Indirizzo mail

Puoi contattarci scrivendo a: cumpustela@gmail.com

venerdì 20 giugno 2014

Gli esodati non vanno dimenticati dopo il 23 giugno

Gli esodati non vanno dimenticati dopo il 23 giugno
Pubblicato il da Redazione
Ci sono date che restano scolpite nella storia di un Paese, altre che invece sono attese in maniera spasmodica da alcune persone in particolare (anche se non hanno un rilievo nazionale). Il 23 giugno 2014 è per gli esodati una data storica, o almeno uno degli ultimi appigli.
Infatti senza una soluzione, anche temporanea, è difficile immaginare futuri sbocchi. Il loro dramma, peraltro, riguarda pure l’opinione pubblica che sembra averli rimossi, nonostante la situazione creata sia una macchia indelebile degli ultimi anni della politica. Sicuramente l’errore più grave del governo di Mario Monti e della ministra Elsa Fornero.
Ricordiamo chi sono gli esodati
Dal punto di vista tecnico, gli esodati sono quei dipendenti che hanno accettato di lasciare il lavoro sotto la spinta di incentivi economici, in attesa della pensione. Per questo la loro scelta si definisce “esodo volontario”.
La riforma del governo tecnico ha allungato i termini per la maturazione dei requisiti necessari alla pensione. Queste persone sono state perciò lasciate a metà del guado, senza uno stipendio e senza un’occupazione (a cui, in un contesto beffardo, in molti casi hanno rinunciato volontariamente). In pratica il “patto” stipulato è stato modificato in corso d’opera e ovviamente in maniera unilaterale. Un gesto al limite della decenza.
Il punto della situazione attuale  
Ad aprile, dopo gli interventi del governo, la situazione ha coperto un’altra tranche di lavoratori. Ma c’è ancora una vasta platea senza garanzie e tutele: il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, ha sostenuto he gli esodati rappresentano una priorità per la sua azione.
A pochi giorni dal “fatidico” 23 giugno non ci sono notizie certe sul caso, ma appare scontato che l’esecutivo stia vagliando una soluzione-ponte che permetta di vagliare con relativa calma la questione.
Uno dei punti più intricati della vicenda concerne i “numeri“, che già nel 2012 generarono un guazzabuglio tra l’Inps ed Elsa Fornero. Ma un fatto va tenuto bene in mente: dietro alle cifre si nascondono storie personali e di padri di famiglia che all’improvviso si sono trovati senza alcuna forma di sostentamento.
In casi del genere è complicato dire cosa bisogna fare. Un provvedimento avveduto, però, deve partire da un presupposto: una stima per “eccesso” sugli esodati. Così è difficile tagliare fuori qualcuno.
(Leggi)

10 commenti:

  1. La stima per eccesso sulle precedenti salvaguardie
    ci sono sempre state e ad oggi che porteranno a oltre
    60.000 finanziamenti accantonati in più che devono
    essere ridistribuite per ulteriori coperture degli "esodati"
    non ancora salvaguardati .

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Peppe, non ti illudere, sono solo 60.000 in meno rispetto ai primi 160.000 preventivati. Non esiste nessun accantonamento, per il semplice fatto che,
      buona parte dei 100.000 salvaguardati riceveranno la pensione soltanto fra qualche anno. Ci ha deliberato le salvaguardie lo sapeva benissimo!

      Elimina
    2. Ma quale illusione è tutto certificato a consuntivo già redatto ufficialmente da Inps il 28 Aprile 2014 per
      in numeri definitivi approvati per le prime tre salvaguardie nella quale la seconda per 55.000 finanziate risulta essere in realtà di 20.000 che comporta un risparmio di oltre 2 MLD di spesa su 11MLD€ accantonata già da precedenti provvedimenti che non verranno più spesi e che ora sono pronti nelle casse per essere riversati
      a sostegno di ulteriori salvaguardie per gli "esodati"
      come vuole la Legge già dal prossimo 30 Giugno
      in Assemblea per una sesta salvaguardia con alla
      base il fondamentale spostamento di un anno in più
      per conseguire i diritto alla pensione con le regole
      previgenti al momento degli accordi stipulati.

      Elimina
    3. Peppe, ILLUSO, ci risentiamo i primi di luglio, dopo l' incontro
      del 30 giugno, così potremo verificare le tue teorie certificate.

      Elimina
    4. Peppe, hai letto le anticipazioni sulla 6° salvaguardia?
      Parlano di 34.000 nuovi salvaguardati, ma in pratica sono solo 8.000!!!!
      Continua pure con le tue teorie certificate, ma i miliardi li gestiscono loro,
      sempre che ce ne siano ancora a disposizione.

      Elimina
    5. Non ci provare, in realtà sono
      32.100 nuovi salvaguardati.
      Circa 2 MLD € di risparmi accantonati
      da finanziamenti precedenti
      riassegnati ad ulteriori salvaguardie
      per "esoldati" non ancora salvaguardati.


      Elimina
    6. Peppe, non sono 32.000 nuovi salvaguardati, ma 24.000 vecchi non salvaguardati e 8.000 nuovi.
      Mi auguro che tutti 32.000 abbiano i requisiti entro il 2015, ma ho molti dubbi. Il fattore principale, è che molti esodati postali e parastatali sono usciti con troppi anni di anticipo, rispetto ai 40 anni di contributi.

      Elimina
  2. Forse chi ha pubblicato questo articolo non ha letto gli ultimi avvenimenti.
    La data del 23 giugno è stata spostata al 30 giugno per dar modo al governo di trovare le risorse.
    E' l'ennesima presa per i fondelli.
    Inoltre gira già la voce che vogliano far slittare il tutto a novembre, inserendo il problema nella legge delega, così fanno passare altri mesi.
    Questi sono peggio dei loro predecessori.
    Ma dove sono i sindacati? non basta che la Cannusso faccia il mea culpa per non aver fatto nulla.
    Siamo stanchi di esseree presi in giro, non vogliamo promesse ma FATTI.

    RispondiElimina
  3. "Ricordiamo chi sono gli esodati
    Dal punto di vista tecnico, gli esodati sono quei dipendenti che hanno accettato di lasciare il lavoro sotto la spinta di incentivi economici, in attesa della pensione. Per questo la loro scelta si definisce “esodo volontario”.
    E QUELLI, CHE LA PROPRIA AZIENDA HA CHIUSO, LICENZIATI E SENZA NESSUN INCENTIVO, COME LI DOVREMMO DEFINIRE?

    RispondiElimina