa appunto della soluzione strutturale, indicata
invece dal Ministro in persona, come ferma intenzione del Governo,
nell'incontro tenutosi sempre lo scorso 16 aprile presso il Ministero ma anche
nei numerosi incontri informali citati.
La Rete dei Comitati esige che
la soluzione strutturale NON venga più rimandata, che venga elaborata partendo
dall'impianto della proposta di legge 224 e collegate, e che la sua
predisposizione avvenga al più tardi con la legge di stabilità prevista nei
prossimi mesi autunnali. Ci attendiamo da Lei questo nuovo e formale impegno in
considerazione della vergogna e della gravità del fatto che, a distanza di
quasi tre lunghissimi anni, oltre 240.000 cittadini italiani ad oggi vengano
lasciati ancora nel baratro più totale rispetto al loro presente ed a loro
futuro, con lo scippo perpetrato a danno del loro diritto alla pensione.
La Rete dei Comitati ribadisce
che i due principi che considera debbano essere i cardini dell'impostazione
strutturale debbano essere:
Non essere più occupati al 31.12.2011 per avvenuta risoluzione contrattuale a
qualsiasi titolo, oppure avere entro
quella data sottoscritto accordi collettivi o individuali che come esito finale
prevedano il futuro licenziamento
maturazione del diritto pensionistico con le previgenti norme almeno fino al 31/12/2018.
La Rete dei Comitati considera
essenziale che si continui a mantenere una chiara distinzione
tra “esodati” ed “esodandi” per le ragioni fin qui rappresentate;
La Rete dei Comitati sollecita
fortemente il Ministro ad adoperarsi e ad intervenire affinché si dia immediato corso alla risoluzione
amministrativa delle problematiche causate dalla interpretazione restrittiva dell’INPS
(tra l’altro inserite nella circolare
n.35 dell’Istituto del marzo 2012),
rispetto alla deroga degli autorizzati ai versamenti volontari ante 2007
(articolo 1, comma 8, della legge 23 agosto 2004, n.243, e successive
modificazioni) e ai soggetti possibili beneficiari dell'articolo 1 comma 9
della legge 243 2004 cosiddetta “opzione donna” ai quali occorre urgentemente
riconoscere i loro legittimi diritti;
La Rete dei Comitati
consapevole dell'importanza di risolvere i problemi con lo strumento più
adeguato e dell'inutilità di mescolare sullo stesso piano problematiche diverse
sollecita con forza e con urgenza al Governo un'attenta discussione e
riflessione relativa all'innalzamento violento, per il suo subdolo meccanismo
ad inseguimento, del requisito anagrafico nell'ambito della pensione di
vecchiaia delle donne, che concretamente porta moltissime di loro a un attesa
di oltre 6 anni per il percepimento dell'assegno pensionistico, rimanendo nel
frattempo prive della propria autonomia e indipendenza economica.
La Rete dei Comitati sottolinea con forza la
richiesta di sanare la vergognosa discriminazione provocata dall'applicazione
del parametro dell'aspettativa di vita ai cosiddetti esodati che di
salvaguardia in salvaguardia discrimina, escludendo dalle salvaguardie, tutti
coloro che maturino i requisiti nei mesi di ottobre, novembre e dicembre
rispetto a soggetti con gli stessi requisiti e nati negli altri mesi dello
stesso anno. Consapevoli che l'aggiunta dell'aspettativa di vita NON possa
venire tolta da questo emendamento perché tale parametro è stato imposto anche
nelle precedenti salvaguardie e quindi si creerebbe una discriminazione con i
beneficiari dei provvedimenti di deroga pregressi, la Rete dei Comitati avanza
esplicita richiesta che si intervenga modificando l'emendamento con la dicitura
temporale “51 mesi anziché 48 dall'approvazione...”, in tal modo non viene meno
l'aggiunta della speranza di vita, ma NON si discriminano i nati dei mesi
finali nell'ambito di uno STESSO anno solare. Qualora il Governo manifestasse
indifferenza nei confronti di questa palese e concreta discriminazione, la Rete
ci tiene a rammentare al Governo che le norme europee non consentono
discriminazioni né basate sull'età, sul genere, ecc.
La
Rete dei Comitati, pertanto, ritiene INAMMISSIBILE ed INACCETTABILE qualsiasi
azione atta a risolvere il dramma dei cosiddetti esodati che differisca dal
ripristino del loro legittimo diritto alla pensione con le regole previgenti la
manovra Monti-Fornero, pertanto rifiuta sia un'iniziativa di tipo assistenziale
sia eventuali provvedimenti basati sulla flessibilità con penalizzazioni o su
qualsiasi altra tipologia di prestiti assistenziali.
Per la “Rete” dei Comitati degli Esodati,
Mobilitati, Contributori Volontari, ”Quindicenni”, Donne ESMOL, Esonerati
Pubblica Amm.ne, Fondi di Settore e Licenziati senza tutele